Investimenti & Sviluppo (IES) 10% di Buy Back sul flottante e Novità (1 Viewer)

vdb61

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ECONOMIA





Si chiude l'anno più pesante nella storia dei mercati mondiali
A Piazza Affari il Mibtel ha lasciato sul terreno il 48,5 per cento


Borse, i numeri dell'orribile 2008
In Europa persi 4.000 miliardi


Per ritrovare una crisi con un impatto così profondo e devastante
bisogna riandare indietro al periodo della Grande Depressione


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MILANO - Con la seduta odierna si chiude l'anno più nero nella storia delle Borse mondiali. Il 2008 ha cancellato circa 4.000 miliardi di euro dai listini del Vecchio Continente e ha portato Piazza Affari a valere la metà rispetto a un anno fa.

Eccola la fotografia del crollo dei mercati, travolti dalla crisi dei mutui subprime.

Piazza Affari, come detto, vale la metà rispetto a un anno fa, e appena un quarto (23,4%) del Pil, quando a fine 2007 era al 47,8% e nel 2000 valeva ben il 70% del Prodotto interno lordo. Da inizio anno l'indice Mib, il riferimento storico della Borsa Italiana, ha perso il 48,7%. Il Mibtel ha lasciato sul terreno il 48,5% e l'indice S&P/Mib ha ceduto il 49,5%. Tra le grandi Borse mondiali hanno fatto peggio solo Amsterdam (-52%) e Shanghai (-65%).

Nella fuga dalle azioni, a Piazza Affari hanno vissuto un vero e proprio boom le obbligazioni e i titoli di Stato, con scambi sul Mot in crescita del 18,2% nel corso dell'anno. Qui il controvalore complessivo ha raggiunto però appena i 175,9 miliardi di euro di scambi, rimanendo ancora ben lontano dagli scambi per 1.028 miliardi segnati dal comparto azionario.

La misura di un nervosismo ormai alle stelle può essere facilmente dedotta dal dato sulla volatilità dell'indice Mib, più che raddoppiata nell'anno, passando dal 12,5% del 2007 al 30,5% di fine 2008. E nell'altalena dei mercati, ottobre si è piazzato come il mese più volatile della storia del mercato italiano.

L'anno orribile si è chiuso con 300 società quotate a Piazza Affari, 336 includendo le internazionali, con una capitalizzazione complessiva di 372 miliardi di euro. Per il listino gli scambi risultano in tenuta relativa, con 69,2 milioni di contratti e in flessione del 4,6% rispetto al totale del 2007. E nell'anno del crac Lehman e di vendite guidate soprattutto sui bancari, l'azione più scambiata è stata Unicredit (oltre che una delle peggiori del listino), con un totale di 163,2 miliardi, pari al 15,9% del totale.


Il clima incerto non ha favorito le quotazioni: solo sette matricole di piccole e medie dimensioni hanno esordito sul listino, con una raccolta complessiva di appena 132 milioni di euro. Quattro debutti si sono registrati sul mercato Expandi e due sull'Mta (uno sullo Standard e uno sul segmento per le società di investimento, Mtf3). Infine una società è stata oggetto di offerta istituzionale sul Mac. Più in generale a Piazza Affari sono stati raccolti 7,5 miliardi di euro nel corso di 15 operazioni di aumento di capitale. Mentre in 21 offerte pubbliche di acquisto (Opa) sono stati 'restituiti' agli azionisti 3,8 miliardi di euro.

Le altre Borse. L'Un dato su tutti: l'indice Dj Stoxx 600 è crollato del 46%. Con l'eccezione della Grande Depressione degli anni '30, nei libri di storia non si ha traccia di una crisi con un impatto così devastante e duraturo sulle Borse mondiali come quella partita nell'estate di un anno fa con i mutui subprime negli Usa e propagatasi al mondo intero con il contagio all'economia reale e la recessione simultanea di Europa, Stati Uniti e Giappone.

Lo dimostrano tutti i termometri dell'andamento delle Borse mondiali: sia l'indice globale Morgan Stanley World, sia il Morgan Stanley per l'area dell'Asia-Pacifico hanno ceduto il 43%. Si tratta, come per il Dj Stoxx 600, delle peggiori performance mai registrate da quando gli indicatori sono stati introdotti.

