#9dicembre - Il popolo italiano scende in piazza

Sarà come dici. Io non sono andato perché li sento molto distanti da me, ma due miei amici sì. Oggi, quando ci ho parlato bestemmiavano come pazzi: la piazza era vuota e secondo loro tremila erano pochi, ma al massimo erano in 5000.
Lascio perdere i commenti che mi hanno fatto sul movimento e sull'organizzazione.

A parte la manifestazione di ieri; le rivoluzioni non si fanno postanto su facebook quello che si va a fare ed organizzando presidi nei giardini, come a torino, o rompendo le scatole a chi vorrebbe lavorare. Si fanno con palazzi bruciati, morti, sangue, proiettili e bombe. Il passare del tempo ormai giova al governo ed al potere costituito, non a loro. La polizia ha simpatizzato perché il governo la paga poco: ci vuol poco a far di nuovo roteare i manganelli.
Francamente rischia di diventare come un'occupazione scolastica.
 
DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.t

L'Europa unita è nata male. Doveva essere prima politica e poi economica. Questo la sapevano benissimo Adenauer, De Gasperi, Spaak che, nel dopoguerra, ebbero quell’idea. Ma sapevano altrettanto bene che gli americani non glielo avrebbero permesso. Del resto Washington si è sempre messa di traverso a ogni tentativo, in qualunque forma fosse espresso, di costituire un’unità europea.

Quando a metà degli anni Ottanta Francia e Germania provarono a mettere in piedi un esercito franco-tedesco che doveva essere il primo nucleo di un esercito europeo, senza il quale non sarà mai possibile un’Europa veramente indipendente, gli americani si opposero e mandarono in fumo il progetto.

L’Europa quindi, attraverso lunghe e difficili tappe, si è formata come unione economica e, dal 2002, anche monetaria. E l’unione monetaria, priva di un centro politico formalizzato e legittimato, ha provocato problemi seri in vari Paesi. Ma è grottesco il tentativo dei partiti di scaricare, chi in maggior misura, la cosiddetta destra, chi in minore, la cosiddetta sinistra, il montante disagio italiano sull'euro e sull'Europa.

I primi responsabili di quel disagio siamo noi e principalmente proprio quei partiti che oggi se ne lagnano o tentano di cavalcarlo. Deriva da trent ’anni di una politica dissennata e malavitosa della nostra classe dirigente. Dalle pensioni di vecchiaia fasulle, dalle pensioni di invalidità false, dalle pensioni baby, dalle pensioni d’oro elargite negli anni Ottanta per ragioni clientelari e di scambio di voti. Dal sistema mafioso delle tangenti che, secondo i calcoli prudenziali di Giuliano Cazzola, ci è costato 630 miliardi, un quarto di quel debito pubblico che oggi è la principale causa delle nostre difficoltà in Europa. Mani Pulite fu l’ultima occasione. Il dernier appel. Ma non fu ascoltato. Al contrario, i magistrati divennero i veri colpevoli e i ladri le vittime. Così le ruberie pubbliche sono continuate nelle forme più vergognose e umilianti e sono all’origine, come ha ammesso lo stesso Napolitano, di una protesta sempre più dilagante (astensione, grillismo, forconi) Lunedi sera nel salotto di Porta a Porta c’erano Alemanno, Salvini, la Serrachiani oltre a Marcello Sorgi. La solita compagmia di giro di politici e giornalisti complici.

Ma Vespa ha avuto l’imprudenza di sentire, sia pur in collegamento, il contadino Danilo Calvani il leader del “movimento 9 dicembre” il quale a ogni tentativo dell’insetto, come lo chiama Travaglio, di fare il pompiere (“Fate proposte concrete. Così non otterrete niente, nemmeno le dimissioni di un usciere ”) rispondeva invariabilmente: “Tutti a casa. Del resto parleremo dopo”).

Ho cambiato canale e ho sentito Nichi Vendola parlare di “un miliardario che sfrutta il disagio della povera gente”. Pensavo si riferisse a Berlusconi. Parlava invece di Grillo.

Il movimento di Grillo è nato primadella protesta popolare, l’ha semplicemente anticipata e non sfrutta assolutamente nulla perché ne fa parte. Il “miliardario” Grillo ha una casa sulle colline di Genova e un’altra sotto Cecina nella parte meno prestigiosa del litorale toscano, belle case indubbiamente ma niente di sesquipedale e comunque frutto di decenni di un lavoro di successo, cosa che non si può dire di Vendola che è parlamentare dal 1992. Anche Nichi Vendola è uno di quelli da rottamare. “Tutti a casa”.

Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
21.12.2013
 
I "forconi" ricordano i suicidi per crisi:
piantate decine di croci bianche


La protesta intanto va avanti almeno fino al 5 gennaio
e si prepara cenone di San Silvestro e dell'Epifania


PER APPROFONDIRE: forconi, cittadella, cimitero
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di Michelangelo Cecchetto
CITTADELLA (PADOVA) - Un cimitero nel presidio di Cittadella del Movimento 9 dicembre. Simbolico certo, ma di grande impatto. Piantando alcune decine di croci in memoria dei 123 imprenditori che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno in Italia a causa della crisi economico-finanziaria, i "forconi" hanno voluto rendere anche visibile l'incidenza dell’attuale politica economica in Italia.

Uno striscione è stato appeso ad un braccio meccanico fin dall'inizio della protesta. Ricordava proprio le persone vittime della crisi, ora nella particolare vitalità che ha il punto della protesta nell'Alta Padovana, la scelta di realizzare e piantare le croci.

Così accanto al tendone riscaldato, al bagno chimico e alle altre strutture, il cimitero è lì, a significare quella che è la motivazione principale della protesta: la stretta economica insostenibile per famiglie, artigiani, piccoli imprenditori, con la necessità, d'altra parte, di azioni da parte dei politici per allentare il giogo. Intanto, dall’amministrazione comunale è stato concesso un nuovo permesso a manifestare. La nuova scadenza è fissata per il 5 gennaio prossimo.

Ieri la prima azione della fase due della protesta che ha visto la pacifica manifestazione di fronte all'abitazione di Montebelluna della senatrice del Partito Democratico Laura Puppato (assente).

Ci sono stati anche alcuni blocchi del traffico sulla rotonda di via Niccolò Copernico sulla Regionale 53 Postumia, nulla a che vedere con quanto accaduto nei giorni immediatamente precedenti il Natale. Tuttavia, è bastato quest’accenno di ripresa "militante" per far riemergere la preoccupazione soprattutto dei commercianti della zona industriale il cui accesso principale è proprio dalla rotonda "presidiata" dai forconi.

I negozianti non se la passano affatto bene e tra pochi giorni faranno i conti di fine anno, ma c'è chi già parla di vendite natalizie compromesse per l'effetto dei rallentamenti al traffico. Evitati nel weekend pre-natalizio, ma troppo tardi per scongiurare il calo di clienti. Il presidio si prepara a salutare il 2013 e festeggiare il 2014. Nel tendone la cena di San Silvestro ed a questo punto anche l'Epifania. La protesta è lontano dall'essersi placata.
Domenica 29 Dicembre 2013
 
Forconi, "ultimatum" di Calvani: governo via o grosse operazioni

di: TMNews Pubblicato il 28 dicembre 2013| Ora 14:41

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"Non tratteremo mai, pronta una grande manifestazione 18 gennaio"

Roma, 28 dic. (TMNews) - Torna a parlare il leader in Jaguar dei Comitati riuniti degli agricoltori (i Cra, una delle sigle del Coordinamento 9 dicembre) Danilo Calvani, con un "ultimatum" a governo e parlamento: "Ve ne andate o non ve ne andate? L'ultimatum è il 9 gennaio. Solo entro quella data avrete la libertà di decidere le modalità con cui abbandonare ciò che occupate abusivamente. Avete 12 giorni di tempo a partire da oggi. Se non lo farete, oltre il 9 gennaio ci saranno grosse operazioni", tra cui "mobilitazioni in tutta Italia per il 10 gennaio e una grande manifestazione il 18 gennaio", i cui dettagli "saranno resi noti alla stampa nei prossimi giorni". Calvani è intervenuto oggi a Pontinia (Latina) alla riunione nazionale dei presidi locali del Coordinamento 9 dicembre: "Ci hanno ucciso, ci hanno massacrato. Noi non tratteremo con nessuno. Mai. Che il governo se lo metta in testa Dobbiamo rendere conto solo al popolo. E' il popolo che deve decidere le proprie sorti. Il 15 gennaio diventerà effettiva la sentenza della Corte Costituzionale che delegittimerà il Parlamento e i trattati internazionali stilati fino ad oggi. Si dovrà tornare alle elezioni e riparare i loro danni. Come? Col popolo. Solo il popolo dovrà decidere democraticamente visto che i suoi rappresentanti abusivi non sono né degni, né capaci". (segue)
 
"Torna a parlare il leader in Jaguar dei Comitati"

poveri idioti che danno le notizie in questo modo, l'ha anche detto che la jaguar e' di un suo amico che gli ha dato un passaggio per andare a Roma!!

fosse stata un auto blu!!

giornalisti rimbambiti
 
Le Due Italie

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Abbiamo visto in questi giorni due Italie. L’Italia dei “forconi” dove il popolo scende in piazza per protestare contro la disoccupazione, le tasse e la mancanza di sovranità monetaria; dall’altra parte l’Italia che si reca a votare alla “primarie” del pd. Analizziamo i due fenomeni.

I cosìddetti forconi, più correttamente movimento nove dicembre, denunciano il fallimento del sistema. Un palazzo che con varie alchimie mantiene gli interessi dei soliti noti. La protesta spazia dal Nord al Sud. I socialisti nazionali invitano su “ Rinascita” a creare un fronte comune tra tutti coloro che si oppongono al sistema, forse ora ci siamo. Si vedono molti tricolori è un buon segno. La popolazione capisce che la Nazione e la Giustizia sociale sono indissolubili. L’usura sta uccidendo l’Italia. Ci sono vari e molteplici problemi.
Gli agricoltori italiani ridotti alla miseria perché vengono fatte passare per produzione italiane : il parmigiano cinese, i ciliegini della Tunisia ma venduti come siciliani, il prosciutto russo che viene accreditato come di Parma. Le piccole imprese muoiono per mancanza di credito. L’edilizia è ferma in quanto oltre a mancare i mutui e il denaro per acquistare le case, l’investimento nell’edilizia non conviene più a causa dell’Imu che il governo Letta-Alfano fa finta di abolire riproponendola con un altro nome. Oramai anche le esecuzioni immobiliari vanno deserte sebbene i prezzi sono estremamente convenienti. Ricordo che l’edilizia è l’attività che offre il maggiore numero di posti di lavoro. L’imposta sul valore aggiunto è ancora aumentata, nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo, peraltro gli aumenti delle tasse imposte da Monti e Letta, quando già la pressione fiscale raggiunge livelli intollerabili, fanno aumentare il debito poiché diminuendo i consumi cala anche il gettito fiscale. Poi abbiamo l’euro la politica fallimentare dell’Unione Europea che ci impone il fiscal compact, il quale obbliga il nostro Paese alla riduzione del debito pubblico per una cifra di 45 miliardi di euro l’anno per vent'anni, con variazioni possibili a seconda che si inneschi o meno la crescita economica prevista dal Governo Letta. Il primo ministro, nel discorso con cui chiede a Montecitorio la fiducia sostiene che non si può essere contro l’unione europea. Noi siamo per l’Europa ma contro l’Unione Europea, contro lo strapotere del denaro e dell’alta finanza. Come si può ragionevolmente ritenere che, chiunque governi, con queste cifre si possa sperare nella ripresa economica.

Veniamo adesso alle primarie del pd ovvero all’Italia di Renzi. Tira un’aria da Gattopardo : cambiare tutto per non cambiare nulla. Non basta cambiare l’età media dei dirigenti e mettere nella segreteria una maggioranza di donne. Il sindaco di Firenze di nuovo ha solo la carta d’identità! Renzi è dalla parte della partitocrazia. Il partito democaratico è vecchio ha governato per anni e appoggia il governo Monti e il governo Letta, i quali hanno aggravato la già difficile situazione italiana. Proviene dal mondo democristiano, di lui danno un giudizio positivo mediobanca, la confindustria, la grande stampa, ambienti vaticani e uomini dell’alta finanza. Sui grandi temi finanziari e sulla unione europea il neo segretario del pd non dice nulla di nuovo. Qualche anno fa, propria su questa testata, scrivendo dell’Argentina di Alfonsin e di Menem scrissi cambia i suonatori ma non cambia la musica. Come per l’Argentina il socialismo nazionale di Kirchner promuove la rinascita del popolo , così speriamo che accada in Italia. La rivolta contro la politica della eurocrazia si estende a tutta Europa da Roma ad Atene, da Bucarest a Bratislava. La maggior parte della popolazione europea è esasperata. I poteri forti hanno paura e lanciano i soliti anatemi contro i populisti e gli euroscettici. Le imminenti elezioni per il parlamento di Strasburgo devono essere un monito e una dura lezione per chi sta affossando il Nostro Continente. La misura è colma. A rigore di logica non posiamo neanche parlare di crisi siamo al fallimento totale. I parlamentari cosa fanno ? Parlano di legge elettorale, di femminicidio, dei diritti degli omosessuali e di altre amenità. La fame e il debito distruggono l’Italia e l’Europa e loro si dilettano in argomenti che non interessano a nessuno. Sono chiusi nei palazzi del potere e hanno perso qualsiasi contatto con la realtà. La grande stampa e le televisioni cercano di sminuire soffermandosi sui pochi incidenti verificatisi. Che il cambiamento, non le riformette di Letta e Renzi, trionfi e come dice una vecchia canzone :” dall’altra parte c’è tutto il vecchio mondo.”

Articolo letto: 1 volte (22 Dicembre 2013)
 
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