FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (30 lettori)

gilles1

Forumer storico
anche Eni e in discesa libera vediamo se arriva a 14,00€ :D

il destino del cane è legato alla dma20 del crudo

se rimbalza ha speranza

se no...il crudo torna a 38

e il cane...
 

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dondiego49

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La prova che le élite si preparano alla prossima crisi

Stampa Invia Commenta (1) di: WSI | Pubblicato il 14 settembre 2015| Ora 09:50

Cina inizierà ad accettare l'oro come collaterale dei contratti derivati. Gruppi finanziari sanno che futures e opzioni non avranno più valore in caso di nuova crisi.
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The Joker in una scena tratta dal film The Dark Knight Rises, in cui il criminale 'nemico' di Batman brucia una montagna di mazzi di banconote.



NEW YORK (WSI) - Ci sono almeno due fattori che dimostrano come le élite si stiano preparando allo scoppio della prossima crisi finanziaria. Il primo è la decisione di accettare i lingotti d'oro come collaterale degli scambi con soldi veri in cui viene simulata l'attività di trading di un titolo.

Dal momento che una grandissima parte dei beni del sistema finanziario sono in forma "digitale" nel momento in cui un'altra crisi scoppierà ci sarà una caccia alla moneta reale per il semplice fatto che molti dei contratti derivati e di altre forme di valuta non hanno un valore effettivo.

I grandi gruppi di brokeraggio che gestiscono le attività di trading del mercato da oltre 700 mila miliardi di dollari dei derivati (ICE, CEM, LCH) hanno iniziato tutti ad accettare l'oro come collaterale già dal 2012.

Anche la Cina, secondo quanto riportato da Reuters, ha di recente adottato la stessa strategia anti choc. La Borsa di Shanghai accetterà a partire dal 29 settembre l'oro fisico come collaterale sui contratti futures. Potrà ricoprire fino all'80% del 'margin value'.

È la dimostrazione che i principali gruppi finanziari mondiali sono consapevoli he la maggior parte dei derivati (futures, opzioni) non avranno più il minimo valore durante la prossima crisi.

La seconda prova è l'implementazione di regole sul controllo dei contanti, che renderanno più difficile trasformare i propri investimenti e risparmi in cash fisico. Le autorità americane della Sec hanno imposto il divieto di prelievo dai grandi fondi in caso di scoppio di un'altra crisi.

La norma in questione si chiama 'Rules Provide Structural and Operational Reform to Address Run Risks in Money Market Funds'. Sembra un pacchetto di regole innocuo. In realtà andando a vedere il capitolo intitolato "Redemption Gates", si scopre che se il livello settimanale di asset liquidi di un fondo monetario americano scendesse sotto il 30%, tale fondo avrà il potere di sospendere temporaneamente i prelievi di contanti.

È nel migliore interesse del Cda imporre un divieto al deflusso di cash dal fondo, considerato sicuro come un deposito in banca. I fondi non potranno imporre il divieto per più di 10 giorni lavorativi nell'arco di un periodo di 90 giorni (all'incirca due settimane di stop in due mesi di tempo).

Normalmente i portafogli di un fondo monetario comune è composto da titoli del debito a breve termine (meno di un anno) che rappresentato un investimento liquido e di alta qualità. Inoltre l'obiettivo dei money market fund è quello di mantenere un Net Asset Value (NAV) il più stabile possibile, e comunque mai inferiore a un dollaro statunitense. Per questi motivi vengono considerati sicuri al pari dei conti deposito.

Se il sistema dovessa vivere un'altra crisi, i fondi monetari americani potranno mettere il lucchetto al loro capitale. I cittadini non potranno prelevare contanti per 10 giorni. Se il sistema finanziario fosse in salute e stabile non ci sarebbe motivo di varare, proprio in questo momento, una simile riforma. Il rischio è che questo non sia altro che l'inizio di una guerra al contante a tutto campo.

(DaC)
 

dondiego49

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"Praticamente impossibile trovare oro fisico a Londra"

Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 14 settembre 2015| Ora 13:10

Cosa sta accadendo? Ecco chi sta comprando. E manca anche l'argento.
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Scarsità di oro sul mercato di Londra, a causa degli acquisti sfrenati di Cina e India.



ROMA (WSI) - I prezzi dell'oro non hanno sicuramente segnato alcun boom nelle settimane di forte avversione al rischio, ma la ragione del mancato rally non sta sicuramente nell'eccesso di offerta. Almeno a Londra. E' almeno quanto ritiene Peter Hambro, co-fondatore e presidente del gruppo minerario quotato sulla borsa di Londra Petropavlovsk che, intervistato da Bloomberg TV, ha affermato che è praticamente impossibile riuscire a trovare lingotti d'oro a Londra.

