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venerdì 17 aprile 2015

LEGGE ELETTORALE: DISCIPLINA DI PARTITO O FEDELTA' ALLA COSTITUZIONE?





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Ieri sera da "Santoro", gli intervenuti si sbrodolovano discettando sui vari atteggiamenti che potrebbe (o già avrebbe potuto) assumere Bersani (e, grosso modo, la sua "componente") per opporsi ad una legge elettorale che lui stesso aveva definito un "pericolo per la democrazia" o un "problema di autoritarismo", che dir si voglia (come poi gli ha fatto giustamente notare Travaglio).
E, in effetti, come qui abbiamo più volte evidenziato, la proposta di legge elettorale, a iniziativa governativa (il che costituirebbe già in sè un'anomalia costituzionale), detta "Italicum", risulta quanto di più simile si possa ricordare, per contenuti e circostanze parlamentari di adozione, alla famigerata legge Acerbo: come potrete verificare, ricorso alla "fiducia" incluso.

Ora, l'arroccamento di Bersani sul vincolo di appartenenza "politica" - peraltro, dichiaratamente, ormai scollegato da qualsiasi valore ideologico comune!-, e sulla conseguente disciplina di partito, per giustificare in anticipo un voto favorevole a questa legge- e questo anche al di là della posizione della "fiducia" da parte del governo-, risulta fallace su una questione fondamentale, descrivibile nei seguenti punti:


- se la nuova legge elettorale riproduce e semmai aggrava (secondo il parere della maggioranza dei costituzionalisti) la gran parte dei vizi rilevati dalla Corte costituzionale nel dichiarare la illegittimità costituzionale della precedente legge elettorale (predeterminazione "partitica" dei probabili eletti, senza possibilità di effettiva scelta da parte degli elettori; maggioritario che accoppia soglie di sbarramento e premio di maggioranza, determinando una limitazione della libertà ed eguaglianza del voto dei singoli cittadini - art.48 Cost.- forse ancora più grave che nel caso della legge dichiarata incostituzionale che si vuole sostituire);
- se vale anche e specialmente per chi sieda in parlamento, come eletto per esercitare la più delicata delle funzioni pubbliche democratico-rappresentative, il principio fondamentale dell'art.54 della Costituzione:
"Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge"
- se dunque il famoso (spesso citato a sproposito) art.67 Cost., "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato", è perciò una precisazione circa la salvaguardia della libertà di autodeterminazione del parlamentare, contro le gerarchie di partito (o gli eccessivi legami del parlamentare con interessi delle clientele elettorali locali), confermando il suddetto, prioritario, obbligo dell'art.54 Cost., di cui presuppone la comprensione;

ne discende che, a fronte della consapevolezza, comunque dichiarata, della palese incostituzionalità della legge elettorale oggi all'esame parlamentare, debba prevalere IN QUALSIASI PARLAMENTARE l'obbligo di fedeltà alla Costituzione che è la prima e più importante "legge" che i membri delle Camere devono osservare, per poter essere fedeli alla Repubblica, non alterandone l'essenza democratica, e per poter affermare di svolgere la proprio funzione pubblica elettiva "con disciplina ed onore".

In altri termini, quando ci si trova a dover votare un atto legislativo che contrasti la Costituzione, ponendo in pericolo la stessa pienezza della democrazia - date le infinite e gravi ricadute sull'assetto della libera democrazia che ha obiettivamente la legge elettorale, non a caso accomunata alla materia costituzionale dallo stesso art.72, comma 2, della Costituzione- il parlamentare non può invocare alcun vincolo di disciplina di partito.
Se vota egli è prima di tutto, e deve sentirsi "soltanto", chiamato ad esercitare una funzione pubblica costituzionale.

La legittima invocazione della disciplina di partito, infatti, si ferma e si circoscrive alle occasioni di espressione del voto che non siano in conflitto con l'obbligo di fedeltà e di rispetto della Costituzione, risultando (detta disciplina) solo strumentale e mai un valore o un fine "in sè": cioè la disciplina del gruppo parlamentare, nell'esercizio del voto, attiene alla funzionalità e correttezza etica dell'azione parlamentare che non può sottrarsi, per convenienze personali, non trasparenti ovvero localistiche, al dovere di far funzionare il procedimento legislativo secondo modalità che riflettano con correttezza le aspettative del rispettivo elettorato.

Ma non si può MAI presumere di rispettare le aspettative dell'elettorato e di garantire la funzionalità del parlamento, quindi non si può mai richiamare l'appartenenza e disciplina di partito, quando si tradiscano i ben più importanti "disciplina e onore" nell'esercizio delle funzioni pubbliche che, sempre e comunque, devono essere volte nell'interesse della Nazione, e quindi al rispetto e al rafforzamento della democrazia quale disegnata dalla Costituzione.

E questo dovere di esercizio della funzione politico-rappresentativa di votare sempre e solo per garantire, prima di tutto, il rispetto della Costituzione, vale ovviamente per qualsiasi parlamentare, appartenente a qualsiasi gruppo o partito.

Di fronte alla legalità costituzionale, che è garanzia primaria della democrazia sostanziale, ogni e qualunque disciplina di partito recede come un valore subordinato, strumentale e inferiore.


Pubblicato da Quarantotto a 09:48 3 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest










mercoledì 15 aprile 2015

WELFARE, SPESA PUBBLICA, PENSIONI E CRESCITA: INGANNO SENZA FINE






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1. Dunque, secondo Eurostat, l'Istat dell'Unione europea, l'Italia ha una delle più basse spese pubbliche pro-capite in €uropa.




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Capirete, dunque, che un paese che si trovi a "dover" riprendere a crescere per poter far quadrare i conti, - cioè, in soldoni, a dover avere un PIL finalmente in crescita (dopo tre anni consecutivi di recessione indotta da manovre fiscali) per garantirsi un gettito crescente e rispettare i limiti di deficit strutturale di medio termine (flessibilizzati dall'UEM)- non "dovrebbe" procedere a tagli della spesa pubblica.
Neppure per garantire un'attenuazione della pressione fiscale che, peraltro, è proclamata a voce...ma non risponde alle attuali indicazioni del DEF.
Come potere vedere qui, effettuati corretti ed elementari calcoli sul rapporto tra PIL e entrate dello Stato (che, a onor del vero, non includono soltanto quelle tributarie, sebbene le privatizzazioni tendano a intaccare notevolmente le altre voci di entrate, in specie da dividendi):


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2. Riassuntivamente, secondo il DEF, le entrate complessive, (incluse quelle extratributarie), aumentano sia nel 2015 che nel 2016 (e negli anni seguenti), ma la pressione fiscale rimarrebbe inalterata nel (solo) 2015 per poi riaumentare negli esercizi seguenti.
La pressione fiscale invariata del 2015 in rapporto al PIL sarebbe da attribuire ad una (più o meno) proporzionale crescita di quest'ultimo: una crescita prevista in un "circa" +0,7, ma che il DEF pare attestare su un valore nominale oggettivamente superiore, 23 miliardi, senza che sia chiaro quale sia il tasso di inflazione medio ritenuto attendibile nel 2015.
Su questo aspetto, l'ultimo dato Istat ci dice che a marzo l'inflazione è postiva, sebbene sia un modesto +0,1 sul mese precedente, rimanendo pur sempre a -0,1 sull'anno precedente (cioè sul mese di marzo 2014).


L'aumento nominale del PIL dunque compenserebbe, all'interno del rapporto, l'aumento del gettito.
Negli anni seguenti, la pressione fiscale aumenterebbe per un maggior carico tributario superiore alla prevista crescita del PIL (tutta sulla carta e da verificare nei fatti, già alla fine di quest'anno).


3. E dunque, per trovare la verifica di attendibilità di queste previsioni, ritorniamo alla questione della "crescita" (che poi sarebbe un'uscita dalla recessione).
Ma come può essere realizzata questa clamorosa inversione?


Non ce lo dice Gutgeld, in un'intervista a piena pagina su "Il Messaggero" di oggi. Ci dice solo che "la crescita è più alta di quanto non fosse stato previsto a settembre", mentre (questo sì) "si è verificato un calo dei tassi di interesse sul debito" (dovuto alle aspettative e poi all'inizio delle operazioni di acquisto BCE).


Il punto, al di là della giustificazione contabile del "tesoretto" da destinare alle più varie iniziative di sostegno alle consuete "fasce deboli" (che votano a fine maggio...), è che nel DEF di aprile sono stati inseriti 10 miliardi di tagli della spesa.
Diciamo subito che, rispetto ai saldi previsti dalla legge di stabilità e relazionati ad ottobre alla Commissione europea, si tratta di un "alleggerimento": in quella sede i tagli ammontavano a 15 miliardi.
Nell'intervista, peraltro, la domanda posta a Gutgeld obietta che non si tratta di 10 miliardi di "risparmi" (così vengono denominati i tagli alla spesa pubblica, prefigurando un effetto positivo che non c'è affatto in termini di PIL), essendo stati inseriti in questo ammontare "la lotta all'evasione e la riforma delle detrazioni fiscali".


4. Rimodulata in questo modo, cioè facendo quadrare i saldi del 2015 in base a un aumento delle entrate tributarie - perchè lotta all'evasione e diminuzione di detrazioni (e sicuramente "deduzioni") a questo equivalgono-, la manovra, molto confusamente avviata con la legge di stabilità, appare certamente (un po') meno recessiva.
Con l'avvertenza che questo vale se le maggiori entrate, sostitutive dei tagli, siano aggiuntive rispette a quelle altrimenti previste nella originaria legge di stabilità.
Le varie voci tributarie (a livello di imposizione centrale, non degli enti territoriali, attenzione!) della legge di stabilità le avevamo analizzate sempre qui: slot machines, previdenza integrativa e una prima quantificazione della "lotta all'evasione fiscale" in 3,8 miliardi.
Ne dovremmo dedurre che quest'ultima voce dovrebbe essere ulteriormente incrementata. E andare, con tale incremento, ad aumentare la pressione fiscale unita alla voce della riduzione di detrazioni e deduzioni.


Dunque: 5 miliardi di consolidamento fiscale mediante taglio della spesa salterebbero per via dell'aumento del PIL e, quindi, della base imponibile e del relativo gettito "naturale", nonchè della diminuzione dei tassi di interesse sul debito: questa voce dava nel primo trimestre del 2015 un risparmio di circa 800 milioni che, a voler essere ottimisti, dovrebbe portare a un risparmio annuale intorno ai 3 miliardi.
Se ne deduce che un paio di miliardi (di minori tagli) sarebbero da attribuire ad una crescita maggiore dei pochi decimali previsti a settembre: per la precisione a settembre la previsione era di un +0,6 di PIL 2015.
Ne deduciamo, ulteriormente ma necessariamente, che i saldi vengano già ora stimati sulla base di una crescita persino maggiore dello 0,7 recato nel DEF di aprile 2015: calcolando una pressione fiscale effettiva "approssimativa" intorno al 50% (cioè quella che incide sul PIL emerso e non sul PIL ricalcolato col "nero", che è esentasse per definizione), la crescita sarebbe superiore di circa 0,4 punti di PIL rispetto alla nota di aggiornamento del DEF di settembre. quindi già ora si "manovra" sulla base di una crescita del PIL 2015 intorno al +1%!


5. Prendiamo atto che l'intera impostazione ATTUALE della politica fiscale si orienta ad una filosofia diversa da quella della originaria versione della legge di stabilità (e con la nota di aggiornamento di settembre), molto meno orientata al taglio della spesa pubblica e più sull'aumento delle tasse.
In parte ciò è positivo, per la crescita, dato che, come sappiamo l'incidenza sul PIL del taglio della spesa ha un moltiplicatore pressocchè doppio rispetto a quello dei (nuovi) tributi di misura equivalente.
Non sappiamo se questa diversa impostazione sconti coscientemente il teorema di Haavelmo (per cui, in sostanza, il moltiplicatore della spesa pubblica è doppio rispetto a quello della imposizione fiscale).


Nondimeno i tagli alla spesa pubblica ci sarebbero comunque, nel corso del 2015 e aggiuntivi, cioè dei quali ancora non abbiamo avvertito gli effetti (di contrazione del PIL). Come li abbiano stimati e quantificati in concreto, non è mai molto chiaro, essendovi una sovrapposizione di norme derivanti da una pluralità di manovre compiute negli ultimi anni i cui effetti sono pluriennali (a cominciare dai vari tagli lineari che, non essendo eseguibili automaticamente nell'esercizio in cui sono previste le relative norme, continuano a produrre effetti, come pure le norme di rinegoziazione dei contratti di spesa in corso, che richiedono un'attivazione delle amministrazioni nel tempo).


6. Una cosa la si può dire: che la diminuzione dei tagli alla spesa non sarebbe determinata dalla maggior crescita sebbene proprio il contrario.
Diminuire, sia pure in pareggio di bilancio, cioè compensando con maggior tasse, i tagli della spesa è piuttosto alla base di una maggior crescita o meglio di una minore contrazione del PIL rispetto alle previsioni...
Rimane il fatto, però, che una parte dei minori tagli è giustificata dalla crescita (cioè da un ipotetico maggior gettito su un maggior PIL), cioè in modo autonomo dalla stesso risparmio sugli interessi sul debito pubblico.
E tutto questo costituisce una vera e propria scommessa. Una sorta di serpente che si mangia la coda: se il PIL non crescesse di 1 punto nel 2015, e questo lo capiremo specialmente nella seconda parte dell'anno, - quando saranno più intensamente attuati sia i maggiori carichi tributari sia i tagli aggiuntivi comunque previsti-, ci sarebbe un inevitabile buco nei conti pubblici.
E se alla Commissione non andasse bene, com'è certo, visto che siamo già sul crinale della flessibilità consentitaci (che ci consente un deficit a -2,6, laddove avrebbe dovuto essere almeno al -2,4, secondo i criteri del fiscal compact), ciò significa che nella seconda parte dell'anno dovrebbe essere introdotte delle misure aggiuntive. Che avrebbero l'effetto di ridurre ulteriormente la domanda interna, facendo fallire qualsiasi previsione attuale di crescita, rischiandosi anzi un ritorno in recessione.
Nonostante il QE e il supposto boom esportativo che, per lo più, è stato finora uno "SBOOM" delle importazioni.


7. Un'ultima notazione: Gutgeld, nella stessa intervista, fa cenno alla possibilità di introdurre flessibilità nel pensionamento, consentendone l'anticipazione rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero.
Più precisamente, Gutgeld parla di ricorrere al "contributivo".
In sostanza, si allude chiaramente alla possibilità di ricalcolare le pensioni attualmente erogate abbassandone il livello con l'applicazione retroattiva del contributivo anche su chi avvesse avuto un calcolo della prestazione in tutto o in parte col retributivo.
A questo va aggiunto che l'anticipazione del pensionamento così suggerita si accompagnerebbe naturalmente con una drastica riduzione dei corrispondenti trattamenti per i presunti beneficiari (facciamo il caso degli "esodati" e simili lavoratori espulsi in tarda età dal lavoro, ma non ancora abbastanza vecchi per andar in pensione regolarmente).

8. Ecco che rispunta un possibile ed aggiuntivo taglio della spesa. Non ancora quantificato e non ancora previsto.

In sostanza, per rendere sostenibile un allargamento dei pensionati si ridurrebbero, ricalcolandole, le pensioni in attuale godimento e si attribuirebbero ai neo-semi-baby-pensionati delle pensioni piuttosto basse.
L'ostacolo, ci dice Gutgeld, sarebbe la Commissione europea che considererebbe questo allargamento come foriero di deficit e quindi fuori dai limiti della flessibilità consentita. Cosa un po' contraddittoria, visto che uno sforamento di deficit si avrebbe comunque, con molta probabilità, se la crescita del PIL non fosse nella misura attualmente stimata (cioè nel quasi 1% messo nel carniere), e mancassero le relative entrate (facciamo di qualche decimale di PIL se non addirittura del tutto, cioè 0,5, se la crescita fosse pari o vicina allo 0).
Ma non è questo il punto, cioè non è quanto lo sforamento di deficit sia consentito solo sulla carta e sulla base di calcoli aleatori (stocastici, appunto).
Il punto è che, non si comprende perchè ci sarebbe, in una revisione delle pensioni così congegnata, ulteriore deficit.
Tanto tolgo tanto attribuisco: la copertura teoricamente ci sarebbe; in sostanza pensioni più basse per tutti, in un gigantesco giro di conto in cui il futuro degli anziani sarebbe complessivamente peggiorato.


9. Ma forse la spiegazione è proprio nella natura di posta attiva delle pensioni rispetto al bilancio dello Stato, che abbiamo visto qui, attestata da studi seriamente condotti su flussi di entrata a titolo di contribuzione assommati, correttamente, a flussi di tassazione alla fonte sulle stesse pensioni.
Quello che ne deriverebbe, infatti, è una diminuzione delle entrate tributarie sulle pensioni in godimento ricalcolate, unita ad una diminuzione dei contributi che non verrebbero più versati dai nuovi pensionati. Che, a loro volta, sarebbero fruitori di pensioni così basse da non dare un gettito tributario corrispondente a quello che si perderebbe sulle pensioni ricalcolate al ribasso col contributivo (questo è chiaramente desumibile dalla diversa incidenza delle aliquote marginali).
A ciò sarebbe da aggiungere che anticipare il pensionamento, pare del tutto orientato a consentire nuove assunzioni sui posti che si renderebbero vacanti sul mercato del lavoro (cfr; p.5): l'effetto sarebbe che i nuovi occupati, presumibilmente "giovani" o disoccupati di lungo corso, sarebbero assunti col jobs act in inquadramenti iniziali o comunque meno retribuiti di quelli dei neo-pensionati.


10. E siamo sempre al processo deflattivo del mercato del lavoro: l'effetto fiscale sarebbe anche qui, alla fine, quello di un buco nelle entrate.
Minori trattamenti economici dei neo-occupati sostitutivi di quelli precedenti, con minori entrate fiscali e minori contributi.
E siccome il sistema è a ripartizione, il complesso del ridisegno "todo-contributivo" del sistema pensionistico assommato al neo-mercato del lavoro "flessibile", sarebbe quello di mettere in pericolo l'attuale sostenibilità non solo del sistema stesso ma anche quella dei conti dello Stato che, dall'attivo attuale di oltre 24 miliardi derivante da contributi e tasse in eccesso rispetto all'ammontare della spesa pensionistica effettivamente erogata, si avvantaggiano considerevolmente.


