Azioni Italia @@@ X gli amici di ettore_61 e non solo @@@ (3 lettori)
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ninetto
veilfast
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CRISI SUBPRIME: Ocse, correzione mercati solo all'inizio
"La recente correzione (dei mercati finanziari, ndr) e' solo il precursore di una fase di calo piu' protratta" nel tempo. E' quanto stimano gli economisti dell'Ocse nel Financial report semestrale pubblicato oggi, dove si aggiunge che il lato positivo della vicenda che sta interessando i mercato da agosto e che coinvolge le valute, le decisioni di politica monetaria a livello globale e i risvolti macroeconomici, e' che la crisi e' avvenuta in un periodo in cui l'economia mondiale gode di buona salute.
"La recente correzione (dei mercati finanziari, ndr) e' solo il precursore di una fase di calo piu' protratta" nel tempo. E' quanto stimano gli economisti dell'Ocse nel Financial report semestrale pubblicato oggi, dove si aggiunge che il lato positivo della vicenda che sta interessando i mercato da agosto e che coinvolge le valute, le decisioni di politica monetaria a livello globale e i risvolti macroeconomici, e' che la crisi e' avvenuta in un periodo in cui l'economia mondiale gode di buona salute.
ariete22
Forumer storico
Ocse=
Crisi 'subprime' piu' marcata previsto, rischi da dollaro
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Parigi, 21 nov - Non illuda, quindi, la ripresa registrata dai mercati in settembre e ottobre e che, secondo l'Ocse potrebbe portare a conclusioni affrettate sulla possibilita' che la correzione sia conclusa. Un'osservazione, peraltro, che trova riscontro nel nuovo calo accusato dai listini nelle ultime settimane. L'Ocse sottolinea inoltre che la liquidita' globale, che resta ampia, ha attenuato l'impatto sui mercati azionari della crisi statunitense del mercato dei mutui immobiliari. Nello stesso tempo, ammonisce tuttavia l'Organizzazione, l'elevato livello di liquidita' rappresenta anche un rischio per i mercati finanziari, poiche' potrebbe portare alla formazione di nuove 'bolle'. Alla ricerca di nuove opportunita' di investimento, i fondi, osserva l'Ocse, stanno cosi' rivolgendosi verso i mercati azionari emergenti, apparentemente sostenuti da fondamentali solidi, ma se la correzione negli Usa dovesse rivelarsi piu' forte delle attese, la ripercussione anche su tali listini sara' inevitabile. Su tale scenario incombe poi il fattore dollaro, il cui accentuato indebolimento sta seriamente vanificando gli sforzi di un coordinamento globale delle politiche monetarie. "Anche se un dollaro piu' debole e' parte di un aggiustamento necessario del deficit corrente statunitense, il suo calo ha irrigidito le condizioni monetarie nel resto del mondo, rendendo piu' difficoltoso un coordinamento internazionale", affermano gli economisti dell'Ocse secondo i quali gia' ora vi sono segni che la crisi dei prestiti 'subprime' sta avendo un impatto maggiore sull'economia reale di quanto stimato inizialmente. "Le stime iniziali da parte dei previsori sul fatto che la crisi dei 'subprime' non avrebbe avuto effetti rilevanti negli Usa o sull'economia globale sono ora in larga parte riviste e visioni economiche piu' recente rilevano ora un aggiustamento economico piu' protratto", sottolinea quindi il rapporto aggiungendo che "una recessione negli Usa e' oggi vista piu' probabile di un tempo da parte di alcuni osservatori". L'Ocse, infine, rileva come il prezzo del petrolio e delle 'commodities' continui a salire e come l'era dei manufatti a basso prezzo nelle economie emergenti stia per finire, fattori che rendono piu' difficile il compito di fissare i tassi di interesse da parte delle autorita' monetarie. Red-bli
Crisi 'subprime' piu' marcata previsto, rischi da dollaro
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Parigi, 21 nov - Non illuda, quindi, la ripresa registrata dai mercati in settembre e ottobre e che, secondo l'Ocse potrebbe portare a conclusioni affrettate sulla possibilita' che la correzione sia conclusa. Un'osservazione, peraltro, che trova riscontro nel nuovo calo accusato dai listini nelle ultime settimane. L'Ocse sottolinea inoltre che la liquidita' globale, che resta ampia, ha attenuato l'impatto sui mercati azionari della crisi statunitense del mercato dei mutui immobiliari. Nello stesso tempo, ammonisce tuttavia l'Organizzazione, l'elevato livello di liquidita' rappresenta anche un rischio per i mercati finanziari, poiche' potrebbe portare alla formazione di nuove 'bolle'. Alla ricerca di nuove opportunita' di investimento, i fondi, osserva l'Ocse, stanno cosi' rivolgendosi verso i mercati azionari emergenti, apparentemente sostenuti da fondamentali solidi, ma se la correzione negli Usa dovesse rivelarsi piu' forte delle attese, la ripercussione anche su tali listini sara' inevitabile. Su tale scenario incombe poi il fattore dollaro, il cui accentuato indebolimento sta seriamente vanificando gli sforzi di un coordinamento globale delle politiche monetarie. "Anche se un dollaro piu' debole e' parte di un aggiustamento necessario del deficit corrente statunitense, il suo calo ha irrigidito le condizioni monetarie nel resto del mondo, rendendo piu' difficoltoso un coordinamento internazionale", affermano gli economisti dell'Ocse secondo i quali gia' ora vi sono segni che la crisi dei prestiti 'subprime' sta avendo un impatto maggiore sull'economia reale di quanto stimato inizialmente. "Le stime iniziali da parte dei previsori sul fatto che la crisi dei 'subprime' non avrebbe avuto effetti rilevanti negli Usa o sull'economia globale sono ora in larga parte riviste e visioni economiche piu' recente rilevano ora un aggiustamento economico piu' protratto", sottolinea quindi il rapporto aggiungendo che "una recessione negli Usa e' oggi vista piu' probabile di un tempo da parte di alcuni osservatori". L'Ocse, infine, rileva come il prezzo del petrolio e delle 'commodities' continui a salire e come l'era dei manufatti a basso prezzo nelle economie emergenti stia per finire, fattori che rendono piu' difficile il compito di fissare i tassi di interesse da parte delle autorita' monetarie. Red-bli
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