nagual
mondo patafisico
Penso che quello che è avvenuto e sta avvenendo i in Giappone sia ancora incomprensibile ed incommensurabile. E' una delle nazioni più ricche e uno dei territori più densamente popolati della terra, l'aspetto saliente della sua cultura, estremamente omogenea, è il conformismo e l'accettazione degli eventi quasi maniacale, questo implica che la reazione ai disastri è composta, quasi fatalista, con una parvenza di inerzia assoluta al verificarsi degli eventi e di affidamento totale alle direttive delle autorità; un atteggiamento che ha del catatonico.
Per quanto riguarda la borsa, anche se non me ne può calare di meno in tali frangenti, penso che questo sia l'ambito umano in cui il cinismo si manifesta alla sua massima evidenza, per cui mi aspetto che un tale disastro in una economia talmente sviluppata e ricca di infrastrutture da ricostruire dovrebbe scatenare una speculazione diretta a sopravvalutare i settori coinvolti nella ricostruzione, acciaio e cemento innanzitutto.
Inoltre le paure legittime risvegliate dagli incidenti alle centrali nucleari potrebbero indirizzare l'interesse ai settori impegnati nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Più in generale si potrebbe verificare un reindirizzamento dell'attenzione da assets finanziari puri in grande spolvero negli ultimi tempi, come il trading sulle valute e sui debiti sovrani, a quelli che rappresentano l'economia produttiva.
Tutto questo se il mercato finanziario globale non è immarcescito del tutto nell'ultima crisi, evenienza sulla quale nutro moltissimi dubbi, in effetti, a mio parere, non si dovrebbe parlare più di mercato finanziario ma di cupola affaristica pervasiva globale.
Per quanto riguarda la borsa, anche se non me ne può calare di meno in tali frangenti, penso che questo sia l'ambito umano in cui il cinismo si manifesta alla sua massima evidenza, per cui mi aspetto che un tale disastro in una economia talmente sviluppata e ricca di infrastrutture da ricostruire dovrebbe scatenare una speculazione diretta a sopravvalutare i settori coinvolti nella ricostruzione, acciaio e cemento innanzitutto.
Inoltre le paure legittime risvegliate dagli incidenti alle centrali nucleari potrebbero indirizzare l'interesse ai settori impegnati nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Più in generale si potrebbe verificare un reindirizzamento dell'attenzione da assets finanziari puri in grande spolvero negli ultimi tempi, come il trading sulle valute e sui debiti sovrani, a quelli che rappresentano l'economia produttiva.
Tutto questo se il mercato finanziario globale non è immarcescito del tutto nell'ultima crisi, evenienza sulla quale nutro moltissimi dubbi, in effetti, a mio parere, non si dovrebbe parlare più di mercato finanziario ma di cupola affaristica pervasiva globale.