11. A questo vanno aggiunti i consueti problemi demografici, per cui i nuovi nati, quand'anche in ipotesi super-ottimistica, fossero tutti in grado di essere impiegati, e non rimanessero disoccupati nella maggioranza, apparterrebbero a millesimi di nascite molto più scarse di quelle dei baby-boomers, comunque andati in pensione.
Dovendosi avere a che fare con la realtà, il sospetto è che la ricalibratura del sistema pensionistico oggi ipotizzata, serva soltanto a sedare un po' di scontento per la disoccupazione di massa dei giovani e ad accelerare l'insostenibilità di un sistema in cui diminuisce la quota di popolazione attiva e la disoccupazione strutturale rimane invece alta.
E questo per effetto programmatico delle politiche fiscali improntate alla "piena occupazione" di stampo €uropeo, quella del 10,5% strutturale di disoccupazione in pareggio di bilancio.
Ma, divenuto il sistema insostenibile, si aprirebbe la strada a obbligatorie misure di copertura, con nuove tasse, nuovi tagli e anche nuova disoccupazione, nel consueto ciclo deflazionistico al ribasso.














Pubblicato da Quarantotto a 13:46 4 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest










martedì 14 aprile 2015

LE INCROLLABILI CERTEZZE...STOCASTICHE (SULLA CRESCITA) DEi T€CNOCRATI IRRESPONSABILI



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1. Vi dico subito che "stocastico" significa aleatorio, casuale, probabilistico.
Se ci aggiungo un "dynamic" sto precorrendo l'andamento delle probabilità legate alle variabili prescelte e, quindi, affermo una certa riduzione delle "improbabilità" della previsione che formulo, appunto, col mio modello stocastico e dinamico di equilibrio (ma pur sempre basato sulla risultante di una miriade di scelte microeconomiche compiute da una serie aperta di agenti razionali...).
Insomma, trapela un certo ossimoro logico-lessicale.
Se poi ci aggiungiamo l'idea implicita che tutto tenda a un certo "equilibrium" naturale, postulato come incontestabile in funzione di una propensione ideologica a vedere la società, ne esce una serie di previsioni regolarmente sballate.


Il fatto è che con queste previsioni, in €uropa, ci governano: e mica con metodo partecipato e ampiamente discusso nei parlamenti e nelle piazze (più o meno virtuali)!
No, ci governano con fare altezzoso e accusatorio, colpevolizzandoci costantemente dei loro stessi errori di previsione, che hanno portato agli effetti disastrosi delle scelte da ESSI stessi effettuate (in base ai loro errori di previsione).
Capirete che non può andare così all'infinito.
Qualcuno potrebbe non essere d'accordo e accorgersi della stranezza di questo potere tecnocratico-dogmatico-tolemaico e, principalmente, del tutto irresponsabile di fronte a coloro su cui riversa i suoi errori.


E infatti, qualche sospetto inizia a manifestarsi, come vedremo dalla rassegna di giornalismo anglosassone che segue.
Ma non in Italia: qui nessun dubbio o tentennamento. Anzi, fede cieca ed assoluta, obbedienza granitica e fanatica, tributate al vertice tecnocratico e richieste, con perentorietà spazientita, alla "base" degli zotici, colpevoli in rerum natura, che saremmo noi.
Questi i risultati italiani (e ci limitiamo a quelli previsionali).


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http://it.adviseonly.com/blog/capire-la-finanza/educazione-finanziaria/le-allegre-previsioni-di-crescita-del-pil-del-governo-italiano/


2. Come vi stavo accennando più sopra, mi ha colpito, leggendo il Financial Times del 13 aprile, una serie di articoli, cosparsi nelle varie pagine, tutti incentrati su un tema ricorrente: la crescita mondiale che non decolla.


Si comincia a pag.4, con un articolo intitolato "Stop and go global recovery risks stalling".
Tradotto: "la ripresa mondiale a singhiozzo rischia lo stallo". Si comincia coll'evidenziare che, secondo uno studio promosso congiuntamente dal Brookings Institution e dallo stesso FT, la previsione di crescita tenuemente migliorativa nei paesi avanzati, è controbilanciata dalla debolezza nei mercati emergenti.
In entrambe le aree ci si trova di fronte a una crescita "impedita" (stunted growth). E si fa riferimento al Tracking Indices for the Global Economic Recovery, c.d. Tiger Index, che indica come le misure delle attività dell'economia reale, dei mercati finanziari e la fiducia degli investitori siano rapportabili con le loro medie storiche nell'economia globale e in ciascun paese.
Il Tiger growth index per le economie avanzate è migliorato leggermente da quando il prezzo del petrolio si è quasi dimezzato nella seconda parte dello scorso anno, indicando una certa ripresa dei consumi delle famiglie in Europa e in Giappone. Ma, si aggiunge, queste deboli economie ancora devono fare strada prima di mostrare quello slancio di cui normalmente godono in fase di oscillazione verso l'alto dell'economia.
Negli Stati Uniti, soggiunge l'articolo, c'è evidenza di un dato debole nel primo trimestre dell'anno con un rallentamento della crescita dell'occupazione. Secondo il prof.Eswar Prasad (del Brookings Institute), "la forza persistente del dollaro e l'onere del dover portare l'economia mondiale sulle proprie spalle può pesare sull'economia statunitense".
Direi che non è che significhi molto in termini esplicativi, questo commento di Prasad; tant'è vero che lo stesso,a dimostrazione di una vocazione mainstream che non pare proprio riuscire a spiegare nulla, alla fine dell'articolo, se ne esce così: "L'urgenza delle riforme strutturali appare essersi dissipata, con molte economie che contano sulle politiche monetarie espansive e tassi di cambio indeboliti per sostenere la crescita e contrastare le pressioni deflazionarie".
Nessuna sorpresa: la crescita, secondo questo tipo di approccio neo-liberista, consegue esclusivamente alle riforme, cioè a flessibilizzazione del lavoro e privatizzazioni statali, con finanziarizzazione ulteriore delle economie.
Che tristezza...


3. Ma subito dopo, a pag.8, un nuovo articolo affronta il tema con questo taglio: "US and Eurozone growth seem to converge".
E ci segnala il quasi repentino cambiamento delle previsioni di crescita rispettivamente di USA e UEM: il "consensus" di marzo, infatti, accreditava la crescita USA di un +3,1 per il 2015 e 2,9 nel 2016. A sua volta, l'eurozona era accreditata di una crescita solo dell'1,4 per quest'anno e dell'1,7 nel 2016.
Tuttavia, Gavyn Davies stima ora che la crescita annualizzata degli USA sia ora al 2%, in diminuzione dal 2,5% di un mese fa, e dal 4% di questo autunno. Nel frattempo, nell'eurozona la crescita annualizzata è portata all'1,7% per il 2015, dall'1,3 di un mese fa.
La spiegazione di questa convergenza di crescita, ridotta ad un mero 0,3% di differenziale, è attribuita al collasso dei prezzi del petrolio, al deprezzamento dell'euro ed alla pur tardiva ripresa di paesi in crisi dell'eurozona come Spagna e Italia.
L'articolo prosegue attribuendo buona parte dei meriti alla nuova politica monetaria "aggressiva" della BCE. Laddove la Fed, di fronte ai segnali di indebolimento, dovuti a debito eccessivo e a debole propensione all'investimento, avrebbe ben poche ragioni di aumentare i tassi di interesse. L'articolo conclude che parlare di "stagnazione secolare può essere un'esagerazione. Ma non eccessivamente grande".


3. Insomma questi due articoli non ci dicono poi molto di concreto, ma ben più di "rivelato dell'inconscio collettivo" (del mainstream): si tratta di gente disorientata di fronte alla proprie stesse stime di crescita. Con il sospetto di non riuscire a farle correttamente se non quando ci si trova di fronte all'inevitabile smentita della realtà.
Ma senza alcun sospetto che, piuttosto, la capacità i previsione di questo "consensus" mainstream sia falsata da qualche marchiano errore di impostazione.


E, a coronamento di questo (mancato) sospetto, nella pagina seguente, Munchau parla proprio del fatto che "Macroeconomists need new tools to challenge consensus".
Non so se sia un caso o meno la contemporanea uscita di questa serie di articoli in un'unica edizione del FT, ma, di certo traspare come un certo disagio stia prevalendo, almeno negli ambienti anglosassoni, nel doversi regolarmente presentare con previsioni di crescita clamorosamente sbagliate, per eccesso, alle fine di ogni anno.
E sappiamo che la stessa preoccupazione non pare albergare nelle fila degli espertoni nostrani, tutti "spaghetti-liberisti" e straconvinti che le riforme strutturali del lavoro e il taglio selvaggio della spesa pubblica siano le risposte adeguate per sfruttare i fantomatici vantaggi dell'euro indebolito e del petrolio dimezzato.


4. Munchau, dicevamo, cerca di dare una spiegazione sistemica a questo fenomeno di previsioni regolarmente toppate, che è ormai evidente a tutti; se non altro perchè esso è strettamente correlato alla altrettanto errata formulazione di diagnosi e terapie.


Parte dal descriverci il dibattito tra Lawrence Summers e Paul Bernanke sulle cause del rallentamento economico (rispetto alle attese di crescita, sicuramente). Il primo, com'è noto, parla di Stagnazione Secolare (quella citata alla fine del precedente articolo commentato), mentre il secondo, più ortodossamente, si appella a eccesso di risparmio rispetto agli investimenti.
E di entrambi gli approcci abbiamo già parlato, evidenziando come, quando si trattò di affrontare la crisi del '29, gli stessi fenomeni fossero in realtà entrambi connessi nella visione (keynesiana) di economisti come Alvin Hansen (che, infatti, proprio sull'equilibrio della sotto-occupazione, connesso alla mancata trasformazione del risparmio in investimento, aveva parlato per primo di "stagnazione secolare").
La parte interessante del discorso di Munchau è che egli sottolinea come la cronica instabilità dell'economica globalizzata ponga una sfida per la macroeconomia contemporanea, alla quale questa non pare presentarsi con gli strumenti adeguati. Almeno per quanto riguarda gli strumenti dell'attuale ortodossia neo-classica che domina (per lo più) incontrastata.
E Munchau fa specifico riferimento al cosiddetto modelllo di Equilibrio dinamico generale stocastico (Dynamic Stochastic General Equilibrium; DSGE).


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Questo modello, prosegue, era congegnato per avere a che fare con perturbazioni imprevedibili come uno shock tecnologico (ed infatti, tutt'ora, molta parte della crisi si tende a riportarla a problematiche di innovazione e automazione tecnologiche: non senza una certa forzatura, ossessivamente legata al versante supply side ed alla sociologia internazionalista che gli fa da complemento). Tuttavia, aggiunge M., il DSGE (e altri modelli della neo-macroeconomia classica) non sono stati in grado di spiegare e prevedere gli shock che abbiamo effettivamente subito, la crisi finanziaria, le insolvenze e la deflazione.
Il problema sta già nella (consueta) supposizione di base di questi modelli: che esista un unico equilibrio macroeconomico e che ad esso debba riportarsi invariabilmente l'economia dopo uno shock.
Dopo aver ulteriormente evidenziato le falle di questa impostazione (costruire modelli complessi che però non incorporano la nozione di non linearità e di caos; l'idea di spazi illimitati, che non contempla l'ipotesi dei persistenti tassi a zero, costituente un limite invalicabile contrario agli assunti di partenza delle teorie dominanti), M. ci dice che i macroeconomisti del mainstream, avendo fatto l'investimento di una vita sul modello DSGE, proseguono cercando di accomodare i loro modelli ("tinker"= rabberciare)...ma con la speranza che nessun governante li utilizzi mai.
E questo, aggiungiamo, ovviamente fuori dall'Europa (e specialmente fuori dall'Italia).
Ed infatti, M. aggiunge che "sfortunatamente, molte istituzioni hanno utilizzato" questi modelli. E fa l'esempio della BCE, il cui utilizzo del modello DSGE ha prodotto persistenti previsioni eccessivamente ottimistiche.


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5. Ed ecco che la connessione tra i vari articoli sul FT si salda su un punto inquietante: ma non tanto per chi, come chi conosce questo blog, già ha evidenziato che di previsioni non ne azzeccano una, quanto per, diciamo, ESSI.
Cioè inquietante per la governance mondiale ed €uropea che, come traspare da un importante organo non certo "avverso" come il FT, appare percorsa, sia pure con un'enorme e piuttosto rigida titubanza, da qualche serio dubbio sulla propria capacità di prevedere, analizzare, diagnosticare.


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Il problema, come abbiamo visto è che, se, da parte dei decidenti governativi, in USA o, per altri versi, in Giappone, questi modelli sono tranquillamente messi da parte per un, più o meno coerente, approccio più empirico o, diciamo, teoricamente "pluralista" (nel bene o nel male), in €uropa la tecnocrazia neo-liberista (DSGE-dogmatic), non solo governa saldamente ex cathedra, ma ha a disposizione automatismi normativi inarrestabili (perchè internazionalizzati) che si impongono alle decisioni legislative dei policy makers dei singoli Stati (svuotate così di ogni autonomia) per rendere immutabili e incontestabili le proprie terapie (sbagliate).
 

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Usa: le élite si preparano per “qualcosa di grosso”

Quale disastro naturale potrebbe essere tale da costringere l’interruzione di tutte le operazioni alla Federal Reserve di New York?
NEW YORK (WSI) – Pare che la Federal Reserve di New York si prepari a una calamità di grandi dimensioni. La preoccupazione è tale da spingere il trasferimento di personale a Chicago e la costruzione di un ufficio succursale.
Inoltre le autorità federali statunitensi hanno previsto lo svolgimento di “esercizi di addestramento” inusuali in tutta la nazione.
Quale disastro naturale potrebbe essere tale da costringere l’interruzione di tutte le operazioni alla Fed della Grande Mela? Potrebbe trattarsi di semplice paranoia delle autorità.

Fatto sta che nella storia degli Stati Uniti nella città di New York non si è mai verificato un disastro naturale così grave da portare alla sospensioni delle attività della banca centrale cittadina per un periodo prolungato.
Il tutto mentre il Dipartimento della Difesa americano ha deciso di comprare 62 milioni di set di munizioni che di solito sono usate per fucili semi automatici AR-15 e che verranno utilizzate in sessioni di addestramento.
A rendere la situazione ancora più strana è la notizia secondo cui dopo dieci anni dalla sua chiusura, il sito nelle Rocky Mountains di Cheyenne ospiterà nuovamente le apparecchiature più avanzate di comunicazione dell’esercito americano. Il commando aerospaziale nordamericano (NORAD) si sposterà nel Colarado per far si che i server e i sensori più sensibili del Pentagono siano al riparo da eventuali attacchi di impulsi elettromagnetici (EMP).

La settimana scorsa la Difesa ha stretto con Raytheon un contratto del valore di $700 milioni per chiedere la supervisione delle operazioni del NORAD e del commando del nord (USNORTHCOM), incaricato di proteggere il territorio statunitense e fornire sostegno alle autorità locali e federali.
Spendere 700 milioni di dollari per tornare in una montagna solo perché il luogo è al riparo dagli impulsi elettromagnetici, è una motivazione che deve destare qualche sospetto.
Fonte: Reuters – Tratto da Wall Street Italia
Da un’altro sito web, Zero Hedge, solitamente ben informato, oltre a quanto riportato sopra, apprendiamo altre notizie preoccupanti:
……..Le autorità degli USA hanno programmato una serie di inusuali “esercizi di addestramento” per tutta la nazione.
Tutti questi movimenti sono indicativi del fatto che qualche cosa potrebbe accadere o si tratta soltanto di normali manovre?
Il primo luogo focalizziamo la questione della Federal Reserve di New York.
Che tipo di disastro naturale sarebbe sufficientemente forte per far bloccare completamente le operazioni della Banca Federal Reserve di New York?
Senza dubbio si dovrebbe trattare di un avvenimento molto grande ed inusuale.
Bene sembra che la Federal Reserve di New York stia molto preoccupata del fatto che tale avvenimento potrebbe verificarsi.
Secondo l’agenzia Reuters, la FED di New York ha provveduto a trasferire personale da New York a Chicago ed ha costruito un ufficio parallelo che entrerebbe in funzione nel caso in cui un disastro naturale rendesse impossibile la prosecuzione delle normali operazioni a New York.
Questa manovra a molta gente sembra normale ma, a molti altri, è sembrata realmente strana.
In tutta la storia degli USA, non si è mai verificato un disastro naturale nella città di New York che sia stato tanto catastrofico da annullare tutte le operazioni della FED di New York durante un prolungato periodo di tempo.
Così ci si domanda perchè le autorità siano così preoccupate?
Realmente è difficile immaginare che tipo di disastro naturale potrebbe far decidere di chiudere la FED di New York durante un periodo di tempo talmente prolungato .
Un altro strano evento che ha fato parlare l’altra settimana è stato quello del massiccio acquisto, da parte del governo USA, di munizioni che si utilizzano normalmente per i fucili automatici AR-15, Così come le ha descritte il giornalista Paul Joseph Watson in un recente articolo….

