ANNA' A MYKONOS COR COPRIFUOCO E' COME PORTASSE LE PASTICCHE A 'N CONCERTO DE CRISTINA D'AVENA

Esiste ancora lo Stato di Diritto?

E’ una domanda, forse retorica, che molti si fanno

a causa delle continue proroghe dello stato di emergenza,

della marginalizzazione del Parlamento esautorato di fatto da una alluvione di atti amministrativi quali i DPCM solo formalmente coperti da generici decreti legge

e della compressione di diritti e libertà dei cittadini sottoposti a controlli e sanzioni.



Ed è una domanda che molti si fanno all’indomani dell’adozione del decreto legge che consente l’ingresso a eventi sportivi,
congressi, musei, teatri, cinema, concerti, bar, ristoranti, piscine, palestre solo a chi ha effettuato il vaccino anticovid
o ha un tampone negativo ed è in possesso del cosiddetto green pass.


Per rispondere a quella domanda è necessario verificare la compatibilità dei divieti con i principi costituzionali
che riguardano la tutela dei diritti fondamentali della persona ossia i valori essenziali che i pubblici poteri stessi
devono attuare dal momento che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo
sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità (art. 2 Cost.).



Ed è di immediata evidenza che i diritti inviolabili della persona si estrinsecano anche nei rapporti sociali di relazione
ovvero nella frequenza di quei luoghi di comunità, preclusi a chi non possiede il green pass,
che concorrono allo sviluppo dell’identità personale intesa come diritto di ognuno di essere sé stesso
con il relativo bagaglio di interessi culturali (teatri, musei, cinema, convegni), conviviali (bar e ristoranti), ricreativi (palestre e piscine).


Il contenuto dei diritti fondamentali non è assoluto in quanto, con riserva assoluta di legge (non con decreto legge)
e, in alcuni casi, con la riserva di giurisdizione, possono essere previste restrizioni al fine di realizzare altri interessi costituzionali
altrettanto fondamentali e generali nel rispetto dei requisiti della necessarietà e ragionevolezza della limitazione
(in tal senso, Corte Costituzionale sentenza n. 141/1996).



Nel caso del decreto legge istitutivo del green pass è difficile ravvisare sia il requisito della necessarietà
– in virtù della attuale situazione epidemiologica del tutto sostenibile con il tasso di occupazione delle terapie intensive al 2%
e l’esistenza di efficaci cure alternative come gli anticorpi monoclonali –
sia quello della ragionevolezza in mancanza di evidenze scientifiche certe in ordine
all’efficacia delle misure adottate ai fini dell’effettivo contenimento della diffusione dei contagi.


Non appare ispirata a criteri di persuasività razionale, inoltre, l’esclusione dall’ambito del green pass
di treni, bus, metropolitane nei quali, specie nelle ore di punta, ben difficilmente può essere rispettato il distanziamento fisico
a differenza di cinema, teatri, convegni, musei, bar, ristoranti laddove può essere agevolmente disposto il contingentamento degli ingressi.



La logica dell’esclusione del trasporto pubblico potrebbe essere ravvisata nell’esigenza di garantire lo spostamento dei lavoratori
ma in tal modo verrebbe meno l’asserita preminenza del diritto alla salute in nome del quale vengono sacrificati altri diritti costituzionali.


La cosa che sconcerta di più è l’introduzione di un criterio di discriminazione tra cittadini
basato sul’adesione o meno a determinati trattamenti sanitari dei quali chiunque verrebbe a conoscenza
per il semplice fatto della presenza fisica in determinati luoghi con conseguente violazione sia del diritto alla privacy
(diritto inviolabile della persona tutelato dall’art. 2 della Costituzione) s
ia del principio di eguaglianza sostanziale (art. 3 della Costituzione)
ravvisabile nel principio di ragionevolezza alla luce del quale la legge
deve regolare in maniera uguale situazioni uguali e in maniera diversa situazioni diverse.



