FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (2 lettori)

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E se non erro .....ha ripetuto per l 'ennesima volta la stessa cosa......un disco rotto.
Nulla di buono per aiutare a far salire, non se lo kaga piu nessuno ormai.
 

dondiego49

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toccati i 20,470 :sad:

non sembra vedere una fine questa discesa :no: continuando cosi rivediamo 19,500 :(
 

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dondiego49

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Banche, altre migliaia di posti a rischio

14 dicembre 2015, di Alberto Battaglia
ROMA (WSI) – I licenziamenti per le banche statunitensi e italiane sono stati 100mila per quest’anno e altre migliaia di tagli sembra che siano in arrivo in casa Bnp Paribas e Barclays per l’inizio del 2016. Un trend che, da quel 2007 in cui prese avvio la crisi finanziaria globale, non s’è ancora arrestato.
Secondo l’analisi del Financial Times, i tagli del 2015 (vendite di asset a parte) hanno inciso in proporzione maggiore del 10% sulla forza lavoro complessiva impiegata nelle banche dei principali 11 paesi europei e negli Stati Uniti. E non finisce qui perché, con le nuove e più stringenti regolamentazioni bancarie in arrivo, mantenere intatti i margini e i ritorni sugli investimenti sarà sempre più difficile.
In ordine di tempo gli ultimi licenziamenti sono stati quelli comunicati dall’olandese Rabobank la settimana scorsa: 9mila dipendenti in meno. Appena il giorno precedente Morgan Stanley ne aveva accompagnati alla porta 1200.
Con i tagli in arrivo, invece, sui fronti Bnp e Barclays l’obiettivo è, dichiara il Ft, recuperare dal 10 al 20% dei costi delle banche d’investimento. Nello specifico Barclays, che rivelerà i suoi provvedimenti il prossimo primo marzo, intende ritirarsi più velocemente dalla sua divisione Investments, nella quale sono impiegate circa 20mila persone. In quanto a Bnp Paribas, invece, sarà il retail belga a vedersi ridotto il personale di oltre mille unità.
Secondo l’analista di Nomura, Jon Peace, la musica non cambierà almeno finché i ritorni sull’equity (Roe) non riacquisteranno livelli accettabili, inoltre:
La trasformazione digitale potrebbe essere un driver di ulteriori riduzioni di personale sul lungo periodo, con le filiali che tendono a tagliare in favore dei servizi online
 

dondiego49

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Investimenti: nove azioni da seguire per il 2016

14 dicembre 2015, di Alberto Battaglia
NEW YORK (WSI0 – Questo è stato l’anno delle “zanne”, o per meglio dire delle azioni FANG: Facebook, Amazon, Netfix e Google. Una crescita che per questi titoli, nel 2015, ha raggiunto l’86% potrebbe far pensare a una marcia inarrestabile. Non la pensa così Tom Lee, cofondatore di Fundstrat Global Advisors, per il quale la statistica suggerisce che i titoli che i titoli in top ten un dato anno, deludono in quello successivo:
“Dal 2005 le azioni top 10 hanno sottoperformato il mercato l’anno successivo con una media di 290 punti base, in altre parole ciò che stato top performer nel 2015 è improbabile che prosegua“.
Nelle sue previsioni, più precisamente Lee sostiene che le azioni top 10 sottoperformano il mercato durante l’anno successivo all’exploit nel 52% dei casi. D’altra parte questo comporta anche ottime opportunità per chi investe in azioni dotate di prezzi interessanti in rapporto ai fondamentali. Sono questi titoli su cui puntare nel 2016 scrive Lee. La lista di nove azioni da seguire con attenzione, estrapolata dal listino S&P 500 è, dunque, la seguente:
National Oilwell Varco, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -1,5%; crescita implicata: 14%
Caterpillar Inc. contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -1,6%; crescita implicata: 2%
IBM, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -2,5%; crescita implicata: 10%
HP,contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -2,5%; crescita implicata: 25%
Conoco Phillips, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -2,6%; crescita implicata: 25%
Procter & Gamble, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -3,8%; crescita implicata: 7%
Chevron, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -4,6%; crescita implicata: 9%
ExxonMobil, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -7,6%; crescita implicata: 10%
Walmart, contributo all’indice S&P 500 nell’ultimo anno ad oggi: -9,1%; crescita implicata: 6%
 

dondiego49

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Borsa Milano vittima avversione al rischio, petrolio sfonda tutti i supporti

