Argentina II: dal default di dieci anni fa ad oggi (1 Viewer)

lorenzo63

Age quod Agis
perchè pazzesco??

se il +10% PIL è inteso al nominale, e se l'inflazione fosse del 25%, avremmo una crescita o una decrescita del PIL reale ?
e sarebbe la stessa cosa ?

Ora se ti dai una calmata, è il motivo per cui ad un certo momento del 3D avevo tirato fuori l' inflazione (vedere post addietro) perchè è anche (ma nn solo) lì che voglio arrivare. (ma nn solo ..).
Ed dati sono real currency units ...


:)
 
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f4f

翠鸟科
non trovo nulla sul PIL reale, mi spiace ...


trovato questo però, con una nota sugli interventi di una banca centrale autonoma
datato, ma con degli spunti

Il “mistero” argentino

Wednesday, 15 February, 2012

L’Argentina ha un problema di inflazione. Nel senso che ha una inflazione elevata ed un governo che sta facendo di tutto per impedire che della medesima vengano pubblicati numeri realistici. Il tasso ufficiale di inflazione tendenziale, calcolato dall’Instituto Nacional de Estadística y Censos (INDEC) è al 9,7 per cento in gennaio, mentre istituti privati (ripetutamente minacciati dalla Presidenta Cristina Kirchner), riuniti sotto l’organizzazione chiamata Inflación del Congreso (che riporta ad una commissione parlamentare) calcolano un valore di poco meno del 23 per cento.
Chi avrà ragione? In caso aveste dubbi, considerate questo dato: i salari nominali sono cresciuti di oltre il 25 per cento nel 2011. Ora, se voi foste un economista da dopolavoro, come interpretereste una crescita delle retribuzioni del 25 per cento a fronte di una inflazione di “solo” il 9,5 per cento? Come leggereste questo strepitoso incremento retributivo “reale” del 15 per cento annuo? Come un boom senza precedenti, roba da fare immediatamente le valigie e partire per quei lidi felici, giusto? Ma anche no.
Il problema è che anche l’offerta di moneta sta esplodendo. Nel 2011, M2 è cresciuta del 29 per cento, e per quest’anno la banca centrale argentina ha previsto un incremento del 26,4 per cento, entro un corridoio che ha un limite superiore al 31 per cento. Il tutto per raggiungere quest’anno una crescita reale del Pil prevista dal governo argentino tra il 4,5 ed il 7,5 per cento, che peraltro è ben superiore alle stime internazionali di consenso, che prevedono una crescita reale intorno al 3-3,5 per cento.
In attesa di congiungere tutti i puntini, vi diamo un altro indizio. La banca centrale argentina monetizza il deficit del Tesoro di Buenos Aires. E quale sarebbe il problema?, vi sentiamo dire. Del resto anche le maggiori banche centrali di paesi sviluppati hanno il loro bravo easing quantitativo. Si, ma quello è applicato su titoli esistenti, e soprattutto in un contesto in cui le banche non prestano, con un crollo del moltiplicatore monetario ed un credit crunch. In Argentina, la banca centrale nel 2011 ha trasferito al Tesoro 30 miliardi di pesos, circa 7,3 miliardi di dollari. Aggiungendo i “prestiti” al settore pubblico si ottiene il valore di 37 miliardi di pesos, oltre il doppio del 2010. Quella argentina è un’economia ferocemente drogata dalla monetizzazione, ma sta scricchiolando sinistramente. Ma non anticipiamo il finale del film.
Tiriamo le somme: le retribuzioni crescono del 25 per cento perché l’inflazione supera il 20 per cento, e non è sotto il dieci. Quelli tra voi più vocati per i numeri saranno già giunti alla conclusione che, se l’inflazione effettiva è al 20 per cento, anche il Pil reale è enormemente inferiore a quanto dichiarato dal governo. Bravissimi. Ancora: il deficit pubblico ha rotto gli argini, non riesce più ad essere sottoscritto sul mercato e il governo costringe la banca centrale a farlo, gonfiando gli aggregati monetari (prima di fare paralleli con quanto accade in Eurozona, i genietti inflazionisti puri e duri si guardino dove è la crescita dei nostri aggregati monetari, e si chiudano in un dignitoso silenzio). Nel frattempo, i capitali tentano di lasciare il paese e ci riescono pure, malgrado gli sforzi del governo.
Pronti per la chiusa? Eccola: l’economia argentina è tenuta in piedi da spaventose dosi di droga monetaria, oltre che da menzogne palesi e manifeste. Ad un certo punto la situazione evolverà: tentare di sgonfiare gli aggregati monetari causerà uno shock all’economia (leggasi un crollo), disoccupazione e proteste di piazza. Continuare a perseguire una floridezza tossica come l’attuale potrebbe invece mandare gli aggregati monetari fuori controllo e con essi l’inflazione, oltre ad accelerare la fuga di capitali. Vediamo in quanto tempo arriveremo all’esito finale, per questo paese tanto amato dai sognatori italiani anti-debito.


