Alla cortese attenzione di Tashtego

Maddalena Corvaglia si lascia andare a rivelazioni hot sul suo rapporto col marito Steve Burns, chitarrista di Vasco Rossi. Al telefono con Selvaggia Lucarelli su radio m2o, confessa : "Mio marito va e torna dall'America per cui viviamo sempre la fase adolescenziale nel sesso. Lo facciamo tutti i giorni più volte al giorno, almeno due. Di solito consecutive. "Anche durante la gravidanza ero infoiata e dopo il parto non è cambiato nulla sia nella testa che nel fisico, che s'è riabituato subito. E infatti dopo che ho partorito, abbiamo aspettato giusto il tempo necessario per rifarlo, giusto il minimo sindacale. Forse una settimana".
Alla domanda: "Hai letto 50 sfumature di grigio?" ha replicato: "No, ma sebbene gli elementi coreografici del sadomaso tipo cuoio o legacci mi facciano ridere, l'atteggiamento forte del sadomaso mi piace. Schiaffi tutta la vita! Mi piace molto quando lui li dà a me ma se ci facciamo prendere dalla passione può succedere che io li dia a lui. Consiglio il libro "Fallo felice" a tutte le donne, altro che 50 sfumature!".
 
Gianpaolo Tarantini (G) ha conosciuto Berlusconi. Per la prima volta è stato suo ospite a Villa Certosa. E' una notte che lo manda in Paradiso. Il mattino dopo ha urgenza di raccontare al fratello Claudio (C) quel che ha visto.
C: Meh?
G: No vabbè... Claudio... non puoi capire!
C: Perché?
G: «Eh, non puoi capire. Cioè, uno che lo racconta dice che non ci crede. E' impossibile. La casa sono 100 ettari (...) c'erano 100, ma non i poliziotti, l'esercito proprio... Gente che girava con i motorini, sai tipo i film? Tipo quelli della malavita, con i motori da cross. Con i mitra e la pistola in mano per tutta la villa, per tutta l'isola (...) Ci hanno portato nell'anfiteatro dove stava lui e abbiamo preso l'aperitivo, io avanti abbracciato con lui. Cinquanta persone eravamo... Abbiamo fatto pure una cosa a piedi, tutti dietro, una specie di processione. Lui si fermava. Tutto buio, con la lampadina. Ogni tanto, ci faceva vedere le sculture, ci spiegava gli alberi. A un certo punto sento un rumore strano. Fa lui: "Guarda, guarda, guardate". Sento un rumore strano, ci indica una montagna».BERLUSCONI-CERTOSA C: «Il vulcano».
G: «Il vulcano! Che scende la lava...( pausa) Poi ce ne andiamo in un'altra zona, la zona delle giostre. Con la musica sparata sottofondo, quella del paese delle meraviglie. La giostra quella grande. Tipo quella che va Rebecca (la figlia di Tarantini, ndr) che gira con i cavalli. Arriva e fa: "Tutti sulle giostre, tutti sulle giostre!" Ci ha fatto salire sulle giostre. Sai, questo tratta tutti come degli schiavi (...) Poi entriamo in una specie di sala con un tavolo apparecchiato. Vabbè lui dice: "Vi dovete sedere così, tre donne e un uomo".
BERLUSCONI-CERTOSA E' malato. Io mi sono seduto di fronte a lui, accanto a me c'era Simona Ventura. Accanto a lui ci aveva cinque o sei donne (...) La gente cantava "Grazie Silvio, Silvio c'è, graaazie Silvioooo, Silvio c'è" (risata). E' pazzo proprio. Ci sediamo, ci fa sedere e inizia a fare un discorso di ringraziamento delle donne. Sempre ste' ***** di donne. Sesso, sesso, donne, sesso, donne che rompeva i coglioni (...) A un certo punto finiamo di mangiare e fa: ora dobbiamo fare una cosa. Noi uomini tutti seduti in fila e tutte le donne sul palco, a ballare per noi...e noi ce le vediamo (risata) siamo stati là, mbrijac a ciucc' tutt (tutti completamente ubriachi, ndr)» (...)
berlusconi-certosa7 C.: «Tu ci hai parlato?».
G.: «No... la malavita eh, non puoi capire proprio. Lui stava tutto di blu e con la giacca tipo smoking bianca, ma di una simpatia. E' pazzo proprio, cioè, ma non egocentrico...».
C: «E' malato eh?».
G: «È malato eh...è un dittatore proprio...».
 