La domanda in questo caso è perchè gli agenti delle Dogane e Protezioni delle Frontiere degli USA necessitano di tanti milioni di proiettili con la finalità generica di “addestramento”?
Una terza questione ha richiamato l’attenzione in queste ultime settimane ed è stata il ritorno del NORAS (Comando di Difesa Aerospaziale) alle vecchie istallazioni sotterranee nelle Cheyenne Mountain, un fatto di cui si parla nell’articolo che fa riferimento alla preparazione in vista di un possibile attacco elettromagnetico.
Ricordiamo che questa base all’interno delle montagne fu abbandonata come centro del NORAS nel 2006, dovuto agli alti costi di manutenzione e tuttavia, 10 anni dopo, il Pentagono decide di ritornare in quella sede, sotto il pretesto ufficiale che la Cheyenne Mountain si trova in un sito meglio protetto in vista di un possibile attacco Elettromagnetico che potrebbe distruggere le reti informatiche e le comunicazioni digitali, cosa che potrebbe accadere in forma naturale per causa di una tormenta solare, o di forma artificiale, per causa di un attacco nucleare elettromagnetico, che si potrebbe provocare mediante una esplosione nucleare a grande altezza.
Occorre sottolineare che il costo totale di questo trasferimento dalla base abbandonata di recente corrisponde a circa 700 milioni di dollari.
Questi non sono gli unici movimenti strani che stanno vivendo negli USA negli ultimi mesi.
I media alternativi degli USA, sono sovra eccitati davanti alle quantità di strani “esercizi di addestramento” dell’Esercito USA, programmati di recente in tutto il paese.
Uno di quegli esercizi si sta realizzando nello Iowa, tale e quale come lo indica la web del 13 Whotv.com.
Tutti questi esercizi si producono nel mezzo della polemica che riguarda il grande assieme delle manovre che hanno inondato le reti nordamericane queste ultime settimane.
Stiamo parlando delle manovre chiamate “Jade Helm”, una serie di “esercizi i guerra non convenzionale”, nei quali gli stati del Texas e dello Utah sono designati come “territori ostili”…
Certamente questi esercizi stanno provocando un certo grado di allarme in alcuni media alternativi nordamericani, che li considerano come i preparativi per la possibile proclamazione di una Legge Marziale negli USA.
Nonostante che non esista alcuna prova che alimenti questi sospetti, a volte paranoici e senza fondamento, risulta indicativo che le manovre dell’esercito si accentrino, non nel combattere nemici esterni, ma sul come controllare la popolazione civile.
Da ultimo, un altro degli indizi che hanno causato un certo stupore negli ultimi giorni, è stato la chiusura improvvisa di cinque grandi centri commerciali della gigantesca catena Wall-Mart, tale e quale, come si indicava in un precedente articolo. (……………………….).
La parte più curiosa della questione è che tali chiusure si sono prodotte simultaneamente ed a causa, presumibilmente di problemi di idraulica in tutti questi centri avvenuti in tutti i casi, con la chiusura programmata per 6 mesi.
Di fatto la chiusura è stata tanto improvvisa che i lavoratori sono stati licenziati in un solo pomeriggio con solo il tempo di portarsi via i loro effetti personali.
La questione ha sollevato molti dubbi ed interrogativi in proposito.
Cosa potrebbe costituire una grave minaccia per gli stati Uniti? Alcuni esperti si riferiscono all’ERP, che significa un attacco di impulsi elettromagnetici, che potrebbe essere attuato, secondo l’ex direttore della CIA, James Woolsey, il quale ha diffuso la preoccupazione di una possibile bomba atomica che i nemici degli USA potrebbero far esplodere in orbita sopra gli Stati Uniti, bomba che metterebbero fuori uso le reti elettriche ed informatiche.
Quali sono i nemici temibili per gli USA? Arriva pronta la risposta: la Corea del Nord, la Russia di Putin e, naturalmente, l’Iran. Quest’ultimo giudicato il più pericoloso. Lo sostiene il prof. Peter Vincent Pry, israelita, direttore di un Istituto (Homeland Security) che scrive su un giornale on line Aruts Sheva (giornale dei coloni ebraici) e che risulta abbia collaborato con organismi della CIA.
La minaccia di un imminente attacco dell’Iran, non è nuova ed è stata pubblicizzata già da oltre un mese da ambienti israeliti-americani, interessati a far fallire le trattative sul nucleare dei 5+1 che si sono tenute a Losanna. Sembra ovvio che la lobby filo israelita negli USA stia facendo di tutto per demonizzare il pericolo dell’Iran che rappresenta il maggior nemico di Israele.
L’altro possibile grande nemico degli USA è la Russia di Putin che potrebbe, nella narrazione dei “neo cons”, una volta messa alle strette dall’accerchiamento militare della NATO, attaccare gli USA nei suoi centri nevralgici.
La popolazione nordamericana potrebbe risvegliarsi un’altra volta dopo un grande evento tipo 11 Settembre che, come già accaduto, potrebbe giustificare una nuova campagna di guerre per “esportare la democrazia”.
Il mondo ha già dato per le guerre americane ma, per i responsabili di Washington, forse non è mai abbastanza.
Fonte: Zero Hedge
 
E' in arrivo un reset della Finanza Globale: è in corso un accordo tra tutte le Banche Centrali...
Pubblicato su 17 Aprile 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in ECONOMIA
sitsshow
InfoWars
trd Sa Defenza

E' in arrivo un reset senza precedenti nei mercati finanziari mondiali, e se avete prestato attenzione è impossibile ignorarne i segnali. In realtà i mega fondi di investimento, i governi e le banche centrali stanno segretamente comprando e immagazzinando oro in previsione di un evento che lascerà il dollaro come moneta di riferimento, diviene di fatto moneta inutile e governi di tutto il mondo sono alla ricerca di un nuovo meccanismo di valuta globale, secondo dirigente minerario Keith Neumeyer.
Ma prima che il reset accada, Neumeyer, che di recente ha fondato la First Mining Finance e ha collaborato con investitori di patrimoni miliardari alternativi come Eric Sprott e Rick Rule, dice che i creditori stranieri devono prima ridurre la leva finanziaria del loro debito in dollari USA, una mossa che accade in questo momento e dimostra la recente forza del dollaro.

Una volta che i detentori del debito USA e rilasciano le loro posizioni, allora, sarà consentito il crash del dollaro, si deve preparare un riallineamento finanziario, economico e monetario totale.




Le Banche Centrali ora acquistano oro ... che è cosa abbastanza unica ... non lo abbiamo mai visto nel corso della nostra vita ... sono sempre stati venditori di oro mentre ora divengono acquirenti di oro ... Penso che ci sarà un reset della finanziario ...
Penso che alla Cina è stato permesso dal governo americano di accumulare oro di proposito... Credo che i cinesi debbano possedere almeno la stessa quantità che possiedono gli Stati Uniti prima di questo reset possa avvenire. Penso che ci sia un qualche tipo di accordo che è stato fatto tra tutti le banche centrali stanno dietro le quinte e che è per questo che stai vedendo governi accumulo del metallo.
Credo ci sarà una sorta di nuova moneta creata per il sostegno ... e potrebbe non essere supportata direttamente dal metallo prezioso... ma sarà una sorta di miscela di valuta .. potrebbe avvenire attraverso ... Diritti Speciali di Prelievo il DSP ... o qualche tipo di meccanismo simile... penso sia la strada che stiamo percorrendo.
E quando si verifica il ripristino penso che all'oro sarà lasciato libero di aumentare il valore ... e non sarei affatto sorpreso di vedere l'oro salire a tre ... quattro ... cinque mila dollari per oncia nel corso dei prossimi cinque anni.
Poiché il prezzo dell'oro è stato soppresso per consentire ai governi e banche centrali di accumularne a buon mercato, Neumeyer vede opportunità nel settore minerario e per questo la sua ultima creazione la mineral bank projet si è attivato ad acquisire asset minerari in tutto il mondo.

E anche se gli esperti dei media tradizionali occidentali sostengono che la recente forza del mercato azionario statunitense e dl dollaro USA sono la prova che la ripresa economica ha preso piede, mentre, Neumeyer dice esattamente il contrario di ciò che vediamo stia accadendo.

Il motivo per il recente aumento del valore della valuta di riserva del mondo, suggerisce, che è il risultato della massiccia liquidazione di debito degli Stati Uniti in quanto gli investitori privati e ​​i governi di tutto il mondo vanno di fretta ma sanno che presto sarà disponibile una via d'uscita:



La forza del dollaro mostrata recentemente è un fatto di breve durata. Gli Stati Uniti son così pieni di debiti là fuori che i governi se ne stanno sbarazzando, convertendo tutto il debito a debito locale ... effetto che sta provocando un enorme domanda di dollari in vista della conversione, quindi tutta questa ripresa del dollaro è fondamentalmente una riduzione della leva finanziaria nei suoi confronti ... non riesci a vedere che la storia si rivela in tutto Nord America.
Una volta che il mondo riduce la leva finanziaria rispetto al dollaro USA... sostanzialmente poi il dollaro va in crash e sarà l'inizio di questo nuovo reset.
Tutto, ovviamente, è top secret, ma, come spiega Neumeyer, la maggior parte dei giocatori influenti coinvolti conoscono esattamente cosa stia succedendo e stanno compiendo le loro mosse in questo momento per garantire la sopravvivenza al reset finanziario successivo:

L'accumulo d'oro che si sta verificando ... è oro al di fuori del sistema ... non si sentono a riguardo ... questi sono i grandi fondi sovrani, questi sono fondi governativi, si tratta di banche che acquistano il metallo prezioso ... sono intimamente coinvolti nel settore e sanno cosa sta succedendo....
Sicuramente i governi del mondo e le Banche Centrali di tutto il mondo stanno attuando performance sul debito degli Stati Uniti. Stanno cercando di acquisire il debito che è causa della pressione al rialzo sul dollaro.

Se Neumeyer ha ragione, e tutti i segni suggeriscono che la sua valutazione è precisa, la recente forza del dollaro sarà di breve durata. Una volta che la riduzione della leva finanziaria di governi e banche centrali è stata completata sarà scatenata una tempesta economica, finanziaria e monetaria che cambierà il tessuto dell'ordine globale.

Le conseguenze sono difficili da prevedere, ma dato che queste entità stanno comprando oro, è come se la vita dipendesse da questo, la nozione di un oncia del metallo prezioso oggetto di valutazione a $ 5.000 per oncia non è fuori questione.



Tratto da:Sa Defenza

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Ceo JP Morgan agli azionisti: "Ci sarà un'altra crisi"
Pubblicato su 19 Aprile 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in ECONOMIA
Eventi sempre diversi tra loro, "ma l'anatomia di come si sviluppano ha dei tratti in comune". Nessun investitore è al sicuro.

NEW YORK (WSI) - Nella sua lettera annuale agli azionisti il Ceo di JP Morgan ha lanciato un monito molto chiaro: ci sarà un'altra crisi.

"Alcune cose non cambiano mai - ci sarà un'altra crisi e il suo impatto si sentirà nei mercati finanziari", ha scritto Jamie Dimon.

A fare scatenare la prossima crisi non saranno gli stessi fattori delle ultime due, ma poco importa. Arriverà e non sarà piacevole.

"Le crisi sono diverse tra loro, ma l'anatomia di come si creano ha dei tratti in comune".

In tali contesti, ha avvertito il top manager che era al comando della banca americana durante l'ultima crisi dei mutui subprime che ha causato una recessione altrettanto grave come quella vissuta dagli Stati Uniti durante la Grande Depressione degli Anni 30, "nessun investitore è al sicuro".

Dimon, 59 anni, dice che la volatilità riscontrata l'anno scroso nel mercato dei titoli di Stato Usa è un segnale di allarme per gli investitori e che la prossima crisi potrebbe essere esacerbata dda una carenza di bond.

Il top manager sottolinea come quanto avvenuto lo scorso 15 ottobre, quando i renidmenti sono scesi allo 0,4% in seguito a uno sbalzo dei prezzi "senza precedenti", avrebbe conseguenze gravi in un altro contesto, magari più nervoso. I Treasuries dovrebbero essere infatti i titoli più stabili e sicuri in circolazione.

(DaC)


Tratto da:http://www.wallstreetitalia.com

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combattimento, velivoli da guerra, vicino oriente, wahhabismo, Yemen
George Soros: mago imperiale e agente doppio

aprile 19, 2015 1 commento

Heather Cottin, Covert Action Quarterly, 9 dicembre 2003
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAuroraSì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza del Mondo.”(1) Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere dell’egemonia degli USA nel mondo. Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono in parte responsabili della distruzione del socialismo in Europa dell’Est e nell’ex URSS. Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina. Ha preso anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello smantellamento della Jugoslavia. Mentre si da arie da filantropo, il ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale assicurando la promozione del proprio profitto finanziario. Le operazioni commerciali e “filantropiche” di Soros sono clandestine, contraddittorie e coattive. E, per ciò che riguarda la sue attività economiche, egli stesso ammette che non ha coscienza, in quanto capitalista è assolutamente amorale.Maestro della nuova arte della corruzione che inganna sistematicamente il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo ascoltano. È stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech Jaruzelski.(2) Sostiene il dalai lama, il cui istituto si trova a Presidio, San Francisco, che ospita, tra l’altro, la fondazione diretta dall’amico di Soros, l’ex dirigente sovietico Mikhail Gorbachev.(3)
Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in Europa centrale e dell’Est. L’amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha speso più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4) Congiuntamente con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free Europe/Radio Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni al Caucaso e in Asia.(5) Soros è il fondatore e il finanziatore dell’Open Society Institute. Ha creato e sostenuto il Gruppo Internazionale di Crisi (GIC) che, tra l’altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia. Soros lavora apertamente con l’Istituto Americano per la Pace – un organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA. Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros era all’interno e teneva un discorso davanti il Forum economico mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d’una “società aperta”, unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama e altri.
Chi è questo tipo?
George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così lontani dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella Germania nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento del trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London School of Economics, subì l’influenza del filosofo Karl Popper, un ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un opera o un articolo di Soros che non obbedisca all’influenza di Popper. Nel 1965, Popper inventò lo slogan della “Società aperta”, che si ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La filosofia di Popper incarna perfettamente l’individualismo occidentale. Soros lasciò l’Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove, negli anni ’60, inventò i “fondi di copertura”: “I fondi di copertura soddisfacevano gli individui assai ricchi (…) I fondi in gran parte segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani (…) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L’ammontare degli ‘impegni’ mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano: ‘le voci circolavano a proposito d’una situazione di acquisto che, grazie agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a sbrigarsi a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni degli operatori di copertura.“(7)
Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete. Negli anni ’70, le sue attività finanziarie scivolavano verso “l’alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (…) Soros iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d’investimento nell’immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in media all’anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue speculazioni sulle monete. (…) Nel 1997, si vide assegnare una distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato, Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese.”(8) È attraverso tali “giochetti” finanziari clandestini che Soros divenne multimiliardario. Le sue società controllano l’immobiliare in Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la credenza generale che i suoi amici più potenti l’abbiano aiutato nelle sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che economiche.(9) George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l’economia tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò: “consideriamo George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue del popolo.”(11) I cinesi lo chiamano “il coccodrillo” per i suoi sforzi economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e perché le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di dollari di profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e Malese.(12) In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere “denaro dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina”, aveva risposto: “Quando voi speculate sul mercato finanziario, non badate alle preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo d’affari ordinario. (…) Non mi preoccupo di questioni morali nel mercato finanziario.”(13)
Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d’essere ben considerato dagli altri: “I commercianti di monete seduti nei loro uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande quantità. L’effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (…) debbano controllare la vita di milioni di persone.“(14) È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in ribasso poco prima della fine della società. Il futuro presidente liquidò quasi un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i quel modo per avere “influenza politica“.(15) Soros é ugualmente un partner della tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata nel 1987, la “più importante società privata per azioni del mondo”, che gestisce più di 12 miliardi di dollari, é diretta da “un vero pugno mondano di ex dirigenti repubblicani“, dall’ex membro della CIA, Frank Carlucci, fino al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il Carlyle Group trae la maggior parte delle sue entrate dalle esportazioni di armi.
La spia filantropa
Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere il socialismo in Europa dell’Est. Finanzia degli individui suscettibili di cooperare con lui. Il suo primo successo, l’ottiene in Ungheria. Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale direttamente all’interno del governo ungherese. In seguito, Soros si volse alla Polonia, contribuendo all’operazione Solidarnosc, finanziata dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L’URSS venne dopo. Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella dell’Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud, la CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia e in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire dalla Fondazione nazionale per la Democrazia, l’AFL-CIO, l’USAID e altri istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli stessi tipi d’individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La CIA li chiamava i suoi “assi nella manica”. Come dice Soros: “in ogni paese ho identificato un gruppo di persone – certe sono delle personalità di primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia fede…“(16) L’Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci, kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l’Apertura della Cina aveva delle connessioni con la CIA.(18)
George Soros e John McCain