Il principio di uguaglianza verrebbe violato, nel caso che ci interessa, per via di una irragionevole discriminazione
tra cittadini non vaccinati e quindi non immuni
e cittadini vaccinati per i quali non sussiste alcuna certezza circa l’immunizzazione
atteso che il decreto legge stesso prevede la sottoposizione a quarantena nel caso di contatti con soggetti positivi.


Alla luce delle premesse argomentazioni non appare revocabile in dubbio

che il green pass sia una forma di coazione psicologica per indurre i cittadini

ad aderire alla campagna di vaccinazione contro il Covid -19 e in tal senso è lecito chiedersi

quanto possa essere considerato libero e informato il consenso (previsto dalla Carta dei diritti fondamentali UE)

di chi decida di sottoporsi a vaccinazione solo per il timore di essere escluso dalla vita di relazione.



Sarebbe stato molto più lineare introdurre l’obbligo vaccinale per legge
che però ben difficilmente potrebbe superare l’eventuale scrutinio di legittimità della Corte Costituzionale.


La Consulta si è più volte pronunciata sui presupposti di legittimità dell’obbligo vaccinale
ravvisabili nel sufficiente grado di certezza che il siero sia efficace nel proteggere il ricevente
e nell’impedire il contagio oltre che sulla sicurezza del preparato che non deve comportare rischi di danni gravi alla salute
di chi vi è assoggettato (in tal senso Corte Cost., sent. n. 307/1990; sent. n. 5/2018).


Al riguardo è bene osservare che le innovative tecniche di stimolazione genetica con sperimentazione ancora in corso

dovrebbero suggerire particolari cautele sugli eventuali effetti avversi e sulla reale efficacia

atteso che gli stessi produttori e le autorità di vigilanza affermano che non vi è ancora la certezza

che il preparato produca l’immunità sterilizzante e interrompa la trasmissione del contagio.


Comprendiamo bene, quindi, che se non vi è evidenza scientifica sull’immunizzazione

cade il presupposto stesso del green pass che rivela la sua vera natura d’inaccettabile forma di pressione incompatibile con i principi dello Stato di Diritto.
 
Tenendo un discorso sulla correttezza delle elezioni nello stato conteso dell’Arizona, ora sottoposto a verifica forense,
l’ex presidente Donald Trump ha detto ai sostenitori che i Democratici non possono “vincere le elezioni senza barare; non possono”.

“I primi dati sono un disastro totale e esamineremo quei numeri”,
ha detto Trump sabato sera alla conferenza Turning Point Action a Phoenix, in Arizona, trasmessa in diretta su Newsmax.

“I fatti stanno venendo fuori. La verità viene scoperta e il crimine del secolo viene completamente svelato”.

Turning Point USA, che ospita l’evento, è un giovane gruppo conservatore.

“Combatteremo per la verità, la trasparenza e la responsabilità e non ci fermeremo
finché non avremo ripristinato il diritto di nascita americano di elezioni oneste, libere ed eque”, ha iniziato il discorso di Trump.

“Voi siete il polso del nostro movimento. Così vero, e voi siete quelli che renderanno l’America di nuovo grande.

“Siamo riuniti qui a Phoenix per mostrare il nostro sostegno all’integrità elettorale e ai coraggiosi e inflessibili guerrieri conservatori del Senato dello stato dell’Arizona”.


Trump ha elogiato la presidentessa del GOP dell’Arizona Kelli Ward per i suoi sforzi di integrità elettorale, strappando l’Arizona GOP Gov. Doug Ducey.

“Lei è davvero una combattente, e combatte il tuo governatore che non fa un accidente”, ha detto Trump. “Voglio dire, sta combattendo. Lui non fa un cazzo.

“Ho chiamato, Kelli di recente, ho detto, ‘perché il governatore non dovrebbe volere un audit?’ Forse tutto si rivelerà corretto, cosa che sappiamo non accadrà”.

“Perché qualcuno non dovrebbe volere elezioni corrette?
Perché non dovrebbe volerlo sapere?
E sarei molto felice – non accadrà – ma sarei molto felice se lo facessero e tutto fosse perfetto.
Ma voi sapete che non sarà così”.


