Geox (GEO) ANONIMO analista di una sim milanese

tontolina

Forumer storico
MF Online
Geox sprofonda, la debolezza dei mercati mette in luce il rischio dell'investimento

08/06/2006 12.15



Geox sprofonda su livelli che non vedeva da novembre 2005. L'azione è scesa su un nuovo minimo dell'anno a quota 8,365 euro e ora perde sul Midex il 5,74% a 8,48 euro. Sostenuti gli scambi con lo 0,3% del capitale passato di mano. Tutti i titoli del lusso oggi sono comunque sotto una pioggia di vendite nonostante l'euro sia in calo sul dollaro dopo l'annuncio della morte del leader di al Qaeda Zarqawi.

Al momento Luxottica cede l'1,74% a 19,50 euro, Bulgari il 3% a 8,38 euro, Tod's l'1,22% a 56,50 euro, Marzotto il 4,9% a 2,69 euro e Mariella Burani il 4,37% a 20,10 euro con la controllata Antichi Pellettieri, neomatricola di piazza Affari, che segna un ribasso dell'1,49% a 7,90 euro. Spicca però di più il calo del titolo della società del settore calzature che fa capo a Mario Moretti Polegato che in ogni caso da inizio anno ha perso meno delle rivali: -2,9%.

Geox non solo risente della rottura del supporto in area 8,82 euro, che ora può spingere l'azione al ribasso fino a quota 8 euro, secondo gli analisti tecnici di Mf Online, "ma anche delle incertezze che il trend di crescita incorporato nei prezzi del titolo fino a poche settimane fa non sia più sostenibile alla luce dei timori di un rallentamento dell'economia mondiale", commenta un analista di una sim milanese.
"Per noi, in ogni caso, anche queste valutazioni non sono a buon mercato", aggiunge l'esperto. "Nonostante la forte correzione, infatti, Geox tratta a circa 28 volte gli utili previsti per il 2006. Confermiamo quindi il giudizio negativo con un prezzo obiettivo a 5 euro".
Un target price basso rispetto a quello di AbaxBank a 9,7 euro e di Caboto a 9,6 euro che comunque hanno mantenuto il rating rispettivamente di market perform e di hold (tenere in portafoglio) sul titolo.

"Siamo convinti", ha sottolineato Caboto, "che l'ultima fase di debolezza dei mercati abbia correttamente messo in luce l'elevato rischio implicito nell'investimento nel titolo. Agli attuali livelli, riteniamo che l'ambizioso programma di sviluppo internazionale sia adeguatamente prezzato e che eventuali sorprese positive possano unicamente arrivare da una continua crescita della redditività nel mercato domestico".

Francesca Gerosa
 
Rally di Geox, possibile spazio per un pay out maggiore dello storico 30%

02/08/2006 12.15



Quarta seduta consecutiva al rialzo per Geox a piazza Affari ancora sull'effetto dei conti semestrali. L'azione avanza sul Midex del 4,57% salendo a quota 9,87 euro. I dati hanno d'altra parte confermato le attese degli esperti sul fatturato e sulla marginalità. In un report Bnp Paribas sottolinea che le vendite del secondo trimestre sono state superiori alle sue stime e mantiene così sull'azione il rating di outperform (farà meglio del mercato) e il target price a 12,8 euro che offre un upside del 37%.

"Il management ha ribadito la guidance sul 2006 e ha dato messaggi positivi sui mercati non core e sulle prospettive di medio termine", sottolinea la banca d'affari. Molto positivo, a detta anche di Gian Luca Pacini di Caboto, soprattutto l'Ebitda in Italia (margine stabile al 37,8%) e nell'area Europa (26,3% contro 22,5% del primo semestre 2005).

Questo risultato ha permesso di limitare gli effetti negativi delle tensioni sui costi (materie prime, energia, lavoro) per le produzioni in Cina che hanno determinato lo spostamento di alcune produzioni in Brasile e in Indonesia. "Hanno pesato invece più di quanto ci attendessimo la maggiore tassazione nei Paesi in cui avvengono diverse produzioni del gruppo, come l'Ungheria, e i dazi per riportare le produzioni asiatiche in Europa", specifica l'analista di Caboto.

"Il nostro tax rate di medio termine a 32,5% ci sembra, comunque, ancora sostenibile", prosegue l'esperto. Inoltre, "con 8,5 milioni di scarpe vendute nel primo semestre 2006, il nostro target di 15 milioni di scarpe sul mercato per fine anno, con una crescita del fatturato nel secondo semestre 2006 del 33%, in linea con la crescita già registrata nel portafogli ordini autunno-inverno ci sembra facilmente sostenibile".

