Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond

MERVAL
BCBA: IMV

29.871,17 −690,10 (2,26%)


scende....

comunque io non li chiamerei ladrones....a questo punto forse sono i più furbi...tanto ogni x anni,il giusto tempo che la memoria impiega a dimenticare,raccolgono qualche centinaio di miliardi e poi,non pagano...il sistema ormai ha avuto anche l'omologazione.
 
Hanno fatto un QE pure in Argentina ? Come fa la banca centrale a possedere tutta quella roba ?

Beh si spera che evidentemente negli anni passati, chissà se soprattutto con Macrì o già con i Peronisti, abbiano avuto il minimo decoro di emettere moneta, se proprio lo hanno ritenuto necessario, almeno a fronte di emissione di titoli. La banca centrale emette moneta, ma in cambio vuole titoli di stato. Questi titoli di stato potranno poi essere reimmessi sul mercato a tempo debito per sterilizzare eventualmente un eccesso di liquidità. È proprio il minimo dovuto di disciplina monetaria. La banca centrale emette moneta (debito) a fronte di un credito (titoli di stato) emessi dal tesoro.
Altrimenti siamo proprio a livello dello Zimbawe o del Venezuela.
 

Se con una situazione così, in un contesto in cui titoli di stato matusalem bond in giro per il mondo sono carissimi e rendono nulla, non riescono a trovare un giusto mix di accordi tra le parti, coinvolgendo soprattutto il loro stesso settore pubblico, l'FMI, il debito verso privati, ma prima di tutto interno (come fece la Russia nella crisi del '98) e solo extrema ratio quello esterno/internazionale e possibilmente, almeno su questo, lavorando solo sulle scadenze (che è la cosa su cui oggi il mercato appare meno sensibile), insomma se non riescono a trovare un equilibrio market friendly (intendendo per market soprattutto il mercato dei capitali internazionali) oggi che il mercato sembra aver rimosso totalmente il rischio tassi/rischio inflazione nel prezzare le maturity lunghe (giusto o sbagliato che questo sia, magari lo scopriremo alla prossima esplosione della bolla, quella dei bond lunghi/lunghissimi), allora lasciassero proprio perdere la finanza pubblica con riferimento all'emissione e gestione del debito pubblico. Cancellassero proprio la loro agenzia del debito pubblico perchè allora sono totalmente incapaci di stare sul mercato. Mettessero il pareggio di bilancio in costituzione che fanno prima.

Nel mentre il Portogallo, zitto zitto, tra sue banche e istituzionali vari cerca di swappare volontariamente titoli più brevi con titolo lunghi e lunghissimi, furboni ;), senza troppi clamori. I clamori mancano anche perché la situazione economica/finanziaria del Portogallo al momento non impensierisce, anzi tutt'altro. E infatti a questa "manutenzione" del debito ci si deve pensare in tempo di pace non quando i buoi sono usciti dalla stalla.

Tutto 'sto clamore per l'operazione di miniristrutturazione locale e verso istituzionali fatta da Macrì, giustamente perchè è stata fatta in emergenza, mentre il mercato valutario, obbligazionario e azionario andavano a picco, in realtà doveva essere quasi normale amministrazione. Poco più di manutenzione ordinaria.
 
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Parlando alla Radio inaugurazione, Fernández era fermamente convinto che "non ha chiesto alcun piano per Melconian . Ho un buon rapporto, ma i nostri occhi sono molto diverse" e ha detto, come se avesse un vero e proprio confronto "tra le banche e pensionati mi Resto con i pensionati . Tra banche e istruzione pubblica resto con l'istruzione pubblica ".

E stabilì la sua posizione sul debito argentino: "Le obbligazioni sono sul pavimento. Valgono il prezzo di default . La possibilità di ordinare è reale." "I creditori si rendono conto che siamo tutti nel problema. Fanno parte del problema e i creditori stessi sanno che il debito deve essere rinegoziato .

:depresso::depresso::depresso::depresso::depresso::depresso::depresso:
 
Parlando alla Radio inaugurazione, Fernández era fermamente convinto che "non ha chiesto alcun piano per Melconian . Ho un buon rapporto, ma i nostri occhi sono molto diverse" e ha detto, come se avesse un vero e proprio confronto "tra le banche e pensionati mi Resto con i pensionati . Tra banche e istruzione pubblica resto con l'istruzione pubblica ".

E stabilì la sua posizione sul debito argentino: "Le obbligazioni sono sul pavimento. Valgono il prezzo di default . La possibilità di ordinare è reale." "I creditori si rendono conto che siamo tutti nel problema. Fanno parte del problema e i creditori stessi sanno che il debito deve essere rinegoziato .

