AGCOM, Corrado Calabrò e Michele Santoro

[center:0ffc8b9c03]Fine dell'occupazione abusiva delle frequenze [/center:0ffc8b9c03]


Prima riflessione: avrei preferito essere giudicato per questa mia esperienza da Ministro per quello che ho fatto, che ho potuto fare, che non ho potuto fare o che non sono stato capace di fare, per me stesso, per il partito dell’Italia dei Valori che ho rappresentato all’interno delle istituzioni, e invece mi tocca andare a casa perché alcuni personaggi in cerca d’autore hanno deciso di passare da una coalizione all’altra sfiduciando il Governo per motivi personali.

Dini perché non ha un posto a tavola, Mastella perché ha i problemi con la magistratura di Santa Maria Capua Vetere, lui e la sua famiglia, e quindi non gli sta bene.
E’ mai possibile che la politica italiana deve stare ostaggio, ricattata, da questi personaggi?

L’Italia dei Valori la prossima volta, anche per queste ragioni, se ne andrà per conto suo alle prossime elezioni, perché c’è necessità di un ricambio generazionale della classe politica: se non cambi le facce non c’è niente da fare, questi ti cambiano cappotto, destra, sinistra, e stanno sempre lì.

Poi vedrete che vi troverete Mastella ministro con il governo Berlusconi.

Vi ho voluto fare questa premessa perché ieri al Consiglio dei Ministri non si è parlato di molto, c’è stato un po’ il canto del cigno, e vorrei parlavi di due cose importanti accadute proprio ieri, di cui al Consiglio dei Ministri ho cercato di parlarne: la sentenza della Corte di giustizia europea per la vicenda Europa7 e la decisione dell’Agcom per la vicenda di Annozero.

C’è un problema di libera informazione nel nostro Stato, c’è un problema d’informazione malata.

Sapete perché la Corte di giustizia europea ha condannato lo Stato italiano?
Perché da almeno 20 anni il signor Di Stefano, che ha una televisione privata che si chiama Europa7, che aveva vinto la gara, non può fare televisione perché la sua televisione se l’è fregata Berlusconi con Rete4.

Formalmente tutto a posto, si è fatto fare di volta in volta una legge che gli serviva per dire che è tutto a posto: già a suo tempo i pretori italiani avevano detto che non era giusto quello che era stato fatto, e Craxi gli ha fatto un decreto legge apposta, e poi Gasparri ha fatto una legge, sotto il Governo Berlusconi, che gli serviva per fare copertura.

Adesso, la Corte di giustizia europea ha detto che la legge italiana in materia di informazione è una legge illecita sul piano europeo, che non assicura il pluralismo e che condiziona la vita democratica del paese.

Ne avesse parlato qualcuno, tutti i giornali e tutta l’informazione italiana ha detto che è solo un rilievo, che non vale niente, che tanto non cambia nulla.
Ma come?

Quando le sentenze ti fanno comodo cambiano, quando non ti fanno comodo non cambiano.

Questa idea stessa che le stesse sentenze della Corte di giustizia europea non vengano neanche prese in considerazione dalla nostra classe politica, rende necessario essere presenti dentro le istituzioni per cercare di cambiare la classe politica, altrimenti l’informazione non la cambi mai.


di Antonio Di Pietro
 

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