Il turno della Russia
Dopo il 1990, i fondi di Soros mirano al sistema educativo russo e fornivano dei manuali in tutta la nazione.(19) In effetti, Soros si serve della propaganda dell’OSI per indottrinare la gioventù russa. Le fondazioni di Soros sono state accusate d’avere orchestrato una strategia mirante a assicurarsi il controllo del sistema finanziario russo, dei piani di privatizzazione e del processo degli investimenti esteri nel paese. I Russi reagirono con rabbia alle ingerenze di Soros nelle legislazioni. Le critiche di Soros e altre fondazioni USA hanno affermato che l’obiettivo di queste manovre era di “impedire che la Russia divenisse uno stato con un potenziale che rivaleggiasse con la sola superpotenza mondiale“.(20) I Russi sospettarono che Soros e la CIA siano interconnessi. Il magnate Boris Berezovsky, disse: “Ho appena volto lo sguardo appena ho appreso, che da qualche anno, George Soros è un agente della CIA.”(21) L’opinione di Berezovsky era che Soros, come anche l’Occidente, “temessero che il capitalismo russo divenisse troppo potente“. Se l’establishment economico e politico degli USA teme la concorrenza economica della Russia, quale migliore maniera di controllarla che dominare i media, l’educazione, i centri di ricerca e i settori scientifici della Russia? Dopo aver speso 250 milioni di dollari per “la trasformazione dell’educazione delle scienze umane e dell’economia a livello delle scuole superiori e delle università“, Soros inietta 100 milioni di dollari, dopo un anno, per la creazione della Fondazione scientifica internazionale.(22) I Servizi federali russi di controspionaggio (FSK) accusano le fondazioni di Soros in Russia di “spionaggio”. Segnalano che Soros non opera da solo; fa parte di un rullo compressore che ricorre, tra l’altro, a dei finanziamenti da Ford e dalla Heritage Foundations, dalle università di Harvard, Duke e Columbia, e all’assistenza del Pentagono e dei suoi servizi di informazione USA.(23) Il FSK s’indigna del fatto che Soros abbia messo le mani su circa 50.000 scienziati russi e presume che Soros abbia coltivato soprattutto i suoi interessi, assicurandosi il controllo di migliaia di scoperte scientifiche e nuove tecnologie russe e appropriandosi cosi dei segreti di stato e dei segreti commerciali.(24)
Nel 1995, i Russi erano assai arrabbiati in seguito all’ingerenza dell’agente del Dipartimento di stato Fred Cuny, nel conflitto ceceno. Cuny si serviva dell’aiuto ai rifugiati come copertura, ma la storia delle sue attività nelle zone di conflitti internazionali interessanti gli USA, cui venivano a aggiungersi le operazione d’investigazione dell’FBI e della CIA, rendevano manifeste le sue connessioni con il governo USA. All’epoca della sua scomparsa, Cuny lavorava sotto contratto con una fondazione di Soros.(25) non si sa abbastanza negli USA, che la violenza in Cecenia, una provincia situata al centro della Russia, é generalmente vista come il risultato di una campagna di destabilizzazione politica che Washington vede di buon occhio e, che orchestra probabilmente. Questo modo di presentare la situazione é sufficientemente chiara agli occhi dello scrittore Tom Clancy, al punto che si è sentito libero di fare una affermazione di fatto nel suo best-seller: La somma di tutte le paure. I Russi hanno accusato Cuny di essere un agente della CIA e d’essere uno dei responsabili di una operazione di spionaggio destinata a sostenere l’insurrezione cecena.(26) L‘Open Society Institute di Soros é sempre attiva in Cecenia, come lo sono ugualmente altre organizzazioni sponsorizzate dallo stesso Soros. La Russia é stata il teatro di almeno un tentativo comune di fare avanzare il bilancio di Soros, tentativo orchestrato con l’aiuto diplomatico dell’amministrazione Clinton. Nel 1999, il segretario di stato Madeleine Albright aveva bloccato una garanzia di prestito di 500 milioni di dollari per l’Export-Import Bank USA alla società russa, Tyumen Oil, pretendendo che ciò si opponesse agli interessi nazionali USA. La Tyumen voleva comprare delle attrezzature petrolifere di fabbricazione statunitense, così come dei servizi, presso la società Halliburton di Dick Cheney e dell‘ABB Lummus Global di Bloomfield, New Jersey.(27) George Soros era investitore in una società che la Tyumen aveva tentato di comprare. Tanto Soros che BP Amoco avevano esercitato delle pressioni alfine d’impedire tale transazione, e Albright gli rese questo servizio.(28)
Il discorso di un antisocialista di sinistra
L’Open Society Institute di Soros infila le dita in ogni ambito. Il suo consiglio di amministrazione è un vero “Who’s Who” della guerra fredda e dei pontefici del nuovo ordine mondiale. Paul Goble é direttore delle comunicazioni: “è stato il principale commentatore politico di Radio Free Europe“. Herbert Okun ha servito nel dipartimento di stato di Nixon come consigliere dell’intelligence con Henry Kissinger. Kati Marton è la consorte di Richard Holbrooke, l’ex ambasciatore all’ONU e inviato in Jugoslavia dell’amministrazione Clinton. Marton ha esercitato pressioni in favore della stazione radio B-92, finanziata da Soros, e ha ugualmente assai operato in favore di un progetto della Fondazione nazionale per la democrazia (un’altra antenna ufficiale della CIA) che ha collaborato al rovesciamento del governo jugoslavo. Quando Soros fondò l’Open Society Fund, cercò il grande bonzo liberale Aryeh Neier per dirigerla. All’epoca, Neier dirigeva Helsinki Watch, una pretesa organizzazione dei diritti dell’uomo di tendenza nettamente anticomunista. Nel 1993, l’Open Society Fund divenne l’Open Society Institute. Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All’epoca, Soros faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato delle Americhe che per quelle dell’Europa dell’Est e dell’Asia centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)
Soros é dunque strettamente legato a HRW, benché faccia del suo meglio per nasconderlo.(31) Dichiara che si accontenta di raccogliere fondi, di mettere i programmi a punto e di lasciare le cose andare da sole. Ma le azioni di HRW non si discostano in alcun modo dalla filosofia del suo raccoglitore di fondi. HRW e OSI sono assai vicini. Le loro visioni non divergono. Naturalmente, altre fondazioni finanziano ugualmente queste due istituzioni, ma non impedisce che l’influenza di Soros domini la loro ideologia. Le attività di George Soros s’inscrivono nello schema di costruzione sviluppato nel 1983 e così come è annunciato da Allen Weinstein, fondatore della Fondazione nazionale per la democrazia. Wainstein dichiara: “Una grande parte di ciò che noi facciamo oggi era realizzato in segreto dalla CIA 25 anni fa.”(32) Soros opera esattamente nei limiti del complesso spionistico. Differisce poco dai trafficanti di droga della CIA nel Laos, negli anni ’60, o dei mujahidin che trafficavano nell’oppio conducendo delle operazioni per conto della CIA contro l’Afghanistan socialista degli anni ’80. Canalizza semplicemente (e raccoglie) molto più denaro di queste marionette e una parte ben più importante dei suoi affari si fanno nei gironi migliori. La sua libertà d’azione, nella misura in cui possa goderne, risiede in un controllo fattivo dei profitti, che gli servono a legittimare le strategie della politica estera USA. La maggioranza degli statunitensi che, oggi, si considerano politicamente di centrosinistra, sono senza alcun dubbio pessimisti a proposito della speranza di assistere un giorno a una trasformazione socialista della società. Di conseguenza, il modello di “decentralizzazione” alla Soros, o l’approccio “frammentato” di “utilitarismo negativo, il tentativo di ridurre al minimo la quantità di miseria“, che costituiva la filosofia di Popper, tutto ciò gli va bene, più o meno.(33) Soros ha finanziato uno studio di HRW che è stata usata per sostenere l’addomesticamento della legislazione in materia di droga nello stato della California e dell’Arizona.(34) Soros é favorevole a una legislazione sulle droghe – una maniera di ridurre provvisoriamente la coscienza della propria miseria. Soros é un corruttore che sostiene il concetto dell’uguaglianza delle opportunità. A una scala più elevata sul piano socio-economico, si trovano i social-democratici che accettano d’essere finanziati da Soros e che credono alle libertà civiche nel contesto stesso del capitalismo.(35) Per queste persone, le conseguenze nefaste delle attività commerciali di Soros (che impoveriscono le persone nel mondo) sono edulcorate dalle sue attività filantropiche. Allo stesso modo, gli intellettuali liberali di sinistra, tanto all’estero che negli USA, sono stati sedotti dalla filosofia dell'”Open Society“, senza parlare dell’attrattiva che rappresentano le sue donazioni.
La Nuova Sinistra USA era un movimento social-democratico. Era risolutamente antisovietica e, quando l’Europa dell’Est e l’Unione Sovietica si sono dissolte, pochi nella Nuova Sinistra si sono opposti alla distruzione dei sistemi socialisti. La Nuova Sinistra non ha né detto nulla né protestato quando centinaia di milioni di abitanti dell’Europa dell’Est e dell’Europa centrale hanno perso il loro diritto al lavoro, all’alloggio, e alla protezione della legge, all’educazione gratuita nelle scuole superiore, alla gratuità delle cure e dell’acculturazione. La maggioranza ha minimizzato gli avvertimenti che indicavano che la CIA e certe ONG – come la Fondazione nazionale per la Democrazia o l’Open Society Fund – avevano attivamente partecipato alla distruzione del socialismo. Queste persone avevano l’impressione che la determinazione occidentale a voler distruggere l’URSS dal 1917 era una cosa assai lontana dalla caduta dell’URSS. Per queste persone, il socialismo è scomparso di sua volontà, per le sue lacune e sconfitte. Quanto alle rivoluzioni, come quella del Mozambico, dell’Angola, del Nicaragua o del Salvador, annichilite dalle forze operanti per procura o ritardate dalle “elezioni” assai dimostrative, i pragmatisti della Nuova sinistra non hanno fatto altro che volgere lo sguardo da un’altra parte. Talvolta, la stessa Nuova Sinistra sembrava ignorare deliberatamente le macchinazioni post-sovietiche della politica estera USA. Bogdan Denitch, che nutriva delle aspirazioni politiche in Croazia, è stato attivo presso l’Open Society Institute e ha ricevuto dei fondi dalla stessa OSI.(36) Denitch era favorevole all’epurazione etnica dei Serbi in Croazia, ai bombardamenti della Nato della Bosnia e della Jugoslavia e anche a una invasione terrestre della Jugoslavia.(37) Denitch è stato uno dei fondatori e il presidente dei Socialisti democratici degli USA, un gruppo preponderante della sinistra liberale negli Stati Uniti. È stato anche presidente, per molto tempo, della prestigiosa Conferenza degli Universitari socialisti, grazie alla quale poteva facilmente manipolare le simpatie di molti e farli propendere al sostegno dell’espansione della NATO.(38) Altri obiettivi in sostegno di Soros comprendono Refuse and Resist, the American Civil Liberties Union e tutta una panoplia di altre cause liberali.(39) Soros acquisiva un altro trofeo inverosimilmente impegnandosi nella Nuova Scuola di Ricerche Sociali di New York, che era stata per molto tempo l’accademia principale degli intellettuali di sinistra. Oggi, sponsorizzano il Programma per l’Europa dell’est e l’Europa centrale.(40)
Molte persone di sinistra ispirate dalla rivoluzione nicaraguense hanno accettato con tristezza l’elezione di Violetta Chamorro e la sconfitta dei sandinisti nel 1990. La quasi totalità della rete di sostegno in Nicaragua ha cessato la sue attività in seguito. Forse la Nuova Sinistra avrebbe potuto trarre qualche insegnamento dalla stella ascendente di Michel Kozak. L’uomo era un veterano delle campagne di Washington mirante a installare dei dirigenti simpatici in Nicaragua, in Panama e ad Haiti, e di minare Cuba – dove dirigeva la sezione di interessi USA all’Habana. Dopo aver organizzato la vittoria di Chamorro in Nicaragua, Kozak proseguì il suo cammino per divenire ambasciatore degli USA in Bielorussia, collaborando all’Internet Access and Training Program (IATP), sponsorizzato da Soros e che operava nella “fabbricazione di futuri dirigenti” in Bielorussia.(41) Nello stesso tempo, tale programma era imposto in Armenia, Azerbaidjan, Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan. L’IATP opera assieme al sostegno del dipartimento di stato USA. A credito della Bielorussia, bisogna aggiungere che espulse Kozak e la sua cricca dell’Open Society di Soros e del dipartimento di stato USA. Il governo di Aleksandr Lukashenko scoprì che, quattro anni prima di installarsi a Minsk, Kozak organizzava forniture di decine di milioni di dollari destinati a alimentare l’opposizione bielorussa. Kozak lavorava all’unificazione della coalizione dell’opposizione, creava dei siti web, dei giornali e dei poli di opinione, e supervisionava un movimento di resistenza studentesca simile all’Otpor in Jugoslavia. Kozak fece anche venire dei dirigenti dell’Otpor per formare dei dissidenti in Bielorussia.(42) Proprio alla vigilia dell’11 settembre 2001, gli USA rilanciavano una campagna di demonizzazione contro il presidente Aleksandr Lukashenko. Tale campagna è stata messa da parte, per concentrarsi sulla “guerra contro il terrorismo”. Con l’intromissione dell’OSI e dell’HRW, Soros era uno dei principali sponsors della stazione radio B-92 di Belgrado. Fondò l’Otpor, l’organizzazione che riceveva le “valigie di denaro” alfine di sostenere il golpe del 5 ottobre 2000 che rovesciava il governo jugoslavo.(43) Poco dopo, Human Rights Watch aiutava a legittimare il rapimento e la mediatizzazione del processo di Slobodan Milosevic all’Aja senza preoccuparsi dei suoi diritti.(44) Louise Arbour, che ha operato come giudice nel tribunale illegale, siede attualmente nel consiglio del Gruppo internazionale di crisi di Soros.(45) La gang dell’Open Society e di Human Rights Watch ha lavorato in Macedonia, dicendo che ciò faceva parte della sua “missione civilizzatrice”.(46) Bisogna dunque attendere, un giorno, la “salvezza” per questa repubblica, affinché si ottenga così la disintegrazione dell’ex Jugoslavia.
Wesley Clark

