Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (3 lettori)

salcatal

Come i Panda
che ti serve di preciso? prospetto o cosa?

Buongiorno.

Il prospetto sarebbe l'ideale.

Più che altro mi servirebbe di capire come mai un bond che stacca la cedola annuale il 26/2 di ogni anno, sia stato emesso il 6/4/1999.

Nel mio caso è stato acquistato il 30/03/1999.

Volevo capire se l'operazione con la quale è stato collocato al cliente sia, da un punto di vista sostanziale, da considerarsi effettuata sul mercato primario o sul mercato secondario (sia pure in grey market).
 

mauro1969

Forumer attivo
Buongiorno.

Il prospetto sarebbe l'ideale.

Più che altro mi servirebbe di capire come mai un bond che stacca la cedola annuale il 26/2 di ogni anno, sia stato emesso il 6/4/1999.

Nel mio caso è stato acquistato il 30/03/1999.

Volevo capire se l'operazione con la quale è stato collocato al cliente sia, da un punto di vista sostanziale, da considerarsi effettuata sul mercato primario o sul mercato secondario (sia pure in grey market).

Veramente é stato emesso il 26 aprile, non il 6. La OC stessa ha anch'essa quella data. Paga cedola ogni 26/4 non febbraio, difatti.
E' grey mkt sicuro, sul primario in conflitto solo se hai comprato da Gruppo Intesa, BCI (come si chiamava all'epoca) o DB, gli altri co-lead sono tutti stranieri senza sedi in italia al'epoca, mi pare.

Se mi dai una mail mando il prospetto.
 

