Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (1 Viewer)

ficodindia

Forumer storico
Un paese in crescita può fallire?

Dopo la vicenda YPF , molti prevedono il collasso dell'economia argentina ed un suo imminente default. La comunità finanziaria descrive l'Argentina come un paese preda del caos, in cui domina la corruzione e la finanza pubblica "allegra". Tuttavia vi sono notizie contrastanti che prevedono per l'Argentina un futuro meno tetro ad esempio lo stesso FMI prevede per il paese una crescita sostenuta e superiore a quella dei paesi latino americani.
Argentina - Argentina crecerá por encima del promedio mundial
 
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drbs315

Forumer storico
secondo me invece,se i prezzi si assestano più giù, è il momento di incrementare

Per come la vedo io hanno deciso di cambiare cavallo: da Repsol ai cinesi e, approfittando della loro esclusione dal mercato del debito, hanno mandato a quel paese i partner più in difficoltà (gli spagnoli) per abbracciarne altri forse con più peso specifico e potere contrattuale.
Tanto gli europei, ad oggi, non appaiono avere rilevanza né comunione d'intenti, con gli Usa il rapporto rimane teso, il debito non lo vendevano comunque e con il Club de Paris i negoziati stallano, hanno deciso di giocare d'azzardo rovesciando il tavolo.
A prezzi + bassi qcs altro ci metterò anch'io, senza esagerare ovviamente...
 

boscolo117

Forumer attivo
El Riesgo País argentino sobrepasó los 1.000 puntos básicos – Infobae.com

Per essere obiettivi e non vedere solo le cose in un senso, anche questo è un fatto da tenere ben presente.

Situazione da seguire anche e soprattutto per i prezzi dei bond in caduta molto vicini ai 25...
Ma se penso che si vendono ( e qualcuno compra!) alcuni new-ggb intorno a questi prezzi...:D
Scusami ma non ho capito..la vedi come un'occasione,25, per comprare o per sbolognarle? grazie
 

iguanito

Forumer storico
Comunque al di la di tutto sono i dati economici a parlare; e da quanto pubblicato (anche leggendo alcuni report del FMI) non mi pare che il paese vada male, anzi.
 

qquebec

Super Moderator
Per come la vedo io hanno deciso di cambiare cavallo: da Repsol ai cinesi e, approfittando della loro esclusione dal mercato del debito, hanno mandato a quel paese i partner più in difficoltà (gli spagnoli) per abbracciarne altri forse con più peso specifico e potere contrattuale.
Tanto gli europei, ad oggi, non appaiono avere rilevanza né comunione d'intenti, con gli Usa il rapporto rimane teso, il debito non lo vendevano comunque e con il Club de Paris i negoziati stallano, hanno deciso di giocare d'azzardo rovesciando il tavolo.
A prezzi + bassi qcs altro ci metterò anch'io, senza esagerare ovviamente...

Saggia osservazione :up:
 

il carcarlo

only etf
Scusami ma non ho capito..la vedi come un'occasione,25, per comprare o per sbolognarle? grazie

ma che vuoi comprare???
ma ancora non avete capito che questi a tutti gli effetti sono banditi???

nel 2006 sono stato una settimana a buenos aires e ho capito che con la testa che hanno gli argentini ti fanno un default in media ogni 10 anni....
questi hanno capito il sistema e lo adottano a ripetizione, intanto loro fanno la bella vita mentre gli altri perdono i soldi......

buon carcargiorno
 

il carcarlo

only etf
Argentina nazionalizzata YPF Controllata da Repsol, ora anche la Cina teme per i suoi investimenti.

L' Argentina comincia a dar segni di insoffernza davanti allo strapotere di aziende straniere che stanno sfruttando le sue risorse, annunciata da pochi giorni la nazionalizzazione di YPF, azienda petrolifera controllata dalla spagnola Repsol, ora tocca a cinesi e indiani interrogarsi sul futuro dei propri investimenti.

18 aprile 2012 , ore 21:23 - 2 Commenti





Sembra proprio che la presidentessa ci stia mettendo del suo, e le aziende che hanno investito in Argentina cominciano ad interrogarsi su cosa potrà succedere in futuro.
Chissà cosa starà pensando l’ AD della FIAT Marchionne, che non più di una settimana fà ha siglato proprio con la presidentessa un accordo che prevede un investimento pari a 200 milioni di euro per la costruzione di una fabbrica da cui dovrebbero uscire mezzi per l’ agricoltura.
Ma cosa sta realmente succedendo in Argentina ?
Semplice, la presidentessa sta cominciando a penderci gusto nel riportare all’ Argentina quel che è dell’ Argentina, alcune voci parlano di una forte influenza del figlio, leader di un gruppo politico dell’ area nazional popolare, che gradirebbe un avvicinamento agli usi del presidente Venezuelano Chavez.
in poche parole il vocabolo nazionalizzazione in Argentina, potrebbe nel prossimo futuro diventare assai diffuso.
LA prima mossa reale in questa direzione, l’ Argentina l’ ha effettuata in questi giorni espropriando le attività argentine della compagnia petrolifera Ypf, controllata del gruppo spagnolo Repsol.
Inutile dire che i mercati hanno immediatamente presentato il conto alla società spagnola facendo crollare il titolo da 17,85 euro per azione a 16 euro.
A nulla è infatti valso, il comunicato in cui la Repsol dichiarava l’ intenzione di chiedere un risarcimento danni all’ Argentina dell’ ordine di 10 miliardi di dollari.
Lo scetticismo degli operatori è probabilmente riconducibile a due fattori :
La difficoltà di stimare realmente l’ entità del danno.
Il precedente creato da Mr Obama che a fronte dell’espulsione dell’ Argentina da un programma di aiuti, causato da un mancato pagamento ad aziende statunitensi, non ha avuto nessun riscontro da parte argentina.
Cosa ha portato il governo Argentino ad espropriare le attività Repsol ?
Ufficialmente, l’ accusa mossa dall’ Argentina all’ azienda Spagnola, è quella di non aver investito a sufficienza per garantire un corretto sfruttamento dei giacimenti petroliferi, causando così un danno al paese stesso.

