Max Breakeven
Forumer attivo
Il nostro amico Capitan Gain (al quale si deve questa riflessione) ci aiuterà a capire cosa sono e come si usano i grafici a candela. Questo primo contributo vuole essere solo una breve introduzione sulle origini storiche. Da parte mia ho deciso di aggiungere solo una piccola premessa. In questo o in altri post, vi potranno essere terminologie o ragionamenti che si prestano ad ulteriori chiarimenti: non esitate e chiedete!
Si può dire che l’occhio dell’uomo sia ... il più potente elaboratore esistente. Per sfruttare questa capacità, che viene affinata con l’allenamento, l’analisi grafica è senz’altro tra le più semplici tecniche che si possono usare per operare sui mercati.
Il "problema" è che gli occhi sono guidati dal ... cervello e spesso ognuno di noi tende a vedere quello che desidera e non quello che oggettivamente è! E questo avviene non solo nei valori di borsa ma anche nelle figure grafiche che mettono in relazione i prezzi con la variabile tempo.
Come al solito occorre metodo e disciplina. Questa è la sfida più importante, che può essere però anche divertente e stimolante. Armiamoci di tanta buona pazienza e iniziamo a conoscere le origini storiche dei grafici a candela.
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Cenni storici sull’analisi dei grafici a candela
Di Capitan Gain
Fondamentalmente, sono due i modi di rappresentazione dei dati di borsa che ogni giorno il 99% dei traders studia: il grafico a barre e il grafico a candele.
Lo studio del grafico a candele, è una disciplina molto antica e ricca di fascino…a tal punto di essere diventata una vera e propria branchia dell’At, che va sotto il nome di candlestick analisys.
Pensate che l’analisi a candele si è sviluppata in Giappone addirittura nella seconda metà del ‘600 per prevedere il futuro andamento dei mercati a termine del riso (una delle prime forme di mercato future). I mercanti di riso giapponesi infatti, iniziarono ad operare con contratti a termine già dal 1654, con la costituzione del primo (o quantomeno uno dei primi) mercato future, il mercato del riso di Dojima.
Sebbene di dimensione estremamente più ridotta rispetto a quelle degli attuali mercati finanziari e delle commodities, il mercato del riso di Dojima costituì un terreno molto fertile per lo sviluppo dell’analisi tecnica giapponese, costituendo, al pari dei moderni mercati futures, un valido strumento sia per la copertura delle posizioni sia per la speculazione vera e propria.
La storia dei grafici candlestick è complessa quanto l’evoluzione della cultura sociale giapponese…così come lo è quella di ogni popolo….
Sokyu Homma (1716-1803…circa), che è ritenuto il creatore di questo metodo, ha combinato il folklore giapponese alle tecniche militari, al clima e a molti altri fattori nel suo personalissimo approccio allo studio dei mercati.
Homma era in assoluto l’attore del mercato maggiormente temuto e rispettato (un po’ come il nostro Capecce insomma …
) tanto che fu onorato del titolo di Samurai per la sua esperienza di trading.
Oggi, il suo lavoro è considerato il fondamento dell’analisi tecnica giapponese moderna. I due libri di Homma -“Sakata Senho” e “Soba sani do ben”- sono la base teorica di quelle che oggi sono conosciute come “le cinque regole di Sakata”, la città natale di Homma.
Le regole di Sakata sono cinque fondamentali principi per la previsione del futuro comportamento dei prezzi dei mercati. Dal momento che secondo la tradizione giapponese il 3 è un numero divino, in ognuna delle cinque regole di Sakata ricorre questo numero:
San zen (tre montagne)
San sen (tre fiumi)
San ku (tre gap)
San pei (niente a che vedere con l’omonimo protettore dei pescatori
) (tre linee parallele)
San po (la regola dei tre).
Di fondamentale importanza, nella candlestick analisys, è comunque degli equilibri sulla quale essa si basa e che essa riflette. Ma di questo avremo modo di parlarne….
Uno studio di Gregory Morris fa riferimento all’esistenza di una quarantina di forme d’inversione (in assoluto le più importanti) delineabili con la Candlestick analisys.
Funzionano tutte…? Penso di no…
Come tutta l’At, anche per C.A non esiste la certezza assoluta…esistono però certe configurazioni che statisticamente si sono rivelate più affidabili di altre…
Io consiglio comunque di abbinarla sempre allo studio di qualche indicatore/oscillatore e di attendere i segnali di conferma.
Ma di questo, come di molto altro, avremo modo di parlare….
