a Bruxelles si dividono già le poltrone

tontolina

Forumer storico
Europee, a Bruxelles si dividono già le poltrone. Ma l’Italia è fuori dal toto-nomine

La Germania mette le mani sui posti chiave, il resto agli altri Paesi del Nord Europa. L'unica eccezione potrebbe essere quella di Pittella. Ma a Roma non si conosce nemmeno la candidatura ufficiale del commissario Ue italiano. E il primo luglio inizia il semestre di presidenza Ue


di Alessio Pisanò | 24 maggio 2014Commenti (289)

juncker-schulz-verhofstadt-640.jpg










Mentre Renzi promette,

Grillo urla

e Berlusconi insulta, n
ella capitale d’Europa si stanno compiendo le mosse decisive che porteranno alla nomina di chi siederà sulle poltrone che davvero contano a Bruxelles: Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio europeo, alto rappresentante della Politica estera e Commissario Ue agli Affari monetari. Nel toto nomi mancano gli italiani, con l’unica eccezione di Gianni Pittella (Pd), che ambisce alle presidenza dell’Europarlamento, ma non sarà facile.



Un tedesco (o quasi) alla Commissione europea
La Germania – dove le liste per le Europee sono state chiuse quasi un anno fa – è sicuramente la protagonista della corsa al Berlaymont (l’edificio principale della Commissione) visto che uno dei due candidati favoriti è tedesco, Martin Schulz, e l’altro, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha ricevuto l’endorsement direttamente dalla cancelliera Angela Merkel.

Nessun italiano nemmeno tra gli altri quattro candidato ufficiali: Guy Verhofstadt (liberali), Alexis Tsipras (sinistra), Ska Keller e José Bové (verdi). E se il nuovo presidente della Commissione non sarà tra questi – eventualità che scatenerà uno scontro tra istituzioni Ue – i possibili outsider sono la direttrice del Fmi Christine Lagarde (francese), la premier danese Helle Thornig-Schmidt e il premier finlandese Jyrki Katainen.


Consiglio europeo in mano al Nord Europa
Si tratta della figura che presiede i summit europei tra i capi di stato e di Governo, insomma un ruolo molto delicato visto che le decisioni che contano in Europa vengono prese in queste lunghe nottate a porte chiuse. Per il dopo Van Rompuy (belga) – la cui carica scadrà a fine 2014 – a Bruxelles si fa il nome di Juncker qualora questo non dovesse finire alla Commissione europea, ovvero in caso di vittoria socialista alle elezioni europee o di scelta di un outsider. In passato si era ventilata l’ipotesi Mario Monti, possibilità evaporata con la sua “salita” nella politica italiana (Monti oggi è a capo del gruppo internazionale sulle risorse proprie dell’Ue). Tra gli altri nomi papabili, troviamo il premier polacco Donald Tusk e il premier svedese Fredrik Reinfeldt.


Parlamento europeo, tutto dipende dalle elezioni
Questa, come le altre cariche, dipenderà da chi verrà nominato presidente della Commissione europea, e quindi dal risultato delle elezioni (oggi in vantaggio i popolari di 16 seggi). All’interno delle istituzioni si parla di un’opzione Guy Verhofstadt, belga e leader dei liberali, il quale potrebbe essere appoggiato da socialisti e popolari per far fronte comune contro gli euroscettici che i sondaggi danno a circa 130 deputati su 751 totali. Si tratta di una carica che dura due anni e mezzo e che, di solito, vede l’alternanza tra i due principali partiti europei (socialisti e popolari). Da quando si vota per le elezioni europee (1979) l’Italia non ha mai avuto un presidente dell’europarlamento. Mario Mauro ci andò molto vicino nel 2009, ma la sponsorizzazione di Silvio Berlusconi non gli fu certo utile. Oggi esiste una possibilità per Gianni Pittella, eurodeputato Pd alla sua terza legislatura e attualmente vice presidente dell’Aula. Nonostante il suo inglese non propriamente british, Pittella gode di una buona reputazione in Europa, ma questo potrebbe non bastare per essere nominato.

Gli altri posti chiave
Dopo la non brillante esperienza di Catherine Ashton alla Politica estera, difficilmente il Regno Unito potrà riottenere il posto – d’altronde il loro sogno proibito resta il Mercato interno. Questo portafogli (oggi francese) è uno dei più ghiotti insieme a quello all’Energia (tedesco) e Affari Monetari (finlandese). Proprio la poltrona di Olli Rehn (finlandese) – candidato al Parlamento europeo – fa gola a molti, vista la crisi economica e i sempre maggiori poteri dell’Ue sui bilanci nazionali. Tra i nomi che circolano, l’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze francese Pierre Moscovici e il finlandese Jyrki Katainen.