"Il mio assunto è che (i cinesi) e anche gli indiani continuano ad acquistare oro in enormi quantità. E' praticamente impossibile riuscire a trovare oro fisico a Londra da poter inviare in questi paesi. Questo perchè non c'è oro fisico, ci sono solo promesse senza fine".

Tra l'altro proprio il Financial Times, lo scorso 2 settembre, ha segnalato con un articolo che il costo per prendere a prestito oro fisico, sul mercato di Londra, è balzato in modo sostenuto nelle ultime settimane, causa il bisogno dei dealer di consegnare il metallo prezioso in raffinerie della Svizzera, prima che venga fuso e inviato a paesi come l'India. Tuttavia, Jon Butler, analista di Mitsubishi e intervistato dal Financial Times, ha affermato che "il rialzo non indica che esiste una scarsità fisica sul mercato per la consegna immediata dell'oro".

Torgny Persson, amministratore delegato di BullionStar, ha invece parlato di scarsità sia sul mercato dell'oro che dell'argento. "Ho appena finito di parlare al telefono con A-Mark, che è uno dei principali venditori all'ingrosso. Mi è stato detto che al momento non hanno disponibilità né di oro né di argento. Abbiamo ancora la maggior parte dei prodotti in magazzino, perchè abbiamo accumulato scorte al massimo consentito, nelle ultime settimane, per diversi prodotti. Tuttavia, per molti prodotti, non potremo garantire la disponibilità, una volta esaurite le scorte".

Tale situazion prova quanto sta accadendo sugli scambi commerciali di oro del Regno Unito. E' vero che nel giugno del 2015 le esportazioni nette di oro verso la Cina sono balzate al record di 32,4 tonnellate, in crescita +6,5% su base mensile, +116% su base annua. Tuttavia, sempre nel mese di giugno, il Regno Unito ha importato - in generale - -ben 49,3 tonnellate, diventando un importatore netto di oro. E questo perchè le esportazioni nette totali sono scese negli ultimi mesi. (Lna)


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dondiego49

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Deutsche Bank shock: licenzierà 23.000 dipendenti (25% del suo staff)

Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 14 settembre 2015| Ora 16:47

Indiscrezioni riportate da Reuters. Il colosso tedesco ha pagato più di $9 miliardi in tre anni per risolvere cause legali.
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Deutsche Bank, pronta a licenziare un quarto dei suoi dipendenti, secondo indiscrezioni di mercato.



ROMA (WSI) - Indiscrezioni shock, riportate da Reuters. Deutsche Bank sarebbe prossima a mandare a casa un quarto della sua forza lavoro, ovvero 23.000 dipendenti. Fonti del mondo della finanza hanno riferito che gran parte dei tagli arriverà attraverso l'operazione di spin off della sua divisione PostBank. Risultato: la forza lavoro della banca si attesterà a 75.000 posizioni full time, sulla scia di una riorganizzazione che sarà finalizzata dal neo-amministratore delegato John Cryan.

Cryan è diventato numero uno del principale istituto bancario tedesco a luglio, promettendo una forte riduzione dei costi. Secondo le fonti, Cryan avrebbe presentato i dettagli preliminari del piano ai componenti del consiglio di supervisione, durante il fine settimana.

Nessun commento è stato rilasciato dal portavoce di Deutsche Bank. "Questa è la prima volta in assoluto in cui si ha l'impressione che qualcuno stia parlando in modo chiaro - ha riferito una delle fonti nell'articolo pubblicato in esclusiva su Reuters - Ma il problema è che deve dare risultati presto".

La prima banca della Germania ha rivelato un ampio piano di ristrutturazione ad aprile; poco dopo, i co-amministratori delegati Ansh Jain e Juergen Fitschen hanno rassegnato le dimissioni, conferendo la posizione di AD a Cryan.

I licenziamenti colpiranno soprattutto i dipendenti che si occupano di operazioni tecnologiche e di back office.

Deutsche Bank ha pagato più di $9 miliardi nel corso degli ultimi tre anni per risolvere le diverse cause legali che l'hanno vista protagonista.

(Lna)

(in fase di scrittura)

Fonte: Exclusive: Deutsche Bank to cut workforce by a quarter - sources
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dondiego49

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Premo Nobel Shiller: paura investitori mai così forte dal 2000

Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 14 settembre 2015| Ora 12:35

Incubo bolla tra gli investitori. Quale sarà l'impatto delle manovre della Fed? La sorpresa è che...
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Il Premio Nobel per l'Economia, Robert Shiller.



