e la telenovela nn finisce mai
Per Bernanke possibile recessione nel primo semestre. Fed pronta a nuovi interventi
Di Alberto Susic
A differenza di quanto accaduto in altre occasioni, l'intervento odierno di Ben Bernanke non ha avuto particolari effetti sulla piazza azionaria americana che continua a muoversi all'insegna di una certa prudenza dopo il rally della vigilia. Di fatto il mercato non si attendeva particolari novità dal numero uno della Fed che ha confermato a grandi linee lo scenario già delineato nelle ultime settimane. Nell'ambito di un discorso davanti al Joint Economic Committee, il Chairman ha dichiarato che l'economia a stelle e strisce potrebbe contrarsi nel primo semestre di quest'anno, visto che appare molto probabile uno scarso incremento, se non addirittura nulla, per il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti.
Per la prima volta il presidente della Fed ha affermato che la congiuntura potrebbe cadere in recessione in questa prima dell'anno, anche se l'economia si rafforzerà nel secondo semestre, anche grazie alla politica monetaria di stimolo e agli interventi fiscali decisi dal Governo. Le attese parlano di un'economia che ritorni al suo tasso di crescita di lungo termine il prossimo anno, anche se su questa previsione gravano non poche incertezze, dal momento che i rischi continuano ad essere al ribasso.
Il momento attuale è molto difficile per la congiuntura americana che però vanta tra i suoi punti di forza l'abilità di adattarsi e di rispondere a diverse sfide, fermando restando che la stessa sembra destinata a riprendersi nella seconda metà dell'anno ancor più durante il prossimo.
Per ora si registra ancora una lieve crescita alla luce della quale la Fed non è in grado di dichiarare che sia in atto una fase recessiva, per quanto tale scenario non sia da escludere per il semestre in corso. Il mercato del lavoro dovrebbe continuare a mostrare debolezza nel breve, con un tasso di disoccupazione atteso su livelli anche un po' più elevati. Un'altra preoccupazione è rappresentata dall'inflazione per la quale però si prevede una moderazione nei mesi a venire.
Nei prossimi trimestri bisognerà mettere in conto inoltre un'ulteriore contrazione del settore delle costruzioni, le cui attività sono destinate a scendere ulteriormente. Il settore immobiliare dovrebbe trovare una stabilizzazione tra la fine di quest'anno e gli inizi del prossimo, ricordando che la performance di questo comparto è fondamentale per un'eventuale stabilità e ripresa dei mercati finanziari.
Per promuovere quest'ultima la Fed sta facendo del suo meglio, impegnandosi anche nella determinazione del miglior livello di tassi di interesse, con l'obiettivo appunto di stabilizzare l'economia e il sistema finanziario. In materia di politica monetaria, confermando quanto già emerso in occasione di comunicazioni precedenti, Bernanke ha lasciato la porta aperta a nuovi interventi. Nel suo discorso di oggi infatti il Chairman ha spiegato che la Banca Centrale americana ha ancora munizioni monetarie, nonostante la significativa riduzione dei tassi già realizzata da settembre con la quale è stato dato un importante contributo.
A detta del numero uno della Fed la politica monetaria si conferma abbastanza efficace e grazie ad essa viene dato un aiuto nel bilanciamento degli effetti del credit crunch, ricordando che gli effetti benefici delle decisioni prese fino a questo momento dovranno ancora farsi sentire in maniera completa.
Insieme a questi non sono da trascurare le ricadute positive che avrà il pacchetto di stimoli fiscali promosso dall'amministrazione Bush che Bernanke ha definito adeguato, aggiungendo di non ritenere necessaria un'altra dose di stimoli in questa direzione.
Dedicando un passaggio anche alla vicenda Bear Stearns (NYSE: BSC - notizie) , il presidente della Fed ha dichiarato che il salvataggio del gruppo è servito a preservare il sistema, visto che un eventuale fallimento della banca avrebbe avuto conseguenze severe, con gravi danni per i mercati. Bernanke non si è pronunciato sulla possibilità di nuovi interventi che si dovessero rendere necessari per aiutare altri banche, spiegando tuttavia di non attendersi crisi simili a quelle che hanno colpito Bear Stearns.