FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (6 lettori)

dondiego49

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bun giorno a tutti

oggi o dormito lungo :D

la sera leoni al mattino etc.etc....


questa volta lo chiudono il Gap :bow:
 

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dondiego49

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La Cina rallenta ancora, mercati deboli. Pil dell'Eurozona confermato a +0,3%

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Lavori edili a Pechino, in una cappa di smog (reuters) L'export dell'economia asiatica non mostra segnali di recupero, indebolendo gli scambi asiatici, mentre il petrolio tratta ai minimi dal 2009 e deprime Wall Street. Milano accelera al ribasso con le banche. Il Prodotto giapponese visto al rialzo: il Sol levante evita la recessione, ma Tokyo perde l'1%
di RAFFAELE RICCIARDI


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08 dicembre 2015


MILANO - Ore 11:15. Per il quinto mese le esportazioni della Cina sono risultate in calo e ciò - insieme alla debolezza di ieri sera a Wall Street - ha spinto le vendite sui mercati asiatici e alimentato la debolezza europea. Il Vecchio continente, se non altro, registra la conferma di Eurostat sull'andamento del Pil nel terzo trimestre: +0,3%, come da attese, nell'area con la moneta La bilancia commerciale di Pechino è sì risultata in suplus a novembre (343 miliardi di yuan, +2% su base annua), ma a seguito di un segno negativo sia per le esportazioni che le importazioni, una flessione meno pesante del mese precedente che testimonia comunque il persistente rallentamento della seconda economia mondiale. Le esportazioni del paese asiatico sono scese del 3,7% su anno, un dato comunque migliore rispetto alle attese, a 1.250 miliardi di yuan (circa 195 miliardi di dollari), mentre le importazioni sono diminuite del 5,6% su base annua, a 910 miliardi di yuan. Le Borse cinesi hanno reagito negativamente ai dati, con lo yuan che si è indebolito ai minimi da agosto 2011. Shanghai ha limato l'1,89% e Shenzen poco meno, mentre Hong Kong ha segnato -1,34%. In Europa, Milano peggiora con l'avanzare delle contrattazioni e cede l'1,4%, appesantita dal comparto bancario. In ribasso anche le altre: Francoforte e Parigi limano lo 0,7%, Londra lo 0,6%.

I dati salienti della giornata riguardano la Gran Bretagna, dove la produzione manifatturiera ha battuto le attese di mercato con una crescita mensile dello 0,1% a ottobre e il +1,7% annuo. Nell'Eurozona, invece, sono state confermate le dinamiche del Pil: il Prodotto dell'area con la moneta unica è salito dello 0,3% nel terzo trimestre dell'anno, con una crescita dello 0,4% nella Ue. In Italia la crescita è stata dello 0,2% rispetto al secondo trimestre e dello 0,8% rispetto a un anno prima. In Germania è stata rispettivamente dello 0,3% e dell'1,7%, in Francia dello 0,3% e dell'1,2%, in Spagna dello 0,8% e del 3,4%. La Banca centrale francese ha però pre-annunciato un rallentamento del Prodotto transalpino, previsto ora a +0,3% nel quarto trimestre dell'anno dal precedente +0,4%.

Dagli Usa, nel pomeriggio, arrivano l'indice Nfib sulla fiducia delle piccole imprese per il mese di novembre e il rapporto JOLTS sui posti di lavoro vacanti a ottobre. L'euro tratta stabile in area 1,085 dollari (le valute). I future sui Fed Funds mostrano possibilità al 78% di un innalzamento dei tassi Usa nel meeting che termina il 16 dicembre prossimo, dopo che il report sul lavoro di venerdì scorso ha mostrato il miglioramento dell'economia americana, che ora è pronta a sostenere una stretta della politica monetaria. Di contro, dall'Europa al Giappone gli altri governatori sono sempre pronti a fare di più per dare stimoli alla crescita. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in risalita oltre 95 punti base, con il rendimento dei Btp che sale verso l'1,6%.

In mattinata è già emerso che il Pil del Giappone è aumentato dello 0,3% nel terzo trimestre rispetto al precedente e ciò permette all'economia nipponica di sfuggire a una nuova recessione annunciata dai dati premilinari di metà novembre che stimavano un -0,2%. A livello tendenziale, il Sol levante è cresciuto dell'1% contro una stima di -0,8%. L'inversione di tendenza della crescita giapponese si spiega con l'esame di dati più completi che hanno fatto registrare un aumento dello 0,6% degli investimenti non residenziali delle imprese a fronte di una previsione di una flessione dell'1,3%. Giornata negativa per la Borsa di Tokyo: sulla quale ha pesato più il tracollo del greggio che la revisione al rialzo della crescita. Alla fine il Nikkei ha ceduto l'1,04%, stessa variazione per il più ampio Topix.

Come accennato, i prezzi del petrolio restano vicini ai minimi da quasi sette anni sui mercati asiatici in vista dei dati sulle scorte Usa e in previsione di un rialzo dei tassi di interesse statunitensi. Il light crude Wti sale di 2 cent a 37,67 dollari e il Brent avanza di 18 cent a 40,91 dollari al barile. In chiusura a New York il light crude Wti cedeva 2,32 dollari a 37,65 dollari al barile e il Brent perdeva 2,33 dollari a 40,67 dollari al barile (le materie prime). La debolezza del greggio ha pesato sul settore energetico, che ieri sera ha zavorrato Wall Street con un calo vicino al 4%. La Borsa Usa ha perso terreno: -0,66% per il Dow Jones e -0,79% per il Nasdaq. Quanto all'oro, il metallo spot è poco mosso in area 1.075 dollari l'oncia.
 

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