Alla cortese attenzione di Tashtego

sembra che la canzone kalasnjikov di G Bregovic
significhi poco , di sicuro non è un inno alla guerra e al kalasnikov come avevo sperato :D


Cigani! Juris!!!

1-Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Devla, .....
Devla, .....
Devla, mi dzav te mange an(do) for?
Jek bar? kalashnikov
Kalashnikov
Kalashnikov
Kalashnikov, kalashnikov
Eeeeeeh...

Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja

Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Caje, suje, ajde, hopaaaaa



2- Da capo, ma con "Dalakovac..." musicale

3- Da capo (strofa mancante), finale:

Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil? ka ciudel?
Vov dil? ka ciudel? kana hi naj pala idir?

Zvoncici, zvoncici, cavro pistolcici
Caje, suje, ajde, hopaaaaa

Boom, boom....

Zoki, zorice, cavro bobonice
Caje, suje, ajde, hopaaaaa

Boom, boom....

Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Caje, suje, ajde, hopaaaaa

Boom, boom....

Zoki, zorice, cavro bobonice
Caje, suje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom....

Cigani ! Stoj !
 
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Ma spesso era lo stesso Degas che attirava l' attenzione dicendo che le donne erano la desolazione dell' uomo giusto e che lo faceva inorridire solo l' idea di avere una moglie che un giorno, messa davanti a un suo quadro, avrebbe potuto dire: "Quant' è carino!". Ad una signora che gli chiedeva perché dipingesse donne così brutte, aveva risposto: "Parce que la femme en général est laide, madame". Naturalmente era una "blague". Forse Degas aveva avuto un' infanzia difficile come si dice con la madre che era morta quando lui aveva 13 anni. Forse era impotente se si vuole fare qualche libera supposizione e riusciva solo a convogliare la libido e la curiosità attraverso gli occhi. Ma per chi voglia capire i suoi veri sentimenti verso le donne, è sufficiente anche una breve occhiata alle opere esposte alla National, novanta disegni pastelli oli e sculture. I temi, che una volta variavano dalle corse dei cavalli ai postriboli, si restringno al nudo, alle donne che fanno toletta e alle danzatrici. Più passano gli anni, più si accentua la nota tendenza in Degas (è stata definita "clinica" perché i dipinti sembrano eseguiti da un punto al di fuori della consapevolezza della modella) a cogliere i momenti impulsivi del corpo femminile, visto soprattutto di spalla, in modo da rendere l' energia e la spontaneità animale diciamo pure dei culi, la grazia dei rituali delle abluzioni e del pettinarsi. Sembra che Degas vedesse le bagnanti come "gatte intente a leccarsi" e che le spiasse come dal buco della serratura. Un voyeurismo che alcuni critici hanno cercato sempre di minimizzare, forse perché lo consideravano poco nobile. Bisogna però intendersi su queste immagini, che possono apparire il fresco e immediato prodotto di una rapida impressione. Degas aveva l' abitudine di copiare qualsiasi cosa, da Mantegna alle miniature mogol e anche da pittori meno dotati di lui, credeva che si dovesse prendere dalla vita non più che dai vecchi maestri. Una delle parti più interessanti della mostra è rappresentata dagli aggiustamenti di uno stesso soggetto, dalle continue geniali modifiche e varianti, in una ricerca incessante e non soddisfatta. Per molto tempo, lo sfumato di certe immagini, la non precisione dei contorni hanno indotto a far pensare che alcuni degli ultimi quadri non fossero stati finiti. Ma il vecchio Degas, che non aveva affatto perso la sensibilità ai colori, anche se la sua vista si era deteriorata, si era semplicemente liberato della nozione accademica del finito e andava verso altri lidi, differenti da quelli praticati in gioventù. Mi pare che sia stato il critico australiano Robert Hughes a dire che le sue bagnanti "viste dal buco della serratura, abbiano sanzionato la crisi del Nudo Ideale di cui l' ultimo grande esponente è stato l' artista che Degas riveriva di più Ingres. Essendo stato un accanito copista Degas fu anche un accanito collezionista. Nella sua casa di Parigi, al 37 Rue Victor Masse, il secondo piano era adibito ad appartamento borghese, dove riceveva i suoi sbalorditi amici in abito da sera e al terzo ad alloggio bohemien, ricoperto di stracci e di polvere in un disordine totale, con le modelle che giravano nude (Degas incoraggiava i visitatori a spargere la voce di orge, sempre per la sua tendenza alla mistificazione. Mentre è certo che si comportava correttissimamente con le modelle, contente di guadagnarsi il pane con un tale, riservato gentiluomo) il primo piano era riservato alla sua notevolissima collezione, esposta sempre alla National in una mostra laterale: Degas as collector, con quadri di Delacroix l' altro suo maestro insieme con Ingres e poi di Manet, Van Gogh e Gauguin. A dimostrazione che gli autentici artisti hanno sempre l' occhio più lungo dei migliori critici. di STEFANO MALATESTA
 

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