A New York, occorre risalire agli anni '30, nel bel mezzo della Grande Depressione, per trovare l'unico risultato in grado di battere il disastroso -40% realizzato quest'anno dello S&P 500: era il 1931 e in quei 12 mesi l'indice arrivò a perdere il 47,2%. Lo S&P 500 scese per quasi tre anni, dal crollo di Wall Street del '29 fino alla metà del '32, perdendo complessivamente l'86,2%.

Per le Borse più importanti del globo questo 2008 da incubo - segnato da eventi inimmaginabili come il crac di Lehman Broters, la maxi-truffa dall'ex presidente del Nasdaq, Bernard Madoff, il massiccio intervento di Stati e Banche centrali a sostegno dell'economia - ha generato perdite comprese tra il -32% di Londra e l'oltre -60% degli indici cinesi.

(30 dicembre 2008)
 

Gico

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Ha vinto migliore1977..con i 5 euro al chilo...
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Gico

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Gico

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IES M con risultati "borsistici" migliori di IES
la dice lunga su come siamo messi e su come gira la giostra...

auguri di Buon 2009 a tutti
:V
 

vdb61

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Va ad Unicredit la palma di titolo più scambiato del 2008. Nell'anno nero della finanza mondiale, in cui l'indice S&PMib ha perso il 49% del proprio valore il Mibtel il 48,7%, le azioni dell'istituto di Piazza Cordusio sono passate di mano per un controvalore di oltre 163 miliardi di euro. Il totale dei contratti è poco inferiore a 5 milioni e mezzo. Nella classifica dei più scambiati seguono Fiat (4 milioni e 600mila contratti), Eni (4 milioni circa) ed Intesa San Paolo (3 milioni e 100). È questo uno degli elementi che emergono dal comunicato di fine anno di Borsa Italiana, che fotografa l'impatto della crisi della finanza globale su Piazza Affari. Milano ha accusato una delle performance peggiori in Europa, in Europa alle spalle solo di Amsterdam (-52,19%), complice la folta presenza di titoli bancari, tra i più venduti negli ultimi mesi. Sono andate un po' meglio Londra (-31,84%), Francoforte (-40,37%) e Parigi (-42,82%).

Crolla il peso della Borsa nell'economia italiana
La capitalizzazione a Piazza Affari si è dimezzata, gli scambi drasticamente diminuiti, la volatilità raddoppiata. Ma è soprattutto il peso della finanza sul totale del Pil italiano a crollare: il rapporto capitalizzazione di Borsa/Pil infatti passa dal 47,8% del 2007 (già in calo dal 52,8% del 2006) al 23,4% attuale. A ridurre la capitalizzazione complessiva, passata dai 731 miliardi di fine 2007 ai 372 miliardi attuali, ha pesato il calo delle quotazioni. Sono andati in fumo ben 359 miliardi, ossia metà del valore di un anno prima. Diminuisce quindi, e di molto, il «peso» della Borsa nell'economia.

Scambi ridotti, volatilità record
Nel complesso però gli scambi di azioni a Piazza Affari sono scesi da 1572 a 1028 miliardi di euro (-34,6%), con una media giornaliera che passa da 6,2 a 4,1 miliardi. I contratti scambiati sono stati 69,2 milioni, in calo del 4,6%. Niente di nuovo poi sul fronte delle dimensioni della nostra Borsa: Piazza Affari rimane ancorata a un numero insufficiente di società quotate, 300 (a cui si aggiungono le 36 del segmento International) che si confrontano con le 307 del 2007. È stato un anno record invece per la volatilità degli indici, spesso protagonisti di fortissimi rialzi e ribassi: l'indicatore passa dal 12,5% del 2007 al 30,5%. Ottobre, il mese in cui il crollo di Wall Street ha iniziato a farsi sentire pesantemente anche in Europa, è stato il mese più volatile nella storia, con un livello del 69,1 per cento. E non è un caso quindi che i maggiori sbalzi si siano verificati in questo mese: la variazione positiva più elevata (+8,26%) è stata raggiunta lunedì 13 ottobre, quella negativa (-9,24%) venerdì 10 ottobre.