I mandati del potere
Infatti, Soros ha dichiarato che considerava la sua filantropia come morale e i suoi affari di gestione del denaro come amorale.(47) Pertanto, i responsabili delle ONG finanziate da Soros hanno una agenda chiara e permanente. Una delle istituzioni più influenti di Soros è il Gruppo Internazionale di Crisi, fondato nel 1986. Il GIC é diretto da individui provenienti dal centro stesso del potere politico e dal mondo delle imprese. Il suo consiglio d’amministrazione conta, tra l’altro, nei suoi ranghi Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, ex segretario di stato aggiunto degli USA; Wesley Clark, ex capo supremo degli alleati della Nato per l’Europa; Richard Allen, ex consigliere nazionale alla sicurezza degli USA. Vale la pena di citare Allen: l’uomo ha abbandonato il Consiglio nazionale della Sicurezza sotto Nixon perché era disgustato dalle tendenze liberali di Henry Kissinger; è sempre lui che ha reclutato Oliver North per il Consiglio nazionale della sicurezza sotto Reagan, e che negoziò lo scambio missili-ostaggi nello scandalo del contras-irangate. Per questi individui, “contenere i conflitti” equivale a assicurare il controllo statunitense sui popoli e le risorse del mondo intero. Negli anni ’80 e ’90, sotto l’egida della dottrina reaganiana, le operazioni segrete o aperte degli USA si compivano in Africa, in America latina, Caraibi e in Asia. Soros era apertamente attivo nella maggior parte di questi luoghi, corrompendo eventuali rivoluzionari in potenza, e sponsorizzando uomini politici, intellettuali e ogni altra persona suscettibile di arrivare al potere quando l’agitazione rivoluzionaria sarebbe decaduta. Secondo James Petras: “Alla fine degli anni ’80, i settori più perspicaci delle classi neo-liberali al potere comprendono che i loro obiettivi politici polarizzano la società e suscitano un ampio scontento sociale. I politici neo-liberali si sono messi a finanziare e a promuovere una strategia parallela ‘a partire dalla base’, la promozione di organizzazioni in qualche modo ‘tirate dalla base’, dall’ideologia ‘anti-statalista’ e mirate a intervenire tra le classi potenzialmente conflittuali, alfine di creare un ‘tampone sociale’. Tali organizzazioni dipendevano finanziariamente dalle risorse neo-liberali e erano direttamente impegnate nella concorrenza con dei movimenti socio-politici per la fedeltà dei dirigenti locali e delle comunità militanti. Negli anni ’90, queste organizzazioni, descritte come ‘non governative’, si contano a migliaia e ricevono circa 4 miliardi di dollari in tutto il mondo.”(48)
In Underwriting Democracy (Garantire la democrazia), Soros si vanta “dell’americanizzazione dell’Europa dell’Est“. Secondo i suoi propri desideri, grazie ai suoi programmi d’educazione, ha cominciato a mettere su un inquadramento dei giovani dirigenti “sorosiani”. Questi giovani addestrati dalla Fondazione Soros sono preparati a riempire delle funzioni di ciò che si chiamano, comunemente, “agenti d’influenza”. Grazie alla loro conoscenza pratica delle lingue e al loro inserimento nelle burocrazie nascenti dei paesi sotto tiro, tali reclute sono individuate per facilitare, sul piano filosofico, l’accesso alle società multinazionali occidentali. Il diplomatico di carriera Herbert Okun, che siede in compagnia di George Soros nel Comitato europeo di Human Rights Watch, intrattiene strette relazioni con tutta una serie d’istituti legati al dipartimento di stato, che va dall’USAID alla Commissione trilaterale finanziata da Rockefeller. Dal 1990 al 1997, Okun è stato direttore esecutivo di una organizzazione chiamata Corpo dei benevolenti dei Servizi finanziari, che faceva parte dell’USAID, “alfine di aiutare a stabilire dei sistemi finanziari dei mercati liberi nei paesi ex-comunisti“.(49) George Soros é in completo accordo con i capitalisti occupati a prendere il controllo dell’economia mondiale.
La redditività del Non-Profit
Soros pretende che non fa filantropia nei paesi dove pratica il commercio di valute.(50) Ma Soros ha spesso ottenuto vantaggi dalle sue relazioni per realizzare degli investimenti chiave. Armati di uno studio dell’ICC e beneficiante del sostegno di Bernard Kouchner, capo dell’UNMIK (Amministrazione temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo), Soros ha tentato di appropriarsi del complesso minerario più vantaggioso dei Balcani. Nel settembre 2000, nella sua fretta di impadronirsi delle miniere di Trepca prima delle elezioni in Jugoslavia, Kouchner dichiarava che l’inquinamento provocato dal complesso minerario, faceva innalzare i tassi di piombo nell’ambiente.(51) E’ incredibile, sentire una cosa simile, quando si sa che l’uomo applaudì, quando i bombardamenti della Nato, nel 1999, hanno riversato l’uranio impoverito sul paese e hanno liberato più di 100.000 tonnellate di prodotti cancerogeni in aria, nell’acqua e nella terra.(52) Ma Kouchner ha finito con l’essere guadagnato alla causa e le miniere sono state chiuse per “ragioni di salute”. Soros ha investito 150 milioni di dollari in uno sforzo per ottenere il controllo dell’oro, l’argento, il piombo, lo zinco e il cadmio di Trepca, che conferiscono a questa proprietà un valore di 5 miliardi di dollari.(53) Al momento in cui la Bulgaria cadeva nel caos del “libero mercato”, Soros si accaniva a recuperare ciò che poteva dalle macerie, come la Reuters ha riportato all’inizio del 2001: “La Banca europea di Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha investito 3 milioni di dollari presso RILA [una società bulgara specializzato nelle tecnologie di punta], la prima società a beneficiare di un nuovo credito di 30 milioni di dollari fissati con la BERD per sostenere le aziende di high-tech in Europa centrale e dell’Est. (…) Tre altri milioni di dollari venivano dai fondi statunitensi d’investimenti privati Argus Capital Partners, sponsorizzato dalla Prudential Insurance Company of America e operante in Europa centrale e dell’Est. (…) Soros, che aveva investito qualche 3 milioni di dollari presso RILA e un altro milione nel 2001 (…) rimaneva il detentore maggioritario.”(54)
Risolvere i problemi
Le sue pretese alla filantropia conferiscono a Soros il potere di modellare l’opinione pubblica internazionale, quando un conflitto sociale solleva la questione di sapere chi sono le vittime e chi sono i colpevoli. In altre ONG, Human Rights Watch, i porta voce di Soros riguardo i diritti dell’uomo, evitano o ignorano la maggior parte delle lotte di classe operaie organizzate e indipendenti. In Colombia, i dirigenti operai sono assai frequentemente assassinati dai paramilitari operanti di concerto con il governo sponsorizzato dagli USA. Causa il fatto che questi sindacati s’oppongono all’economia neo-liberale, HRW conserva a proposito di questi assassini un relativo silenzio. In aprile, José Vivanco, di HRW, ha testimoniato in favore del Plan Colombia davanti al Senato USA(55): “I Colombiani restano privi dei diritti dell’uomo e della democrazia. Hanno bisogno d’aiuto. Human Rights Watch non vede l’inconveniente che nel fornire tale aiuto siano gli USA.”(56) HRW mette le azioni dei combattenti della guerriglia colombiana, che lottano per liberarsi dall’oppressione del terrore di stato, della povertà e dello sfruttamento, sullo stesso piano della repressione delle forze armate finanziate dagli USA e quelle degli squadroni paramilitari della morte, gli AUC (Forze colombiane unite d’autodifesa). HRW ha riconosciuto il governo di Pastrana e i suoi militari, il cui ruolo era di proteggere i diritti della proprietà e di mantenere lo statu quo economico e politico. Secondo HRW, il 50% dei morti civili sono opera degli squadroni della morte tollerati dal governo.(57). La percentuale esatta, in effetti, è dell’80%.(58) HRW ha convalidato le elezioni nel loro insieme e l’avvneto al potere del governo Uribe, nel 2002. Uribe è un perfetto erede dei dittatori latino-americani che gli USA hanno sostenuto in passato, benché sia stato “eletto”. HRW non ha commentato il fatto che la maggioranza degli abitanti ha boicottato le elezioni.(59)
Nei Caraibi, Cuba è un altro oppositore al neo-liberalismo a essere demonizzato da Human Rights Watch. Nel vicino stato di Haiti, le attività finanziate da Soros hanno operato in modo di andare contro le aspirazioni popolari, che hanno fatto seguito alla fine della dittatura dei Duvalier, e hanno destabilizzato il primo dirigente haitiano, democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Ken Roth, di HRW, ha utilmente abbandonato Aristide alle accuse USA di essere “antidemocratico”. Per propagandare le sue idee sulla “democrazia”, le fondazioni di Soros hanno tentato a Haiti delle operazioni complementari, assieme a quelle “inconvenienti” per gli USA, come la promozione dell’USAID di persone associate al FRAPH, i famosi squadroni della morte sponsorizzati dalla CIA e che hanno terrorizzato il paese dopo la caduta di “Baby Doc” Duvalier.(60) Sul sito di HRW, il direttore Roth ha criticato gli USA per non essersi opposti alla Cina con più veemenza. Le attività di Roth comprendono la creazione del Tibetan Freedom Concert, un progetto itinerante di propaganda che ha effettuato una tournée negli USA con musicisti famosi del rock, spingendo i giovani a sostenere il Tibet contro la Cina.(61) Il Tibet è un progetto prediletto della CIA da molti anni.(62) Recentemente, Roth ha reclamato con insistenza l’opposizione al controllo della Cina sulla sua provincia ricca, in petrolio, del Xinjiang. Con l’approccio colonialista del “dividere per conquistare“, Roth tentò di convincere certi membri della minoranza religiosa degli uiguri, nello Xinjiang, che l’intervento degli USA e della Nato in Kosovo costituiva una premessa in quanto modello per loro stessi. Già nell’agosto 2002, il governo USA aveva sostenuto altri simili tentativi. Le intenzioni USA, a proposito di queste regioni, sono apparse chiaramente quando un articolo del New York Times sulla provincia di Xinjiang, in Cina occidentale, descriveva gli uiguri come una “maggioranza musulmana vivente nervosamente sotto il dominio cinese“. “Sono ben al corrente dei bombardamenti sulla Jugoslavia della Nato, l’anno scorso, e certi li appoggiano per avere liberato i musulmani del Kosovo; immaginano di potersi liberare nello stesso modo qui“.(63) Il New York Times Magazine, da parte sua, notava che “recenti scoperte di petrolio hanno reso il Xinjiang particolarmente attraente agli occhi del commercio internazionale” e, allo stesso tempo, comparava le condizioni della popolazione indigena a quella del Tibet.(64)
Gli errori di calcolo
Quando le organizzazioni sorosiane fanno i conti, sembrano perdere ogni nozione di verità. Human Rights Watch affermava che 500 persone, e non 2.000, erano state uccise dai bombardieri della Nato durante la guerra in Jugoslavia, nel 1999.(65) Pretendono che 350 persone solamente, e non 4.000, erano morte negli attacchi USA in Afghanistan.(66) Quando gli USA bombardarono Panama nel 1989, HRW affermò nel suo rapporto che “l’arresto di Manuel Noriega (…) e l’installazione del governo democraticamente eletto del presidente Guillermo Endara portava grandi speranze in Panama(…)”. Il rapporto ometteva di menzionare il numero delle vittime. Human Rights Watch ha preparato il terreno per l’attacco della Nato contro la Bosnia, nel 1993, con false accuse di “genocidio” e stupri di massa.” (67) Tale tattica consisteva nel suscitare una isteria politica, necessaria affinché gli USA potessero condurre una loro politica nei Balcani. È stata riusata nel 1999 quando HRW operò come truppa d’assalto nell’indottrinamento per l’attacco Nato alla Jugoslavia. Tutto il bla-bla di Soros a proposito del regno della legge è stata dimenticata in un colpo. Gli USA e la Nato hanno imposto le proprie leggi e le istituzioni di Soros le hanno sostenute. Il fatto di trafficare nelle cifre, alfine di generare una reazione, è stata una componente importante della campagna del Consiglio delle relazioni estere (CFR) dopo l’11 settembre 2001. Questa volta si trattava di 2.801 persone uccise nel World Trade Center. Il CFR si riunì il 6 novembre 2001 alfine di pianificare una “grande campagna diplomatica pubblica”. Il CFR creò una “Cellula di crisi indipendente sulla risposta degli USA al terrorismo”. Soros si univa a Richard C. Holbrooke, Newton L. Gingrich, John M. Shalikashvili (ex presidente dei capi di stato maggiore riuniti) e altri individui influenti, in una campagna mirante a fare delle WTC strumenti della politica estera USA. Il rapporto del CFR si mette in opera per facilitare una guerra contro il terrorismo. Si possono ritrovare le impronte di George Soros dappertutto, in questa campagna: “bisogna che gli alti funzionari USA spingano amichevolmente gli Arabi amici e altri governi musulmani, non solo a condannare pubblicamente gli attentati dell’11 settembre, ma ugualmente di sostenere le ragioni e gli obiettivi della campagna antiterrorista USA. Noi dobbiamo convincere i popoli del Medio oriente e dell’Asia del Sud, della legittimità della nostra causa, se i loro governi restano silenziosi. Dobbiamo aiutarli a evitare i ritorni di fiamma che possono emanare tali dichiarazioni, ma dobbiamo convincerli d’esprimersi con voce viva. (…) Incoraggiate i musulmani bosniaci, albanesi e turchi a rivolgersi verso un pubblico estero per far rilevare il ruolo degli USA nel salvataggio dei musulmani di Bosnia e del Kosovo nel 1995-1999, affinché i nostri legami con i musulmani nel mondo intero siano più stretti e di lunga durata. Impegnate gli intellettuali e i giornalisti del paese a prendere la parola e a puntualizzare il proprio punto di vista. Informate regolarmente la stampa regionale in tempo reale per incoraggiare delle risposte rapide. (…) Insistete sulla necessità di fare riferimento alle vittime (e citate queste ultime per nome alfine di meglio personalizzarle) ogni volta che discutiamo dei nostri motivi e dei nostri obiettivi.“(68) In Breve, le deficienze sorosiane nei calcoli servono a vantare e a difendere la politica estera USA.
Soros è assai infastidito per il declino del sistema capitalista mondiale e vuole fare qualche cosa a tale proposito, e ora. Recentemente, ha dichiarato: “posso già discernere i preparativi della crisi finale. (…) Dei movimenti politici indigeni sono suscettibili di ritenersi capaci di espropriare le società multinazionali e di riprendere possesso delle ricchezze ‘nazionali’.”(69) Soros suggerisce seriamente al mondo un piano per sostenere l’ONU. Propone che le “democrazie del mondo dovrebbero prendere le redini e costituire una rete mondiale di alleanze che potrebbero lavorare con o senza l’ONU”. Se l’uomo era psicotico, si potrebbe pensare che fosse in crisi, in quel momento preciso. Ma il fatto è che l’affermazione di Soros: “L’ONU è costituzionalmente incapace di compiere le promesse contenute nel preambolo della loro Carta” riflette il pensiero delle istituzioni reazionarie del tipo American Enterprise Institute.(70) Benché le menti conservatrici facciano riferimento alla rete di Soros come se fosse di sinistra, sulla questione dell’affiliazione degli USA all’ONU, Soros é esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di gente come John R. Bolton, sottosegretario di stato per il Controllo delle Armi e gli Affari per la Sicurezza internazionale, così come, “molti repubblicani del Congresso, credevano che non si dovesse accordare alcun credito al sistema dell’ONU0“.(71) La destra condusse una campagna decennale contro l’ONU. Oggi, é Soros che l’orchestra. Su diversi siti web di Soros, si possono leggere delle critiche all’ONU che affermano che sia troppo ricca, che non desidera condividere la sua informazione, o che è così indebolita che non può fa girare il mondo nel modo appropriato, appropriato almeno secondo George Soros. Gli stessi articolisti di The Nation, con la reputazione di saperla assai lunga, sono stati influenzati dalle idee di Soros. William Greider, per esempio, ha recentemente scoperto alcune pertinenze nella critica di Soros sull’ONU, affermando che non dovrebbe “accogliere dittatori da paccottiglia e totalitari ne trattarli da eguali“.(72) Questo tipo di razzismo eurocentrico costituisce il nucleo dell’orgoglio smisurato di Soros. Quando afferma che gli USA possono e dovranno dirigere il mondo, è un sostenitore del fascismo mondiale. Da troppo tempo, i ” progressisti” occidentali hanno dato carta bianca a Soros. È probabile che Greider e gli altri trovino che l’allusione al fascismo sia eccessivo, ingiustificato e anche insultante. Ma ascoltate, piuttosto, con orecchio attento, ciò che lo stesso Soros dice: “Nell’antica Roma, solo i Romani votavano. Sotto il capitalismo mondiale moderno, solo gli statunitensi votano. I Brasiliani, no.”(73)
Note
1. Dan Seligman, Life and Times of a Messianic Billionaire, commentaires, avril 2002.
2. Lee Penn, “1999, A Year of Growth for the United Religions Initiative.”
3. Seligman.
4. “Sir Karl Popper in Prague, Summary of Relevant Facts Without Comment“.
5. Radio Free Europe/Radio Liberty, Transcaucasia/Central Asia
6. George Soros, Soros on Soros, Staying Ahead of the Curve (New York: John Wiley, 1995), p.26.
7. Hedge Funds Get Trimmed, Wall Street Journal, 1 maggio 2000.
8. Theodore Spencer, Investors of the Century, Fortune, dicembre 1999.
9. Jim Freer, Most International Trader George Soros, Latin Tradecom, ottobre 1998,
10. Busaba Sivasomboon, Soros Speech in Thailand Canceled, information AP, 28 gennaio 2001.
11. Sivasomboon.
12. George Soros, The Asia Society Hong Kong Center Speech.
13. Soros on Soros, op.cit..
14. George Soros, Open Society: Reforming Global Capitalism (New York: Public Affairs, 2000).
15. David Corn, ” Bush and the Billionaire, How Insider Capitalism Benefited W “, The Nation, 17 luglio 2002.
16. Soros on Soros, pp.122-25.
17. Agence France-Presse, 8 ottobre 1993.
18. Marianne Yen, Fund’s Representatives Arrested in China, Washington Post, 8 agosto 1989, p.A4.
19. Los Angeles Times, 24 novembre 1994.
20. Chrystia Freeland, Moscow Suspicion Grows: Kremlin Factions Are at Odds Over Policy, Financial Times (Londra), 10 gennaio 1995.
21. Interfax Russian News, 6 novembre 1999.
22. Irma Dezhina, U.S. Non-profit Foundations in Russia, Impact on Research and Education
23. FSK Suspects Financing of Espionage on Russia’s Territory, information AP, 18 gennaio 1995.
24. David Hoffman, Proliferation of Parties Gives Russia a Fractured Democratic System, Washington Post, 1 ottobre 1995, p.A27; Margaret Shapiro, Russian Agency Said to Accuse Americans of Spying, Washington Post, 14 gennaio 1995, p.A17.
25. Allan Turner, Looking For Trouble, Houston Chronicle, 28 maggio 1995, p.E1; Kim Masters, Where Is Fred Cuny, Washington Post, 19 giugno 1995, p.D1; Patrick Anderson, The Disaster Expert Who Met His Match, Washington Post, 6 settembre 1999, p.C9; Scott Anderson, What Happened to Fred Cuny? New York Times Magazine, 25 febbraio 1996, p.44.
26. Scott Anderson, The Man Who Tried to Save the World: the Dangerous Life and Disappearance of Fred Cuny, Philanthropy Roundtable, mars/avril 2002.
27. U.S.Blocks $500M Aid Deal for Russians, Wall Street Journal, 22 dicembre 1999.
28. Bob Djurdjevic, Letters to the Editor, Wall Street Journal, 22 dicembre 1999.
29. Open Society
 
combattimento, velivoli da guerra, vicino oriente, wahhabismo, Yemen
George Soros: mago imperiale e agente doppio

aprile 19, 2015 1 commento

Heather Cottin, Covert Action Quarterly, 9 dicembre 2003
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAuroraSì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza del Mondo.”(1) Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere dell’egemonia degli USA nel mondo. Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono in parte responsabili della distruzione del socialismo in Europa dell’Est e nell’ex URSS. Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina. Ha preso anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello smantellamento della Jugoslavia. Mentre si da arie da filantropo, il ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale assicurando la promozione del proprio profitto finanziario. Le operazioni commerciali e “filantropiche” di Soros sono clandestine, contraddittorie e coattive. E, per ciò che riguarda la sue attività economiche, egli stesso ammette che non ha coscienza, in quanto capitalista è assolutamente amorale.Maestro della nuova arte della corruzione che inganna sistematicamente il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo ascoltano. È stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech Jaruzelski.(2) Sostiene il dalai lama, il cui istituto si trova a Presidio, San Francisco, che ospita, tra l’altro, la fondazione diretta dall’amico di Soros, l’ex dirigente sovietico Mikhail Gorbachev.(3)
Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in Europa centrale e dell’Est. L’amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha speso più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4) Congiuntamente con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free Europe/Radio Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni al Caucaso e in Asia.(5) Soros è il fondatore e il finanziatore dell’Open Society Institute. Ha creato e sostenuto il Gruppo Internazionale di Crisi (GIC) che, tra l’altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia. Soros lavora apertamente con l’Istituto Americano per la Pace – un organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA. Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros era all’interno e teneva un discorso davanti il Forum economico mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d’una “società aperta”, unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama e altri.
Chi è questo tipo?
George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così lontani dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella Germania nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento del trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London School of Economics, subì l’influenza del filosofo Karl Popper, un ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un opera o un articolo di Soros che non obbedisca all’influenza di Popper. Nel 1965, Popper inventò lo slogan della “Società aperta”, che si ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La filosofia di Popper incarna perfettamente l’individualismo occidentale. Soros lasciò l’Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove, negli anni ’60, inventò i “fondi di copertura”: “I fondi di copertura soddisfacevano gli individui assai ricchi (…) I fondi in gran parte segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani (…) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L’ammontare degli ‘impegni’ mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano: ‘le voci circolavano a proposito d’una situazione di acquisto che, grazie agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a sbrigarsi a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni degli operatori di copertura.“(7)
Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete. Negli anni ’70, le sue attività finanziarie scivolavano verso “l’alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (…) Soros iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d’investimento nell’immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in media all’anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue speculazioni sulle monete. (…) Nel 1997, si vide assegnare una distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato, Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese.”(8) È attraverso tali “giochetti” finanziari clandestini che Soros divenne multimiliardario. Le sue società controllano l’immobiliare in Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la credenza generale che i suoi amici più potenti l’abbiano aiutato nelle sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che economiche.(9) George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l’economia tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò: “consideriamo George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue del popolo.”(11) I cinesi lo chiamano “il coccodrillo” per i suoi sforzi economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e perché le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di dollari di profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e Malese.(12) In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere “denaro dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina”, aveva risposto: “Quando voi speculate sul mercato finanziario, non badate alle preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo d’affari ordinario. (…) Non mi preoccupo di questioni morali nel mercato finanziario.”(13)
Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d’essere ben considerato dagli altri: “I commercianti di monete seduti nei loro uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande quantità. L’effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (…) debbano controllare la vita di milioni di persone.“(14) È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in ribasso poco prima della fine della società. Il futuro presidente liquidò quasi un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i quel modo per avere “influenza politica“.(15) Soros é ugualmente un partner della tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata nel 1987, la “più importante società privata per azioni del mondo”, che gestisce più di 12 miliardi di dollari, é diretta da “un vero pugno mondano di ex dirigenti repubblicani“, dall’ex membro della CIA, Frank Carlucci, fino al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il Carlyle Group trae la maggior parte delle sue entrate dalle esportazioni di armi.
La spia filantropa
Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere il socialismo in Europa dell’Est. Finanzia degli individui suscettibili di cooperare con lui. Il suo primo successo, l’ottiene in Ungheria. Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale direttamente all’interno del governo ungherese. In seguito, Soros si volse alla Polonia, contribuendo all’operazione Solidarnosc, finanziata dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L’URSS venne dopo. Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella dell’Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud, la CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia e in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire dalla Fondazione nazionale per la Democrazia, l’AFL-CIO, l’USAID e altri istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli stessi tipi d’individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La CIA li chiamava i suoi “assi nella manica”. Come dice Soros: “in ogni paese ho identificato un gruppo di persone – certe sono delle personalità di primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia fede…“(16) L’Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci, kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l’Apertura della Cina aveva delle connessioni con la CIA.(18)
George Soros e John McCain