Trump ha quindi attaco l’uso del voto per corrispondenza, utilizzato in modo anomalo in diversi stati contesi poi assegnati a Biden.

“Che ne dici di quei voti per posta”, ha detto Trump.
“Da dove arrivavano? E Biden stava ottenendo il 97% dei voti? No, non credo.”


Trump ha delineato molte delle accuse di audit di esempi di frode elettorale,
o almeno di irregolarità che richiedono risposte e informazioni dalla contea di Maricopa, in Arizona.


Trump ha ovviamente anche parlato dell’ttuale situazione politica.

“Siamo all’inizio di un sistema comunista”, ha detto Trump.

“I radicali stanno prendendo il potere e stanno distruggendo tutto ciò che ci sta a cuore come americani,
e sta succedendo, e io ho detto che tutto questo sarebbe successo”.

“Hanno smantellato lo stato di diritto, censurato i discorsi, preso il controllo della stampa libera,
imprigionato gli oppositori politici – lo vedete, sta succedendo dappertutto – e, naturalmente, hanno tenuto elezioni fasulle”.


Intanto i sondaggi vedono un Biden in grossa difficoltà, soprattutto sui temi della sicurezza, dell’immigrazione e delle armi


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azzz.........e questo predica che non esserci la proprietà privata ?
Ma dona dona, dona tutto......eh già


La scorsa settimana il Vaticano ha rivelato di possedere più di 5.000 proprietà,
dopo aver rilasciato per la prima volta informazioni sulle sue proprietà immobiliari.



Le informazioni sono state rese pubbliche nell’ambito di “un bilancio consolidato per il 2020 della Santa Sede
e il primo bilancio pubblico in assoluto per l’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede”, secondo Reuters.
Si trattava di più di 50 pagine d’informazioni sulla situazione finanziaria del Vaticano.


Degli oltre 5.000 immobili, 4.051 sono in Italia e circa 1.120 all’estero.

Solo il 14% degli immobili del Vaticano in Italia viene affittato a prezzi di mercato,
mentre il resto viene affittato con sconti, per lo più a dipendenti della chiesa.

Il 40% degli edifici erano “edifici istituzionali come scuole, conventi e ospedali”.


La rivelazione arriva giorni prima di un processo di 10 persone
collegate all’acquisto di un edificio nell’elegante quartiere londinese di South Kensington.

Quell’edificio ha portato a “enormi perdite” dopo essere stato acquistato come investimento nel 2014 dalla Segreteria di Stato vaticana.

Praticamente il Vaticano ha prima strapagato l’immobile, pagandolo il doppio rispetto a quanto pagato dall’intermediario,
quindi ha dovuto perfino pagare un’intermediazione non dovuta per entrarne in possesso.

Il tutto è costato 360 milioni di euro contro 150 pagati dal primo acquirente.


Padre Juan Antonio Guerrero, capo della Segreteria vaticana per l’Economia,
ha commentato che il processo sarebbe una “svolta” di credibilità per il Vaticano
e che una situazione simile non potrebbe ripetersi a causa delle nuove misure messe in atto.


“Papa Francesco ha privato la Segreteria di Stato del controllo sui suoi fondi” l’anno scorso, ha osservato Reuters.


Ricordiamo, pochi giorni fa, abbiamo scritto di un appartamento di lusso da £ 30.000 a settimana, di proprietà del Vaticano,
che stava facendo notizia per aver ricevuto lamentele per rumore “infernale”.

Abbiamo notato che i reclami per “eventi rumorosi” con alcuni DJ coinvolti sono stati presentati al consiglio locale.
L’unità è di 9.000 piedi quadrati e ospita un ampio giardino e una piscina coperta.

La proprietà è stata acquistata tra le altre proprietà di lusso londinesi nel 2014
in un acquisto che è stato “sorvegliato dal cardinale Giovanni Angelo Becciu”.

Becciu è stato il primo cardinale dei tempi moderni ad essere accusato di reati finanziari dal Vaticano quest’anno.