Rischio di falsa testimonianza per il papà di Ruby
E' probabile che alla fine del processo i giudici trasmettano gli atti al pm affinché valuti la possibilità di procedere per falsa testimonianza nei confronti di M'hamed El Mahrugi il padre di Karima. Durante il dibattimento El Mahrugi ha continuato ad affermare di aver saputo solo dai media del rapporto che legava Ruby con l'ex premier mentre le prove, una telefonata tra il padre e la figlia, dimostravano il contrario. Il giudice Anna Maria Gatto per questo ha perso la pazienza sbottando in aula: «Non ci prenda in giro su quello che sapeva dei rapporti tra sua figlia e Silvio Berlusconi».
Il pm Antonio Sangermano ha letto infatti la conversazione intercettata tra padre e figlia il 30 settembre del 2010 in cui entrambi dicono di aver ordinato alla signora Zara, moglie di M'hamed e mamma di Ruby, di tacere alla polizia e alla comunità della conoscenza con Silvio Berlusconi, rilevando poi che il primo articolo apparve sui media solo il 26 ottobre. Alla fine il papà di Ruby ha cercato di cavarsela con una laconica affermazione: «Non volevo saperne nulla, è la verità».
In un altro passaggio della deposizione M'hamed ha anche aggiunto: «Cosa voleva mia figlia dalla vita? I soldi e io non li avevo».
 
Da esordiente giocava con i giovanissimi, è sempre stato un giro avanti con Perin, il portiere del Pescara. Quel cognome esotico non si è mai rivelato un ostacolo a livello giovanile, tra ragazzi non si fa mica caso a certi dettagli, ma per paradosso lo è diventato quando si sono accesi i riflettori. Ancora i tecnici rossoblu: «L'abbiamo segnalato alle nazionali Under 15 e Under 16, ma nessuno si faceva mai vivo. Poi abbiamo scoperto il perché, credevano fosse straniero».
 
Da esordiente giocava con i giovanissimi, è sempre stato un giro avanti con Perin, il portiere del Pescara. Quel cognome esotico non si è mai rivelato un ostacolo a livello giovanile, tra ragazzi non si fa mica caso a certi dettagli, ma per paradosso lo è diventato quando si sono accesi i riflettori. Ancora i tecnici rossoblu: «L'abbiamo segnalato alle nazionali Under 15 e Under 16, ma nessuno si faceva mai vivo. Poi abbiamo scoperto il perché, credevano fosse straniero».


Ocio a fargli pubblicita'... se Galliani si accorge che e' bravo lo baratta subito con una punta di qualche squadra di media classifica della serie B dell'Azerbajgian...
 
La folla, il caldo, l'emozione, chissà. Fatto sta che Nicola Zingaretti durante la conferenza stampa per la presentazione della sua candidatura alle prossime elezioni regionali, fa una piccola gaffe e, parlando, confonde il verbo imparare con insegnare. «A me hanno imparato che quando si fanno le scelte politiche e personali...», dice.
 