ROMA (WSI) - Cresce il numero degli investitori che ritengono che Wall Street sia sopravvalutata, e che stia aumentando il rischio di un mercato orso significativo. E' quanto risulta da una ricerca che è stata condotta dal Premio Nobel per l'economia, Robert Shiller, professore presso la Yale University.

Shiller ha espressamente riferito al Financial Times che i suoi indici di fiducia sulle valutazioni, che si basano su sondaggi a cui partecipano diversi investitori, mostrano un timore che il mercato sia sopravvalutato, mai come prima dal picco della bolla dotcom, nel 2000.

"Ho l'impressione che siamo tornati di nuovo a una situazione di bolla, con i corsi azionari che si sono di fatto triplicati dal 2009, in appena sei anni; allo stesso tempo, gli investitori stanno perdendo fiducia sulle valutazioni del mercato", ha detto il Nobel, sottolineando che rimane impossibile però riuscire a stabilire il momnto in cui potrebbe manifestarsi qualsiasi forte ribasso dei mercati e avanzando, tra l'altro, anche dubbi sul rischio di una cauta dell'azionario, nel caso in cui la Fed dovesse alzare i tassi, al termine della riunione del Fomc prevista questa settimana, il 16 e il 17 settembre.

"Non prevedo nessun grande effetto - ha detto - Se ne sta parlando da così tanto tempo, che tutti sanno che (questa mossa) sta arrivando. Semplicemente, non è un grande problema".

Tra l'altro, Shiller ha precisato che non esistono dimostrazioni di un legame tra tassi di interesse e corsi azionari, andando indietro nella storia. "Si potrebbe pensare che quando i tassi di interesse sono più alti, si vende azionario, ma il mondo della finanza non è così semplice". (Lna)


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dondiego49

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Petrolio: Goldman Sachs vede crollo a quota $20

Stampa Invia Commenta (4) di: WSI | Pubblicato il 11 settembre 2015| Ora 10:13

Dopo essere risaliti anche a 60 dollari al barile quest'estate, i prezzi sono tornati sotto pressione. Ma sono destinati a scendere molto più in basso.
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Dopo essere risalito a 60 dollari quest'estate, petrolio è di nuovo sotto pressione. Secondo Goldman Sachs è destinato a scendere molto più in basso.



NEW YORK (WSI) - L'ultimo anno i prezzi del petrolio hanno subito sbalzi incredibili, perdendo anche più della metà del proprio valore da giugno del 2014.

I futures sul greggio scambiati nei mercati del Nord America (Wti) sono scesi dai massimi di 100 dollari dell'anno scorso fino ai minimi di 45 dollari testati a inizio 2015.

Dopo essere risaliti anche in area 60 dollari al barile quest'estate, i prezzi sono nuovamente sotto pressione. Dopo i cali delle ultime settimane al momento valgono circa 49 dollari al barile, ma secondo le stime di Goldman Sachs potrebbero scendere molto più in basso.

Il valore di un barile di greggio potrebbe addirittura arrivare "presto" a 20 dollari, secondo gli analisti del team di ricerche esperto di commodities e guidato dal chief strategist Jeffrey Currie.

Nel mondo c'è un'offerta estremamente sovraccarica a causa di una produzione troppo alta e una domanda in indebolimento costante. Le quotazioni potrebbero dunque scivolare su livelli che non si vedono da decenni.

Anche se l'Aie stima un calo della produzione dei paesi extra Opec nel 2016, il più alto da 24 anni, i livelli di barili distribuiti dai maggiori produttori resteranno alti.
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Il calo netto subito dai prezzi del petrolio nell'ultimo anno.


"Le condizioni tipiche di un mercato saturo continueranno anche nel 2016 per via dei livelli alti di produzione dell'Opec e del rallentamento della domanda, con il rischio inoltre di un rallentamento della Cina", si legge nella nota degli analisti.

"Anche se non è il nostro scenario di base, la possibilità che i prezzi dell'oro nero scendando a quota $20 al barle, sta diventanto più alta".

Si tratta di un livello visto a più riprese per buona parte degli Anni 90, ma allora ovviamente 20 dollari valevano molto di più di 20 dollari attuali.

Anche gli analisti di Commerzbank hanno abbassato le loro stime citando un contesto di mercato saturo ed eccesso dell'offerta fino all'anno prossimo. La banca tedesca ora si aspetta un prezzo medio del contratto Brent pari a 56 dollari nel 2015 e 62 l'anno successivo. Il futures Wti è invece destinato, sempre secondo gli analisti, a toccare quota 51 dollari al barile quest'anno e 59 dollari nel 2016.

(DaC)
 

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