Anche la Svizzera

Pare cosa fatta con ubs. A logica domani rimbalzo.
Poi che la Svizzera ne esce a pezzi è un altro discorso.
Poi che il mercato si domandi chi sarà la prossima un altro ancora
 
Wohnsiedlung in Whampoa-Viertel in Hongkong (Bild: Suhja Official, Unsplash)
Wohnsiedlung in Whampoa-Viertel in Hongkong (Bild: Suhja Official, Unsplash)
FINANZPLATZSonntag, 19. März 2023 07:49UBS-/Credit-Suisse-Grossfusion hätte brutale Folgen in Asien
 
Ubs pronta a comprare Credit Suisse
offerti 2 miliardi franchi

l''accordo è appoggiato dalla Banca Nazionale Svizzera che offrirà una linea di credito straordinaria da utilizzare eventualmente di 100 miliardi di franchi, di fatto liquidità illimitata se dovesse servire (in corso verifiche)

Le azioni Credit Suisse hanno chiuso venerdì a 1,86 franchi
La prima proposta era di 1 miliardo di franchi, troppo bassa secondo alcune fonti

Le Cds, i premi per assicurarsi contro il fallimento di Ubs, sono saliti di 40 basis point a a 215 da 175
Il Governo garantirà Ubs per i 9 miliardi di perdita di Credit Suisse
Potrebbe essere un'immagine raffigurante spazio al chiuso

 
BANKENBEBEN
UBS zahlt 3 Milliarden Franken für die Credit Suisse - «Unverschämt tiefer Übernahmepreis»

Die Zukunft der Credit Suisse ist entschieden: Die UBS wird ihre Konkurrentin übernehmen. Die Zusammenfassung.
aktualisiert um 21:40


sono diventati 3Milliarden!
 
personalmente penso che il governo svizzero abbia fatto bene a salvare tutti i depositi ... come ha fatto il gov.Usa

altrimenti nessuno si sarebbe più fidato a lasciare i risparmi in Svizzera

il bai-lin europeo che coinvolge i correntisti è sbagliato... ma i nostri politicanti sono stupidi o fingono di esserlo
 

UBS, la tegola First Brands: fondi in liquidazione e 500 milioni a rischio​


UBS costretta a liquidare fondi per 600 milioni: tutta colpa del crac di First Brands e di un’esposizione “nascosta” del 30% nel fondo O’Connor, ben oltre i limiti promessi agli investitori.

UBS si trova ora a gestire un’esposizione complessiva superiore ai 500 milioni di dollari verso il debito di First Brands, spalmata su varie divisioni del suo ramo investimenti. Il nervo scoperto, tuttavia, sembra essere la controllata O’Connor, storica divisione hedge fund con sede a Chicago che ora è al centro dei problemi della banca svizzera, come sottolinea anche Bloomberg.

Il “pasticcio” del fondo O’Connor​

La situazione è tecnicamente interessante. Gli investitori del fondo “Opportunistic” di O’Connor (specializzato nel finanziamento del capitale circolante) sono stati informati che il 30% del portafoglio era legato a First Brands.

Questa esposizione, secondo quanto riferito, era così suddivisa:
  • 9,1% di esposizione “diretta”: Finanziamenti basati su fatture che First Brands doveva pagare.
  • 21,4% di esposizione “indiretta”: Finanziamenti basati su fatture che i clienti di First Brands dovevano pagare. Una forma di factoring.
Qui nasce la polemica. Pare che diversi investitori siano piuttosto irritati, poiché era stato loro assicurato che il fondo non avrebbe mai superato il 20% di asset su una singola “posizione”. La difesa di UBS, a quanto pare, si basa su un’interpretazione da manuale: l’esposizione “indiretta” (quel 21,4%) non contava come singola posizione, essendo suddivisa tra i vari clienti del gruppo fallito. Un sofismo tecnico che, tuttavia, non ha impedito al 30% del fondo di essere travolto da un unico fallimento e quindi di pagare una perdita fortissima.

La liquidazione​

Ora UBS corre ai ripari. La banca ha confermato che i fondi O’Connor “Working Capital Opportunistic” sono in fase di liquidazione e che la maggioranza degli asset sarà monetizzata entro la fine dell’anno. L’obiettivo è recuperare il 70% del fondo esposto a First Brands entro dicembre.

La banca ha dichiarato: “Come priorità, stiamo adottando misure per proteggere gli interessi dei clienti e massimizzare il recupero delle restanti posizioni legate a First Brands attraverso il complesso processo fallimentare”.

L’aspetto quasi ironico della vicenda è che UBS sta liquidando anche un altro fondo, definito “High Grade” (legato a fatture di società considerate meno rischiose), nonostante questo specifico fondo non avesse alcuna esposizione al crac di First Brands. Una mossa forse necessaria per gestire la liquidità complessiva del comparto, che ammontava a circa 600 milioni di dollari. La copertura delle perdite deve venire da qualche parte , e in questo caso si vende un fondo in positivo, e ben investito, per coprire le perdite.