Nel 1936, di ritorno dall'Irlanda, Artaud venne arrestato, bloccato con una camicia di forza e, tornato in Francia, internato in diverse cliniche, dove sperimentò angoscia e fame, quindi cinquantuno cadute in coma da elettroshock nei successivi nove anni, fino al 1945. Nel settembre del 1945 Artaud di riferisce al suo internamento spiegando a Henri Parisot:

« Se otto anni fa sono stato internato e da otto anni mantenuto internato, questo dipende da una palese azione della cattiva volontà generale che a nessun costo vuole che Antonin Artaud, scrittore e poeta, possa realizzare nella vita le idee che manifesta nei libri, perché si sa che Antonin Artaud ha in sé mezzi d'azione di cui non si vuole che si serva, quando invece lui vuole, insieme a qualche anima che gli vuole bene, uscir fuori da questo mondo servile, di un'idiozia asfissiante e per gli altri e per sé, e che si compiace di questa asfissia. »

( Antonin Artaud [15])
Nel gennaio del 1943 fu trasferito alla clinica Rodez del dr. Ferdière, sperimentatore dell'"arte terapia" ma anche sostenitore dell'utilità della terapia elettroconvulsivante. In questo periodo Artaud iniziò a scrivere e disegnare su piccoli quaderni tascabili, convinto dell'esistenza imprescindibile di un nesso tra scrittura e disegno, rafforzato dal potere evocativo del suono delle parole. Ne è un esempio lampante la produzione di glossolalie e quella degli ultimi schizzi, sempre accompagnati da testo, ma soprattutto la creazione di gris-gris pour en revenr à l'homme, delle sorts datate che dovevano provocare effetti magici, parapsichiatrici, come fossero esorcismi o controfatture destinate ognuna a una persona specifica [16].
Nella primavera del 1946 Artaud lasciò Rodez e fu accolto a Ivry nella clinica del dr. Delmas che gli permise libertà di movimenti, così che poteva recarsi quasi quotidianamente a Parigi e mantenere i contatti con le persone a cui era legato: scrittori, artisti, uomini di teatro, tra cui Pierre Loeb, il quale suggerì ad Artaud di scrivere qualcosa su Van Gogh. Fu in questa occasione che Artaud ne commentò la mostra parigina, in un libro dai toni accesi, di denuncia contro la società e il sistema psichiatrico in particolare, responsabile, secondo lui, dell'alienazione dei folli, invidioso della genialità. Il libro "Van Gogh il suicidato della società" rispondeva aspramente all'articolo del Dr Beer Sa follie?, da poco pubblicato sull'ultima pagina del settimanale Arts del venerdì 31 gennaio 1947, interamente dedicata a Van Gogh e alla mostra tenuta all'Orangerie [17]:

« Van Gogh era uno squilibrato con eccitazioni violente di tipo maniacale, con scatenamenti brutali come manie rabbiose (forme miste di Kraepelin). Aveva una pesante eredità dovuta a una probabile specificità del padre, morto di un ictus apoplettico (il fratello maggiore era nato morto, quello minore morto demente); dal lato materno, dichiarò lui stesso di avere tare epilettiche. Sin dall'infanzia, attirava l'attenzione dei parenti per i suoi capricci, la sua caparbietà, ed accessi di collera violenti e convulsivi. »

« La sua mancanza di ponderazione mentale si rivelava nelle eccentricità: ingoia i colori, minaccia Gauguin e il dottor Gachet, esce di notte per dipingere alla luce di una corona di candele fissate sul cappello; ossessionato da idee di autocastrazione, si mozza il lobo di un orecchio. »

( Dr Beer [18])
Artaud scrisse il saggio con l'intento di denunciare una società dalla "coscienza malata", per riscattare il grande artista, Van Gogh, la sua pittura "forsennata", ma anche se stesso. Una leggenda, alimentata dallo stesso Pierre Loeb, vuole che quest'opera sia stata scritta nell'arco di due pomeriggi. Le date dei primi appunti, fine gennaio 1947, e quelle degli ultimi, inizio marzo 1947, smentiscono questa diceria [19].
Nel gennaio 1948 Artaud morì da solo nel suo pavillon, seduto di fronte al letto, con la sua scarpa in mano, forse per una dose letale del farmaco chloral.
 

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