14 dicembre 2015, di Laura Naka Antonelli
MILANO (WSI) – Borsa Milano azzera i guadagni riportati nella prima parte della mattinata e vira in rosso, cadendo vittima dei sell off che hanno colpito i mercati emergenti e asiatici.
Forte fuga degli investitori dagli asset più rischiosi, in vista della riunione della Federal Reserve. Il Fomc, il suo braccio di politica monetaria della Fed, si riunirà domani 15 dicembre, e annuncerà la decisione sui tassi dopodomani, 16 dicembre. Quasi scontata la decisione, che dovrebbe decretare il primo rialzo dei tassi Usa dal 2006, ovvero in quasi 10 anni. I trader ritengono che ci sia una probabilità del 74% dell’adozione di una politica monetaria restrittiva da parte di Janet Yellen & Company.
Sul mercato valutario euro/dollaro poco mosso, ma la moneta unica rimane saldamente sopra la soglia di $1,09. Dollaro sale sullo yen, oscilla sopra quota JPY 121.
A Piazza Affari attenzione alle banche, dopo i pesanti smobilizzi che hanno colpito il settore la scorsa settimana, sulla scia del timore di una grave crisi di fiducia sul settore, dopo le perdite sofferte da azioni e obbligazioni con il decreto salva banche. I titoli bancari sono ancora sotto pressione. Recuperano gli energetici, ed è buy per Telecom Italia (+1%), sulla scia dell’annuncio secondo cui Vivendi si asterrà dal voto sulla conversione delle azioni risparmio in ordinarie in occasione dell’assemblea di domani.
Tra le materie prime, prosegue il bagno di sangue dei prezzi del petrolio, con perdite fino a quasi -3% nel caso del Brent.
A New York, sul mercato Nymex, bucata al ribasso anche la soglia dei $35al barile, mentre il Brent Crude viaggia sotto quota $37. Occhio all’azionario delle economie emergenti. L’indice di riferimento MSCI Emerging Markets Index è sceso per la nona sessione consecutiva, soffrendo la fase ribassista più duratura dallo scorso giugno, e scivolando ai minimi dal 2009. Il listino ha perso -20% nel corso del 2015 e si avvia a riportare la perdita, su base annua, più forte dal 2011. Al momento è scambiato a un valore che corrisponde a 10,7 volte gli utili stimati a 12 mesi. l’MSCI World Index, indice di riferimento dell’azionario globale, è sceso nello stesso arco di tempo -4,5% ed è scambiato a un multiplo di 15,4-


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Sell off anche sui mercati asiatici, con l’ASX di Sidney che cede -2%, sfonda al ribasso la soglia di 5.000 punti, e precipita ai minimi del 2015. Bene Shanghai, mentre Tokyo arretra -1,80%.
Lasciate qui sotto commenti, news e rumor dalle sale operative, consigli, strategie di investimento, le vostre esperienze e tutto quello che vi passa per la testa. Tutti gli aggiornamenti di borsa sul LIVE BLOG (SOTTO), con flash di notizie e grafici.


un'ora fa A Piazza Affari molto male le banche e il settore oil. Tra i singoli Pininfarina chiude in ribasso del 68,8% a 1,31 euro, con i titoli che si avvicinano al valore dell’Opa lanciata Mahindra. Per effettuare la scalata Mahindra comprerà il 76,063% in mano a Pincar e rileverà il capitale restante al prezzo di 1,1 euro per azione.


