IL RE E' NUDO
Come un sogno che si tramuta in un incubo.
John Elkann pensava forse di potersi accomodare sul suo trono, come un vero erede designato, a dominare tutti i suoi sudditi, a controllare i suoi territori, a dare ordini ai suoi fidi scudieri. Sicuro, protetto, ricco, potente.
Un trono al quale aveva avuto accesso nonostante la via fosse tutto meno che spianata. Non toccava a lui, in fondo. Ma il Fato, chiamiamolo così, ha spinto giù dal trono prima Edoardo, poi Giovannino. I sacerdoti ed i consiglieri del vecchio re a custodia del tesoro del regno gli si sono allora stretti attorno, e la storia insegna quanto in questi casi il principino non sia amato ma utilizzato per lottare allo stremo per mantenere il vecchio ordine e i privilegi conquistati nei tempi.
Ma John non si è curato della storia, né delle sue maledizioni, che si sono abbattute persino sul suo fratellino che in fondo poteva in parte anch’egli ambire al trono.
Si è circondato di questi anziani, e ha guardato dritto a quella poltrona. Lucente, magnifica, da ottenere ad ogni costo. Ora che gli anni del suo regno era vicini, nessuno gli avrebbe dovuto ostacolare la strada. Sarebbe stato persino disposto a disconoscere sua madre.
Ma un regno non è solo prestigio, è anche potere e forza dei suoi eserciti. E tali armi, rispetto ad un tempo, sono più spuntate di quanto poterono usufruirne i suoi avi.
Di fronte alle mille responsabilità e difficoltà oggettive, risultano indispensabili due cose: un’informazione che lo sostenga, e sudditi fedeli e partecipi. Due aspetti strettamente collegati tra loro.
Il Colosseo di John, dove far divertire i sudditi e dissolvere ogni dissapore, poteva passava dal Delle Alpi all’Olimpico. Che in effetti non gli spettavano forse, essendo da alcuni anni di competenza del fratello del re, il quale ha un legittimo erede, che risponde al nome di Andrea. Ma tant’è, in un modo o nell’altro (più nell’altro) ecco che il principe John Jacob, si insomma il principe Giovanni Jacob, in origine in fondo senza terra né colosseo, ottiene il circolo per far divertire i suoi cristiani.
Sembrava tutto così perfetto…
Sembrava…
Oggi il re è nudo, forse si sente solo, forse si sente un po’ accerchiato.
I suoi saggi consiglieri sono vecchi e logori. Sono sempre fortissimi, sono i più intelligenti ed i più abili. Ma non dureranno in eterno, e nel contempo devono difendere i loro privilegi.
I suoi cari sono lontani, quando non pubblicamente disconosciuti ed umiliati.
Per controllare il potere ha continuato l’opera dei suoi predecessori di cercare di tramutare i nemici in amici. Ma quando questi diventano più forti e più numerosi, e contemporaneamente gli eserciti del regno si sfilacciano, l’attenzione non può né deve mai calare.
Quanto servirebbero ora dei sudditi capaci di rispettarlo e stimarlo al punto da giustificarlo agli occhi del mondo almeno in guisa di una sorta di sovranità popolare!
Oggi, invece, sono proprio quei sudditi che cominciano a reclamare sempre più numerosi la sua testa.
La cattiva gestione della Juventus, il suo Colosseo, li ha resi sempre più rancorosi.
Così, per placare gli istinti più infimi degli spettatori, da quando ha preso in mano il Colosseo John ha più volte aperto le gabbie dei leoni e gettato in pasto alle fameliche bestie coloro che ogni volta potevano rappresentare il capro espiatorio della cattiva gestione: gli ufficiali Ranieri, Cobolli, Ferrara…
Ora non resta che il Generale, colui che viene dalla Legione Straniera, assoldato d’oltralpe per guidare la scalcagnata armata Brancaleone chiamata a sostituire chi in precedenza aveva gestito alla perfezione il circolo.
Una scelta che forse non si è rivelata così strategica.
Il Generale Blanc, già nell’ultima battaglia, ha scelto di non prendere parte all’ennesima preventivabile disfatta e ha scelto le spiagge, cominciando ad annusare l’aria più vicino a casa.
Il re è nudo, è solo, e l’evidenza è davanti ai suoi occhi: dato in pasto ai leoni il suo generale, sarà definitivamente accerchiato. Per l’esattezza, si sarà definitivamente accerchiato.
Lo stanno capendo anche i suoi scribacchini.
A questo punto, probabilmente, perché re Giovanni Jacob non rischi in futuro di diventare senza terra, non gli resta che trovare alleati almeno in casa.
E cedere il colosseo per non veder ulteriormente inferociti i suoi sudditi sempre più rancorosi.
Intanto la plebe si accalca sulle rive del fiume dove vengono scaricati i cadaveri del Colosseo. E finora la sua bramosia di vendetta non sembra soddisfatta.