Altri investimenti supervisionati da Becciu sono stati “sotto il crescente controllo internazionale a causa delle accuse mosse contro di lui”,
ha riferito il FT la scorsa settimana.


L’appartamento di Londra, e altre proprietà, sono detenuti da società fittizie di Jersey
attraverso un’unità vaticana incaricata di “donazioni di beneficenza destinate ai poveri e ai bisognosi”.



Questi immobili non comprendono però il Vaticano, che ha un proprio bilancio separato.
 
È difficile capire se il vizio di fissare il dito, evitando di volgere lo sguardo alla Luna,
sia solo di noi italiani o un po’ di tutto il Pianeta, e fatta eccezione solo per certe sparute Comunità sciamaniche andine
(peraltro a pericolo estinzione sia numerica che culturale).


Comunque evitiamo di parlare di vaccini e virus, ed invece concentriamoci sul fatto che meno di vent’anni fa
un vertice tra alta dirigenza Onu, multinazionali e Wto (Organizzazione mondiale del commercio)
ha lungamente ascoltato il parere di scienziati (demografi, economisti, agronomi, biologi, informatici) sul futuro dell’uomo e della Terra.

Scienziati e potenti hanno così trovato un punto d’accordo sul fatto che necessitasse accelerare
sulla teoria di fine secolo scorso sul controllo ovvero:

metà della popolazione con lavoro contrattualizzato sarebbe stata impiegata per controllare e monitorare la vita di tutti gli umani),

che le nazioni avrebbero dovuto varare politiche di contenimento demografico e delle nascite
(a tal proposito l’Onu ascoltava la relazione dei demografi cinesi),

che si sarebbero dovute inserire norme utili a limitare bisogni e desideri umani
(limiti all’acquisizione di patrimoni, alla tesaurizzazione monetaria, all’acquisto di beni, alla fruizione di servizi turistico-ristorativi),

che la virtualizzazione delle attività umane avrebbe permesso di limitare la mobilità degli individui e gli stessi bisogni,

che gli obblighi tecnologico-cibernetici avrebbero limitato a meno persone la fruibilità e l’ambizione.



Noi piccoli italiani ci siamo così visti calare per legge regionale l’obbligo alla contabilizzazione calorimetrica domestica,
che permette (o dovrebbe) ad un ufficio regionale di conoscere temperatura ed uso del riscaldamento di ogni condomino:
chi non è in regola con la contabilizzazione vive in una casa fuorilegge non certificabile energeticamente.

Poi c’è l’obbligo d’aggiornare ogni due anni auto (moto, camion) alla categoria ecologica euro:
siamo arrivati all’euro sette e si pensa già all’euro otto, e chi non s’adegua viene multato.

Quindi c’è la tracciatura e la politica bancaria d’indirizzo: i soldi depositati in banca non sono certo a disposizione del risparmiatore italiano,
ma in uso esclusivo del sistema bancario europeo. Ne deriva che, se usassimo una somma consistente del nostro risparmio per comprare un determinato bene,
troveremmo i freni della banca, che ci consiglierebbe di usare diversamente i nostri soldi, casomai per comprare titoli, obbligazioni o fondi assicurativi.


“Ma perché vuole compare un immobile o un’auto per suo figlio – ci direbbe il consulente –
ricorra a casa in fitto ed auto a noleggio lungo termine, usi i suoi risparmi per un investimento da noi consigliato”.

E stesso discorso per i viaggi, il turismo, che ormai sarà sempre più appannaggio dei veri ricchi:
la ricerca cibernetica offre al resto della popolazione le vacanze virtuali.

Queste ultime permettono che non vi siano spostamenti umani, né dispendio di risorse economiche da parte dell’individuo,
che rimarrebbe in casa a Ferragosto collegato al computer (casomai con lieve sedazione) con maschera sul viso e tattile alle mani,
in modo da avere la quasi completa sensazione pseudo onirica d’essere in vacanza ai Tropici come al Sestriere.