un'ora fa Il Ftse MIB ha chiuso in forte ribasso, del 2,42% a 20.506,56 punti. È chiaro che a dominare le attività di trading sono il crollo dei prezzi del petrolio e l’avvicinarsi del rialzo dei tassi della Fed, il primo dal 2006. A pagare dazio in Borsa sono i titoli energetici e dunque i cali maggiori li fanno segnare le piazze maggiormente legate all’andamento dell’industria petrolifera, come il FTSE 100 londinese che ha perso l’1,3% toccando i minimi di tre anni.
Il rapporto tra prezzi del greggio e Ftse non è mai stato così forte come ora e con il petrolio che ha rotto nuovi livelli al ribasso realizzando record negativi pluriennali, “non è affatto un buon segno per i titoli azionari”, sintetizza Joshua Mahony, analista di IG. “L’influenza positiva dei dati cinesi è stata completamente dimenticata ormai e invece ora la sensazione è che i mercati si stiano preparando al rialzo dei tassi della Fed“. Bisognerà abituarsi a questi cali, che in settimana rischiano di essere il “new normal”. Anche perché ci sono 1.100 miliardi di dollari di contratti in scadenza sul mercato delle opzioni.


2 ore fa Crollo sul Nymex delle quotazioni di gas naturale.
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2 ore fa Dopo essere scesi sotto la soglia di $35 al barile per la prima volta dal 2009, i futures sul petrolio WTI salgono +0,22% a $35,70; ancora sotto pressione il Brent, con -1,77% a $37,26. Tonfo sul Nymex del gas naturale, -5,98%. Oro -0,39% a $1,070,62.
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2 ore fa L’accelerazione ribassista dell’indice Ftse Mib va di pari passo con l’apprezzamento dell’euro, che supera la soglia di $1,10, con +0,42% a $1,1032. Dollaro/yen -0,26% a JPY 120,70, nonostante le speculazioni su un imminente rialzo dei tassi da parte della Fed, che dovrebbe essere annunciato dopodomani, mercoledì 16 dicembre.


2 ore fa L’indice Ftse Mib accelera al ribasso e cede -1,47% a 20.706,01 punti. Smobilizzi sulle banche: Mps -2,91%, Bper -0,98%, BPM -0,64%, BP -1,51%, Intesa SanPaolo -0,60%, Unicredit -2,07%, Ubi Banca in controtendenza con +1,29%. Tra i titoli di altri settori molto male Buzzi Unicem -3,69%, Enel -1,75%, Eni -2,20%, FCA -4,09%, Stm -3,56%,


4 ore fa L’allarme sui mercati viene da due fronti: il selloff senza precedenti dei bond spazzatura e il già citato crollo del petrolio, sceso ai minimi post crisi. Il Brent è vicino ai minimi da dicembre 2008. “L’anno sta volgendo al termine su una nota negativa. Si torna a respirare l’odore di paura nell’aria”, ha dichiarato al Financial Times David Hufton del broker PVM.
Secondo l’analista il fatto che l’Opec non abbia abbassato la soglia di barili prodotti continuerà a trascinare al ribasso i prezzi dell’oro nero per un po’ di tempo. “La diga è venuta giù e i prezzi sono in caduta libera, con conseguenze devastanti”. Il settore energetico è in calo di circa un punto e mezzo percentuale.