Incognita Italia
Non si sa ancora nulla sul Commissario europeo che proporrà l’Italia – ne spetta uno a ciascun Paese membro. Due i nomi più gettonati anche se non si tratta di nulla di ufficiale: Enrico Letta e Massimo D’Alema. Quest’ultimo era stato già in lizza nel 2009 per il posto di alto rappresentante alla Politica estera, ma gli fu preferita l’evanescente lady Ashton.
@AlessioPisano
 
Europee, a Bruxelles si dividono già le poltrone. Ma l’Italia è fuori dal toto-nomine

La Germania mette le mani sui posti chiave, il resto agli altri Paesi del Nord Europa. L'unica eccezione potrebbe essere quella di Pittella. Ma a Roma non si conosce nemmeno la candidatura ufficiale del commissario Ue italiano. E il primo luglio inizia il semestre di presidenza Ue


di Alessio Pisanò | 24 maggio 2014Commenti (289)

juncker-schulz-verhofstadt-640.jpg










Mentre Renzi promette,

Grillo urla

e Berlusconi insulta, n
ella capitale d’Europa si stanno compiendo le mosse decisive che porteranno alla nomina di chi siederà sulle poltrone che davvero contano a Bruxelles: Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio europeo, alto rappresentante della Politica estera e Commissario Ue agli Affari monetari. Nel toto nomi mancano gli italiani, con l’unica eccezione di Gianni Pittella (Pd), che ambisce alle presidenza dell’Europarlamento, ma non sarà facile.



Un tedesco (o quasi) alla Commissione europea
La Germania – dove le liste per le Europee sono state chiuse quasi un anno fa – è sicuramente la protagonista della corsa al Berlaymont (l’edificio principale della Commissione) visto che uno dei due candidati favoriti è tedesco, Martin Schulz, e l’altro, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha ricevuto l’endorsement direttamente dalla cancelliera Angela Merkel.

Nessun italiano nemmeno tra gli altri quattro candidato ufficiali: Guy Verhofstadt (liberali), Alexis Tsipras (sinistra), Ska Keller e José Bové (verdi). E se il nuovo presidente della Commissione non sarà tra questi – eventualità che scatenerà uno scontro tra istituzioni Ue – i possibili outsider sono la direttrice del Fmi Christine Lagarde (francese), la premier danese Helle Thornig-Schmidt e il premier finlandese Jyrki Katainen.


Consiglio europeo in mano al Nord Europa
Si tratta della figura che presiede i summit europei tra i capi di stato e di Governo, insomma un ruolo molto delicato visto che le decisioni che contano in Europa vengono prese in queste lunghe nottate a porte chiuse. Per il dopo Van Rompuy (belga) – la cui carica scadrà a fine 2014 – a Bruxelles si fa il nome di Juncker qualora questo non dovesse finire alla Commissione europea, ovvero in caso di vittoria socialista alle elezioni europee o di scelta di un outsider. In passato si era ventilata l’ipotesi Mario Monti, possibilità evaporata con la sua “salita” nella politica italiana (Monti oggi è a capo del gruppo internazionale sulle risorse proprie dell’Ue). Tra gli altri nomi papabili, troviamo il premier polacco Donald Tusk e il premier svedese Fredrik Reinfeldt.


Parlamento europeo, tutto dipende dalle elezioni
Questa, come le altre cariche, dipenderà da chi verrà nominato presidente della Commissione europea, e quindi dal risultato delle elezioni (oggi in vantaggio i popolari di 16 seggi). All’interno delle istituzioni si parla di un’opzione Guy Verhofstadt, belga e leader dei liberali, il quale potrebbe essere appoggiato da socialisti e popolari per far fronte comune contro gli euroscettici che i sondaggi danno a circa 130 deputati su 751 totali. Si tratta di una carica che dura due anni e mezzo e che, di solito, vede l’alternanza tra i due principali partiti europei (socialisti e popolari). Da quando si vota per le elezioni europee (1979) l’Italia non ha mai avuto un presidente dell’europarlamento. Mario Mauro ci andò molto vicino nel 2009, ma la sponsorizzazione di Silvio Berlusconi non gli fu certo utile. Oggi esiste una possibilità per Gianni Pittella, eurodeputato Pd alla sua terza legislatura e attualmente vice presidente dell’Aula. Nonostante il suo inglese non propriamente british, Pittella gode di una buona reputazione in Europa, ma questo potrebbe non bastare per essere nominato.

Gli altri posti chiave
Dopo la non brillante esperienza di Catherine Ashton alla Politica estera, difficilmente il Regno Unito potrà riottenere il posto – d’altronde il loro sogno proibito resta il Mercato interno. Questo portafogli (oggi francese) è uno dei più ghiotti insieme a quello all’Energia (tedesco) e Affari Monetari (finlandese). Proprio la poltrona di Olli Rehn (finlandese) – candidato al Parlamento europeo – fa gola a molti, vista la crisi economica e i sempre maggiori poteri dell’Ue sui bilanci nazionali. Tra i nomi che circolano, l’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze francese Pierre Moscovici e il finlandese Jyrki Katainen.


