Alla cortese attenzione di Tashtego

La realtà, ammettono i gestori di Tie Rack, è che la cravatta ha fatto il suo tempo. Anche il premier Cameron non se la mette più nemmeno quando deve incontrare Obama, e per le strade di Londra è davvero difficile vedere qualcuno che la indossa.
La moda ci ha abituato a improvvisi funerali e ad altrettanto rapide resurrezioni, ma questa volta sembrano non esserci speranze. Per sapere che cosa i giovani pensano della cravatta, basta guardare quei bambini inglesi che sono obbligati a indossarla con l’uniforme scolastica: la portano sulla schiena, o annodata con il più insolente dei nodi, o nascosta dentro la camicia. Le aziende che sono più note ai ragazzi, come Amazon, Google, Microsoft, eBay, hanno liberato da tempo i dipendenti dall’obbligo della cravatta e anche gli uffici più tradizionalisti hanno adottato il «casual Friday», il venerdì in cui ci si può vestire come si vuole.

Se la moda o l’abbigliamento avessero qualcosa di razionale, bisognerebbe ammettere che non ci sono molte ragioni per portare una cravatta e che pochi accessori sono più scomodi. Eppure gli uomini la indossano da quattrocento anni, da quando i mercenari croati di Luigi XIV sfilarono per Parigi con i loro foulard annodati al collo, subito adottati dal re e dalla corte con il nome di «sciarpa croatta», poi sintetizzato in «cravate».

Nel corso dei secoli, la cravatta è diventata il modo migliore per farsi un’idea di una persona quando la si incontra. Se è allentata sul collo, se è troppo corta, se il nodo è malfatto, se non c’entra nulla con il resto dell’abbigliamento - per tacere di quando è sporca - ci comunica una sensazione di disordine e di inaffidabilità, un avviso a essere diffidenti. Sono stati ovviamente gli inglesi a farne il capo più significativo di un uomo elegante.

Quasi tutti i nodi della cravatta hanno nomi inglesi, dal semplice Four In Hand ai sette passaggi del St. Andrew, fino agli otto dell’ingombrante e impossibile Windsor. Negli Anni 20 era considerato un accessorio casual e lo si indossava per giocare a golf, cavalcare o scalare montagne. O per sottolineare l’appartenenza a un club, o a un reparto militare.

Le Regimental a strisce che vanno dalla spalla sinistra al fianco destro possono essere portate con noncuranza ovunque, ma non in Inghilterra, dove sono ancora usate per sottolineare un’appartenenza. Un distintivo preso così sul serio che quando a New York Brooks Brothers decise di imitarle, per rispetto disegnò le strisce dalla spalla destra al fianco sinistro. La cravatta è la più inutile delle cose che portiamo addosso, ma ci mancherà.
 
Il pistacchio potrebbe aiutare a combattere il diabete di tipo 2. Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia metabolica caratterizzata da glicemia alta. Si differenzia dal diabete mellito di tipo 1 in cui vi è una carenza assoluta di insulina.
Il diabete di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi di diabete con il restante 10% dovuto principalmente al diabete mellito tipo 1 e al diabete gestazionale. L’obesità è considerata la causa principale di diabete di tipo 2 nei soggetti che sono geneticamente predisposti alla malattia. Il diabete di tipo 2 viene trattato inizialmente con l’aumento dell’esercizio fisico e con modifiche nella dieta. Se, tramite queste misure, i livelli di glucosio nel sangue non vengono adeguatamente controllati, può rendersi necessaria la somministrazione di farmaci come la metformina o l’insulina.
pistacchio1.jpg
Ma andiamo a descrivere lo studio: il pistacchio, oltre ad essere buono, riduce il rischio di contrarre il diabete del tipo 2. Lo dice una ricerca portata avanti dall’Epirdem: in particolare sarebbero proprio i semi del pistacchio ad avere una azione diretta in tal senso. Il diabete del tipo 2, insorge a seguito di stili di vita errati. Lo studio dimostra come una manciata di frutta a guscio al giorno riduca addirittura del 28% l’incidenza di malattie cardiovascolari come infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare. I pistacchi, insieme a una dieta sana, possono contribuire ad abbassare il colesterolo e alzare il livello di antiossidanti. La parola “pistacchio” deriva, attraverso l’arabo (fustuaq), dal persiano (pesteh). Il termine siciliano festuca o fastuca con il quale si indica sia la pianta che il frutto prodotto, deriva direttamente dalla parola araba. Dunque potrebbero aprirsi nuovi scenari che vedono una dieta con la presenza del pistacchio essere quasi una terapia di elezione per combattere l’insorgenza del diabete del tipo2.
 