Camfin

Nuovo forumer
Argentina: La rivolta e la ripresa

Il 23 ottobre di quest’anno, la Presidente Cristina Fernandez ha vinto le elezioni ricevendo il 54% dei voti, 37 punti percentuali al di sopra del suo più diretto avversario. La coalizione presidenziale ha conquistato anche il Congresso, il Senato e le Regioni, come pure 135 dei 136 fra i più grandi municipi di Buenos Aires. Questa vittoria di Cristina F. s basa sulle scelte politiche socioeconomiche ed estere, come pure sulle risposte date dagli establishment alle profonde crisi economiche, è necessario per comprendere i punti che stanno alla base di questo risultato.
Contesto storico dell'argentina: la rivolta e la ripresa.
Fra il 1998 e il 2002 l’Argentina affrontò la peggiore crisi economica della sua storia. L’economia sprofondò passando da una recessione a una depressione su larga scala, culminata con una crescita negativa in doppia cifra fra il 2001 e il 2002. La disoccupazione raggiunse e superò il 25% e nei quartieri operai arrivò oltre il 50%. Decine di migliaia di professionisti impoveriti, appartenenti alla classe media, si mettevano in fila per il pane e la minestra pochi isolati più in là dal palazzo presidenziale. Centinaia di migliaia di lavoratori disoccupati, i “piqueteros”, bloccarono le maggiori autostrade e alcuni assalirono i treni che portavano il bestiame e i cereali all’estero. Le banche chiusero, privando milioni di correntisti dei loro risparmi. Il paese era pesantemente indebitato e la gente profondamente impoverita. Il malcontento popolare stava sfociando in una sollevazione rivoluzionaria. Il Presidente uscente Fernando De La Rua fu rovesciato 2001, numerosi manifestanti furono feriti o uccisi dal momento che la ribellione popolare stava minacciando di impossessarsi del palazzo presidenziale. Entro la fine del 2002 centinaia di fabbriche in bancarotta furono occupate, rilevate e gestite dai lavoratori. L’Argentina dichiarò il default verso il suo debito estero. All’inizio del 2003 Nestor Kirchner fu eletto presidente nel bel mezzo di una crisi di sistema e cominciò a rifiutare le pressioni che lo spingevano al pagamento del debito e alla repressione dei movimenti popolari. Al contrario inaugurò una serie di programmi d’emergenza per il pubblico impiego. Autorizzò il pagamento di un sussidio per i lavoratori disoccupati (150 pesos al mese) per andare incontro ai bisogni fondamentali di circa la metà della forza lavoro.
L’intera classe politica, i dirigenti e i partiti, il Presidente e il Congresso, furono rinnegati completamente. Tuttavia, anche se i movimenti erano di ampia portata, attivi e uniti in ciò che rifiutavano, non avevano un programma coerente per prendere il potere nello Stato, né avevano una leadership politica che li guidasse. Dopo due anni di tumulti e disordini, il popolo tornò alle urne ed elesse Kirchner con il mandato di produrre risultati oppure farsi da parte. Kirchner recepì il messaggio, almeno per quanto riguarda la crescita economica accompagnata dalla giustizia sociale.
Di contro, il duo Kirchner/Fernandez ha ridotto il potere dell’esercito tagliando le spese militari, veicolando le rinnovate risorse verso i programmi per la piena occupazione, gli investimenti produttivi e le esportazioni non convenzionali.
Durante la presidenza Obama la crisi è divenuta un pretesto per rilanciare e consolidare il potere finanziario di Wall Street. La Casa Bianca ha aumentato il budget per le spese militari, acuendo il passivo di bilancio e ha poi proposto di tagliare essenziali servizi sociali per ridurre tale deficit.
Argentina: dalla crisi alla crescita esponenziale
In Argentina la catastrofe economica e l’insurrezione popolare fornirono a Kirchner l’opportunità di spostare le risorse dagli interessi militaristi e della speculazione finanziaria ai programmi sociali e ad una crescita economica sostenuta.
Le vittorie elettorali sia di Kirchner che della Fernandez riflettono il successo da loro ottenuto nel creare un “normale stato sociale capitalista”. Dopo trent’anni di regimi predatori neoliberisti servi degli americani, tutto ciò rappresenta un cambiamento notevolmente positivo. Dal 1966 al 2002 l’Argentina ha sofferto sotto il giogo di brutali dittature militari culminate con i generali genocidi che assassinarono circa trentamila argentini fra il 1976 e il 1982. Fra il 1983 e il 1989 dovette subire un regime neoliberista (Raul Alfonsin) che ha fallito nel fare i conti con l’eredità della vecchia dittatura e ha presieduto a un iperinflazione in tripla cifra. Dal 1989 al 1999 sotto il Presidente Carlos Menem, l’Argentina assistette alla gigantesca svendita a prezzi d’occasione delle sue aziende pubbliche più produttive, delle risorse naturali (petrolio incluso), delle banche, delle autostrade, degli allevamenti e delle acque pubbliche, in favore degli investitori stranieri e dei compari cleptocratici.
Ultimo ma non per importanza, Fernando De La Rua (2000 – 2001), promise dei cambiamenti, ma procedette solo ad acuire la recessione che condusse al catastrofico botto finale del dicembre 2001 col fallimento degli istituti di credito, la bancarotta di diecimila aziende e il collasso dell’economia.
In questo scenario di totale e assoluto fallimento e disastro umanitario causato dalla politiche liberiste promosse dagli USA e dal Fondo Monetario Internazionale, Kirchner/Fernandez dichiararono il default per il debito estero, nazionalizzarono i fondi pensione e numerose imprese precedentemente privatizzate, aiutarono le banche e raddoppiarono la spesa sociale, espandendo gli investimenti pubblici e tonificando i consumi di massa, al fine di intraprendere la strada della ripresa economica. Dalla fine del 2003 l’Argentina passò dalla recessione a una crescita del PIL pari all’8% annuo.
Differenza di politica economica e sociale con gli USA.