Infine, capex (spesa per investimenti) e circolante non dovrebbero presentare sorprese rilevanti per il prossimo trimestre e la cassa del primo semestre (62 milioni di euro) dovrebbe migliorare ulteriormente, "lasciando un possibile spazio per un pay out (quota di utili distribuita agli azionisti, ndr) maggiore dello storico 30% con un rendimento 2006 atteso intorno all'1,5%", ipotizza Pacini che ha un target price su Geox a 9,6 euro per azione e una raccomandazione di hold (tenere in portafoglio).

Mentre solo ieri Euromobiliare (hold) ha alzato il target price da 10 a 10,2 euro dopo che appunto la società ha pubblicato i conti semestrali nel complesso in linea alle attese della sim, ma di qualità incoraggiante grazie al buon recupero della leva operativa. Invece Abn Amro, pur confermando buy (acquistare), ha tagliato il target a 12,2 da 12,4 euro, e Merrill Lynch ha individuato un fair value a 9,6 euro (neutral).

http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=169510&chkAgenzie=TMFI
 
MF Online
Geox eguaglia il massimo storico di ieri, i multipli cominciano a essere cari

11/04/2007 11.15



Geox eguaglia i massimi storici di ieri a 4,05 euro. Con un +1,16% oggi l'azione infila la terza seduta consecutiva al rialzo, sostenuta dal buon anadamento del comparto del lusso, ma sopratutto dai giudizi positivi arrivati tra marzo e aprile da alcune banche d'affari. Citigroup ha infatti avviato la copertura di Geox con un rating di buy (acquistare) e un target price a 15,1 euro.

Goldman Sachs con un giudizio di neutral e un prezzo obiettivo a 14 euro. Mentre Cheuvreux ha incrementato il target price di Geox a 14,5 euro da 13,8 euro, ribadendo outperform (l'azione sovraperformerà il mercato), nonostante da inizio anno il titolo abbia segnato un guadagno del 16,85%.

Eppure, segnalano gli analisti, non ci sono stati eventi particolari riguardanti la società. Probabilmente a scatenare indirettamente gli acquisti è stata anche la notizia di ieri che Prr ha annunciato di aver comprato il 27% di Puma, a cui seguirà il lancio di un'offerta amichevole sulla compagnia tedesca.

"In realtà Geox, pur essendo presente nel settore calzature e abbigliamento come Puma, opera in un segmento completamente diverso", afferma un analista di una sim milanese. "Sulle nostre previsioni, che incorporano già una forte crescita dell'utile netto 2007 del 35% e dei ricavi del 27%, Geox vale quasi 30 volte il P/E e 16 il rapporto Ev/Ebitda".

Questi multipli, prosegue l'operatore, cominciano a essere "piuttosto cari, anche per un'azienda dagli ottimi fondamentali: Geox è uno dei 10 titoli da noi consigliati a inizio anno. Ai prezzi attuali invitiamo quindi a essere più prudenti negli acquisti e abbassiamo il giudizio da positivo a neutrale".

Francesca Gerosa
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?chkAgenzie=TMFI&id=200704111053154999
 
Geox non respira, per gli esperti ha corso troppo negli ultimi mesi

04/10/2007

La "scarpa che respira" questa mattina in Borsa non respira affatto. In ribasso dell'1% a 14,84 euro, il titolo Geox soffre nonostante da più parti gli esperti abbiano dato indicazioni piuttosto positive. Ma c'è un particolare: l'azione del gruppo trevigiano ha corso troppo finora.

E' quanto pensa Euromobiliare sim che, nonostante abbia ritoccato al rialzo le stime, spiega: "Geox ha sovraperformato il mercato di quasi il 30% da inizio anno, del 20% dal primo luglio e del 10% circa solo nell'ultimo mese. Crediamo che l'appeal del titolo sia derivato, oltre che dai buoni fondamentali, anche dall'indebolimento del dollaro", dicono gli analisti, "dato che Geox realizza in dollari solo il 3% del proprio fatturato e ha il 70% del costo del venduto nel Far East".

Tuttavia il vantaggio del dollaro "appare ridimensionato", spiegano alla sim, "e per questo, "abbiamo ritoccato solo leggermente le stime (+1%) per il dollaro debole".

Il target price sale così da 14,6 a 14,8 euro, con un Eps ora visto a 0,49 euro nel 2007, 0,59 euro nel 2008 e 0,74 nel 2009.