Berlusconi era il "regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne" che "dava il via al cosiddetto bunga bunga, in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i desideri dell'imputato, ossia per fargli provare piaceri corporei". I giudici spiegano che il bunga bunga, "come chiarito dalla stessa El Mahroug" Karima, ossia Ruby, consisteva in "balli con il palo da lap dance, spogliarelli, travestimenti e toccamenti reciproci". Spiegano quindi che "a tale preludio faceva poi seguito la notte ad Arcore con il presidente del consiglio in promiscuità sessuale, ma soltanto per alcune giovani scelte personalmente dal padrone di casa tra le sue ospiti femminili. Certo è che, fra queste, egli scelse El Mahroug Karima in almeno due occasioni".
 
Non è twerking e non è esibizionismo. E’ un bacio, tra due ragazzi di 14 e 15 anni. Che ora rischia di costare loro la prigione. E’ successo in Marocco. E ne avevamo parlato qui, spiegando come quel bacio fosse finito su Facebook attraverso una fotografia postata da un amico dei due ragazzi che potrebbe anche lui finire in carcere.
Ieri Anonymous e gli hacktivist di tutto il mondo hanno organizzato una Tweet storm (una tempesta di Tweet) in supporto ai due ragazzi al grido di #nadorkiss.
Il processo inizia domani, il 22 novembre, e la speranza è che la comunità internazionale si attivi per salvare questi ragazzi accusati di atti osceni in luogo pubblico. Gli impuati dopo una settimana sono stati scarcerati in attesa della sentenza. Ma c’è il timore che il governo faccia pressione per un verdetto punitivo che sia di “esempio” a tutti.
nadorkiss.png
In un comunicato stampa Anonymous ha scritto
E’ una grave ingiustizia contro questi teenager. [...] Se questi ragazzi non avessero postato la foto su Facebook sarebbero stati arrestati? Probabilmente no.
I governi di molti paesi del Medio Oriente infatti hanno paura che i social network diventino un mezzo politico per promuovere il progresso e per rivendicare il rispetto di diritti umani troppo spesso ignorati. Un tema già emerso con le rivolte della Primavera Araba.
 
Rosalinda: «Non voglio più toccare un bicchiere. A 45 anni so che se sono nata un girino di sei mesi, e non sono ancora morta, un motivo c'è. I nostri genitori ci hanno avuti troppo presto. Ricordo l'odore della pelle di una tata, Celestina, e poco quello di mia madre, perché quando sono uscita dall'incubatrice un problema di salute l'ha costretta solo a guardarmi. La mancanza d'amore fa disastri, per questo da ragazzina leggevo Schopenhauer e mi tagliavo. Fino a Simona sono stata autodistruttiva, piena di cicatrici, compresse e vodka, sempre più vicina al di là che al di qua. Se sono rimasta in piedi, è stato per incontrarla ».
simona borioni e rosalinda celentano foto de blasio per vanity fair «Il tradimento dell'aspettativa dei genitori », e le sue conseguenze, per lei sono arrivati molto prima che per Simona. «Oggi i miei hanno fatto un salto in avanti, soprattutto dopo che sono finita in comunità, ma a 18 anni dovetti scappare di casa. Mia madre era autoritaria, severa. Mi sorprese a baciare un'amica. Pianse, mi chiese dove avesse sbagliato, disse: piuttosto che una figlia "così" - ma usò quel termine per me orrendo che è "lesbica" - meglio una stanza vuota. Disse pure che a darmi il resto ci avrebbe pensato mio padre in villa. La punizione fu dura. Mi consegnò anche una lettera di venti pagine che partiva da Adamo ed Eva e dalla religione per decidere che ero un'anormale».
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto