Accordo raggiunto su Basilea 4: le banche italiane più colpite
Davide Pantaleo, PUBBLICATO: 2 novembre 16:52
Ad ottobre è stato raggiunto il via libera sul testo finale che sarà approvato in via definitiva il prossimo mese. Meno penalizzati gli istituti italiani: l'impatto maggiore è su Banco BPM.
Raggiunto accordo su Basilea 4: output floor al 72,5%
Il settore bancario non sembra essere condizionato dalla notizia relativa all'accordo raggiunto su Basilea 4, ossia sulle sulle
nuove regole relative a capitale e liquidita. Ad ottobre è stato raggiunto il via libera sul testo finale sarà approvato in via definitiva a dicembre.
Il punto cruciale riguarda quello
dell’output floor che definisce il floor per i RWA, ossia per le attività ponderate per il rischio, e quindi il beneficio massimo dei modelli interni.
La soglia dell'output floor è stata fissata a
l 72,5%: in sostanza i RWA calcolati con i modelli interni non devono essere inferiori al 72,5% di quelli calcolati con il metodo standard.
Le stime di McKinsey e le considerazioni di Equita SIM
A livello europeo è stato stimato da McKinsey, in un report diffuso ad aprile scorso,
un maggior assorbimento di capitale per 120 miliardi di euro. Le banche più colpite saranno quelle che hanno un rapporto RWA/attivo molto basso, quindi in termini relativi gli istituti di credito italiani saranno meno penalizzati.
Quest'oggi gli analisti di Equita SIM hanno presentato alcune considerazioni, segnalando in primis che la convergenza verso il livello del 72,5% era già stata citata dal Financial Times alcuni giorni fa e quindi non dovrebbe essere una totale sorpresa. Il quotidiano inglese scriveva però che
le banche francesi erano molto contrarie a questa proposta, quindi probabilmente hanno ottenuto un’applicazione molto graduale tra il 2021 e il 2027.
Gli impatti previsti sui bancari di Piazza Affari
La SIM milanese fa notare inoltre che l’output floor è solo una parte della regolamentazione, per cui bisogna aspettare anche la decisione sugli input floor oltre che sui rischi operativi.
Gli analisti ricordano che tra le banche italiane Unicredit ha stimato un
effetto negativo di 150 punti base sul Common Equity Tier 1 legato all'introduzione dell’output floor al 75%, ma se quest'ultimo fosse al 72,5%, come dall'accordo raggiunto, l'impatto dovrebbe essere leggermente meno negativo.
Secondo Equita SIM le stime per singola banca sono particolarmente complicate, ma secondo la simulazione degli analisti si va da
un impatto minimo negativo nell'ordine di 30 basis points per Ubi Banca, ad uno di 140 punti base per Unicredit.
Mediobanca: più penalizzate le banche del nord Europa
Al pari di quanto evidenziato dalla SIM milanese, anche Mediobanca Securities segnala che le banche italiane, insieme a quelle spagnole, saranno meno colpite dalle regole previste da Basilea che andranno ad impattare maggiormente sugli istituti di credito del nord Europa e in particolare su quelli danesi e svedesi.
Gli analisti di Mediobanca hanno calcolato che l'impatto aggregato sugli istituti europei sarà del -2% sul Common Equity tier 1 ratio.
Gli effetti attese sugli istituti di credito italiani
Guardando alle banche italiane,
la più penalizzata sarà Banco BPM, con un effetto negativo del 4,7%,
mentre per
Intesa Sanpaolo si parla del 2,5%,
arrivando ad
Unicredit e Ubi Banca per le quali l'impatto è stato stimato nell'ordine rispettivamente dell'
1,9% e dell'1,6%.
Sul podio a livello europeo sarà una banca italiana che non rientra tra le blue chips e si tratta di Credem, per la quale gli esperti di Mediobanca hanno calcolato un impatto pari a zero.