Strategia della polizia danese
Ed ecco che sabato spuntano i “cittadini volontari di Milano”, che con tanto di vestiario prestampato (chi lo aveva fatto stampare in anticipo ???) si mettono a ripulire la città.
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Sto seguendo le vicende di Milano, e sta iniziando a crescere in me un sospetto.
E sta cominciando a crescere perché poche settimane fa, per l’inaugurazione della BCE, ho visto succedere la stessa identica cosa, non tanto per le devastazioni (che sono uguali perché alla fine se devasti un quartiere, tanto è) ma per il comportamento della polizia.
I gruppi di devastatori nel nord Europa vengono affrontati in maniera diversa, ma non perché la polizia sia più “civile” (oddio, a dire il vero lo è, almeno con chi non fa nulla di male), ma per una ragione: la strategia con la quale si affrontano questi personaggi è molto diversa, e specialmente è politica.
La politica , nei paesi democratici, è la ricerca del consenso. Se la polizia ti aggredisce, almeno il 50% della popolazione dirà che sia stata troppo violenta. E potrai raccontare che la polizia abbia caricato anche le parti “pacifiche” dei cortei.
Ma se la polizia NON carica, e tu devasti la città, gli unici in scena siete voi. E siete in scena mentre devastate la città.
Con questo metodo, queste frange sociali vengono isolate e private del consenso politico. Se oggi prima di sgombrare un centro sociale avete contro qualche consigliere comunale, dopo che i bravi ragazzi hanno devastato la città difficilmente qualche politico potrà difenderli.
La strategia “nordica” per ridurre al lumicino questo tipo di movimenti consiste nel lasciargli devastare la città. E poi lasciare che sia la società a vendicarsi.
Una cosa simile era successa a Francoforte. Durante l’inaugurazione della nuova sede della BCE, la polizia tedesca ha lasciato fare, lasciando devastare un intero quartiere. Ovviamente tutto è stato ripreso in diretta, e ogni tedesco ha potuto vedere una sola cosa: “i manifestanti devastano la città”
Mi sono chiesto per quale motivo lo abbiano lasciato fare, dal momento che normalmente la polizia tedesca riesce a contenere risse e tafferugli persino all’ Oktoberfest, ove hanno cinque milioni di persone riunite ed ubriache.
La verità è che si tratta di una strategia politica.
Essa consiste in:
Si crea la notizia: quartiere distrutto dai manifestanti no-qualcosa.
La notizia supera ovviamente quella della manifestazione in sé.
I no-qualcosa vengono lasciati da soli sul palcoscenico, e ripresi abbondantemente.
Filmati e fotografie invadono i media, mostrando solo una scena: i no-qualcosa che devastano.
La polizia non appare quasi, in modo che tutta la scena vada sui no-qualcosa.
Anche volendo fare polemiche, ci sono poche foto di poliziotti e molte di no-qualcosa.
Non avendo fatto nulla, alla polizia non può essere imputato nulla.
In questo modo, cosa appare su media e TV (e anche su Internet?). Appare l’unica cosa che c’è.
In questo modo la società inizia a nutrire, lentamente, diffidenza ed astio verso questi movimenti.
Creati i “cattivi vestiti di nero” bisogna costruire i “buoni vestiti di bianco”. Ed ecco che spuntano i “cittadini volontari di Milano”, che con tanto di vestiario prestampato (chi lo aveva fatto stampare in anticipo ???) si mettono a ripulire la città.
Ed ecco che tutto è pronto: abbiamo i Cattivi-Vestiti-Di-Nero e i Buoni-Vestiti-Di-Bianco. La narrazione perfetta del mondo mainstream.
Che cosa succederà? Succederà quello che succede già nel mondo politico dei paesi nordici: i partiti che si identificano con questi no-qualcosa sono rarissimi, sono chiusi, o prendono percentuali da prefisso telefonico.
La strategia con la quale li si combatte, cioè, non è militare. È politica. E consiste nel costruire il dissenso, il fastidio verso queste persone. Sarà molto difficile per loro essere apprezzati, assunti al lavoro, frequentati fuori dal lavoro, dopo che l’opinione pubblica si è formata una simile opinione.
Questa strategia, peraltro, ha costi zero: per ottenere il risultato, la polizia non deve fare NULLA.
Si tratta, cioè, di persone che si screditano da sole. Si tratta di movimenti che distruggono il proprio consenso da soli.
Quando gli si è lasciata devastare la prima, la seconda, la terza città, tutto quello che si otterrà è che prima o poi il questore sarà legittimatissimo a dire “no” al corteo. Dopo che è stato chiaro a tutti che una loro manifestazione consiste nel devastare la città, se qualcuno nega loro l’autorizzazione a manifestare, o li fa manifestare nella tundra extraurbana, nessuno si scandalizza più.
Un’altra cosa che si ottiene lasciando che questi signori si sfoghino contro i cittadini incolpevoli è che viene meno la divisione tra “il corteo buono” e “il corteo cattivo”. Quando la polizia attacca e bastona, qualche fesso ci rimane sempre di mezzo, e siccome è vecchio/donna/foglia di fico allora si dice che per colpa dei pochi cattivi blablabla.
Quando invece si lascia che questi signori si esprimano al meglio e ci si limita a filmarli, si vede chiaramente una cosa, come si è vista a Milano e prima a Francoforte: che i “buoni” sono fin troppo solidali coi cattivi, che li lasciano muovere e che li aiutano pure. Ovvero, senza caricarli si vede ciò che effettivamente è: che non esiste la parte “buona”, quella “festosa e colorata”, distinta dal “blocco nero”, ma alla fine c’è il blocco nero e la sua foglia di fico messa lì per alimentare le polemiche del dopo.
La strategia politica contro i no-qualcosa consiste cioè nel considerare questo:
Il punto debole di questi movimenti è che non sanno conquistare il consenso.
L’unico modo che hanno è di farsi picchiare per alimentare (giuste) polemiche contro la polizia.
Finita la manifestazione queste persone tornano nella società.
Facciamoli punire dalla società.
Se siete conosciuti per essere dei no-expo, grillini compresi, da domani la vita a Milano per voi sarà in salita. Scoprirete subiti che la spilla no-expo suscita una certa antipatia. Scoprirete che tutta la simpatia va ai cittadini che hanno ripulito la città. Scoprirete che non potrete più dire che voi eravate nella parte buona della manifestazione. Scoprirete che non potete più dare la colpa alle cariche indiscriminate della polizia.
Questa è la strategia “politica” seguita dalla polizia nordeuropea contro questi signori. Colpire il movimenti sul piano politico, ovvero sfilare loro il consenso da sotto i piedi.
Quando non avranno più il consenso, quando non avranno più le foglie di fico, quando non avranno più politici in TV a difenderli (tanto saranno inguardabili politicamente), rimarranno soli.
Poche centinaia.
E quelli si gestiscono facilmente.
Il fatto che la polizia italiana abbia dato una svolta e stia iniziando a seguire tecniche “tedesche” (ad onore del vero sono danesi) fa capire che in qualche modo, almeno ad alto livello, le polizie europee si stanno scambiando tattiche e modus operandi.
U.F.