Il turno della Russia
Dopo il 1990, i fondi di Soros mirano al sistema educativo russo e fornivano dei manuali in tutta la nazione.(19) In effetti, Soros si serve della propaganda dell’OSI per indottrinare la gioventù russa. Le fondazioni di Soros sono state accusate d’avere orchestrato una strategia mirante a assicurarsi il controllo del sistema finanziario russo, dei piani di privatizzazione e del processo degli investimenti esteri nel paese. I Russi reagirono con rabbia alle ingerenze di Soros nelle legislazioni. Le critiche di Soros e altre fondazioni USA hanno affermato che l’obiettivo di queste manovre era di “impedire che la Russia divenisse uno stato con un potenziale che rivaleggiasse con la sola superpotenza mondiale“.(20) I Russi sospettarono che Soros e la CIA siano interconnessi. Il magnate Boris Berezovsky, disse: “Ho appena volto lo sguardo appena ho appreso, che da qualche anno, George Soros è un agente della CIA.”(21) L’opinione di Berezovsky era che Soros, come anche l’Occidente, “temessero che il capitalismo russo divenisse troppo potente“. Se l’establishment economico e politico degli USA teme la concorrenza economica della Russia, quale migliore maniera di controllarla che dominare i media, l’educazione, i centri di ricerca e i settori scientifici della Russia? Dopo aver speso 250 milioni di dollari per “la trasformazione dell’educazione delle scienze umane e dell’economia a livello delle scuole superiori e delle università“, Soros inietta 100 milioni di dollari, dopo un anno, per la creazione della Fondazione scientifica internazionale.(22) I Servizi federali russi di controspionaggio (FSK) accusano le fondazioni di Soros in Russia di “spionaggio”. Segnalano che Soros non opera da solo; fa parte di un rullo compressore che ricorre, tra l’altro, a dei finanziamenti da Ford e dalla Heritage Foundations, dalle università di Harvard, Duke e Columbia, e all’assistenza del Pentagono e dei suoi servizi di informazione USA.(23) Il FSK s’indigna del fatto che Soros abbia messo le mani su circa 50.000 scienziati russi e presume che Soros abbia coltivato soprattutto i suoi interessi, assicurandosi il controllo di migliaia di scoperte scientifiche e nuove tecnologie russe e appropriandosi cosi dei segreti di stato e dei segreti commerciali.(24)
Nel 1995, i Russi erano assai arrabbiati in seguito all’ingerenza dell’agente del Dipartimento di stato Fred Cuny, nel conflitto ceceno. Cuny si serviva dell’aiuto ai rifugiati come copertura, ma la storia delle sue attività nelle zone di conflitti internazionali interessanti gli USA, cui venivano a aggiungersi le operazione d’investigazione dell’FBI e della CIA, rendevano manifeste le sue connessioni con il governo USA. All’epoca della sua scomparsa, Cuny lavorava sotto contratto con una fondazione di Soros.(25) non si sa abbastanza negli USA, che la violenza in Cecenia, una provincia situata al centro della Russia, é generalmente vista come il risultato di una campagna di destabilizzazione politica che Washington vede di buon occhio e, che orchestra probabilmente. Questo modo di presentare la situazione é sufficientemente chiara agli occhi dello scrittore Tom Clancy, al punto che si è sentito libero di fare una affermazione di fatto nel suo best-seller: La somma di tutte le paure. I Russi hanno accusato Cuny di essere un agente della CIA e d’essere uno dei responsabili di una operazione di spionaggio destinata a sostenere l’insurrezione cecena.(26) L‘Open Society Institute di Soros é sempre attiva in Cecenia, come lo sono ugualmente altre organizzazioni sponsorizzate dallo stesso Soros. La Russia é stata il teatro di almeno un tentativo comune di fare avanzare il bilancio di Soros, tentativo orchestrato con l’aiuto diplomatico dell’amministrazione Clinton. Nel 1999, il segretario di stato Madeleine Albright aveva bloccato una garanzia di prestito di 500 milioni di dollari per l’Export-Import Bank USA alla società russa, Tyumen Oil, pretendendo che ciò si opponesse agli interessi nazionali USA. La Tyumen voleva comprare delle attrezzature petrolifere di fabbricazione statunitense, così come dei servizi, presso la società Halliburton di Dick Cheney e dell‘ABB Lummus Global di Bloomfield, New Jersey.(27) George Soros era investitore in una società che la Tyumen aveva tentato di comprare. Tanto Soros che BP Amoco avevano esercitato delle pressioni alfine d’impedire tale transazione, e Albright gli rese questo servizio.(28)
Il discorso di un antisocialista di sinistra
L’Open Society Institute di Soros infila le dita in ogni ambito. Il suo consiglio di amministrazione è un vero “Who’s Who” della guerra fredda e dei pontefici del nuovo ordine mondiale. Paul Goble é direttore delle comunicazioni: “è stato il principale commentatore politico di Radio Free Europe“. Herbert Okun ha servito nel dipartimento di stato di Nixon come consigliere dell’intelligence con Henry Kissinger. Kati Marton è la consorte di Richard Holbrooke, l’ex ambasciatore all’ONU e inviato in Jugoslavia dell’amministrazione Clinton. Marton ha esercitato pressioni in favore della stazione radio B-92, finanziata da Soros, e ha ugualmente assai operato in favore di un progetto della Fondazione nazionale per la democrazia (un’altra antenna ufficiale della CIA) che ha collaborato al rovesciamento del governo jugoslavo. Quando Soros fondò l’Open Society Fund, cercò il grande bonzo liberale Aryeh Neier per dirigerla. All’epoca, Neier dirigeva Helsinki Watch, una pretesa organizzazione dei diritti dell’uomo di tendenza nettamente anticomunista. Nel 1993, l’Open Society Fund divenne l’Open Society Institute. Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All’epoca, Soros faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato delle Americhe che per quelle dell’Europa dell’Est e dell’Asia centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)
Soros é dunque strettamente legato a HRW, benché faccia del suo meglio per nasconderlo.(31) Dichiara che si accontenta di raccogliere fondi, di mettere i programmi a punto e di lasciare le cose andare da sole. Ma le azioni di HRW non si discostano in alcun modo dalla filosofia del suo raccoglitore di fondi. HRW e OSI sono assai vicini. Le loro visioni non divergono. Naturalmente, altre fondazioni finanziano ugualmente queste due istituzioni, ma non impedisce che l’influenza di Soros domini la loro ideologia. Le attività di George Soros s’inscrivono nello schema di costruzione sviluppato nel 1983 e così come è annunciato da Allen Weinstein, fondatore della Fondazione nazionale per la democrazia. Wainstein dichiara: “Una grande parte di ciò che noi facciamo oggi era realizzato in segreto dalla CIA 25 anni fa.”(32) Soros opera esattamente nei limiti del complesso spionistico. Differisce poco dai trafficanti di droga della CIA nel Laos, negli anni ’60, o dei mujahidin che trafficavano nell’oppio conducendo delle operazioni per conto della CIA contro l’Afghanistan socialista degli anni ’80. Canalizza semplicemente (e raccoglie) molto più denaro di queste marionette e una parte ben più importante dei suoi affari si fanno nei gironi migliori. La sua libertà d’azione, nella misura in cui possa goderne, risiede in un controllo fattivo dei profitti, che gli servono a legittimare le strategie della politica estera USA. La maggioranza degli statunitensi che, oggi, si considerano politicamente di centrosinistra, sono senza alcun dubbio pessimisti a proposito della speranza di assistere un giorno a una trasformazione socialista della società. Di conseguenza, il modello di “decentralizzazione” alla Soros, o l’approccio “frammentato” di “utilitarismo negativo, il tentativo di ridurre al minimo la quantità di miseria“, che costituiva la filosofia di Popper, tutto ciò gli va bene, più o meno.(33) Soros ha finanziato uno studio di HRW che è stata usata per sostenere l’addomesticamento della legislazione in materia di droga nello stato della California e dell’Arizona.(34) Soros é favorevole a una legislazione sulle droghe – una maniera di ridurre provvisoriamente la coscienza della propria miseria. Soros é un corruttore che sostiene il concetto dell’uguaglianza delle opportunità. A una scala più elevata sul piano socio-economico, si trovano i social-democratici che accettano d’essere finanziati da Soros e che credono alle libertà civiche nel contesto stesso del capitalismo.(35) Per queste persone, le conseguenze nefaste delle attività commerciali di Soros (che impoveriscono le persone nel mondo) sono edulcorate dalle sue attività filantropiche. Allo stesso modo, gli intellettuali liberali di sinistra, tanto all’estero che negli USA, sono stati sedotti dalla filosofia dell'”Open Society“, senza parlare dell’attrattiva che rappresentano le sue donazioni.
La Nuova Sinistra USA era un movimento social-democratico. Era risolutamente antisovietica e, quando l’Europa dell’Est e l’Unione Sovietica si sono dissolte, pochi nella Nuova Sinistra si sono opposti alla distruzione dei sistemi socialisti. La Nuova Sinistra non ha né detto nulla né protestato quando centinaia di milioni di abitanti dell’Europa dell’Est e dell’Europa centrale hanno perso il loro diritto al lavoro, all’alloggio, e alla protezione della legge, all’educazione gratuita nelle scuole superiore, alla gratuità delle cure e dell’acculturazione. La maggioranza ha minimizzato gli avvertimenti che indicavano che la CIA e certe ONG – come la Fondazione nazionale per la Democrazia o l’Open Society Fund – avevano attivamente partecipato alla distruzione del socialismo. Queste persone avevano l’impressione che la determinazione occidentale a voler distruggere l’URSS dal 1917 era una cosa assai lontana dalla caduta dell’URSS. Per queste persone, il socialismo è scomparso di sua volontà, per le sue lacune e sconfitte. Quanto alle rivoluzioni, come quella del Mozambico, dell’Angola, del Nicaragua o del Salvador, annichilite dalle forze operanti per procura o ritardate dalle “elezioni” assai dimostrative, i pragmatisti della Nuova sinistra non hanno fatto altro che volgere lo sguardo da un’altra parte. Talvolta, la stessa Nuova Sinistra sembrava ignorare deliberatamente le macchinazioni post-sovietiche della politica estera USA. Bogdan Denitch, che nutriva delle aspirazioni politiche in Croazia, è stato attivo presso l’Open Society Institute e ha ricevuto dei fondi dalla stessa OSI.(36) Denitch era favorevole all’epurazione etnica dei Serbi in Croazia, ai bombardamenti della Nato della Bosnia e della Jugoslavia e anche a una invasione terrestre della Jugoslavia.(37) Denitch è stato uno dei fondatori e il presidente dei Socialisti democratici degli USA, un gruppo preponderante della sinistra liberale negli Stati Uniti. È stato anche presidente, per molto tempo, della prestigiosa Conferenza degli Universitari socialisti, grazie alla quale poteva facilmente manipolare le simpatie di molti e farli propendere al sostegno dell’espansione della NATO.(38) Altri obiettivi in sostegno di Soros comprendono Refuse and Resist, the American Civil Liberties Union e tutta una panoplia di altre cause liberali.(39) Soros acquisiva un altro trofeo inverosimilmente impegnandosi nella Nuova Scuola di Ricerche Sociali di New York, che era stata per molto tempo l’accademia principale degli intellettuali di sinistra. Oggi, sponsorizzano il Programma per l’Europa dell’est e l’Europa centrale.(40)
Molte persone di sinistra ispirate dalla rivoluzione nicaraguense hanno accettato con tristezza l’elezione di Violetta Chamorro e la sconfitta dei sandinisti nel 1990. La quasi totalità della rete di sostegno in Nicaragua ha cessato la sue attività in seguito. Forse la Nuova Sinistra avrebbe potuto trarre qualche insegnamento dalla stella ascendente di Michel Kozak. L’uomo era un veterano delle campagne di Washington mirante a installare dei dirigenti simpatici in Nicaragua, in Panama e ad Haiti, e di minare Cuba – dove dirigeva la sezione di interessi USA all’Habana. Dopo aver organizzato la vittoria di Chamorro in Nicaragua, Kozak proseguì il suo cammino per divenire ambasciatore degli USA in Bielorussia, collaborando all’Internet Access and Training Program (IATP), sponsorizzato da Soros e che operava nella “fabbricazione di futuri dirigenti” in Bielorussia.(41) Nello stesso tempo, tale programma era imposto in Armenia, Azerbaidjan, Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan. L’IATP opera assieme al sostegno del dipartimento di stato USA. A credito della Bielorussia, bisogna aggiungere che espulse Kozak e la sua cricca dell’Open Society di Soros e del dipartimento di stato USA. Il governo di Aleksandr Lukashenko scoprì che, quattro anni prima di installarsi a Minsk, Kozak organizzava forniture di decine di milioni di dollari destinati a alimentare l’opposizione bielorussa. Kozak lavorava all’unificazione della coalizione dell’opposizione, creava dei siti web, dei giornali e dei poli di opinione, e supervisionava un movimento di resistenza studentesca simile all’Otpor in Jugoslavia. Kozak fece anche venire dei dirigenti dell’Otpor per formare dei dissidenti in Bielorussia.(42) Proprio alla vigilia dell’11 settembre 2001, gli USA rilanciavano una campagna di demonizzazione contro il presidente Aleksandr Lukashenko. Tale campagna è stata messa da parte, per concentrarsi sulla “guerra contro il terrorismo”. Con l’intromissione dell’OSI e dell’HRW, Soros era uno dei principali sponsors della stazione radio B-92 di Belgrado. Fondò l’Otpor, l’organizzazione che riceveva le “valigie di denaro” alfine di sostenere il golpe del 5 ottobre 2000 che rovesciava il governo jugoslavo.(43) Poco dopo, Human Rights Watch aiutava a legittimare il rapimento e la mediatizzazione del processo di Slobodan Milosevic all’Aja senza preoccuparsi dei suoi diritti.(44) Louise Arbour, che ha operato come giudice nel tribunale illegale, siede attualmente nel consiglio del Gruppo internazionale di crisi di Soros.(45) La gang dell’Open Society e di Human Rights Watch ha lavorato in Macedonia, dicendo che ciò faceva parte della sua “missione civilizzatrice”.(46) Bisogna dunque attendere, un giorno, la “salvezza” per questa repubblica, affinché si ottenga così la disintegrazione dell’ex Jugoslavia.
Wesley Clark