Anche i passatempi vengono decimati per il bene della Terra:

all’indice il restauro d’auto e moto d’epoca (ritenuto non politicamente corretto e nemico della green economy),

così anche la nautica da diporto,

la pesca e la caccia,

i viaggi con mezzi propri,

i party con gli amici,

il bricolage in genere.


Nella sfera di contenimento dei popoli

ci sono le politiche d’indirizzo alla non riproduzione umana,

l’incentivo all’eutanasia per motivi economici (il caso di chi cade in povertà irreversibile per motivi fiscali, bancari, giudiziari),

i motivi criminologico-scientifici ed economici alla base della reintroduzione della pena capitale nell’ordinamento degli Stati occidentali,

il diniego delle cure per motivi sanitari e previdenziali.



Direttamente collegata a queste iniziative

ci sarebbe la nuova politica detentiva, quella che potrebbe spaccare la politica italiana:

ovvero tra chi vorrebbe riforme che riducano la detenzione a pochissimi casi,

e chi invece perorerebbe un uso massivo della detenzione casomai affidandola a privati ed a strutture multinazionali specializzate (in Usa vi operano da anni).

E questo perché il carcere sottrae per periodi più o meno lunghi l’individuo dal circuito sociale,
evitando che concorra sul lavoro, sul divertimento, sulle opportunità varie:
in pratica il carcere sottrarrebbe gli individui dall’affollato gioco dei bisogni e delle ambizioni.


Perché queste politiche abbiano presa occorrerebbe pianificare una politica educativa:

ecco che nelle scuole sono stati introdotti testi

che mirano a formare bambini non ambiziosi,

ciberneticamente controllabili,

con amorfa concezione sessuale,

irreggimentabili e facilmente disgiungibili dalla famiglia d’origine e tradizionale.


Ecco che il “green pass” è solo una goccia nel mare delle limitazioni che verranno introdotte “per il bene del Pianeta”.



E non pensiate che basti chiudersi in casa senza sortire nemmeno per la spesa:
tra non molto (i primi a subirlo saranno i condomini che hanno ricevuto il 110 per cento)
l’amministratore di condominio, che è per l’ultima riforma un vero e proprio sostituto d’imposta,
busserà gentilmente al vostro uscio e vi chiederà di compilare un foglio per il suo archivio
e per l’ufficio regionale che già monitora la “contabilizzazione calorimetrica”.

Obiettivo: categoria energetica e classe euro del vostro frigo, lavatrice, scaldabagno, tostapane.


Ora c’è il “green pass”, e pare che qualche sindaco lo voglia estendere (con delibera comunale),

nell’area di propria competenza, alle frequentazioni casalinghe,

vietando d’invitare a casa i non congiunti privi di certificazione sanitaria.



Il mondo si sta stringendo, e ce lo dicevano già a fine Novecento.
 
"Remdesivir non ha effetti antivirali, lo dice un nuovo trial" che sta rimbalzando un po' di là un po' di qua.

Il trial è NOR-SOLIDARITY, una costola piccola piccola di SOLIDARITY: 181 pazienti.

I partecipanti sono stati assegnati, randomizzando, a tre gruppi

1) Standard Of Care locale

2) Standard Of Care più idrossiclorochina

3) Standard Of Care più remdesivir

Perfetto, ma... "During the study, local SoC changed as a result of the RECOVERY trial
and updated WHO guidelines recommending systemic steroids for severe and critical COVID-19".

Alla faccia del "trial adattativo"...

Questo trial sta ricevendo da FDA e EMA la stessa attenzione che a suo tempo è stata riservata a SOLIDARITY:
nessuna (colpa di Trump... ah, no, allora è colpa del potere corruttivo di Big Pharma - come se i vaccini anticovid fossero prodotti da Little Pharma, invece...)

Ma evidentemente c'è movimento, su questo fronte, visto che - nell'estate 2021, non nel marzo 2020-
viene fuori l'ennesimo studio osservazionale - cioè senza braccio di controllo e non randomizzato
(https://jamanetwork.com/.../jamane.../fullarticle/2781959...).