6 ore fa Sotto pressione anche le quotazioni del Brent, che si avvicinano sempre di più ai minimi testati nel 2009. Il nuovo sell off sul petrolio è scatenato da indiscrezioni secondo cui l’Iran starebbe aumentando l’offerta, preparandosi al ritiro delle sanzioni. Aumentano così i timori su un ulteriore eccesso di offerta sul mercato.
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7 ore fa Alert petrolio, i contratti WTI scambiati a New York bucano al ribasso anche la soglia di $35 al barile, a $34,99, nuovo minimo in quasi sette anni. E’ la prima volta che l’importante livello psicologico viene sfondato dal febbraio del 2009.
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7 ore fa Buone notizie dal fronte macroeconomico europeo. Pubblicata la produzione industriale dell’Eurozona, salita +0,6% su base mensile e +1,9% su base annua.
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7 ore fa Ilya Spivak, strategist del mercato valutario presso DailyFX, afferma che i trader “si stanno riposizionando” in attesa del meeting della Fed di mercoledì. “I mercati valutari stanno ritracciando all’inizio di questa settimana. Il franco svizzero, l’euro, la sterlina britannica e lo yen stanno puntando verso il basso dopo aver outperformato lo scorso venerdì, mentre i dollari australiano e canadese sono in recupero, dopo essersi confermati tra le valute più deboli nello stesso arco temporale”.
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8 ore fa Tra le valute dei mercati emergenti, occhio al rand sudafricano, che sale +5% sulla scia della notizia della nomina da parte del premier Jacob Zuma del nuovo ministro delle finanze (il terzo in una settimana), Pravin Gordhan. La scorsa settimana, Zuma ha licenziato Nhlanhla Nene e nominato David van Rooyen. La sostituzione non è stata accolta con favore dai mercati, come ha dimostrato il tonfo del rand. Zuma avrebbe dunque cambiato idea scegliendo Gordhan, già ministro delle finanze.
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9 ore fa Alert sul trend dei bond junk, o spazzatura. L’indice stilato da BofA-Merrill Lynch – che comprende bond con rating CCC o inferiori – ha visto il proprio rendimento schizzare al 17,24%. Il valore dei bond è al minimo dall’estate del 2009.
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9 ore fa Focus sulla performance della borsa di Dubai che oscilla al minimo in due anni.
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9 ore fa Decisamente negativa la performance dei mercati asiatici. Tokyo -1,80%, Hong Kong -0,72%, Sidney -2,01%, Seoul -1,07%. In controtendenza la borsa di Shanghai, che sale +2,52%. Focus sulla borsa di Sidney, che ha chiuso al minimo dell’anno, penalizzata dai bancari come Commonwealth Bank, WEstpac, NAB e ANZ (di fatto le quattro principali banche australiane) e dai colossi minerari Rio Tinto e BHP Billiton. Molto male i produttori di minerale di ferro, dopo che le quotazioni della materia prima sono scivolate a $37, portando il tonfo da inizio anno a -46%. Fiducia invece a Shanghai, grazie anche alle dichiarazioni del Ca Foreign Exchange Trade System (CFETS), divisione della banca centrale cinese, che ha reso noto che lo yuan potrà rimanere stabile nel medio-lungo periodo.


9 ore fa Così Tony Cross, analista di mercato presso Trustnei Direct: “Dunque, si apre l’ultima piena settimana di trading del 2015 e – almeno per ora – i trader sembrano ansiosi di tentare di lasciarsi alle spalle il recente sentiment negativo”. Cross sottolinea inoltre che gli investitori potrebbero vedere il rialzo dei tassi Usa alla stregua di una buona notizia (anche se ciò non è stato per i mercati emergenti), in quanto ciò è indicativo del fatto che le autorità di politica monetaria della Fed ritengono che l’economia Usa sia abbastanza solida da reggere un contesto di politica monetaria più restrittiva.


9 ore fa Recupero per l’azionario europeo dopo i forti sell off di venerd’ scorso, che hanno portato i principali indici a segnare un tonfo -2% circa. In particolare, l’indice Ftse 100 della Borsa di Londra riconquista quota 6.000.
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9 ore fa Borsa Milano apre positiva, indice Ftse Mib sfida l’ondata ribassista che ha colpito gli altri mercati emergenti, e segna un rialzo +0,78%, a 21.179,64. Rimangono tuttavia sotto pressione i titoli bancari, con Mps -0,50%, Bper -0,76%, BPM -0,07%, bene invece BP +0,67%, Intesa SanPaolo piatta, Ubi Banca -0,17%, Unicredit -0,10%. Tra i titoli di altri settori, Cnh Industrial -0,46%, FCA -0,32%, Saipem -0,80%, Stm -1,13%, Telecom Italia +1,91%, bene i titoli del lusso, Moncler oltre +1%.
 

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