Il “mistero” argentino | Phastidio.net
 

f4f

翠鸟科
sempre nulla dati sul PIL reale

e qui spiega anche il perchè ;) ;)







Il tarocco dell’inflazione argentina

Il tarocco dell’inflazione argentina | Indiscreto

Dopo il post sull’Islanda, breve riassunto su quanto accaduto all’Argentina. Solita avvertenza: nessun giudizio di merito. Nel 2002 l’Argentina fa default sul suo debito pubblico. Circa 80 miliardi di $. Cifre differenti da quelle che abbiamo visto per l’Islanda, ma lontanissime da quella che è la situazione nostrana. Anche l’Argentina non è sistemica. Circa due anni dopo l’Argentina offrirà un accordo ai suoi creditori. In sostanza quest’ultimi s’accollavano perdite del 75% su quanto prestato. Devio immediatamente dalla linea guida che m’ero dato e do un giudizio di merito: il default era nei numeri, al netto delle polemiche sui fondi occultati. Cosa succede immediatamente dopo? Esattamente quello che ci si apetta: drammatica svalutazione della moneta, il 350% rispetto al dollaro, inflazione a doppia cifra, crollo drammatico del PIL (tra svalutazione e contrazione economica parliamo di circa il 50%!) ecc.ecc. col risultato che la percentuale della popolazione al di sotto della soglia di povertà supererà il 50%. Un fallimento quindi?
L’Argentina è un paese che si basa molto sull’export, un peso così svalutato fa letteralmente decollare le esportazioni, trascinando il PIL verso l’alto, migliorando i conti pubblici. La percentuale della popolazione al di sotto della soglia di povertà crolla, arrivando ad esser stabilmente al di sotto del 25%, con punte al di sotto del 20%. Questo boom entusiasma molti. Un peso massimo come PK, nell’ambito del dibattito politico-economico interno agli USA, posta sul suo blog un grafico interessante. Fatto 100 il Pil reale argentino nel 2000, oggi è 170 e cresce al 7% annuo. Una roba da stropicciarsi gli occhi. Non è tutto. Nel 2011 i salari nominali son cresciuti del 25%! A che ora c’è il prossimo volo per Baires? Calma. Salari nominali che salgono in un anno del 25%, a fronte di un’inflazione dichiarata del 10%, significa aumenti medi del 15% e questo dovrebbe far sorgere qualche dubbio. Nell’Argentina moderna è complicato, eufemismo, pubblicare dati sull’inflazione diversi da quelli ufficiali. Perché? Perché se l’inflazione non fosse al 10%, ma diciamo al 20%, il PIL reale (si ottiene dalla crescita del PIL nominale meno il tasso d’inflazione) non crescerebbe del 7% ma sarebbe addirittura negativo; il grafico di PK sarebbe errato e i conti pubblici sarebbero una gruviera. Come fare a stabilire se il 10% è corretto? La crescita boom dei salari è già un campanello d’allarme. Se la si incrocia con la variazione dell’offerta di moneta (M2 per i più tecnici), che nel 2011 aumenta del 29%, beh il risultato è che l’inflazione è ben lontana dall’essere al 10% e flirta decisamente col 20% con le conseguenze di cui sopra. La svalutazione del peso, che nel frattempo è continuata arrivando al 450% rispetto al $, ha anche un altro effetto. Negativo. Il debito estero in $ esplode.
Ricapitolando. Abbiamo un debito estero in $ che sta crescendo rapidamente e un bilancio pieno di buchi perché i dati sull’inflazione sono finti e perché per comprare consenso il governo sovvenziona molti servizi. Cosa farebbe un governo in questa situazione? Cercare di accaparrarsi quanta più moneta pregiata possibile, coprire i buchi di bilancio stampando moneta. E’ esattamente quello che fa l’Argentina. Esempio del primo caso: da qualche mese se un argentino vuole comprare libri su internet, deve provvedere personalmente allo sdoganamento. Pagando in $ ovviamente. Esempio del secondo. La banca centrale argentina è obbligata a finanziare il deficit di governo. Dal 2010 ha trasferito al governo circa 16 miliardi di $. Questo equivale a stampare moneta che in un paese con un’inflazione così alta (anche se fosse il 10% e abbiamo visto che non è così) equivale a gettare un fiammifero in una polveriera. Dimenticavo. Nel frattempo la percentuale della popolazione al di sopra della soglia di povertà ha superato di nuovo il 30%. Ps: Fonte dati FMI, Banca centrale argentina.
22 maggio 2012
 

lorenzo63

Age quod Agis
Ma dai: da noi nn taroccano i dati? ... Ne abbiamo già parlato.
Per certi versi sicchè tutti taroccano si autoelide il tarocco ... e comunque anche dubitare pure della world bank ... mah.
Comunque lo sapevo che nn avresti accettato neanche il ramoscello ... come ho già detto, fa nagott ..
 