Bastogi, regina a Piazza Affari
Nell'anno nero per i mercati finanziari sono pochi le società quotate a mostrare un segno più. Tra questi c'è Bastogi, cui va il titolo di regina di Piazza Affari. Il titolo ha realizzato la migliore performance nel 2008 con un balzo del 47,9%. A seguire Nova Re con un rialzo del 41,7%. Landi Renzo ha guadagnato il 38,9%, al quarto posto si piazza Ansaldo STS con un progresso nei dodici mesi del 18,7%. Gli altri maggiori rialzi sono la Lazio (+12,5%), Ergo Previdenza (+12,3%) e Gas Plus (+6,1%).

In calo gli scambi azionari, crescono obbligazionari e Titoli di stato
Nell'anno orribile della Borsa tengono gli scambi sul mercato azionario e crescono a due cifre quelli di obbligazioni e titoli di Stato. Riguardo a questi ultimi, sul Mot sono stati scambiati 175,9 miliardi di euro (+18,2% sul 2007) e 3 milioni di contratti (+11,4%). Per quanto riguarda le azioni, sono stati scambiati 69,2 milioni di contratti (-4,6%) e un controvalore di 1.028 miliardi.


:titanic::ciao:
 

Gico

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WIES09
30/12/08
quantità: 484.776
contratti: 22
controvalore: 4267,46

WIESM11
30/12/08
quantità: 800.000
contratti: 13
controvalore: 31.200,00

:-?:ciao:




buon anno a tutti ...
permettimi vdb61

WIESM
16.33.08 0,039 +26,21 800.000 1.600.000 16.33.08 0,039 +26,21 800.000 800.000
totale volumi 1.600.000

WIES
16.33.06 0,0082 -14,58 130.776 615.552 16.33.06 0,0082 -14,58 130.776 484.776 15.30.03 0,0087 -9,37 18.000 354.000 15.30.03 0,0087 -9,37 7.000 336.000 14.37.09 0,0086 -10,42 45.776 329.000 14.26.12 0,0086 -10,42 45.724 283.224 14.26.12 0,0088 -8,33 8.000 237.500 14.26.12 0,009 -6,25 500 229.500 14.24.54 0,009 -6,25 18.000 229.000 12.23.09 0,0094 -2,08 15.000 211.000 12.23.09 0,0093 -3,12 3.000 196.000 12.14.59 0,0093 -3,12 5.000 193.000 11.33.52 0,009 -6,25 50.000 188.000 11.31.51 0,0088 -8,33 33.000 138.000 11.09.03 0,0096 +0,00 5.000 105.000 11.09.03 0,0095 -1,04 95.000 100.000 11.07.00 0,0095 -1,04 5.000 5.000
Da notare quando sono state effettuate le transazioni..in chiusura.

saluti e auguri
 

vdb61

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Addio 2008
http://www.usemlab.com/index2.php?option=com_content&task=emailform&id=327&itemid=1 Scritto da Francesco
Tuesday 30 December 2008

Poco più di 24 ore e il 2008 ci lascerà. Chi non ne vedeva l'ora? E' stato un anno bisestile economicamente nefasto. L'anno in cui sono venuti al pettine gran parte dei problemi di una economia mondiale drogata di credito facile per troppi anni. Con conseguenze più o meno visibili e palpabili per tutti quanti. Ma ancora serpeggianti. Nessuna vera bastonata in capo.

Le borse chiudono con ribassi tra il 40% e il 50% e lanciano un segnale inequivocabile, ma solo a chi le segue da vicino. Non molti. La maggior parte si sentono al sicuro nei titoli di stato. E così in questo dicembre non sembra essersi visto niente di eccezionale rispetto alle feste natalizie degli anni precedenti. Qualche negozio che più furbamente ha anticipato i saldi di un mese, forse qualche soldo in meno speso ancora meno allegramente, ma in fin dei conti nelle strade italiane non si è visto molto di diverso rispetto al passato. Strano, ancora molto strano.

La medicina fornita dai supereroi che pensano di poter pianificare le vite della gente (verso la rovina totale), è stata ovviamente sempre la stessa, in salsa appena diversa ma in dose più massiccia di sempre. Non più credito facile, che non serve più a nessuno e a questo punto possono goderne solo in pochi. Invece tanto ma proprio tanto nuovo denaro facile, fresco di stampa, purtroppo a favore delle prime vittime della crisi: sistema finanziario e mutuatari colposi della bolla immobiliare.