L’economia argentina è cresciuta di circa il 90% dal 2003 al 2011, più di tre volte di quella statunitense. La sua ripresa è stata accompagnata da una spesa sociale triplicata, direzionata specialmente verso i programmi per ridurre la povertà. La percentuale di argentini che vivono sotto la soglia di povertà è passata dal 50% del 2001 a meno del 15% del 2011. In contrapposizione la povertà negli Stati Uniti è salita dal 12% al 17% nella medesima decade e sta continuando a seguire una traiettoria al rialzo in un analogo periodo.
Gli Stati Uniti sono divenuti il paese con le maggiori disuguaglianze nell’area OCSE, con l’1% di popolazione che detiene il 40% della ricchezza nazionale (percentuale in ascesa dal 30% dell’ultimo decennio). In contrapposizione, le disuguaglianze in Argentina sono state ridotte di circa la metà. L’economia statunitense non è riuscita a riprendersi dalla profonda recessione del biennio 2008-2009, in cui è diminuita di oltre l’8%. Quella argentina, invece, è scesa meno dell’1% nel 2009 e sta crescendo a un salutare tasso dell’8% durante l’ultimo biennio. L’Argentina ha nazionalizzato i fondi pensione, raddoppiato le pensioni minime e introdotto programmi sociali universali per l’infanzia al fine di contrastare la malnutrizione e garantire la frequenza scolastica.
Al contrario, il 20% dei bambini in USA sta attualmente soffrendo di un carente regime alimentare, di un alto tasso di abbandono scolastico e la malnutrizione colpisce ormai il 25% dei minori. Con gli ulteriori tagli in corso alle spese per la salute e l’educazione, le condizioni sociali non possono che peggiorare. In Argentina il livello dei redditi dei lavoratori salariati è cresciuto del 50% nell’ultimo decennio, mentre negli Stati Uniti è sceso di circa il 10%.
La forte crescita del Prodotto Nazionale Lordo argentino è stata alimentata dall’aumento dei consumi interni e dai guadagni derivati dalle esportazioni. L’Argentina ha un notevole attivo nella bilancia commerciale dovuto ai favorevoli prezzi di mercato ed all’accresciuta competitività. Negli Stati Uniti invece i consumi interni sono stagnanti, la bilancia commerciale ha un deficit di quasi 1,5 trilioni di dollari e le entrati fiscali vengono sprecate in improduttive spese militari per un valore di oltre 900 miliardi all’anno.
Mentre in Argentina l’impulso verso una politica di ripudio del debito e di crescita sostenuta è provenuto dalla ribellione popolare e dai movimenti delle masse, negli Stati Uniti il malcontento popolare è stato convogliato verso l’elezione di un colluso con la finanza di Wall Street chiamato Obama. Egli ha continuato a investire le risorse nel salvataggio delle élite finanziarie invece di farle andare in bancarotta e sostenere la crescita, la competitività e i consumi di massa.
L’esperienza argentina va contro tutti i precetti delle agenzie finanziarie internazionali (il FMI e la Banca Mondiale), dei loro sostenitori politici e dei giornalisti della stampa economica. Sin dal primo anno (il 2003) della ripresa fino ad oggi, gli esperti in economia “predissero” che la sua crescita non fosse ”sostenibile” invece è proseguita in maniera robusta per oltre un decennio. La stampa economica affermò che il default avrebbe condotto l’Argentina ai margini dei mercati finanziari e la sua economia sarebbe collassata. L’Argentina si basò sull’autofinanziamento derivato dai guadagni sulle esportazioni e sulla riattivazione dell’economia domestica e contraddisse i prestigiosi economisti.
Quando la crescita continuò, i critici del Financial Times e del Wall Street Journal sostennero che sarebbe terminata una volta che la capacità produttiva inutilizzata si fosse esaurita. Invece i proventi derivati dalla crescita consentirono l’espansione di un mercato interno e trovarono nuovi sbocchi specialmente nei mercati emergenti dell’Asia e del Brasile.
Persino recentemente, il 25 ottobre 2011, gli opinionisti del Financial Times ancora blateravano di un imminente crisi nella maniera messianica con cui i fondamentalisti predicono un’incombente apocalisse. Ripetevano sempre il ritornello dell’elevata inflazione, dei programmi sociali insostenibili, della valuta troppo forte come predizioni sulla fine della prosperità. Tutti questi terribili avvertimenti ci rivengono in mente di fronte alla persistente crescita all’8% registrata nel 2011 e alla schiacciante vittoria elettorale della Fernandez. Gli scribacchini finanziari angloamericani dovrebbero focalizzare l’attenzione sul fallimento delle loro politiche di libero mercato in Europa e in Nord America, invece di denigrare un esperienza di un modello economico da cui dovrebbero imparare.
In conclusione, i presidenti argentini hanno respinto le pressioni dei gruppi di interesse militari che richiedevano maggiori fondi per le spese in armamenti. Hanno creato un modello di stato più adatto al loro progetto politico di competitività economica, nuovi mercati e programmi sociali. Bush e Obama hanno ridato slancio alla finanza parassitaria sbilanciando ulteriormente l’economia. Kirchner e la Fernandez si sono assicurati che il settore bancario sostenesse la crescita delle esportazioni, la manifattura e i consumi interni. Obama taglia lo stato sociale per pagare i creditori, Kirchner e la Fernandez hanno imposto un haircut del 75% ai titolari delle obbligazioni governative per finanziare la spesa sociale.
Kirchner e la Fernandez hanno vinto tre elezioni presidenziali con largo margine.
 

drbs315

Forumer storico
nemmeno io, quindi non so cosa si intende per discount o per par!

I par dovrebbero essere i titoli emessi al concambio post default con nominale alto e cedola bassa, i discount con cedola più alta ma nominale inferiore - per i vecchi possessori di bonds argentini defaultati.
Oggi, a guardare Francoforte, i rendimenti sono + o - allineati
 

gionmorg

low cost high value
Membro dello Staff
I par dovrebbero essere i titoli emessi al concambio post default con nominale alto e cedola bassa, i discount con cedola più alta ma nominale inferiore - per i vecchi possessori di bonds argentini defaultati.
Oggi, a guardare Francoforte, i rendimenti sono + o - allineati
Grazie! Ne sto alla larga :)
 

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