f4f

翠鸟科
si somma:

nazione con enormi trucchi in bilancio ( se si fanno anche da noi, nulla quaestio, ma come ho già detto qui il discorso non è sul differenziale: per elidersi, dovrebbero ad esempio essere sullo stesso livello di magnitudo, ecc ecc )
e siamo vicini ad un nuovo default, pare
ps : io non dubito dei dati, anche se senza fonte, perchè mi fido della buona fede di chi posta: chiedevo e chiedo l'unità di misura e la metodologia di rilevazione, senza le quali non è possibile fare imho alcun tipo di analisi economica
pps : mi fido dei dati World Bank, tanto è vero che li avevo postati prima... prima del thread, quasi: in PPA, base 2005y - bastava leggere la prima pagina del thread: si vede anche la fonte, che magari è bene mettere insieme ai dati, e non qualche post dopo

ergo, per adesso e SEeO, l'esperimento Argentina non pare essere felice
posto che, come in premessa, non si può paragonare una nazione che exporta commodity con una manifatturiera

let alone, Ignà dixit, che una economia che esporta commodity e non è autosufficente a livello manifatturiero sarà legata al ciclo econ internazionale e non ha una base di consumi interni capace di reggere lo sviluppo dell'industria locale ... un ciclo vizioso purtroppo




ot
ramoscelli ? fatti, non dichiarazioni
 
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EUGE

Senior Utente
Ma dai: da noi nn taroccano i dati? ... Ne abbiamo già parlato.
Per certi versi sicchè tutti taroccano si autoelide il tarocco ... e comunque anche dubitare pure della world bank ... mah.
Comunque lo sapevo che nn avresti accettato neanche il ramoscello ... come ho già detto, fa nagott ..
non condivido

se anche tutti ma proprio tutti taroccassero i dati dell'inflazione il tarocco lascerebbe una traccia pesante

e se anche tutti taroccassero il dato allo stesso modo (impossibile) l'inflazione reale prima o poi emerge(rebbe)
 

lorenzo63

Age quod Agis
non condivido

se anche tutti ma proprio tutti taroccassero i dati dell'inflazione il tarocco lascerebbe una traccia pesante

e se anche tutti taroccassero il dato allo stesso modo (impossibile) l'inflazione reale prima o poi emerge(rebbe)

Caro Euge,

HAi ragione, ma la mia era solo una boutade solo per rimarcare che chi + e chi meno tendono ad abbellire i dati (da noi l' euro ha + che raddoppiato il costo della vita eppure nn c'è uno straccio di documento che attesti ciò che veramente è successo e permettiomi ma noi siamo UE...eppure) ed è proprio questo che il databank di World Bank è necessario in quanto è un' Isituto Sovranazionale che raggruppa con la stessa metodologia di conto TUTTI i Paesi del Mondo ... Poi se i dati che ne vengono fuori non piacciono embè ... ma spiacente i dati dicono questo.
Ed è chiaro che il contraltare è inaugurare treddi come di là che suonano più o meno Argentina Ladronia etc.etc. ...
 
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lorenzo63

Age quod Agis
si somma:

nazione con enormi trucchi in bilancio ( se si fanno anche da noi, nulla quaestio, ma come ho già detto qui il discorso non è sul differenziale: per elidersi, dovrebbero ad esempio essere sullo stesso livello di magnitudo, ecc ecc )
e siamo vicini ad un nuovo default, pare
ps : io non dubito dei dati, anche se senza fonte, perchè mi fido della buona fede di chi posta: chiedevo e chiedo l'unità di misura e la metodologia di rilevazione, senza le quali non è possibile fare imho alcun tipo di analisi economica

ergo, per adesso e SEeO, l'esperimento Argentina non pare essere felice
posto che, come in premessa, non si può paragonare una nazione che exporta commodity con una manifatturiera

let alone, Ignà dixit, che una economia che esporta commodity e non è autosufficente a livello manifatturiero sarà legata al ciclo econ internazionale e non ha una base di consumi interni capace di reggere lo sviluppo dell'industria locale ... un ciclo vizioso purtroppo




ot
ramoscelli ? fatti, non dichiarazioni

Vedo che ti stai avvicinando al punto: in effetti è estremamete interessante sorvegliare la situazione Argentina per capire come potrebbe andare da noi; Purtroppo al netto della distinzione manifatturiera o esportatrice mp abbiamo un pò troppe cose in comune ... imho.
 

lorenzo63

Age quod Agis
Inflation, GDP deflator (annual %)

Inflation as measured by the annual growth rate of the GDP implicit deflator shows the rate of price change in the economy as a whole. The GDP implicit deflator is the ratio of GDP in current local currency to GDP in constant local currency.

:eek::eek::eek:

1.jpg


Dai numeri sopra, se c'è un Paese tra i due che conta balle pare proprio l' Italia ... Comunque impressionante.
 
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