L'avversione al rischio continua a dominare la scena sui mercati azionari che dopo le vendite di ieri continuano a perdere terreno. Ieri la piazza azionaria americana ha accusato una pesante flessione, vivendo la peggiore seduta del 2017 e registrando il maggior calo da settembre scorso.
Borse Ue ancora in calo: Piazza Affari la peggiore
Questo si è riflesso sull'andamento odierno della Borsa giapponese che ha perso terreno per la seconda giornata consecutiva, con il Nikkei 225 in calo dell'1,32%.
Non diverso lo scenario in Europa dove i listini principali hanno avviato le contrattazioni in lieve flessione, ampliando progressivamente le perdite. Il Dax30 e il Ftse100 ora scendono dello 0,34% e dello 0,77%, seguiti dal Cac40 che arretra dello 0,45%.
Ad avere la peggio è Piazza Affari che, dopo essere stata l'ultima in Europa ieri, anche oggi si colloca nelle retrovie, con il Ftse Mib poco sopra i 21.000 punti, in ribasso dell'1,21%.
Uno sguardo al quadro intermarket
A livello intermarket le tensioni di ieri sembrano essere un po' allentate, con il dollaro che tenta un timido recupero nei confronti dello yen, mostrando un po' più deciso rispetto all'euro, mentre l'oro cede qualche posizione riportandosi appena sotto la soglia dei 1.259 dollari l'oncia.
Le indicazioni che arrivano dal quadro intermarket sembrano anticipare un rimbalzo dell'azionario che al momento però non riesce a materializzarsi, complici i timori per la situazione in America, con particolare riferimento ai rumors che coinvolgono il presidente Trump.
La view degli analisti sulle vicende che coinvolgono Trump
Il focus è sulle rilevazioni che sarebbero state fatte da quest'ultimo al Ministro degli Esteri russo in occasione di un incontro alla Casa Bianca, cui si aggiunge il tentativo di Trump di porre fine ad un'inchiesta dell'Fbi sul Russiagate.
Tanto è bastato per portare alla ribalta la parola impeachment, con alcuni esponenti democratici che hanno fatto esplicito riferimento a questa ipotesi, di cui parla persino qualche repubblicano.
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Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo l'eventualità di un'uscita di Trump dalla Casa Bianca per impeachment appare remota al momento. Gli esperti però evidenziano che le ultime vicende stanno facendo aumentare i timori sulla qualità della nuova amministrazione guidata da Trump e sulla sua capacità di concludere il mandato fino alla scadenza prevista.
Tutto ciò si riflette inevitabilmente sui mercati finanziari, con il dollaro che si è riportato sui livelli precedenti l'elezione del presidente Usa, mentre non si può dire altrettanto delle Borse, anche se le indiscrezioni circolate in questi giorni stanno scalfendo e non poco l'euforia post elettorale che ha guidato i mercati da novembre scorsi fino ai giorni nostri.
Remota la prospettiva di un impeachment: i timori del mercato
La prospettiva di un impeachment appare lontana visto che si tratta di una proceduta tutt'altro che agevole. Il percorso è molto lungo e perchè si approdi ad uno scenario di questo tipo sarà necessario un voto compatto dei democratici con l'appoggio di un certo numero di repubblicani che al momento hanno la maggioranza tanto alla Camera quanto al Senato.
A preoccupare i mercati è soprattutto l'instabilità politica che sembra essersi spostata ora dall'Europa agli Stati Uniti. Gli investitori iniziano a nutrire dei dubbi sull'effettiva capacità dell'amministrazione Trump di realizzare le riforme fiscali e le politiche in favore della crescita promesse in campagna elettorale e su cui è stato costruito il cosiddetto Trump rally che però sembra essere ormai un tema superato.
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Molto dipenderà da come evolverà la situazione nelle prossime giornate/settimane, ma gli esperti concordano sul fatto che nel breve sui mercati si assisterà ancora ad una volatilità cui ormai non eravamo più abituati da tempo.
Dubbi sulle prossime mosse della Fed
A complicare ulteriormente lo scenario è infatti l'incertezza sulle prossime mosse della Fed in materia di politica monetaria. Mentre fino a qualche giorno fa sembrava ormai segnata la strada per un nuovo rialzo dei tassi di interesse a giugno, alla luce delle vicende che vedono coinvolto il presidente Trump, sembra essere diminuita la probabilità di una nuova stretta della Banca Centrale americana il mese prossimo.