doncraudio
intellettuale stronzissimo
Torniamo indietro. Al primo anno del Laboratorio-bordello. Me ne stavo sul portone in camicia bianca e jeans. E passa quanto di più bello abbia veduto in vita mia. Alta, un metro e settanta, quasi bionda. Cesellata da un orafo. Certo incanto dantesco. Passa, si ferma un attimo, ci guardiamo. Le porgo una mano, la prende. La scorto dentro, mi segue. Sul palcoscenico vuoto, facciamo quello che dicono l’amore. Incantevole. “Parto domani. Per Israele. Ma non potevamo non perderci “. L’ho riaccompagnata ed è svanita così. Quasi aliena. Ecco, questo è il fatto più significativo della mi vita intiera.Questo fatto di esservi incontrati e amati come sotto dettatura...
Proprio così. Quegli incantesimi. Dieci, quindici minuti. Forse ci dicemmo il nome, ma lo dimenticammo subito.. Non era affatto una ninfomane. Una bellezza extraterrestre, capelli lisci, castano chiaro. Un sogno ebraico. L’episodio più importante, inclusa l’arte e tutto il resto. Perché quando sei nell’incanto sei l’incanto. Ti lasci fare. Due “oggetti smarriti”.
Proprio così. Quegli incantesimi. Dieci, quindici minuti. Forse ci dicemmo il nome, ma lo dimenticammo subito.. Non era affatto una ninfomane. Una bellezza extraterrestre, capelli lisci, castano chiaro. Un sogno ebraico. L’episodio più importante, inclusa l’arte e tutto il resto. Perché quando sei nell’incanto sei l’incanto. Ti lasci fare. Due “oggetti smarriti”.