Il Grande Presidente vede sempre eticamente lungo
Buonasera, profitto del ponte per scrivere.
Iniziamo a parlare con qualcosa che non riguarda I&S, ma potrebbe essere una nota di richiamo ad eventuali nuovi azionisti. Parlo del Disegno di Legge (ddl) che vieterà alla Banca d’Italia di entrare nel Mercato azionario. Nel ddl la Banca d'Italia non deve avere la proprietà o il possesso di azioni di società in qualunque forma costituite poiché questo costituisce “una grave anomalia in quanto rende possibile l'interferenza nella vita di società in qualunque forma costituite che accedono al credito di banche e istituti soggetti alla sua vigilanza e fa espletare a questo istituto compiti incompatibili con le funzioni attribuitegli dallo Stato”. E' il cardine del disegno di legge, di 2 soli articoli, presentato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Il Presidente denuncia, in sostanza, il conflitto di interessi in cui viene a trovarsi l'istituto centrale in quanto organo di vigilanza sulle banche e sugli istituti di credito, ma azionista delle stesse o di società che alle banche si rivolgono per ottenere credito. Cossiga chiede, all'articolo 1, che venga stabilito il divieto di proprietà, anche per il fondo pensioni dei dipendenti, di quote di obbligazioni di società in qualunque forma costituite. E chiede l'alienazione di queste quote entro un anno dall'entrata in vigore della legge. Superato questo termine, la proprietà o il possesso delle quote non alienate “ e' trasferita allo Stato al prezzo determinato dal Commissione Nazionale per le Società e la Borsà'. Il ddl di Cossiga prevede anche una clausola che qualcuno potrebbe trovare maliziosa: nell'anno di transizione, la Banca d'Italia non puo' esercitare il diritto di voto ne' nelle assemblee degli azionisti ne' nelle assemblee degli obbligazionisti. La Banca d'Italia e' presente nelle Generali, attraverso il fondo pensione dei suoi dipendenti, con una quota superiore al 4%. Fra le altre società quotate in Borsa, l'Istituto centrale e' proprietario con una quota rilevante di Bonifiche Ferraresi. Nell'azionariato di Banca d'Italia sono presenti, oltre all'Inps, Intesa San Paolo (30,3%), Unicredit (15,7%) Assicurazioni Generali (6,3%) e numerosi altri istituti di credito minori che fanno riferimento al mondo delle Casse di Risparmio.
Si evidenzia come l’uscita da Generali ed Unicredit non toccherà al ribasso la quotazione poiché le stesse sono state già “prenotate internamente” per recuperare posizione di potere in seno alle predette Società. E’ probabile una eguale policy in Intesa sino ad un massimo del 12% , il restante fluttuerà in Borsa. Ma una pesante ripercussione potrebbe colpire entro l’anno Bonifiche ferrareresi.
Il ddl COSSIGA è stato preceduto da un consensuns generale bipartisan. In sostanza la sempre acuta intelligenza del Presidente ha concretizzato quello in cui la nuova classe Dirigente politica aspetta da tempo: la Banca d’Italia deve essere garante superpartes di tutti e non di alcune Società di Borsa. le stesse B.C..Preso atto che il disegno di Legge del Presidente diverrà a breve Legge di Stato, l’eventuale performance dei citati titoli potrebbero e risultare uno specchio per allodole, così da far uscire a pari merito o in guadagno la Banca centrale.