dimaraz
Forumer storico
rispondo a Tontolina sull'esempio "Panciafichisti".....pur condividendo le considerazioni su Alitalia, la storiella Euro/Dollaro è applicata in modo un pò incoerente, di parte e facilmente smontabile.
1) Si assume che il cambio Dollaro-Euro sia fisso o prefissato da un'autorità. Nella realtà questo non avviene...in quanto il controvalore è stabilito dal rapporto tra domanda e offerta. Quindi nell'esempio di cui sopra, quando i clienti di Dollaro volessero spostarsi e comprare da Euro...sarebbero costretti prima a convertire la loro moneta...e per ottenerla sarebbero costretti ad aumentare l'offerta creando automaticamente i presupposti per spostare la parita Euro /Dollaro a 1/0,95
2)Siccome gli operai di Euro. ...sono operai e non schiavi...hai voglia che appena realizzino un aumento di produttività non chiedano un contestuale aumento di stipendio, magari per quanto parziale, a compensazione della loro produttività
3)Il pagare sempre meno gli operai per mantere la competitività nei prezzi ha il "lieve" difetto di abbassare la ricchezza preesistente di un mercato...nel quale sarà poi anche + difficile continuare a vendere il pane (qualunque prezzo esso abbia)
4)Senza voler difendere "leghisti" o "stilisti della contabilità"....quella dei dazi è una soluzione magari volgare..e forse poco redditizzia nel lungo, ma resta l'unica "arma" nei confronti di chi tratta gli "operai" alla stregua di "schiavi". Personalemente troverei + giusto il "bloccare" effettivamente gli scambi con quei paesi...fintanto che non si adeguino ad 1 minimo di parametri. Il finto e provvisorio benessere che si crea nei paesi avanzati grazie allo smercio di prodotti a minor costo, alla lunga si tradurra nel crollo dello stato di "ricchezza" per lo spostamento della produzione nei paesi a basso costo. O non vorremmo mica pensare che il portare qualche Ferrari in Cina possa compensare l'importazione di tutti gli altri generi?
1) Si assume che il cambio Dollaro-Euro sia fisso o prefissato da un'autorità. Nella realtà questo non avviene...in quanto il controvalore è stabilito dal rapporto tra domanda e offerta. Quindi nell'esempio di cui sopra, quando i clienti di Dollaro volessero spostarsi e comprare da Euro...sarebbero costretti prima a convertire la loro moneta...e per ottenerla sarebbero costretti ad aumentare l'offerta creando automaticamente i presupposti per spostare la parita Euro /Dollaro a 1/0,95
2)Siccome gli operai di Euro. ...sono operai e non schiavi...hai voglia che appena realizzino un aumento di produttività non chiedano un contestuale aumento di stipendio, magari per quanto parziale, a compensazione della loro produttività
3)Il pagare sempre meno gli operai per mantere la competitività nei prezzi ha il "lieve" difetto di abbassare la ricchezza preesistente di un mercato...nel quale sarà poi anche + difficile continuare a vendere il pane (qualunque prezzo esso abbia)
4)Senza voler difendere "leghisti" o "stilisti della contabilità"....quella dei dazi è una soluzione magari volgare..e forse poco redditizzia nel lungo, ma resta l'unica "arma" nei confronti di chi tratta gli "operai" alla stregua di "schiavi". Personalemente troverei + giusto il "bloccare" effettivamente gli scambi con quei paesi...fintanto che non si adeguino ad 1 minimo di parametri. Il finto e provvisorio benessere che si crea nei paesi avanzati grazie allo smercio di prodotti a minor costo, alla lunga si tradurra nel crollo dello stato di "ricchezza" per lo spostamento della produzione nei paesi a basso costo. O non vorremmo mica pensare che il portare qualche Ferrari in Cina possa compensare l'importazione di tutti gli altri generi?