Casualmente tutto ciò e' in linea con un attivismo anche quello ad assetto variabile
(alle volte contro il farmaco, alle volte contro il suo prezzo, alle volte tutte e due le cose assieme).

Io continuo a ricordare che remdesivir è stato approvato fondamentalmente sulla base dei dati di ACTT-1 (NIAID, cioè Fauci),
che non è uno studio sponsorizzato dal produttore.

E che quei dati sono stati confermati da RECOVERY, il grande insieme di trial UK che si è dimostrato tra i più affidabili.

Remdesivir
non è la cura,
non è risolutivo,
ma al momento è uno strumento utile per una specifica fascia di pazienti (ospedalizzati non bisognosi di alto flusso di ossigeno).


Chiaro che si cerchi qualcosa di meglio: qua sopra siete stati regolarmente informati sugli sviluppi di molnupiravir, AT-527, PF-07321332.

Non è un motivo per non usare quel che al momento un po' di utilità l'ha dimostrata, ormai anche nella pratica clinica.

PS: su SOLIDARITY cito per l'ennesima volta Francisco Marty, infettivologo:
 
Molnupiravir farmaco antivirale (orale sperimentale),
è un nuovo farmaco che pare blocchi la trasmissione di COVID-19 entro 24 ore,
così è emerso da recenti studi.

Nello studio, nel dettaglio, i ricercatori hanno infettato i furetti con SARS-CoV-2
e hanno iniziato il trattamento con Molnupiravir quando gli animali hanno iniziato a diffondere il virus nella loro colonia.


Questo studio dimostrerebbe che un farmaco antivirale -sperimentale –
ha completamente soppresso la trasmissione del coronavirus entro 24 ore.


Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta!


Un team di ricercatori dell‘Institute for Biomedical Sciences della Georgia State University
ha affermato che il farmaco Molnupiravir, noto scientificamente anche come MK-4482 / EIDD-2801,
impedisce al virus di moltiplicarsi , impedendogli quindi di diffondersi.

Per lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, il team guidato dal dottor Richard Plemper,
ha testato la capacità di Molnupiravir di fermare la diffusione del nuovo coronavirus nei furetti.

“Questa è la prima dimostrazione di un farmaco disponibile per via orale per bloccare rapidamente la trasmissione di SARS-CoV-2”, ha detto Plemper.

Secondo il dottor Robert Cox, nel gruppo Plemper e co-autore principale dello studio,
riteniamo che i furetti siano un modello di trasmissione rilevante perché diffondono prontamente SARS-CoV-2,
ma per lo più non sviluppano malattie gravi, che ricorda da vicino la diffusione della SARS-CoV-2 nei giovani”.


Nello studio, i ricercatori hanno infettato i furetti con SARS-CoV-2
e hanno iniziato il trattamento con Molnupiravir quando gli animali hanno iniziato a diffondere il virus dal naso.

Quando i ricercatori hanno ospitato i furetti infetti e poi hanno inserito con loro furetti non trattati, nella stessa gabbia,
nessuno dei è stato infettato, come hanno spiegato i ricercatori.

Se questi dati basati sul furetti si traducono su gli esseri umani,
i pazienti COVID-19 trattati con il farmaco potrebbero diventare non infettivi entro 24 ore dall’inizio del trattamento, afferma lo studio.

Pare quindi che la molecola si è rivelata efficace nel contrastare il Covid-19, soprattutto nelle sue fasi iniziale.

Hanno inoltre affermato che il trattamento può essere iniziato precocemente
poiché il farmaco può essere assunto per via orale e porta triplici benefici:

  • inibisce il progresso dei pazienti verso una malattia grave,

  • abbrevia la fase infettiva

  • allevia il tributo emotivo e socioeconomico dell’isolamento prolungato del paziente e del rapido isolamento per evitarne la diffusione.



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MK-4482 / EIDD-2801 oggi è in studi clinici avanzati di fase II / III contro l’infezione da SARS-CoV-2.
 

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