Incognita Italia
Non si sa ancora nulla sul Commissario europeo che proporrà l’Italia – ne spetta uno a ciascun Paese membro. Due i nomi più gettonati anche se non si tratta di nulla di ufficiale: Enrico Letta e Massimo D’Alema. Quest’ultimo era stato già in lizza nel 2009 per il posto di alto rappresentante alla Politica estera, ma gli fu preferita l’evanescente lady Ashton.
@AlessioPisano



chissà come mai eh ?
dopo una campagna elettorale tutta centrata sull'Italia, scopriamo che gli esteri SE NE SONO ACCORTI

:lol::lol::lol::lol::lol::lol:



bravi bravi, concittadini :up::up:
ed è solo l'inizio :rolleyes::rolleyes:
 
Elezioni 2014.Cadono le prime teste nella cesta.





Iniziano a cadere le prime teste.
E siano solo agli inizi, agli aperitivi.
Nei sottoscala inizia a correre il nome di Christine Madeleine Odette Lagarde, ma M. Hollande avrebbe detto che avrebbe troppi nomi.
Ma il partito di M. Hollande non sembrerebbe aver ottenuto un risultato tale da lasciar filtrare la voce del Presidente oltre i suburbi di Parigi.
La tricoteuse si inizi a preparare.
Lo spettacolo procede.

Reuters. 2014-05-25. Europee, Cameron non vuole né Juncker né Schulz a Commissione Ue.
LONDRA (Reuters) – Il primo ministro britannico David Cameron farà lobbying contro i due principali candidati alla carica di presidente della Commissione europea, il conservatore lussemburghese Jean-Claude Juncker (Ppe) e il socialista tedesco Martin Schulz, invitando i leader europei a considerare invece altri nomi, riferiscono due fonti.
Le fonti, che vogliono restare anonime ma che sono a conoscenza delle opinioni di Cameron sulla questione, dicono che il premier considera sia l’ex premier del Lussemburgo Juncker che Schulz, attuale presidente dell’Europarlamento, troppo federalisti.
“E’ importante che il prossimo presidente della Commissione sia aperto alle riforme. [Cameron] parlerà con i leader Ue di altri candidati”, ha detto una delle fonti.
I capi di Stato e di governo dei 28 inizieranno a parlare della nomina del prossimo presidente della Commissione martedì sera, nel corso di una cena informale a Bruxelles.
Cameron si è impegnato a rinegoziare le relazioni della Gran Bretagna con la Ue, se vincerà le elezioni nel 2015, e di tenere un referendum sull’adesione all’Unione entro la fine del 2017.
Ieri si è votato in Gran Bretagna per le Europee ed amministrative parziali. I risultati delle Europee saranno resi noti da domenica sera ma alle amministrative il partito di Cameron ha perso alcune città simbolo.
 
Elezioni 2014.Cadono le prime teste nella cesta.





Iniziano a cadere le prime teste.
E siano solo agli inizi, agli aperitivi.
Nei sottoscala inizia a correre il nome di Christine Madeleine Odette Lagarde, ma M. Hollande avrebbe detto che avrebbe troppi nomi.
Ma il partito di M. Hollande non sembrerebbe aver ottenuto un risultato tale da lasciar filtrare la voce del Presidente oltre i suburbi di Parigi.
La tricoteuse si inizi a preparare.
Lo spettacolo procede.
Reuters. 2014-05-25. Europee, Cameron non vuole né Juncker né Schulz a Commissione Ue.
LONDRA (Reuters) – Il primo ministro britannico David Cameron farà lobbying contro i due principali candidati alla carica di presidente della Commissione europea, il conservatore lussemburghese Jean-Claude Juncker (Ppe) e il socialista tedesco Martin Schulz, invitando i leader europei a considerare invece altri nomi, riferiscono due fonti.
Le fonti, che vogliono restare anonime ma che sono a conoscenza delle opinioni di Cameron sulla questione, dicono che il premier considera sia l’ex premier del Lussemburgo Juncker che Schulz, attuale presidente dell’Europarlamento, troppo federalisti.
“E’ importante che il prossimo presidente della Commissione sia aperto alle riforme. [Cameron] parlerà con i leader Ue di altri candidati”, ha detto una delle fonti.
I capi di Stato e di governo dei 28 inizieranno a parlare della nomina del prossimo presidente della Commissione martedì sera, nel corso di una cena informale a Bruxelles.
Cameron si è impegnato a rinegoziare le relazioni della Gran Bretagna con la Ue, se vincerà le elezioni nel 2015, e di tenere un referendum sull’adesione all’Unione entro la fine del 2017.
Ieri si è votato in Gran Bretagna per le Europee ed amministrative parziali. I risultati delle Europee saranno resi noti da domenica sera ma alle amministrative il partito di Cameron ha perso alcune città simbolo.

un pò di attenzione:
non cadono, forse non salgono
e dipenderà da quanti voti avrà Cameron ;)
 
ma la sigla f4f è un algoritmo ideologicamente programmato che non uscirà mai da quei falsi paradigmi eterodiretti.
 

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