Grazie x il sostegno. In effetti hai ragione , dovrei puntare di più su opere con firma.Sarebbe un acquisto più ragionato , ma talvolta faccio degli acquisti "compulsivi" sullo stimolo del momento , pensando di vedere un quid in quell'opera basandosi unicamente (e tristemente sopravvalutando) sul proprio istinto.
E' che qualche rara volta mi è andata bene in passato e allora ho troppa fiducia nei miei gusti.
Domani mi rifarò !
Buon weekend
Sergio
Ciao Sergio, come vedi dai post qui sopra anche chi è esperto in qualche campo è costretto ad andare con i piedi di piombo. Se hai scelto come tuo spazio la pittura (stampe, quadri, acquerelli ...) l'opzione prudente è il minimo che devi porre in atto.
Considera che anche se un'opera è piacevole, può essere
1 un falso, creato apposta per ingannare, e magari anche nei secoli scorsi, ce ne sono anche nella grafica, e occorre allora un catalogo ragionato e dell'esperienza.
2 una copia, buona o meno buona, che non è un falso perché non vuole ingannare, però intanto riflette ai tuoi occhi proprio molti aspetti della bellezza dell'originale
3 una riproduzione meccanica
4 una tiratura tarda (per le stampe)
5 un lavoro ritoccato ... ecc
1) falsi mi è capitato di incontrarne, passandoci talora vicino, basta ricordare il De Chirico di
@mantegna dell'altr'anno, e talora rischiando (ma ormai non rischio più, conviene rischiare sul sicuro, cioè quello che più conosci - e scusa l'ossimoro)
2) copie di artisti noti possono essere anche assai belle. Poi ci sono anche le copie di incisioni antiche, vedi Callot, che fu falsificato ancora lui vivo.
3) riproduzioni: non tutte mostrano uno sfacciato retino. A quel punto si guarda la carta, o i rilievi. Per esempio a fine marzo un amico ha preso a Piazzola un presunto disegno antico. Ho mostrato scetticismo, ma in effetti non si vedeva retino, e non potevo certo fare un assaggio di cancellatura su suo foglio ... che peraltro non presentava molto rilievo sul bianco e sembrava carta del novecento. Poi si è accorto che era una riproduzione. Ma ad offset, una specie di fotolitografia, per capirci. La riproduco qui
con i suoi timbri del Museo Correr
Peraltro, proprio sabato scorso ho visto gli ultimi progressi di un venditore nel creare i suoi falsi Belle Epoque, incredibili. E meno male che si confida con me ...
Inoltre, girano ottime fotoincisioni ottocentesche

che riproducono maestri più antichi, segnatamente Rembrandt: fortunatamente portano dietro un timbretto in tedesco (2 parole, non ricordo quali) e così sono una occasione per imparare a discriminare - in realtà il segno è un po' più grosso/grossolano. A Piazzola c'è uno di nome Nicola che ne ha ancora qualcheduna. 10 € l'una sarebbero già molti.
4) poi ci sono le tirature posteriori, e lì occorre intendersene, o magari consultare il catalogo ragionato, e prepararsi a cercare filigrane e dettagli vari. Hanno sempre un certo valore, ma, per esempio, il Liber Veritatis di Earlom dal Lorenese, che la nostra Lory ha censito su altro forum, ebbe due edizioni, una su carta vergellata del 700, una su carta "pastone" dell'800, e ti lascio immaginare quale sia quella che vale il doppio. Simile problema per le vedute romane del Vasi, per i Capricci di Gpya (12 edizioni!) ecc ecc
5) girano quadri ampiamente ritoccati in modo da renderli più commerciabili, magari più moderni, sempre più "piacevoli". In tal caso, anche se si ha una certa esperienza, che fa intuire molte cose, è utile usare la lampada di Wood, (solo che: chi se la può portare al mercatino?): e allora capita di vedere che il ritratto di un austero, invendibile militare con divisa e gradi appare sotto la contessa scollata in ghingheri che qualcuno ha pensato bene di apporre davanti a quel riuscito, gradevole paesaggio. Perché esistono graduatorie di vendibilità, per citare alcuni estremi un paesaggio col fiume, o con il mare, costerà il 20% in più che lo stesso con un prato al posto dell'acqua. Una giovine scollata vale ben più che un anziano febbricitante, una scena di ballo campestre si paga il doppio di una veduta guerresca con cadaveri in primo piano. Rare le eccezioni (Goya, per esempio, dove l'horror fa parte del menù).
Per non parlare delle stampe inserite in un quadro e ritoccate e verniciate sino a non potersi più distinguere come tali.
In conclusione, basta pensare che c'è sempre qualcuno che ne sa più di noi ... e che comunque i colpacci sono possibilissimi, come testimoniano molti rinvenimenti di questo 3d. Magari la cosa migliore è, come si diceva con Lory, far sì che siano i pezzi stessi a cercarci, e non noi a cercare le occasioni. Non è così difficile ...
PS a febbraio un mercante ha comprato a Piazzola un Capogrossi della serie Opale pagandolo 150 €. In effetti era assai sporco, il che ne riduceva il valore proprio a quel livello. Il mercante lo ha ripulito e ha cercato, scoprendo che dovrebbe portare il timbro a secco della Erker Presse, che però non c'è. Si è dunque convinto che sia un falso, però continua ad esporlo nel negozio e chiaramente vorrà venderlo.
