ABBIAMO DUE VITE: LA SECONDA INIZIA QUANDO CI RENDIAMO CONTO DI AVERNE SOLO UNA

Philippe Vardon, leader di Nissa Rebela e consigliere del Front National all’assemblea della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra
è stato condannato a sei mesi di reclusione per rissa per essersi difeso e aver difeso la sua famiglia da un branco di migranti magrebini armati di cric ed altre armi improprie.

"Qualcuno mi rimprovera di aver usato la bomboletta al peperoncino di mia moglie per tenere gli aggressori a distanza,
ma gli stessi poliziotti, intevenuti per sedare l'aggresione, sono stati costretti a fare uso dei loro per proteggere me.
Non potevo fare altrimenti? Farmi linciare sotto gli occhi della mia famiglia? Io tra l'altro sono stato l'unico ferito (ferita alla mano da uno strumento da taglio".
 
Ho sempre ritenuto questo personaggio molto "sgusciante" e "furbo"....oltrechè inetto.

"E' indispensabile che vinca il sì"
"Ma ti immagini il giorno dopo che vince il no? Il morale? Peggio della Brexit"
"certamente alcune cose sono da rivedere, però è una cosa per senso di responsabilità.
Possiamo stare sereni se vince il sì, bisogna pensare al bene degli italiani".
 
In pratica sono 3 punti in più.....tanto polverone per nulla, ma il sindacato ha ormai capito che le tessere degli Italiani vanno a diminuire e allora .......

Il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ha inserito una clausola nel bando per l'assegnazione degli alloggi popolari che favorirà italiani e residenti nel capoluogo umbro da almeno 15 anni.

Una scelta politica, legittima, che ha scatenato l'ira del sindacato degli inquilini, la Sunia Cgil.
"Non si capisce – dicono – come un lungo periodo di residenza possa rappresentare un disagio.
Si tratta piuttosto di un escamotage per escludere in maniera arbitraria molti immigrati.
A fronte di questo “pasticcio”, che potrebbe dare luogo anche a una serie di ricorsi in sede giudiziaria,
il Sunia Cgil chiede l’immediata apertura di un confronto per cercare soluzioni tampone che possano limitare i danni
e garantire l’accesso alla casa a chi ne ha veramente diritto".

Soprende come in altre città, invece, il sindacato non si sia mai mosso per denunciare amministrazioni che invece fanno in modo di favorire le famiglie immigrate,
inserendo - anche loro - clausole pensate appositamente per gli stranieri.
 
C’è tensione ai piani alti dell’Inps. I sindacati non dormono più sonni tranquilli.
Rimettere in sesto la macchina amministrativa dispensatrice di oltre 400 miliardi di euro l’anno di pensioni attraverso una struttura di 29mila dipendenti.

Ma da dove nasce tanto imbarazzo e nervosismo?
La parola chiave per capire a fondo le dinamiche del principale ente previdenziale del Paese è Civ, acronimo di Consiglio di indirizzo e vigilanza.

Boeri vorrebbe tagliarne il numero di componenti e riorganizzarne il lavoro.
Ma la faccenda non piace ai membri del Consiglio fra cui figurano Cgil, Cisal, Cisl, Ugl,
tre ministeri (Economia, Interno e Lavoro) oltre ad una serie di associazioni delle imprese
(dalla Legacoop a Confindustria passando per Cna, Coldiretti e Confagricoltura) per un totale di 22 poltrone.

Non solo: Boeri vorrebbe anche ridimensionare il Civ facendolo interagire direttamente con la presidenza senza metterlo in contatto con la direzione generale.


Perché?
Semplice: all’Inps, come in mille altre realtà dell’amministrazione o delle partecipate pubbliche,
i sindacati hanno da sempre fatto il bello e cattivo tempo in materia di avanzamenti di carriera dei dipendenti.
Nell’ottica di Boeri, quindi, tenerli lontano da chi gestisce il personale, non può altro che essere un bene perché rompe un vetusto meccanismo basato su logiche di lottizzazione.

“E poi perché mai il Civ dovrebbe entrare nella gestione dell’ente? Quale beneficio ne deriverebbe all’istituto? Non basta forse la funzione di indirizzo concordata con il presidente?”,
si chiede retoricamente una fonte vicina a Boeri.
“D’altro canto – prosegue – una cosa è fornire un indirizzo. Un’altra è invece avere un’influenza diretta su chi gestisce l’organizzazione dell’ente previdenziale”.

