FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (7 lettori)

dondiego49

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LE RISATE[SIZE=-1]

Il generale sta passando in rassegna una compagnia di carabinieri:
"Grinta, ragazzi!!! Aspetto bellicoso!!!... Aspetto bellicoso, ho detto!!! Sembrate un branco di orfanelle spaurite!! Ma guardatevi! Petto in fuori!!! Sguardo fiero!!! Aspetto bellicoso!!!... NON VI FACCIO MUOVERE DI QUI FINCHE' NON LO VEDO! FORZA!!! FORZA FEMMINUCCE!!! GRINTA!!! ASPETTO BELLICOSO... ". Un carabiniere al suo vicino:
"Speriamo che 'sto Bellicoso arrivi presto, sennò questo non ci fa manco magna'."
(da Greta)
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dondiego49

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Gentile Fxxxxxx. Oxxxxxxx.
ecco la 89° Edizione della quindicinale dedicata ai consulenti finanziari ed esperti di borsa:
Le Opportunità in Borsa
La BCE rinvia al 2015 il possibile ricorso al quantitative easing inizialmente previsto già a Dicembre; c'è attesa inoltre per la prossima asta di TLTRO prevista per giovedì 11.
Protagonista di questo numero è però la nuova OPV (offerta pubblica di vendita) targata Bnp Paribas: 4 nuovi prodotti in sottoscrizione a un prezzo fisso di 100 euro fino al 19 Dicembre!
Cordiali saluti,
Il Team Prodotti di Borsa di BNP Paribas.

Scopri questo approfondimento sulla versione online disponibile sul sito www.prodottidiborsa.com.

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L'incubo crescita affossa i mercati. La Grecia vota il presidente, crolla Atene

La Cina è pronta a tagliare le stime di crescita: crolla Shanghai. L'Iraq segue l'Arabia Saudita nella riduzione del prezzo del petrolio per difendere la propria quota di mercato. Crescono i timori per la debolezza della ripresa. In rosso i listini del Vecchio continente, appesantiti dalla richiesta del premier greco Samaras di votare a dicembre per rinnovare l'alta carica. Sullo sfondo c'è l'incognita Tsipras
di GIULIANO BALESTRERI
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09 dicembre 2014

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(ap) MILANO - Ore 15:40. L'incubo crescita economica zavorra i mercati, preoccupati anche dall'instabilità politica che torna a profilarsi su Atene e la Grecia. L'Iraq segue l'Arabia Saudita nella decisione di tagliare il prezzo del petrolio per difendere la propria quota di mercato: una mossa che da un lato è destinata a sostenere la domanda, ma dall'altro condiziona le società energetiche costrette a rivedere i propri piani industriali. La convinzione dei paesi produttori di petrolio, però, è che la ripresa economica sia più fragile di quanto immaginato.

Un'ipotesi che in mattinata ha affondato la Borsa di Shanghai, il più grande mercato azionario cinese che ha chiuso la seduta registrando un crollo del 5,43% a 2.856,27 punti, all'indomani del record raggiunto ieri, quando ha superato per la prima volta i 3.000 punti. A quanto pare il "Central Economic Work Conference" - il summit a porte chiuse in cui i vertici del Partito comunista cinese decidono la rotta dell'economia - potrebbe rivedere al ribasso delle stime di crescita per il 2015 dal 7,5% al 7%.

Lo scenario macroeconomico resta dunque complesso e frammentato: la Bce potrebbe annunciare un piano di acquisti di titoli di Stato sul mercato secondario; negli Stati Uniti, invece, la Fed sta pensando di avviare il rialzo dei tassi nella prima metà dell'anno prossimo. Le mosse di politica monetaria sono però destinate a condizionare le scelte di politica economica dei singoli Paesi. Soprattutto all'interno dell'Eurozona dove oggi prosegue il vertice Ecofin dopo aver raggiunto l'intesa sul bilancio 2015: ieri l'Eurogruppo ha chiesto all'Italia misure efficaci per marzo sottolineando la preoccupazione per l'alto debito. La direttrice del Fmi, Christine Lagarde, dall'Università Bocconi di Milano esprime apprezzamento per il Jobs Act italiano.