Domande e risposte​

Perché UBS sta liquidando questi fondi? La causa scatenante è il fallimento improvviso della società americana First Brands Group. Un fondo specifico di UBS O’Connor, chiamato “Opportunistic”, aveva un’esposizione del 30% legata a questa singola azienda. Per gestire le perdite e proteggere gli investitori da ulteriori rischi, la banca ha deciso di liquidare il fondo e chiudere le posizioni, cercando di recuperare quanto più capitale possibile.

Perché gli investitori sono arrabbiati per l’esposizione? Agli investitori era stato garantito che il fondo non avrebbe superato un limite del 20% di esposizione su una “singola posizione”. Scoprire che il 30% era legato a First Brands ha violato questa promessa. UBS si difende sostenendo che solo il 9,1% era “diretto”, mentre il 21,4% era “indiretto” (legato ai clienti di First Brands) e quindi, tecnicamente, non contava ai fini del limite. Una distinzione che non ha comunque evitato il problema.

Qual è l’impatto totale per UBS? L’esposizione totale di UBS come gruppo bancario verso First Brands supera i 500 milioni di dollari. I fondi specifici di O’Connor che sono stati messi in liquidazione (sia quello esposto sia quello “High Grade” non esposto) gestivano un totale di circa 600 milioni di dollari di asset. La banca mira a recuperare la maggior parte degli asset entro la fine dell’anno.


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UBS si trova ora a gestire un’esposizione complessiva superiore ai 500 milioni di dollari verso il debito di First Brands, spalmata su varie divisioni del suo ramo investimenti. Il nervo scoperto, tuttavia, sembra essere la controllata O’Connor, storica divisione hedge fund con sede a Chicago che ora è al centro dei problemi della banca svizzera, come sottolinea anche Bloomberg.


Il “pasticcio” del fondo O’Connor​

La situazione è tecnicamente interessante. Gli investitori del fondo “Opportunistic” di O’Connor (specializzato nel finanziamento del capitale circolante) sono stati informati che il 30% del portafoglio era legato a First Brands.

Questa esposizione, secondo quanto riferito, era così suddivisa:

  • 9,1% di esposizione “diretta”: Finanziamenti basati su fatture che First Brands doveva pagare.
  • 21,4% di esposizione “indiretta”: Finanziamenti basati su fatture che i clienti di First Brands dovevano pagare. Una forma di factoring.
Qui nasce la polemica. Pare che diversi investitori siano piuttosto irritati, poiché era stato loro assicurato che il fondo non avrebbe mai superato il 20% di asset su una singola “posizione”. La difesa di UBS, a quanto pare, si basa su un’interpretazione da manuale: l’esposizione “indiretta” (quel 21,4%) non contava come singola posizione, essendo suddivisa tra i vari clienti del gruppo fallito. Un sofismo tecnico che, tuttavia, non ha impedito al 30% del fondo di essere travolto da un unico fallimento e quindi di pagare una perdita fortissima.


La liquidazione​

Ora UBS corre ai ripari. La banca ha confermato che i fondi O’Connor “Working Capital Opportunistic” sono in fase di liquidazione e che la maggioranza degli asset sarà monetizzata entro la fine dell’anno. L’obiettivo è recuperare il 70% del fondo esposto a First Brands entro dicembre.

La banca ha dichiarato: “Come priorità, stiamo adottando misure per proteggere gli interessi dei clienti e massimizzare il recupero delle restanti posizioni legate a First Brands attraverso il complesso processo fallimentare”.

L’aspetto quasi ironico della vicenda è che UBS sta liquidando anche un altro fondo, definito “High Grade” (legato a fatture di società considerate meno rischiose), nonostante questo specifico fondo non avesse alcuna esposizione al crac di First Brands. Una mossa forse necessaria per gestire la liquidità complessiva del comparto, che ammontava a circa 600 milioni di dollari. La copertura delle perdite deve venire da qualche parte , e in questo caso si vende un fondo in positivo, e ben investito, per coprire le perdite.


Domande e risposte​

Perché UBS sta liquidando questi fondi? La causa scatenante è il fallimento improvviso della società americana First Brands Group. Un fondo specifico di UBS O’Connor, chiamato “Opportunistic”, aveva un’esposizione del 30% legata a questa singola azienda. Per gestire le perdite e proteggere gli investitori da ulteriori rischi, la banca ha deciso di liquidare il fondo e chiudere le posizioni, cercando di recuperare quanto più capitale possibile.

Perché gli investitori sono arrabbiati per l’esposizione? Agli investitori era stato garantito che il fondo non avrebbe superato un limite del 20% di esposizione su una “singola posizione”. Scoprire che il 30% era legato a First Brands ha violato questa promessa. UBS si difende sostenendo che solo il 9,1% era “diretto”, mentre il 21,4% era “indiretto” (legato ai clienti di First Brands) e quindi, tecnicamente, non contava ai fini del limite. Una distinzione che non ha comunque evitato il problema.

Qual è l’impatto totale per UBS? L’esposizione totale di UBS come gruppo bancario verso First Brands supera i 500 milioni di dollari. I fondi specifici di O’Connor che sono stati messi in liquidazione (sia quello esposto sia quello “High Grade” non esposto) gestivano un totale di circa 600 milioni di dollari di asset. La banca mira a recuperare la maggior parte degli asset entro la fine dell’anno.
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