"In mancanza di ulteriori elementi di novità", prosegue lo studio, "il titolo sembra scontare correttamente le forti prospettive di crescita con un price/earnings 2009 di 21 volte, che implica un premio del 20% rispetto ai concorrenti". La visione sul titolo è così passata da buy (acquistare) a hold (tenere) in attesa anche della raccolta ordini della primavera/estate 2008, che sarà comunicata a metà novembre.

"La nostra stima di crescita del fatturato 2008 è +25%, in linea con il consensus", dicono gli analisti. Anche Cheuvreux si è occupata oggi dell'azienda di Mario Moretti Polegato, ne ha alzato il prezzo obiettivo a 16,5 da 15,2 euro, confermando a outperform (sovraperformerà il mercato) il rating.

Anche in questo caso, la revisione segue un miglioramento delle stime di Eps che passa a 0,51 da 0,47 euro nel 2007, mentre quella sul 2008 a 0,61 da 0,59 euro e quella sul 2009 a 0,74 da 0,7 euro.

"Le maggiori stime", spiega il broker, "riflettono il miglioramento dei margini 2007" legato anche secondo questi esperti, "alla debolezza del dollaro".

Inoltre, "l'aggressivo roll-out dei negozi dovrebbe tradursi in un miglior outlook sulla crescita 2008-2009". Gli analisti richiamano inoltre l'attenzione sulle nuove iniziative come le calzature sportive. Anche secondo Cheuvreux il titolo tratta a più di 25 volte il P/E 2007-2008 rispetto agli altri player del settore.

Italia Perri
 
GEOX HA DELOCALIZZATO TUTTA LA PRODUZIONE IN VIETNAM
DA http://www.movisol.org/08news169.htm
Un altro segno della fine della globalizzazione: l’aumento dei costi di trasporto rende giustizia ad Henry Carey

7 agosto 2008 (MoviSol) – Dopo vent’anni passati a chiudere le industrie americane (e occidentali) alla ricerca di “vantaggi” da ricavarsi con la manodopera altrui (specialmente asiatica) a miglior prezzo, le società scoprono essere “meno costoso” il produrre a casa, piuttosto che trasportare i materiali in giro per il mondo. Negli ultimi anni, infatti, i costi di spedizione di un container industriale ordinario è salito da 3000$ a 8000$. A questo consegue un nuovo movimento, cosiddetto “effetto del vicino di casa”. I produttori americani di mobili, per esempio, stanno ri-localizzando gli impianti produttivi dalla Cina nelle Caroline e in Virginia. Le società abituate ad usare materie prime ricavate in un Paese, trasformarle in un altro, assemblare i semilavorati in un terzo, ecc., e a spedire i prodotti finiti al consumatore (negli Stati Uniti), stanno cominciando a produrre tutto in uno stesso luogo. Anche il famoso produttore di mobili svedese Ikea sta installando il suo primo impianto produttivo a Danville (Virginia), piuttosto che continuare a spedire mobili dall’Europa.

Un’altra manifestazione di dissennatezza, la produzione cosiddetta “just-in-time”, per la quale le imprese avevano abolito il magazzino per produrre i ricambi sul momento del bisogno, sta sperimentando una certa difficoltà. Le spedizioni oceaniche, per esempio, rallentano le navi in modo da risparmiare carburante, e le società clienti trovano più conveniente fabbricare magazzini sul posto, poiché il trasporto dei ricambi comincia ad attardarsi o farsi inaffidabile.

Un problema che i fabbricanti incontrano, “tornando a casa”, è che i




Henry Carey: come la protezione tende
ad incrementare la produzione e il consumo
[estratto dell’omonimo capitolo de
L’armonia degli interessi (1851)]


A riguardo della divisione nazionale del lavoro esiste un grande errore nell’impressione oggi assai comunemente condivisa, che deve la sua origine nella scuola inglese degli economisti politici, il cui sistema è basato interamente sull’idea di rendere l’Inghilterra “l’officina del mondo”, cosa affatto naturale.
Quella scuola insegna che alcune nazioni sono adatte all’industria [manifattura] e altre alle attività agricole, e che queste ultime sono ampiamente giovate dall’essere forzate ad impegnarsi con un solo scopo, facendo tutti i propri scambi a distanza, contribuendo a loro volta a mantenere il sistema di “navi, colonie e commercio”.
Tutta la base del loro sistema è conversione e scambi, ma non produzione, poiché nulla [è previsto] che si aggiunga alla quantità di beni da scambiare.
La grande forza del loro sistema è nel gran numero dei mercanti e nel numero esiguo di produttori; più cresce rapidamente la proporzione tra i primi e i secondi, più rapido si suppone l’avanzamento verso la perfetta prosperità. Convertitori e scambisti, tuttavia, devono vivere, e devono farlo con il lavoro altrui: e se tre, cinque, o dieci persone devono vivere della produzione di una sola, ne segue necessariamente che tutti otterranno una piccola parte di ciò che è necessario o delle comodità della vita, come infatti accade. Il lavoratore agricolo dell’Inghilterra riceve spesso meno di sette scellini alla settimana, che è il prezzo di un bushel [1] e mezzo di frumento.