I mandati del potere
Infatti, Soros ha dichiarato che considerava la sua filantropia come morale e i suoi affari di gestione del denaro come amorale.(47) Pertanto, i responsabili delle ONG finanziate da Soros hanno una agenda chiara e permanente. Una delle istituzioni più influenti di Soros è il Gruppo Internazionale di Crisi, fondato nel 1986. Il GIC é diretto da individui provenienti dal centro stesso del potere politico e dal mondo delle imprese. Il suo consiglio d’amministrazione conta, tra l’altro, nei suoi ranghi Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, ex segretario di stato aggiunto degli USA; Wesley Clark, ex capo supremo degli alleati della Nato per l’Europa; Richard Allen, ex consigliere nazionale alla sicurezza degli USA. Vale la pena di citare Allen: l’uomo ha abbandonato il Consiglio nazionale della Sicurezza sotto Nixon perché era disgustato dalle tendenze liberali di Henry Kissinger; è sempre lui che ha reclutato Oliver North per il Consiglio nazionale della sicurezza sotto Reagan, e che negoziò lo scambio missili-ostaggi nello scandalo del contras-irangate. Per questi individui, “contenere i conflitti” equivale a assicurare il controllo statunitense sui popoli e le risorse del mondo intero. Negli anni ’80 e ’90, sotto l’egida della dottrina reaganiana, le operazioni segrete o aperte degli USA si compivano in Africa, in America latina, Caraibi e in Asia. Soros era apertamente attivo nella maggior parte di questi luoghi, corrompendo eventuali rivoluzionari in potenza, e sponsorizzando uomini politici, intellettuali e ogni altra persona suscettibile di arrivare al potere quando l’agitazione rivoluzionaria sarebbe decaduta. Secondo James Petras: “Alla fine degli anni ’80, i settori più perspicaci delle classi neo-liberali al potere comprendono che i loro obiettivi politici polarizzano la società e suscitano un ampio scontento sociale. I politici neo-liberali si sono messi a finanziare e a promuovere una strategia parallela ‘a partire dalla base’, la promozione di organizzazioni in qualche modo ‘tirate dalla base’, dall’ideologia ‘anti-statalista’ e mirate a intervenire tra le classi potenzialmente conflittuali, alfine di creare un ‘tampone sociale’. Tali organizzazioni dipendevano finanziariamente dalle risorse neo-liberali e erano direttamente impegnate nella concorrenza con dei movimenti socio-politici per la fedeltà dei dirigenti locali e delle comunità militanti. Negli anni ’90, queste organizzazioni, descritte come ‘non governative’, si contano a migliaia e ricevono circa 4 miliardi di dollari in tutto il mondo.”(48)
In Underwriting Democracy (Garantire la democrazia), Soros si vanta “dell’americanizzazione dell’Europa dell’Est“. Secondo i suoi propri desideri, grazie ai suoi programmi d’educazione, ha cominciato a mettere su un inquadramento dei giovani dirigenti “sorosiani”. Questi giovani addestrati dalla Fondazione Soros sono preparati a riempire delle funzioni di ciò che si chiamano, comunemente, “agenti d’influenza”. Grazie alla loro conoscenza pratica delle lingue e al loro inserimento nelle burocrazie nascenti dei paesi sotto tiro, tali reclute sono individuate per facilitare, sul piano filosofico, l’accesso alle società multinazionali occidentali. Il diplomatico di carriera Herbert Okun, che siede in compagnia di George Soros nel Comitato europeo di Human Rights Watch, intrattiene strette relazioni con tutta una serie d’istituti legati al dipartimento di stato, che va dall’USAID alla Commissione trilaterale finanziata da Rockefeller. Dal 1990 al 1997, Okun è stato direttore esecutivo di una organizzazione chiamata Corpo dei benevolenti dei Servizi finanziari, che faceva parte dell’USAID, “alfine di aiutare a stabilire dei sistemi finanziari dei mercati liberi nei paesi ex-comunisti“.(49) George Soros é in completo accordo con i capitalisti occupati a prendere il controllo dell’economia mondiale.
La redditività del Non-Profit
Soros pretende che non fa filantropia nei paesi dove pratica il commercio di valute.(50) Ma Soros ha spesso ottenuto vantaggi dalle sue relazioni per realizzare degli investimenti chiave. Armati di uno studio dell’ICC e beneficiante del sostegno di Bernard Kouchner, capo dell’UNMIK (Amministrazione temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo), Soros ha tentato di appropriarsi del complesso minerario più vantaggioso dei Balcani. Nel settembre 2000, nella sua fretta di impadronirsi delle miniere di Trepca prima delle elezioni in Jugoslavia, Kouchner dichiarava che l’inquinamento provocato dal complesso minerario, faceva innalzare i tassi di piombo nell’ambiente.(51) E’ incredibile, sentire una cosa simile, quando si sa che l’uomo applaudì, quando i bombardamenti della Nato, nel 1999, hanno riversato l’uranio impoverito sul paese e hanno liberato più di 100.000 tonnellate di prodotti cancerogeni in aria, nell’acqua e nella terra.(52) Ma Kouchner ha finito con l’essere guadagnato alla causa e le miniere sono state chiuse per “ragioni di salute”. Soros ha investito 150 milioni di dollari in uno sforzo per ottenere il controllo dell’oro, l’argento, il piombo, lo zinco e il cadmio di Trepca, che conferiscono a questa proprietà un valore di 5 miliardi di dollari.(53) Al momento in cui la Bulgaria cadeva nel caos del “libero mercato”, Soros si accaniva a recuperare ciò che poteva dalle macerie, come la Reuters ha riportato all’inizio del 2001: “La Banca europea di Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha investito 3 milioni di dollari presso RILA [una società bulgara specializzato nelle tecnologie di punta], la prima società a beneficiare di un nuovo credito di 30 milioni di dollari fissati con la BERD per sostenere le aziende di high-tech in Europa centrale e dell’Est. (…) Tre altri milioni di dollari venivano dai fondi statunitensi d’investimenti privati Argus Capital Partners, sponsorizzato dalla Prudential Insurance Company of America e operante in Europa centrale e dell’Est. (…) Soros, che aveva investito qualche 3 milioni di dollari presso RILA e un altro milione nel 2001 (…) rimaneva il detentore maggioritario.”(54)
Risolvere i problemi
Le sue pretese alla filantropia conferiscono a Soros il potere di modellare l’opinione pubblica internazionale, quando un conflitto sociale solleva la questione di sapere chi sono le vittime e chi sono i colpevoli. In altre ONG, Human Rights Watch, i porta voce di Soros riguardo i diritti dell’uomo, evitano o ignorano la maggior parte delle lotte di classe operaie organizzate e indipendenti. In Colombia, i dirigenti operai sono assai frequentemente assassinati dai paramilitari operanti di concerto con il governo sponsorizzato dagli USA. Causa il fatto che questi sindacati s’oppongono all’economia neo-liberale, HRW conserva a proposito di questi assassini un relativo silenzio. In aprile, José Vivanco, di HRW, ha testimoniato in favore del Plan Colombia davanti al Senato USA(55): “I Colombiani restano privi dei diritti dell’uomo e della democrazia. Hanno bisogno d’aiuto. Human Rights Watch non vede l’inconveniente che nel fornire tale aiuto siano gli USA.”(56) HRW mette le azioni dei combattenti della guerriglia colombiana, che lottano per liberarsi dall’oppressione del terrore di stato, della povertà e dello sfruttamento, sullo stesso piano della repressione delle forze armate finanziate dagli USA e quelle degli squadroni paramilitari della morte, gli AUC (Forze colombiane unite d’autodifesa). HRW ha riconosciuto il governo di Pastrana e i suoi militari, il cui ruolo era di proteggere i diritti della proprietà e di mantenere lo statu quo economico e politico. Secondo HRW, il 50% dei morti civili sono opera degli squadroni della morte tollerati dal governo.(57). La percentuale esatta, in effetti, è dell’80%.(58) HRW ha convalidato le elezioni nel loro insieme e l’avvneto al potere del governo Uribe, nel 2002. Uribe è un perfetto erede dei dittatori latino-americani che gli USA hanno sostenuto in passato, benché sia stato “eletto”. HRW non ha commentato il fatto che la maggioranza degli abitanti ha boicottato le elezioni.(59)
Nei Caraibi, Cuba è un altro oppositore al neo-liberalismo a essere demonizzato da Human Rights Watch. Nel vicino stato di Haiti, le attività finanziate da Soros hanno operato in modo di andare contro le aspirazioni popolari, che hanno fatto seguito alla fine della dittatura dei Duvalier, e hanno destabilizzato il primo dirigente haitiano, democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Ken Roth, di HRW, ha utilmente abbandonato Aristide alle accuse USA di essere “antidemocratico”. Per propagandare le sue idee sulla “democrazia”, le fondazioni di Soros hanno tentato a Haiti delle operazioni complementari, assieme a quelle “inconvenienti” per gli USA, come la promozione dell’USAID di persone associate al FRAPH, i famosi squadroni della morte sponsorizzati dalla CIA e che hanno terrorizzato il paese dopo la caduta di “Baby Doc” Duvalier.(60) Sul sito di HRW, il direttore Roth ha criticato gli USA per non essersi opposti alla Cina con più veemenza. Le attività di Roth comprendono la creazione del Tibetan Freedom Concert, un progetto itinerante di propaganda che ha effettuato una tournée negli USA con musicisti famosi del rock, spingendo i giovani a sostenere il Tibet contro la Cina.(61) Il Tibet è un progetto prediletto della CIA da molti anni.(62) Recentemente, Roth ha reclamato con insistenza l’opposizione al controllo della Cina sulla sua provincia ricca, in petrolio, del Xinjiang. Con l’approccio colonialista del “dividere per conquistare“, Roth tentò di convincere certi membri della minoranza religiosa degli uiguri, nello Xinjiang, che l’intervento degli USA e della Nato in Kosovo costituiva una premessa in quanto modello per loro stessi. Già nell’agosto 2002, il governo USA aveva sostenuto altri simili tentativi. Le intenzioni USA, a proposito di queste regioni, sono apparse chiaramente quando un articolo del New York Times sulla provincia di Xinjiang, in Cina occidentale, descriveva gli uiguri come una “maggioranza musulmana vivente nervosamente sotto il dominio cinese“. “Sono ben al corrente dei bombardamenti sulla Jugoslavia della Nato, l’anno scorso, e certi li appoggiano per avere liberato i musulmani del Kosovo; immaginano di potersi liberare nello stesso modo qui“.(63) Il New York Times Magazine, da parte sua, notava che “recenti scoperte di petrolio hanno reso il Xinjiang particolarmente attraente agli occhi del commercio internazionale” e, allo stesso tempo, comparava le condizioni della popolazione indigena a quella del Tibet.(64)
Gli errori di calcolo
Quando le organizzazioni sorosiane fanno i conti, sembrano perdere ogni nozione di verità. Human Rights Watch affermava che 500 persone, e non 2.000, erano state uccise dai bombardieri della Nato durante la guerra in Jugoslavia, nel 1999.(65) Pretendono che 350 persone solamente, e non 4.000, erano morte negli attacchi USA in Afghanistan.(66) Quando gli USA bombardarono Panama nel 1989, HRW affermò nel suo rapporto che “l’arresto di Manuel Noriega (…) e l’installazione del governo democraticamente eletto del presidente Guillermo Endara portava grandi speranze in Panama(…)”. Il rapporto ometteva di menzionare il numero delle vittime. Human Rights Watch ha preparato il terreno per l’attacco della Nato contro la Bosnia, nel 1993, con false accuse di “genocidio” e stupri di massa.” (67) Tale tattica consisteva nel suscitare una isteria politica, necessaria affinché gli USA potessero condurre una loro politica nei Balcani. È stata riusata nel 1999 quando HRW operò come truppa d’assalto nell’indottrinamento per l’attacco Nato alla Jugoslavia. Tutto il bla-bla di Soros a proposito del regno della legge è stata dimenticata in un colpo. Gli USA e la Nato hanno imposto le proprie leggi e le istituzioni di Soros le hanno sostenute. Il fatto di trafficare nelle cifre, alfine di generare una reazione, è stata una componente importante della campagna del Consiglio delle relazioni estere (CFR) dopo l’11 settembre 2001. Questa volta si trattava di 2.801 persone uccise nel World Trade Center. Il CFR si riunì il 6 novembre 2001 alfine di pianificare una “grande campagna diplomatica pubblica”. Il CFR creò una “Cellula di crisi indipendente sulla risposta degli USA al terrorismo”. Soros si univa a Richard C. Holbrooke, Newton L. Gingrich, John M. Shalikashvili (ex presidente dei capi di stato maggiore riuniti) e altri individui influenti, in una campagna mirante a fare delle WTC strumenti della politica estera USA. Il rapporto del CFR si mette in opera per facilitare una guerra contro il terrorismo. Si possono ritrovare le impronte di George Soros dappertutto, in questa campagna: “bisogna che gli alti funzionari USA spingano amichevolmente gli Arabi amici e altri governi musulmani, non solo a condannare pubblicamente gli attentati dell’11 settembre, ma ugualmente di sostenere le ragioni e gli obiettivi della campagna antiterrorista USA. Noi dobbiamo convincere i popoli del Medio oriente e dell’Asia del Sud, della legittimità della nostra causa, se i loro governi restano silenziosi. Dobbiamo aiutarli a evitare i ritorni di fiamma che possono emanare tali dichiarazioni, ma dobbiamo convincerli d’esprimersi con voce viva. (…) Incoraggiate i musulmani bosniaci, albanesi e turchi a rivolgersi verso un pubblico estero per far rilevare il ruolo degli USA nel salvataggio dei musulmani di Bosnia e del Kosovo nel 1995-1999, affinché i nostri legami con i musulmani nel mondo intero siano più stretti e di lunga durata. Impegnate gli intellettuali e i giornalisti del paese a prendere la parola e a puntualizzare il proprio punto di vista. Informate regolarmente la stampa regionale in tempo reale per incoraggiare delle risposte rapide. (…) Insistete sulla necessità di fare riferimento alle vittime (e citate queste ultime per nome alfine di meglio personalizzarle) ogni volta che discutiamo dei nostri motivi e dei nostri obiettivi.“(68) In Breve, le deficienze sorosiane nei calcoli servono a vantare e a difendere la politica estera USA.
Soros è assai infastidito per il declino del sistema capitalista mondiale e vuole fare qualche cosa a tale proposito, e ora. Recentemente, ha dichiarato: “posso già discernere i preparativi della crisi finale. (…) Dei movimenti politici indigeni sono suscettibili di ritenersi capaci di espropriare le società multinazionali e di riprendere possesso delle ricchezze ‘nazionali’.”(69) Soros suggerisce seriamente al mondo un piano per sostenere l’ONU. Propone che le “democrazie del mondo dovrebbero prendere le redini e costituire una rete mondiale di alleanze che potrebbero lavorare con o senza l’ONU”. Se l’uomo era psicotico, si potrebbe pensare che fosse in crisi, in quel momento preciso. Ma il fatto è che l’affermazione di Soros: “L’ONU è costituzionalmente incapace di compiere le promesse contenute nel preambolo della loro Carta” riflette il pensiero delle istituzioni reazionarie del tipo American Enterprise Institute.(70) Benché le menti conservatrici facciano riferimento alla rete di Soros come se fosse di sinistra, sulla questione dell’affiliazione degli USA all’ONU, Soros é esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di gente come John R. Bolton, sottosegretario di stato per il Controllo delle Armi e gli Affari per la Sicurezza internazionale, così come, “molti repubblicani del Congresso, credevano che non si dovesse accordare alcun credito al sistema dell’ONU0“.(71) La destra condusse una campagna decennale contro l’ONU. Oggi, é Soros che l’orchestra. Su diversi siti web di Soros, si possono leggere delle critiche all’ONU che affermano che sia troppo ricca, che non desidera condividere la sua informazione, o che è così indebolita che non può fa girare il mondo nel modo appropriato, appropriato almeno secondo George Soros. Gli stessi articolisti di The Nation, con la reputazione di saperla assai lunga, sono stati influenzati dalle idee di Soros. William Greider, per esempio, ha recentemente scoperto alcune pertinenze nella critica di Soros sull’ONU, affermando che non dovrebbe “accogliere dittatori da paccottiglia e totalitari ne trattarli da eguali“.(72) Questo tipo di razzismo eurocentrico costituisce il nucleo dell’orgoglio smisurato di Soros. Quando afferma che gli USA possono e dovranno dirigere il mondo, è un sostenitore del fascismo mondiale. Da troppo tempo, i ” progressisti” occidentali hanno dato carta bianca a Soros. È probabile che Greider e gli altri trovino che l’allusione al fascismo sia eccessivo, ingiustificato e anche insultante. Ma ascoltate, piuttosto, con orecchio attento, ciò che lo stesso Soros dice: “Nell’antica Roma, solo i Romani votavano. Sotto il capitalismo mondiale moderno, solo gli statunitensi votano. I Brasiliani, no.”(73)
Note
1. Dan Seligman, Life and Times of a Messianic Billionaire, commentaires, avril 2002.
2. Lee Penn, “1999, A Year of Growth for the United Religions Initiative.”
3. Seligman.
4. “Sir Karl Popper in Prague, Summary of Relevant Facts Without Comment“.
5. Radio Free Europe/Radio Liberty, Transcaucasia/Central Asia
6. George Soros, Soros on Soros, Staying Ahead of the Curve (New York: John Wiley, 1995), p.26.
7. Hedge Funds Get Trimmed, Wall Street Journal, 1 maggio 2000.
8. Theodore Spencer, Investors of the Century, Fortune, dicembre 1999.
9. Jim Freer, Most International Trader George Soros, Latin Tradecom, ottobre 1998,
10. Busaba Sivasomboon, Soros Speech in Thailand Canceled, information AP, 28 gennaio 2001.
11. Sivasomboon.
12. George Soros, The Asia Society Hong Kong Center Speech.
13. Soros on Soros, op.cit..
14. George Soros, Open Society: Reforming Global Capitalism (New York: Public Affairs, 2000).
15. David Corn, ” Bush and the Billionaire, How Insider Capitalism Benefited W “, The Nation, 17 luglio 2002.
16. Soros on Soros, pp.122-25.
17. Agence France-Presse, 8 ottobre 1993.
18. Marianne Yen, Fund’s Representatives Arrested in China, Washington Post, 8 agosto 1989, p.A4.
19. Los Angeles Times, 24 novembre 1994.
20. Chrystia Freeland, Moscow Suspicion Grows: Kremlin Factions Are at Odds Over Policy, Financial Times (Londra), 10 gennaio 1995.
21. Interfax Russian News, 6 novembre 1999.
22. Irma Dezhina, U.S. Non-profit Foundations in Russia, Impact on Research and Education
23. FSK Suspects Financing of Espionage on Russia’s Territory, information AP, 18 gennaio 1995.
24. David Hoffman, Proliferation of Parties Gives Russia a Fractured Democratic System, Washington Post, 1 ottobre 1995, p.A27; Margaret Shapiro, Russian Agency Said to Accuse Americans of Spying, Washington Post, 14 gennaio 1995, p.A17.
25. Allan Turner, Looking For Trouble, Houston Chronicle, 28 maggio 1995, p.E1; Kim Masters, Where Is Fred Cuny, Washington Post, 19 giugno 1995, p.D1; Patrick Anderson, The Disaster Expert Who Met His Match, Washington Post, 6 settembre 1999, p.C9; Scott Anderson, What Happened to Fred Cuny? New York Times Magazine, 25 febbraio 1996, p.44.
26. Scott Anderson, The Man Who Tried to Save the World: the Dangerous Life and Disappearance of Fred Cuny, Philanthropy Roundtable, mars/avril 2002.
27. U.S.Blocks $500M Aid Deal for Russians, Wall Street Journal, 22 dicembre 1999.
28. Bob Djurdjevic, Letters to the Editor, Wall Street Journal, 22 dicembre 1999.
29. Open Society
 
Da quando possiamo far decorrere la decadenza del sistema economico italiano? Da tangentopoli con l’omicidio di Gardini. L’inizio dell’ingerenza estera in Italia. E tutto sembra tornare

