Usa, Trump firma la fine dello shutdown più lungo della storia d'America
Voli bloccati all'aeroporto La Guardia, a New York (afp)
Ma il presidente avverte:
"Patto sulla costruzione del Muro o il 15 febbraio ci sarà un nuovo stop del governo"
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WASHINGTON - Lo shutdown più lungo della storia Usa, andato avanti per oltre un mese, è finito. Il presidente
Donald Trump ha firmato il provvedimento approvato dal Congresso per porre fine al blocco parziale dell'attività federale. Trump lo ha firmato in forma privata, senza telecamere.
"Non è stata una concessione": così Donald Trump su Twitter replica a chi descrive l'accordo per la fine dello shutdwon come la capitolazione del presidente verso la speaker della Camera Nancy Pelosi e i democratici. "Sono solo venuto incontro ai milioni di persone colpite duramente dallo shutdown - scrive il presidente americano - e se entro 21 giorni non ci sarà un accordo tutto è pronto per agire", aggiunge riferendosi all'intesa che dovrà essere negoziata sulla messa in sicurezza del confine col Messico.
Quindi, venti giorni per trattare e trovare un accordo sul muro al confine con il Messico, altrimenti sarà di nuovo
shutdown. "Se non otteniamo un accordo equo dal Congresso, il 15 febbraio scatterà lo shutdown del governo di nuovo o userò i poteri garantiti dalle leggi e dalla Costituzione per affrontare quest'emergenza", ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti alla stampa radunata davanti alla Casa Bianca, spiegando cosa accadrà se nelle prossime 3 settimane non verrà raggiunta un'intesa che preveda anche il finanziamento del muro al confine con il Messico.
Ci sarà una nuova paralisi del governo federale, ma il presidente potrebbe anche dichiarare l'emergenza nazionale per arrivare alla costruzione del muro al confine del Messico senza il via libera del Congresso ai finanziamenti da 5,7 miliardi di dollari chiesti dalla Casa Bianca.
ESTERI
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DALLA NOSTRA INVIATA ANNA LOMBARDI
Lo scontro tra Trump e i democratici guidati da Nency Pelosi, che si oppongono alla costruzione della barriera, ha portato al blocco delle attività federali per 35 giorni, con oltre 800 mila dipendenti federali senza stipendio, e ha già provocato gravi disagi ai cittadini.
Tra gli effetti c'è il caos negli aeroporti: La Guardia, uno dei tre principali scali di New York, ha bloccato tutti i voli su ordine della Federal Aviation Administration, perchè non c'erano abbastanza controllori di volo; disagi e ritardi anche all'aeroporto internazionale di Newark, sempre a New York, e in quello di Philadelphia.
L' "accordo-tampone" siglato con il congresso prevede lo stanziamento delle risorse necessarie per tenere aperto il governo federale per tre settimane: nell'intesa non si fa cenno alla costruzione del fatidico muro, di questo si parlerà nei prossimi giorni, al tavolo dei negoziati che partiranno immediatamente per arrivare a un accordo complessivo entro il 15 febbraio.