In effetti, a ben guardare, se si ammette che il Civ debba avere un contatto diretto con il direttore generale,
ci si troverebbe nella paradossale situazione di Arlecchino servo di due padroni.
Il direttore generale dovrebbe infatti ascoltare contemporaneamente sia le ragioni del Civ che quelle del presidente.
Una confusione di ruoli che di certo non aiuterebbe il funzionamento dell’enorme macchina amministrativa dell’Inps.


 
Ma soprattutto il fatto che entro l’anno decadranno tutti gli incarichi dirigenziali (48 direttori e 450 dirigenti)

che poi verranno nuovamente affidati sulla base di una selezione affidata a una commissione di tre esperti interni nominati dallo stesso Boeri.
“Il rischio è insomma che la scelta sul futuro staff dirigenziale dipenda solo dalla figura del presidente. Troppo potere nelle mani di una sola persona” commenta una fonte sindacale.
 
eheheheheh furbi loro .......

Come una marca di patatine, un’acqua minerale o una catena di supermercati.
Solo che l’ultimo sponsor “premium” della Nazionale di calcio è Intralot, gruppo mondiale delle scommesse.

Una novità che ha fatto alzare la voce anche alla politica, con i senatori del Pd Franco Mirabelli e Stefano Vaccari che invitano al dietrofont e parlano di accordo inaccettabile.
Dopo l’invasione sulle maglie di squadre italiane ed estere, ora le scommesse sbarcano anche a Coverciano.
E la ludopatia? Non è un problema secondo la Figc.

Nel presentare l’accordo con Intralot – leader del betting recentemente entrato in Gamenet, società tra i maggiori concessionari di gioco in Italia
e sfiorata in passato da inchieste su gioco illegale e antiriciclaggio – le parole del direttore generale della Federcalcio Michele Uva e del numero uno Carlo Tavecchio
sono state infatti di segno diametralmente opposto, incensando il nuovo sponsor come un veicolo per contrastare il fenomeno.
 
A distanza di un mese dall'inizio della scuola, ad inizio ottobre sono iniziate le assegnazioni delle ore disponibili.
Vengono interpellati i nominativi della vecchia graduatoria che nulla ha a che vedere con il concorsone.

Per inciso i 100 vincitori della materia di mio figlio, non avranno l'assunzione quest'anno.
La graduatoria è arrivata una settimana dopo l'inizio delle lezioni.
Tutto rimandato al prossimo anno scolastico.....sempre che tutto rimanga così.

Comunque torniamo alle assegnazioni. 16 ore di qua, 16 ore di là - la cattedra sono 18 ore - 14 ore di sù
10 di giù. Dopo che i primi in graduatoria hanno scelto, lunedì sono saltate fuori 2 cattedre complete - 18 ore -
ieri un'altra cattedra completa.

Ma a settembre queste scuole non erano a conoscenza che le cattedre erano scoperte ? ....sembra di no. Ma ......
Il giro che c'è sotto è molto semplice. Aspettano che i primi prendano posto e poi le buttano fuori nel momento in cui
"l'interessato" è il primo della graduatoria.

Ultimo inciso. Se il primo della graduatoria, che ha scelto il 2 di ottobre una scuola con 16 ore, o quello che
ne ha scelta una con 10 ore, non può oggi rinunciare a quell'assegnamento per prendere la cattedra.
Finirebbe ultimo in graduatoria.

Ma è "la buona scuola".
 
Un altro (mini)piano straordinario di assunzioni dopo quello della “Buona scuola, stavolta da 20-25mila posti.
Una nuova infornata di docenti per cancellare quella distinzione fra organico di diritto e organico di fatto (che esiste solo sulla carta),
dare alle scuole italiane fin da subito il personale di cui hanno bisogno per funzionare.
E magari anche placare l’insoddisfazione di maestri e professori, ulteriormente acuita dai problemi del Concorsone e dai pochi posti disponibili per l’avvio dell’anno scolastico.

È l’ultima idea di Stefania Giannini, che in un incontro con i sindacati ha fatto mea culpa
per gli errori della fase di mobilità parlando di “imperfezione nella mobilità” e “tempi troppo stretti” per la chiamata diretta.
Il Ministero dell’Istruzione proverà a far inserire il provvedimento nella legge di Stabilità, attesa per la settimana prossima.

Ma servirà ottenere il via libera del Ministero dell’Economia, alle prese con le oscillanti previsioni di crescita del Pil per far quadrare i conti:
il provvedimento potrebbe costare circa 200 milioni di euro. E dopo tutti gli sforzi fatti per la riforma due anni fa, non è così scontato che il governo voglia fare nuovi sforzi per la scuola.
 
Buongiorno a tutti :)


:d::d:
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