Se fosse detto che alcune nazioni sono adatte a coltivare grano e altre a macinarlo, o che qualcuno è adatto alla raccolta della legna mentre un altro alla sua segatura, ciò sarebbe considerato come il colmo dell’assurdità; eppure nulla è più assurdo di quel che, a proposito della conversione del cotone in abiti, ogni giorno sostengono, e credono implicitamente, decine di migliaia di persone, anche nostre connazionali. Il telaio è un aiuto tanto appropriato e necessario per le fatiche del lavoratore delle piantagioni, quanto il mulino per quelle dell’agricoltore. La fornace è un aiuto tanto necessario e appropriato per le fatiche dei lavoratori delle piantagioni e degli agricoltori, quanto la segheria e coloro che sono costretti a fare a meno della vicinanza dei produttori di ferro, lavorano svantaggiati come coloro che non riescono a fruire dell'ausilio dell'erpice. Ma quando le piccole macchine, attratte naturalmente dalla grande macchina, la terra, lavorano assieme in armonia, gli uomini diventano ricchi, prosperi e felici. Quando, al contrario, per una qualunque causa di disturbo, l’attrazione va nell’opposta direzione, e le piccole macchine costringono i prodotti della grande macchina a seguirli, la terra si impoverisce inevitabilmente e gli uomini diventano poveri e miserabili come nel caso dell'Irlanda.

A coloro che dubitano dell’entità delle perdite risultanti da questa innaturale divisione del lavoro, raccomanderei di visitare qualunque fattoria distante trenta o cinquanta miglia da una fornace o da un’industria: potrebbero per conto proprio, sul posto, rendersi conto dei fatti. Lì, essi vedrebbero giornate sprecate continuamente per la mancanza di mezzi di occupazione - e altre giornate passate sulle strade per portare al mercato piccole quantità di prodotti – e una generale indifferenza dovuta alla mancanza di stimoli all’attività, per quanto riguarda gli uomini; mentre i fanciulli e le fanciulle sono senza occupazione, e i maestri rimangono all’estero per la mancanza di mezzi con cui pagarli. I nostri agricoltori, come regola generale, non attribuiscono molta importanza al tempo. Preferiscono raggiungere un mercato più lontano, anche se la differenza di prezzo ottenuta sulle loro poche once di burro, o cesti di verdura, appare palesemente insignificante, se comparata alla perdita di tempo e di lavoro, ed essi fanno così perché il lavoro stesso è in grande misura privo di valore. Lasciamo che il dubbioso guardi da sé queste cose; quindi che aggiunga l’enorme proporzione di lavoro mal impiegato in ampie superfici coltivate malamente, anziché in superfici inferiori – nel mantenere recinti e strade interamente sproporzionate rispetto al prodotto della terra -; finalmente, lasciamo che determini se la perdita non sia cinque volte di quel che si pagherebbe per i vestiti e i beni in metallo – materie prime incluse – consumate dall’agricoltore. Installate un mulino, invece: tutto ciò sarà risparmiato. L’agricoltore e i suoi cavalli e i carri saranno impiegati per raccogliere pietre e alberi per il mulino e le case; i figli troveranno un impiego nel mulino, o nella produzione delle cose che possono essere usate da coloro che lo portano avanti, e tutti i guadagni in eccesso potranno essere usati per abiti e attrezzi, per il cibo che un tempo avevano. Dico tutti, perché assieme al mulino, arriverebbero strade migliori e [aumenterebbe] la facilità nel vendere al mercato le molte cose per cui un mercato non potrebbe essere istituito in casa.



[1] Il bushel (sacco) è un'unità di misura americana di volume, per le sostanze solide. La quantità indicata da Carey corrisponde a ca. 53 litri di frumento.
 
Ciao,

qui l'articolo è spezzato:

Un problema che i fabbricanti incontrano, “tornando a casa”, è che i

dopo come continua?
 
robom1 ha scritto:
Ciao,

qui l'articolo è spezzato:

Un problema che i fabbricanti incontrano, “tornando a casa”, è che i

dopo come continua?
Un problema che i fabbricanti incontrano, “tornando a casa”, è che i lavoratori di una volta, con le loro qualifica e perizia, si sono estinti.
 

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