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Per il momento, qualsiasi commento in merito può essere indirizzato a: [email protected]
Presto con le ultime adesioni al forum di AT sarà anche per postarvi direttamente i commenti.
<font size=-1>[ Questo messaggio è stato modificato da: Max Breakeven il 2002-05-01 20:08 ]</font>
Si può dire che l’occhio dell’uomo sia ... il più potente elaboratore esistente. Per sfruttare questa capacità, che viene affinata con l’allenamento, l’analisi grafica è senz’altro tra le più semplici tecniche che si possono usare per operare sui mercati.
Il "problema" è che gli occhi sono guidati dal ... cervello e spesso ognuno di noi tende a vedere quello che desidera e non quello che oggettivamente è! E questo avviene non solo nei valori di borsa ma anche nelle figure grafiche che mettono in relazione i prezzi con la variabile tempo.
Come al solito occorre metodo e disciplina. Questa è la sfida più importante, che può essere però anche divertente e stimolante. Armiamoci di tanta buona pazienza e iniziamo a conoscere le origini storiche dei grafici a candela.
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Cenni storici sull’analisi dei grafici a candela
Di Capitan Gain
Fondamentalmente, sono due i modi di rappresentazione dei dati di borsa che ogni giorno il 99% dei traders studia: il grafico a barre e il grafico a candele.
Lo studio del grafico a candele, è una disciplina molto antica e ricca di fascino…a tal punto di essere diventata una vera e propria branchia dell’At, che va sotto il nome di candlestick analisys.
Pensate che l’analisi a candele si è sviluppata in Giappone addirittura nella seconda metà del ‘600 per prevedere il futuro andamento dei mercati a termine del riso (una delle prime forme di mercato future). I mercanti di riso giapponesi infatti, iniziarono ad operare con contratti a termine già dal 1654, con la costituzione del primo (o quantomeno uno dei primi) mercato future, il mercato del riso di Dojima.
Sebbene di dimensione estremamente più ridotta rispetto a quelle degli attuali mercati finanziari e delle commodities, il mercato del riso di Dojima costituì un terreno molto fertile per lo sviluppo dell’analisi tecnica giapponese, costituendo, al pari dei moderni mercati futures, un valido strumento sia per la copertura delle posizioni sia per la speculazione vera e propria.
La storia dei grafici candlestick è complessa quanto l’evoluzione della cultura sociale giapponese…così come lo è quella di ogni popolo….
Sokyu Homma (1716-1803…circa), che è ritenuto il creatore di questo metodo, ha combinato il folklore giapponese alle tecniche militari, al clima e a molti altri fattori nel suo personalissimo approccio allo studio dei mercati.
Homma era in assoluto l’attore del mercato maggiormente temuto e rispettato (un po’ come il nostro Capecce insomma …

Oggi, il suo lavoro è considerato il fondamento dell’analisi tecnica giapponese moderna. I due libri di Homma -“Sakata Senho” e “Soba sani do ben”- sono la base teorica di quelle che oggi sono conosciute come “le cinque regole di Sakata”, la città natale di Homma.
Le regole di Sakata sono cinque fondamentali principi per la previsione del futuro comportamento dei prezzi dei mercati. Dal momento che secondo la tradizione giapponese il 3 è un numero divino, in ognuna delle cinque regole di Sakata ricorre questo numero:
San zen (tre montagne)
San sen (tre fiumi)
San ku (tre gap)
San pei (niente a che vedere con l’omonimo protettore dei pescatori

San po (la regola dei tre).
Di fondamentale importanza, nella candlestick analisys, è comunque degli equilibri sulla quale essa si basa e che essa riflette. Ma di questo avremo modo di parlarne….
Uno studio di Gregory Morris fa riferimento all’esistenza di una quarantina di forme d’inversione (in assoluto le più importanti) delineabili con la Candlestick analisys.
Funzionano tutte…? Penso di no…
Come tutta l’At, anche per C.A non esiste la certezza assoluta…esistono però certe configurazioni che statisticamente si sono rivelate più affidabili di altre…
Io consiglio comunque di abbinarla sempre allo studio di qualche indicatore/oscillatore e di attendere i segnali di conferma.
Ma di questo, come di molto altro, avremo modo di parlare….
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Presto con le ultime adesioni al forum di AT sarà anche per postarvi direttamente i commenti.
<font size=-1>[ Questo messaggio è stato modificato da: Max Breakeven il 2002-05-01 20:08 ]</font>