Sgamato il vero interesse francese, di Air France su Alitalia.... sgominare il concorrente primario commerciale e mondiale n. 1.... il MADE IN ITALY
leggete attentamente
le cose non dette, le clausole segrete e sottaciute
Il piano dei francesi: stroncare Malpensa per favorire Parigi
Scritto da Francesco Forte
martedì 25 marzo 2008
...Ha ragione Silvio Berlusconi ad affermare che le clausole con cui Air France vuole comprare Alitalia sono vergognose. Aggiunto che sono illegittime e che Cyril Spinetta, ad di Air France che pretende che il governo italiano le firmi, non è un imprenditore che vuole operare con i criteri economici del mercato, ma un aspirante monopolista e PadoaSchioppa che le approva un imprudente, che esorbita dai propri poteri.
Infatti, Libero ha pubblicato che nelle condizioni di vendita che il governo, proprietario di Alitalia, dovrebbe firmare c'è anche quella per cui l'Italia deve impegnarsi a non utilizzare i diritti di traffico internazionali che ha dato ad Alitalia, mediante accordi con Paesi comunitari ed extracomunitari, qualora essi non vengano più utilizzati da Alitalia.
In sostanza, noi dovremmo firmare un patto di non uso di tali diritti aeroportuali che andrebbe soprattutto a carico dello scalo di Malpensa.
Supponiamo che da tale scalo ci sia un volo per Mosca e che la nuova Alitalia di Air France Klm lo chiuda, perché non le interessa, essendoci voli concorrenti da Parigi, Amsterdam e magari Fiumicino. Ebbene, questo volo, secondo tale clausola capestro, non dovrà essere più fatto da nessun vettore, nonostante che lo consenta un accordo internazionale, strappato dall'Italia in cambio di concessioni reciproche all'altro Stato. In questo modo l'aeroporto di Malpensa viene messo fuori mercato, mediante una clausola firmata dallo Stato italiano, con un monopolista francese-olandese.
E se ci fosse una compagnia interessata a questo volo, che le consente di guadagnare e di portare turisti esteri nelle zone circostanti a Malpensa, che sono molteplici, essendoci le alpi e i laghi, oltreché città d'arte e di shopping, non lo potrebbe fare. Non solo ci perderebbe tale compagnia, ci perderebbe Malpensa, ci perderebbe il turismo alpino, dei laghi, delle città d'arte e ci perderebbe il made in Italy, che va al seguito.
Dove va a finire, così l'economia di mercato? E anche il traffico merci sarebbe impedito da questa clausola vessatoria che vìola leggi italiane ed europee. Sicché stupisce che essa sia stata scritta. Infatti questo patto di non concorrenza, appare illegittimo per la legislazione italiana antitrust, secondo cui sono vietate le intese tra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all'interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, anche attraverso attività consistenti nell'impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato, gli investimenti e ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento.
Un divieto analogo vale per la legislazione europea antitrust, con riguardo agli effetti sul mercato europeo. Ma questa clausola è anche di dubbia legittimità dal punto di vista dell'uso dei beni pubblici. Infatti questi diritti che si vorrebbero sterilizzare hanno un valore patrimoniale. Il governo, con questa clausola di non concorrenza, dovrebbe impegnarsi a non utilizzare tali diritti patrimoniali, qualora non vengano usati dai terzi a cui sono dati in concessione. Non mi consta che sia stata fatta una valutazione del valore economico di questi diritti patrimoniali, che verrebbero ceduti ad Air France a scatola chiusa, con la facoltà di non impiegarli, ossia allo scopo di metterli nel nulla. Può un ministro, può un governo firmare un documento con cui vieta a un aeroporto italiano di usare i propri scali, mediante un contratto fatto con una società estera?
Tutto ciò è aberrante perché non ha a che fare con l'economia di mercato, ma col suo opposto. E non ha a che fare con un uso economico dei beni pubblici, ma con la loro distruzione, a favore di terzi. Non mi pare che queste clausole possano essere firmate da un governo scaduto né dal solo ministro dell'Economia. Occorrono anche la firma del ministro delle Infrastrutture, dei Trasporti, degli Esteri e della Giustizia in quanto si coinvolge l'uso (o meglio il non uso) di aeroporti, il divieto alla concorrenza nei trasporti aerei, l'utilizzo corretto di accordi internazionali. Ma, al di là delle questioni giuridiche, non è questo il modo di gestire l'economia italiana. Se si vuole vendere o chiudere Alitalia, lo si faccia, ma non si impedisca agli italiani di fare concorrenza in Europa nei trasporti aerei, nei servizi aeroportuali, nel turismo e nelle attività connesse.
Da: libero.it