Pochi giorni fà la stessa presidentessa, ricordava come l’ Argentina lo scorso hanno sia stata costretta ad importare petrolio e gas per una cifra pari a 10 miliardi di dollari.
Rincarando poi la dose , dicendo che il suo paese, nell’ ambito della zona Sud Americana, è l’ unico importatore di petrolio e affini, malgrado abbia giacimenti che possono soddisfare l’ intera domanda interna per parecchi anni.
Ora, bisognerà vedere se il governo argentino, stia agendo per mettere al sicuro la propria crescita economica, ancora oggi a livelli più che soddisfacenti, o se abbia intenzione di stravolgere completamente la propria politica verso gli investitori esteri, creando così pericolosi smottamenti sui mercati finanziari.
So potrebbe in poche parole aprire una nuova, ennesima, situazione di difficoltà per la gestione della finanza globale, che andrebbe ad alimentare, come se ce ne fosse bisogno, la crisi di sfiducia e di paura ancora presente sui mercati.
Quali sono i paesi attualmente più impattati da un possibile stravolgimento degli equilibri relazionali con l’ Argentina ?
All’ inizio del post abbiamo accennato all’ impegno intrapreso da FIAT, ma quello è ancora tutto sulla carta, sebbene l’ azienda italiana sia già presente sul mercato argentino da più di mezzo secolo con aziende e joint venture.
Stesso discorso si può fare per le maggiori società inerenti il settore petrolifero e energetico per sconfinare in quello delle telecomunicazioni, d’ altra parte il concetto di globalizzazione porta le grandi aziende a mettere lo zampino a qualsiasi latitudine dell’ emisfero.
All’ estero ad oggi ufficialmente i più preoccupati sono gli spagnoli, dato che hanno toccato con mano, a torto o a ragione, il nuovo modus operandi del governo sud americano.
Ma i due paesi, che dovrebbero cominciare a guardare, con molta attenzione, l’ evolversi dell’ argentin pensiero, sembrano essere la Cina e l’ India.
La Cina si trova esposta, attraverso la compagnia petrolifera di stato Sinopec.
La quale era intenzionata ad avanzare un’offerta per rilevare il 57,4% di Yp in mano a Repsol.
Secondo alcune agenzie di stampa cinese, Sinopec aveva già raggiunto un’intesa non vincolante con Repsol, ed era pronta a pagare 15 miliardi di dollari, affare che ora sembra dover sfumare a causa della posizione assunta dal governo argentino.

Il paese orientale non può comunque rallegrarsi per lo scampato pericolo, dato che in campo petrolifero, due anni or sono Cnooc ha acquistato il 50% di Bridas Holdings, per 3,1 miliardi di dollari.
Per non parlare dell’ impegno cinese nel settore alimentare, con produzione di grano, mais e soia geneticamente modificata, attraverso l’ affitto di terreni in Patagonia.
Inoltre da tempo la Cina sta investendo in Argentina in campi che vanno dalle infrastrutture energetiche alla tratta ferroviaria ad alta velocità Buenos Aires-Rosario-Cordoba, dagli immobili ai progetti di viabilità nazionale, turismo e telecomunicazioni.
Pechino in questi anni, ha dimostrato un forte interesse per l’intera America Latina, arrivando ad annunciare poche settimane fà, la fondazione di un fondo dotato di mille miliardi di dollari, insieme al Banco interamericano, per finanziare investimenti nell’area.
Progetto che ora potrebbe, subire uno stop precauzionale, in attesa di capire le vere intenzioni del governo argentino.
In Stand By dovrebbe finire anche l’ India, che ha visto negli ultimi anni, salire il proprio interscambio commerciale con l’Argentina a quasi 3 miliardi di dollari.
Le aziende indiane, sono impegnate dal 2000 in investimenti, che le hanno esposte per ben 12 miliardi di dollari,in tutta l’ aria dell’ America meridionale,
Attualmente ben sette aziende indiane, sono presenti proprio in Argentina, nel settore dell’information technology con oltre 7.000 dipendenti.
Da questi dati, sembra difficile pensare come il governo argentino, si possa prendere la responsabilità di altri gesti ostili.
L’ interesse comune, dovrebbe alla fine prevalere, portando, almeno di clamorose novità, ad una spiegazione plausibile, circa le cause che hanno portato il governo argentino a nazionalizzare la controllata di Repsol.
Questo, porterebbe ad un immediato raffreddamento delle acque, necessario all’ Argentina, per non rischiare di perdere partner importanti al mantenimento e allo sviluppo dello status finanziario, raggiunto negli ultimi anni.
Ai mercati, per potersi concentrare, sui numerosi focolai di crisi ancora aperti sia in Europa che nel Nord America.
Poi Ognuno……………
 

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