Come accennato, la scelta del premier greco Antonis Samaras di anticipare a dicembre l'elezione del presidente della Repubblica, agita non poco i mercati: se nelle tre votazioni previste non arrivasse una maggioranza sufficiente, il Parlamento andrebbe sciolto. Ipotesi che rafforza la sinistra radicale di Alexis Tsipras, Syriza, ma spaventa gli investitori: la Borsa di Atene arriva a crollare di oltre 10 punti percentuali.

In questo contesto peggiorano anche i listini europei: a Milano Piazza Affari crolla del 2,5%, Francoforte lima l'1,6%, Londra cede l'1,5%, Parigi l'1,8%. Lo spread si allarga in area 130 punti base, con il rendimento dei Btp decennali che supera il 2%, mostrando qualche cedimento dopo la tenuta di ieri a seguito del taglio del rating deciso da S&P non ha spaventato i mercati. L'euro è in rialzo sul dollaro in area a 1,235 (1,2314 ieri sera a Wall Street), il cambio dollaro-yen è poco sotto quota 120. Debole anche Wall Street: il Dow Jones cede lo 0,8%, il Nasdaq l'1,1%. Sul listino milanese sono sotto pressione i titoli energetici da Eni a Tenaris fino a Prysmian, soffre Yoox che secondo il New York Times è davanti a nuove sfide. Gira in rosso anche Mps che a lungo era rimasto l'unico titolo del Ftse Mib sopra la parità, Fca incassa la conferma del giudizio da S&P's ma soffre.

A ottobre, intanto, la bilancia commerciale tedesca ha segnato un surplus di 20,6 miliardi, in aumento su quello del mese precedente (18,5 miliardi): il dato è sopra le attese degli economisti che prevedevano un surplus di circa 19 miliardi. L'import è sceso del 3,1% su mese e l'export dello 0,5%. Il deficit dello stato francese, invece, è sceso a 84,7 miliardi a fine ottobre, dagli 86 di un anno prima. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze. Le spese a fine ottobre sono scese del 2,3% su anno (l'agenda dei mercati). In Gran Bretagna, la produzione industriale è scesa dello 0,1% su mese a ottobre ed è salita dell'1,1% su anno, al di sotto delle attese che stimavano una crescita dello 0,2% su base mensile e dell'1,8% tendenziale. Nell'area Ocse, infine, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2% a ottobre, con 43,8 milioni di persone senza lavoro, sei milioni in meno rispetto al picco raggiunto ad aprile 2010, ma ancora 9,3 milioni in più di luglio 2008. Dao anche nell'area euro all'11,5%.

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dopo sette sedute positive consecutive, appesantita da Wall Street con la caduta del prezzo del petrolio e il deprezzamento del dollaro contro lo yen. Al termine degli scambi l'indice Nikkei è sceso dello 0,68% (-122,26 punti) a 17.813,38 punti. L'indice Topix ha perso lo 0,79% (-11,49 punti) a 1.436,09 punti. La seduta è stata mediamente attiva con 2,1 miliardi di titoli scambiati sul primo mercato.

Sul fronte della materie prime, nuovi minimi da cinque anni per il prezzo del greggio. Al Nymex un barile di Wti, il petrolio statunitense, è sceso fino a 62,2 dollari il barile portando il saldo delle ultime cinque sedute e del mese al -6,2 e al -20,2 per cento. Andamento simile per il benchmark globale, il Brent (-6,8 e -21,7%) che oggi si è spinto fino a 65,29 dollari. L'oro è in calo in Asia a 1.199,39 dollari e cede lo 0,3%.
 
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