Chi ha sbagliato non paga, anzi ne beneficia per primo. Se qualcuno chiama questo sistema capitalismo si sbaglia di grosso. Il capitalismo dovrebbe punire chi sbaglia, non premiarlo. Anzi che stampare soldi per tutti (nell'illusione che possa servire a qualcosa), si stampa sempre per chi sbaglia o sta all'inizio della catena di produzione del denaro. Gli altri, soprattutto i risparmiatori, pagano per tutti. Ma ancora non lo sanno. Forse lo capiranno nel 2009. O nel 2010.

I soldi che escono dalla stampante monetaria impiegano sempre qualche mese o anno prima di far emergere i nuovi danni. Quelli emersi nel 2008 sono l'effetto della politica monetaria degli anni 2001-2003. Quelli frutto delle politiche monetarie di quest'anno si materializzeranno in pieno forse tra un paio d'anni.

Il ciclo è sempre più corto. L'onda si restringe nelle sue oscillazioni ma si carica sempre più di potenza per arrivare alla staffilata finale con la violenza di uno tsunami. Che non è certo quello arrivato quest'anno. Piuttosto quest'anno, con il rafforzamento del dollaro, il crollo del petrolio e di altre materie prime, si è assistito a qualcosa che assomiglia più al mare che si ritira. Per caricare l'onda finale.

Le cure raffazzonate da chi non sa più che pesci prendere sono sempre più ridicole. I signori banchieri centrali sono oramai entrati ufficialmente nel loro esperimento economico. Così diceva il Wall Street Journal qualche settimana fa per bocca di un ex-FED e co-autore con Bernanke di diversi articoli accademici: "siamo al grande esperimento economico". Noi lo avevamo detto e scritto nel 2002. Si legga il libro, articolo del 2002, pag 116: il grande esperimento economico. Sei anni e qualche mese di anticipo sul WSJ. Not bad!

Poveri banchieri centrali incaricati della gestione di un denaro basato sul nulla: non sanno neanche più coordinarsi bene. Tagliano i tassi, prevedibile troppo prevedibile, ma in maniera confusa, creando ulteriori sconvolgimenti e quasi panico nei mercati valutari. Come se non bastassero i movimenti naturali dei coriandoli di ogni colore e forma, che oramai dietro le decisioni dei banchieri centrali si muovono tra di loro come impazziti.

Altro che guardiani della stabilità. I banchieri centrali sono i principali fautori delle maggiori instabilità di un sistema capitalistico basato su false premesse. Sono i guardiani del caos e della confusione.

Per chi ha vissuto tanti anni a Londra il movimento più sconvolgente nel mercato valutario è forse quello della sterlina che è precipitata in questo fine anno 2008 verso la parità con l'euro. Era un movimento da noi atteso. La spinta fino a 0.90 era nei grafici da diversi anni. Sempre rimandata e ritardata. Lo abbiamo sempre temuto quando vivevamo a Londra e risparmiavamo in sterline, prontamente convertite in neuri, o ancora meglio in lingotti d'oro e argento.

Ma vedere, di fatto, che quella bella banconota da 20 pounds con la faccia della regina abbia oggi lo stesso potere di acquisto dei nostri bruttissimi venti euro colpisce veramente anche il senso estetico ancora prima che quello economico. E fa ancora più senso sapere che nel giro di un anno e qualche mese si può comprare, tra svalutazione sterlina e calo dei prezzi, un appartamento nella capitale inglese alla metà del valore rispetto a quello di un anno fa. Viene voglia di prendere il primo aereo e andarsi a cercare un bell'appartamento a Londra. Magari con calma nel 2009. Mai avere fretta di comprare. Nei periodi di crisi le opportunità non mancheranno.

Auguriamo a tutti quanti un anno nuovo migliore di quello appena passato. Non possiamo sapere se il cuscinetto fornito dai tassi di interesse, decisi arbitrariamente dai banchieri centrali, e oramai appiattiti sullo zero per cento, riuscirà a mettere la pezza giusta per dare vita a un altro miniciclo di un anno o due. Oppure se la rabbia di un mercato strapazzato dal pianificatore centrale si ribellerà senza pausa ai propri goffi manipolatori. Lo capiremo man mano già dalle prime settimane di gennaio. Per ora godiamoci questo capodanno.
Addio 2008 e auguri di un felice 2009 a tutti quanti.
:V
 

DDUKE

Viva i popoli, Viva le Nazioni europee, fanculo U€
Olaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa;)
 

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