Scorrendo i commenti su Scenarieconomici.it ho notato uno spunto interessante sull’impero ex Gardini e sul vero inizio della crisi italiana dei nostri giorni. Si, il Contadino, come sprezzantemente lo chiamavano i suoi detrattori, certamente per invidia.
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Bene, Gardini era intelligente. E pure molto sveglio, aveva capito prima degli altri che l’agroalimentare era una fonte per lo sviluppo industriale, bastava integrarla verticalmente con l’industria. Bene, lui aveva denaro, denaro sposato, quello della persona probabilmente più liquida d’Italia ai tempi, il tesoro di Serafino Ferruzzi. Una fortuna costruita appunto nell’agroalimentare primario e nel trading di materie prime da dopo la guerra, soprattutto soia (una delle maggiori multe al CBOT fu comminata proprio al gruppo Ferruzzi). E poi nel cemento. Grande imprenditore il Ferruzzi, schivo e anonimo per i media ma ricchissimo. Morì come da tradizione italiana in un incidente, i grandi imprenditori o i figli scomodi degli stessi che se ne vanno troppo spesso così, o suicidi (Olivetti, Tchou, Gardini, il figlio comunista degli Agnelli, Cagliari, …).
Quando Gardini prese in mano il gruppo Ferruzzi aveva a disposizione una enorme liquidità. E fece shopping in Italia ed in Europa: si comprò Eridania, il gruppo saccarifero italiano, a cui va aggiunto il gruppo francese Beghin Say (arrivò addirittura a possedere il più grande produttore di formaggio Roquefort francese, ndr). Poi di fatto acquistò Montedison, la principessa dell’industria italiana, ancora ai tempi la più grande azienda privata del Belpaese, l’erede del gruppo che fece grande – e ricca – l’Italia con la chimica del polipropilene isotattico negli anni ’50 e ’60, con radici che affondavano alla fine dell’ottocento nella chimica di base (Montecatini). Assieme c’era l’energia (Edison), necessaria per la produzione industriale e resa monca dalla nazionalizzazione di fine anni ’50-inizio ’60 che portò alla nascita di ENEL.
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Pochi ricordano ormai che dopo la guerra, grazie al Politecnico di Milano e del prof. Natta, la chimica italiana era tra le prime al mondo, gran parte della fortuna economica italiana parte da lì assieme allo sviluppo delle infrastrutture necessarie per sostenerla, energia in primis (forse dovremmo ricordare a tutti che la vera ricchezza si fa con le grandi industrie e non con gli agriturismo come qualcuno a Berlino vorrebbe farci credere, ndr). La Montedison acquisita dai Ferruzzi venne fusa con le proprie attività agroalimentari creando un un colosso, con aziende leader nella chimica e nell’energia, nell’agroalimentare (Eridania, tutto l’impero mondiale ex Serafino Ferruzzi), nelle assicurazioni (La Fondiaria), nel cemento (Calcestruzzi), nell’editoria (Il Messaggero), nelle televisioni (La7, ex Telemontecarlo) e certamente sto dimenticando qualcosa vista l’enormità del Gruppo. In più il grande progetto e visione del Contadino, visione avveratasi con 20 anni di ritardo (anche grazie dietro al suo spunto, da cui trassero profitto altri, proprio come nel caso dei personal computer di Olivetti) di produrre bioetanolo con le eccedenze agricole dell’UE da usare come combustibile, ossia quello che è accaduto anni dopo e che molte aziende multinazionali hanno utilizzato per arricchirsi enormemente. Dunque la visione di Gardini era appunto il “futuro attuale”, visione azzeccata, l’integrazione processistica tra agricoltura ed industria, un progetto che avrebbe potuto creare enorme ricchezza a se stesso ed al Paese. Il primo passo fu sbarazzarsi della chimica tradizionale, ormai arrivata al capolinea, aggregando le attività chimiche di Montedison coon quelle di ENI in Enimont (per altro gettando le basi per la creazione del leader mondiale del polipropilene quale retaggio degli antichi splendori italiani nel settore). Il resto è storia relativamente recente: Gardini andò a leva, il gruppo era indebitato. Ma aveva trovato le fonti di finanziamento con le banche internazionali, fatto che però non rendeva giustizia secondo la filo francese Mediobanca, grande amica di Lazard. Quello che successe lo sappiamo, lo scandalo di Tangentopoli si incrociò anche [molto stranamente e con un tempismo eccezionale] con l’attacco a Gardini che aveva bisogno di soldi, Cuccia bloccò le fonti di finanziamento estere, Montedison crollò sotto il peso dei debiti ed alla fine – dopo la morte violenta del proprio proprietario – il gruppo italiano venne acquisito da un’azienda ai tempi di proprietà diretta del Ministero della difesa francese (EDF, oggi “solo” al 70% di proprietà dello Stato francese). Fate finta di non sapere come è andata a finire: se uno straniero si impadronisse di un ganglio strategico industriale straniero cosa ne farebbe? Semplice, lo dissolverebbe a proprio vantaggio, leggasi anche lo spezzetterebbe, delocalizzerebbe etc.. Magari assieme al solito collaborazionista locale…


Infatti fu cupio dissolvi: la grande Montedison fu fatta a pezzi da EDF, ricordo quando Ausimont fu venduta a Solvay, quando i cantieri che costruirono il Moro di Venezia (prima barca non USA a sfidare gli americani nell’America’s Cup) vennero anch’essi venduti, quando i giacimenti di gas egiziani vennero venduti a Petronas, Antibioticos liquidata, mentre la vecchia Selm dei servizi energetici diventò la Edison che conosciamo oggi, una comprimaria rispetto ad ENEL (ed infatti scommetto che ENEL sarà oggetto di dichiarato interesse estero nel giro di un annetto al massimo, sempre nel solco dell’economicamente interessata ingerenza straniera in Italia). E appunto oggi si parla del fatto che i francesi, fatto il lavoro sporco e giunto il momento di investire, vorrebbero disfarsi di quel che resta della principessa di Foro Buonaparte, Edison, quasi per ironia della storia con sede nella via dell’eroe nazionale d’oltralpe che francese non è, si sa che Chateaubriand cambiò le date di nascita in quanto Napoleone era genovese e non francese (per altro il cognome giusto era proprio Buonaparte, come la via di Milano, il Generale dovette cambiarlo in quanto avendo un cognome italiano non poteva essere ammesso all’alta scuola militare, infatti diventò Bonaparte).
Dopo questa piccola digressione storica possiamo arrivare all’epilogo. Come ben spiegato dal giudice Almerighi nel suo libro*, Gardini non fu suicida, fu ucciso, come Cagliari molto probabilmente. Il motivo non lo conosciamo ma dicono per tangenti e per quello strano intreccio tra Cagliari, Gardini e Castellari. La verità non la sapremo probabilmente mai. Ricordiamo in particolare quel Castellari implicato non solo nelle tangenti di Stato ma anche nello scandalo che portò alla morte di un primo ministro belga se ricordo bene per questioni di armi, infatti Castellari secondo Almerighi può non essere morto nel fantomatico suicidio nelle campagne romane, probabilmente è stato tolto dalla circolazione con un cambio di indentità (è proprio da leggere il libro citato…).
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Detto questo, manca la parte più importante, la prova del nove: il ’92 è una data cruciale per l’Italia, dopo la caduta del muro tante cose successero. Infatti l’Italia a seguito anche di Tangentopoli, essa stessa determinata da un abuso della custodia cautelare in carcere da parte dei giudici (lo disse anche il decano della Corte Suprema USA, Justice A. Scalia, metti una persona normale in carcere assieme a papponi e lacchè fino a quando non parla a vedrai che ammette colpe anche non sue pur di uscire di galera), iniziò a battere in testa con la propria economia, la pubblicità negativa all’estero sul fatto tangentizio milanese – per altro necessario al ricambio politico voluto da oltreoceano – fece deragliare la costruzione dello SME e dell’ECU, alla fine l’Italia dovette svalutare. A ruota anche la Francia fu costretta a fare altrettanto e quello fu l’ultimo sussulto economico del paese drogato da una lira da esportazione (svalutata). A seguito di tangentopoli – o a causa di tangentopoli secondo chi scrive, un colpo di stato giudiziario secondo molti – ci fu poi l’errore più grande, la svendita del patrimonio anche di Stato di fine millennio (ossia oltre alla liquidazione di Montedison anche quello delle aziende di Stato): non si sa come, non si sa perchè (bisognerebbe chiederlo a Di Pietro, semmai avesse il coraggio di dirci la verità per una volta) Mani Pulite come per magia si fermò e le incarcerazioni si bloccarono. Questo coincise con l’arrivo del nuovo Ambasciatore Usa R. Bartholomew il quale si dice considerò ancora strategica l’Italia per gli USA. Non bisogna dimenticare che lo stesso Bartholomew alla fine del suo mandato ambasciatoriale divenne plenipotenziario di Merrill Lynch in Italia, contribuendo – guadagnandoci – alla svendita di fine millennio del patrimonio industriale italiano. La crisi dell’Italia parte appunto (statisticamente, dati alla mano) da fine secolo scorso, quando alle privatizzazioni ed all’annientamento di Montedison si aggiunse la fissazione della parità con l’euro, tropo alta secondo molti. Un doppio/triplo colpo: oltre alla perdita di gran parte del patrimonio industriale a causa di Tangentopoli, l’Italia perdeva anche la possibilità di recuperare i propri squilibri con la svalutazione della moneta (e questo non è un reato come ce lo dipinge qualcuno, è una normale valvola di sfogo economica, il dollaro ad esempio sta facendo su e giù tra 0,87 e 1.55 con l’Euro da 15 anni ma nessuno ci dice che non si può, che non si deve….).
Bene la domanda è questa: visto che l’inizio della crisi italica si può far coincidere con la fine anticipata di Tangentopoli – fatto mai chiarito in merito a come e perchè avvenne – non è che la crisi sistemica italiana dipende anche dal fatto che aziende importanti che prima occupavano, producevano, creavano indotto e pagavano tasse in Italia sono state liquidate e/o vendute allo straniero post tangentopoli e poi continuando il trend? Appunto, oggi il trend in Italia è far pagare le tasse solo ai dipendenti, non alle grandi aziende, solo alle PMI che vengono regolarmente tartassate (Luxleaks insegna, e poi Fiat, Lottomatica e Ferrari con sede in Olanda/UK): così facendo non si crea ricchezza, al limite ci si mantiene “vivi” per un po’, si uccide anzi il substrato che conta, quello imprenditoriale e soprattutto quello industriale. E chiaramente uno straniero in un periodo di crisi globale è proprio quello che vorrebbe, annientare un competitor straniero a proprio vantaggio, magari accaparrandosi le aziende che valgono, vedi per distruggerle per far maggior spazio alle proprie, vedi per prendersi i pezzi che interessano, vedi per delocalizzare. Solo per fare un esempio, oggi Eridania ex Montedison è in forte crisi, prima deteneva anche Beghin Say francese che grazie all’avvento di EDF in Montedison venne rivenduta chiaramente ai francesi…. Oggi la Francia con Beghin Say ha spiazzato quel che resta di Eridania, come ha fatto con Lactalis per Parmalat. E prima con Galbani ed Invernizzi.
Un paese che non sa fare i propri interessi è destinato a diventare schiavo.
Siete avvisati.
Mitt Dolcino
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stato aprile 22, 2015 posted by Mitt Dolcino
Se è vero che la decadenza italiana parte dal crollo dell’impero di Gardini dobbiamo ricordare che tale collasso fu anche causato da un giudice corrotto

Per non dimenticare.
Eh, si, in questo frangente della mia vita sto approfondendo. E sto mettendo i tasselli al suo posto. Ho certamente contagiato altri in queste mie analisi ed ho notato un articolo la scorsa settimana su questo sito che mi ha dato nuovo spunto. Molti indicano nel ’92 con tangentopoli, unitamente all’uso abusivo della custodia preventiva in carcere – parole del decano della Corte Suprema USA, Justice A. Scalia [e più recentemente, sebbene in termini più cristiani, dello stesso Papa Francesco] – l’inizio del declino economico italiano che arriva fino ai giorni nostri. Alcuni definiscono tangentopoli, come Fusaro la scorsa settimana su questo sito, come un colpo di stato giudiziario. Per quanto mi riguarda per risolvere i problemi attuali dobbiamo prima di tutto capire dove stanno le radici, che dite? E stare ai fatti….
A parte le opinioni, sempre da rispettare se costruttive e giustificate più che giustificabili, dobbiamo ricordare un aspetto “pratico” cruciale: la caduta di Gardini a capo del primo gruppo privato italiano dei tempi fu in buona parte determinata dalla malafede di un giudice [almeno nell’epilogo], Diego Curtò della Procura di Milano, che infatti fu condannato. Egli fece crollare, perchè corrotto [sentenza passata in gudicato, infatti finì in galera per poco più di tre anni, …] il castello Enimont dei Ferruzzi/Gardini causando la fine del Contadino Raul, poi apparentemente suicida, in realtà ucciso secondo il giudice M. Arlmerighi*. Ossia, rischiamo di dover correlare un gravissimo errore della magistratura, quello del Curtò presidente Vicario del Tribunale di Milano se ricordo bene, una corruzione bella e buona, con la fine del più grande gruppo industriale privato italiano. Se vogliamo capire perchè i nostri figli non trovano occupazione oggi in Italia forse dobbiamo ricordare anche questo dettaglio, che dettaglio non è. Fa specie che i soldi – sempre quelli – che giustificarono le azioni del magistrato infedele da una parte non furono mai spiegati, ossia non si seppe per quale ragione sottostante e strategica venne pagato il giudice [il Curtò da buon siciliano tacque]. O meglio chi pagò il giudice fu un funzionario/vicepresidente di una banca**, la famosa e blasonata Comit (Banca Commerciale Italiana), causalmente legatissima a quella Mediobanca che negò il salvataggio dell’impero Ferruzzi e che dieci anni dopo vendette ai francesi di EDF. Per una strana ironia della sorte il nome del deposito di denaro del giudice custodito all’estero era a nome della moglie, una tale Antonina Di Pietro….
Lascio a voi a leggere l’articolo di Repubblica dove viene spiegato quanto sopra. E poi non datemi del complottista, la fonte è il Santo Graal mediatico della sinistra attuale, Repubblica: ripeto, nessuno ci spiegò perchè – parlo delle strategie sottostanti – tale denaro venne pagato al giudice Curtò…. E fa ridere – dovrei dire piangere – che i giudici che riservarono la custodia preventiva in carcere a Gardini e Cagliari in cella con i criminali comuni [il primo suicida/ucciso prima di entrare in gabbia, il secondo morto dietro le sbarre] abbiano messo in cella singola con TV a colori il giudice milanese …

E stiamo ancora a chiederci se dobbiamo o meno introdurre la responsabilità civile e direi anche penale dei magistrati in caso di dolo o colpa grave. O anche introdurre il reato di tortura, impossibile non capire che la carcerazione preventiva particolarmente se utilizzata in modo “cattivo” [leggasi, non in cella singola con TV a colori e – soprattutto – con il fine principe di fare “parlare” l’imputato…] rischi enormemente di essere una tortura [Justice A. Scalia disse che era pratica antidemocratica secondo i principi USA, ndr]!
Voi direte, è il passato, oggi è diverso. Niet! Abbiamo visto poco tempo fa – a valle degli eventi del 2011 contro il Cavaliere che molti definiscono un golpe, encore un golpe – che Saipem e Finmeccanica stavano per finire gambe all’aria – in parte anche ENI – con rispettivi managers incarcerati preventivamente [Finmeccanica] a causa di inchieste non secretate della magistratutra milanese a seguito delle quali Finmeccanica finì sull’orlo dell’essere venduta mentre Saipem è stata effettivamente acquisita al 12% circa da un fondo straniero dopo il crollo dei titoli conseguente all’esposizione gidizial-mediatica [mi sembra di ricordare che i giudici italiani andarono ad indagare una tangente pagata da Saipem in Algeria…].

La cosa più triste, bene che i giovani lo sappiamo, è che una volta l’Italia era un grande paese industriale, che cresceva ed assumeva le nuove leve. Oggi invece è un paese decaduto, quasi senza grandi industrie, quelle che ci sono pagano le tasse in Olanda o in UK (Fiat, Ferrari, Lottomatica etc.). E dunque assumono poco e comunque a basso stipendio in Italia essendo la testa all’estero. Il caso del giudice Curtò della Procura di Milano che contribuì ad affossare uno dei maggiori gruppi italiani che al tempo assumevano e pagavano le tasse in Italia può essere legato al fatto che i giovani OGGI in Italia non trovano impiego, appunto molte delle aziende che ai tempi assumevano sono state vendute, si sono dissolte o i nuovi acquirenti le hanno semplicemente trasferite all’estero. Montedison ad esempio….
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E qui rispondo alla domanda posta da colleghi in predenti articoli : forse la procura di Milano si rese conto a valle del caso Curtò e della morte di Gardini del disastro derivante da una Montedison distrutta ed un enorme impero industriale dissolto, senza per altro essere a conoscenza ai tempi che forse/probabilmente il seme delle privatizzazioni sotto forma di svendita di fine millennio era già stato gettato dalla stessa Procura di Milano come conseguenza degli eccessi di tangentopoli [come indicato da A. Scalia], soprattutto in termini di custodia cautelare. Appunto, forse è stata questa la ragione o meglio una parte delle motivazioni della fine improvvisa di tangentopoli a cui sono seguite le privatizzazioni/svendite di assets di Stato di fine millennio. La verità completa speriamo di scoprirla prima di morire, Di Pietro certamente potrebbe chiarire – se solo volesse – molti aspetti ad oggi ancora oscuri…

Quella che vi dò è una traccia. Questo non vuol dire che tutta la magistratura sia corrotta, anzi il perfetto contrario, Curtò finì in carcere (…). Il problema è che comunque nonostante il carcere al giudice – solo 3 anni o poco più di reclusione, a parte che Curtò non ha mai spiegato nulla – nessuno può restituirci la grande azienda potenzialmente persa anche a causa di un errore giudiziario dovuto a corruzione. Ossia, i correttivi alle azioni sbagliate della magistratura [visto che i giudici sono umani gli errori sono sempre presenti] sono oggi vieppiù necessari se non vogliamo finire veramente a ramengo, parlo a livello economico. Mi riferisco all’assoluta necessità di introdurre la responsabilità civile dei magistrati limitatamente ai casi di dolo o colpa grave.

Vi prego di meditare su queste parole, in senso costruttivo e senza nessuna dietrologia e/o posizione preconcetta, men che meno politica. Fatelo per i Vostri figli, se volete che restino in Italia magari ad accudirvi in senescenza, quando rischierete che non vi paghino nemmeno più la pensione [se continua così…]

Jetlag per Mitt Dolcino
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* “Suicidi? Castellari, Gardini, Cagliari” , M
 

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