Dal mio punto di vista, direi che è in atto una... rimappatura degli assetti politici un po' in tutto il mondo occidentale non anglofono, con sfumature differenti: i vecchi avversari di centrodestra liberale e centrosinistra socialdemocratico si sono "fusi" in un unico corpaccione che sposa un certo modello economico in maniera identica (e identicamente oltranzista e acritica, secondo me) e hanno lasciato l' opposizione a movimenti e partiti che (sempre coi distinguo) tradizionalmente si collocavano sulle ali dello schieramento, o fuori dagli schemi.
Prima che questi ultimi vengano percepiti come accettabili da una fetta dell' elettorato cosiddetto moderato e vincano il classico effetto inerziale che accompagna spesso rivolgimenti di questa portata (per molteplici ragioni inclusi limiti loro propri, naturalmente, ma qui il discorso si farebbe lungo), occorre tempo. Che scarseggia.
Nel mondo anglofono, invece, la "rivoluzione" (efficace in GB, in USA già mi sembra molto meno ma si vedrà) è riuscita all' interno di uno dei partiti tradizionali che da sempre occupano l' arena politica e in questo sono stati migliori, o più fortunati...