Oggi visita al mercatino di Corso del Popolo a Mestre, uno dei mercati già di per sé più tristi, ma oggi con il freddo e l'umido-piovoso davvero depresso, alle 14 già alcuni espositori se ne andavano.
C'era solo un'acquaforte di Guadagnino a 20 €. Guadagnino non mi piace, l'avrei comprato a 5, vabbè.
Alcuni amici espositori mi hanno comunque raccontato come il Comune di Venezia stia distruggendo i mercatini del suo territorio.
A Mestre ci sarebbe spazio coperto per raddoppiare il mercatino, ma non lo usano: usano, viceversa, mandare via gli espositori in eccesso, che, se vengono da lontano (e ne vengono
) spesso non trovano posto e sono sgarbatamente rimandati a casa.
Il terzo sabato del mese c'è un altro mercatino in centro, di meno di dieci banchi. Inizialmente riservato ai commercianti, è stato aperto agli hobbisti troppo tardi, e ora fa miseria (ciò non toglie che il sottoscritto vi abbia fatto nel 2015 alcuni buoni affari: ma è solo dovuto al caso).
Il mercatino della pescheria a Rialto fu riservato ai commercianti, ed ora è già morto, causa scarsa partecipazione. In generale i commercianti fanno la voce grossa contro i privati che vendono, salvo levare le tende appena fa loro comodo. Diciamo che la loro miopia, dal punto di vista commerciale, è più incredibile che mai. Tra Tafazzi e Fantozzi.
Poi ci sono leggi e regolamenti ad cazzum. Basti dire che solo nel Veneto vige la regola dei 6 mercati annuali per privato, con bolli e spese e prenotazioni scoraggianti. In più il solo comune di Venezia, del tutto illegalmente ed arbitrariamente, richiede che nella domanda annuale il richiedente dichiari che nessun altro componente della sua famiglia faccia la medesima domanda. L'ostacolo fu pensato per limitare i casi di famiglie intere dedite alla vendita, che così possono arrivare a 12, 18, 24 ... mercatini. Solo che il diritto al partecipare è personale, legato all'individuo, dunque non limitabile in tal modo.
Pur non avendo famiglia, mi sono sempre rifiutato nella mia richiesta (faccio 1 o 2 mercatini all'anno) di ottemperare a questo obbligo. Dietro la domanda specifico che si tratta di arbitrio, anche perché non si capisce quali sarebbero i criteri con cui viene scelto il componente della famiglia avente il diritto di partecipare. Il più veloce a presentare la domanda?
Il più grosso e violento ("se uno di voi osa farla gli spacco i denti")?
Di conseguenza il nostro pavido comune (che risulta responsabile anche per tutte le domande di stranieri o di provenienti da altre regioni) mi ha sempre concesso i bollini anche senza dichiarazione: fotocopiando il tutto ho pure aiutato una signora cui volevano affibbiare una grossa multa causa partecipazione anche della figlia!
In sostanza, con tale dichiarazione: 1) si limitano i diritti di chi è membro di famiglia numerosa - o anche solo di due persone, sfavorite senza copertura di legge rispetto al single - trasformando arbitrariamente un diritto del singolo in diritto familiare
2) Poiché tale richiesta la fa il solo comune di Venezia, stranieri, extraregionali e veneziani risultano sfavoriti rispetto a tutti gli altri veneti, anche qui senza uno straccio di copertura legale
3) Gli amministratori che hanno deciso questo dimostrano arroganza, ignoranza, disprezzo dei diritti dei cittadini e andrebbero appesi per i piedi alla colonna del Todaro.
Mi fermo qui. Scriverò al nuovo sindaco allegandogli il link di questo intervento.