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Ricordiamoci che siamo in PIENA campagna elettorale....poi vedremo.
In ogni caso, rinegoziato non vuol dire "nunca default" di venezuelana memoria. Tra l'altro chi come me è investito in questa melma penso abbia già messo in conto una rinegoziazione, importante non sia una rinnegazione....
 
Tutto 'sto clamore per l'operazione di miniristrutturazione locale e verso istituzionali fatta da Macrì, giustamente perchè è stata fatta in emergenza, mentre il mercato valutario, obbligazionario e azionario andavano a picco, in realtà doveva essere quasi normale amministrazione. Poco più di manutenzione ordinaria.

A volere essere ottimisti, riporto questa parte del messaggio di stock.
 
El dólar subió a $59,02, su valor más alto en el mes pese a ventas de bancos oficiales

17 Septiembre 2019

El billete verde ascendió 28 centavos en bancos y agencias de la city porteña, según el promedio de Ámbito. En el mercado financiero, el dólar "contado con liqui" cayó 38 centavos a $68,65 por lo que la brecha con la divisa mayorista cedió a 21,5%.


Daniel Blanco Gómez








Fortalecido a nivel global y con muy poco volumen operado a nivel local, el dólar avanzó 28 centavos este martes a $59,06 y alcanzó su valor más alto en lo que va de septiembre en bancos y agencias de la city porteña, según el promedio de Ámbito. El alza se dio pese a ventas de bancos oficiales y posturas del Banco Central en futuros, señalaron operadores.

En el Banco Nación la divisa saltó 50 centavos a $58,50 para la venta, mientras que en el canal electrónico se consiguió a $58,45.

En tanto, en el Mercado Único y Libre de Cambios (MULC), la moneda estadounidense ascendió 22 centavos a $56,50.

“La divisa norteamericana volvió a operar con tono demandado y con escasa oferta genuina, reemplazada en esta oportunidad por la presencia de los bancos públicos en el desarrollo de las operaciones”, destaco Gustavo Quintana, operador de PR Corredores de Cambio.

Y agregó que con la nueva suba del tipo de cambio mayorista, la segunda consecutiva desde el inicio de la semana y la tercera si se toma en cuenta el avance del viernes pasado, “los precios del dólar escalan posiciones sin que se detecte un cambio significativo en el flujo de ingresos privados que puedan relevar a los bancos oficiales de oficiar de vendedores con la finalidad de abastecer una demanda que se mantiene activa en el mercado”.

El precio mínimo de hoy se anotó en los $56,30 con la primera operación pactada, dos centavos arriba de los precios registrados en el cierre previo. Sin embargo, por empuje de una demanda por cobertura que no tuvo demasiado respuesta del lado de los ingresos genuinos, los valores escalaron posiciones rápidamente hasta alcanzar máximos en los $ 56,52.

El volumen operado en el segmento de contado fue de u$s306,050 millones, sin que se pudiera confirmar la presencia del Banco Central en el desarrollo de las operaciones.



Dólar "contado con liqui" y dólar MEP


En los mercados financieros, el dólar "contado con liqui" - que surge de compra de bonos o acciones, y su posterior venta en el exterior para hacerse de divisas - bajó 38 centavos a $68,65, por lo que la brecha con la divisa mayorista cedió levemente al 21,5%.

En cambio, el dólar MEP rebotó un 1,8% a $65,80, lo que implicó una brecha del 16,5% frente a la cotización en el MULC.

En el mercado negro, en tanto, el dólar blue subió 50 centavos a $62 en cuevas de la city porteña, de acuerdo a fuentes consultadas por Ámbito.



Dólar en el mundo


El dólar cotizaba estable contra las principales monedas el martes mientras las tensiones geopolíticas alentaban a los inversores a apegarse a la seguridad relativa del billete verde, antes de una reunión de la Reserva Federal en la que se espera un recorte de tasas.

Aunque los precios del petróleo retrocedieron del máximo de cuatro meses del lunes, siguen un 15% por encima del cierre del mercado del viernes ya que los operadores temen la amenaza de una respuesta militar a los ataques en las instalaciones de Aramco en Arabia Saudita.

"El dólar está demandado porque la sensación de riesgo persiste y será difícil para la Fed sobreponerse a las expectativas del mercado", dijo Manuel Oliveri, estratega de monedas de Credit Agricole en Londres.

El consenso general es que la Fed reduzca sus tasas de interés en un cuarto de punto porcentual el miércoles, para realizar luego un nuevo recorte antes de fines del 2019.

En su comparación contra una cesta de monedas referenciales, el índice dólar subía 0,1% a 98,66, avanzando hacia el máximo de dos años de 99,37 que alcanzó previamente en el mes.



Tasas y reservas


La tasa promedio total del día, equivalente a la tasa de política monetaria fue 83,460% y el monto total adjudicado fue de $195.227 millones.

El Banco Central efectuó este martes la primera subasta Letras de Liquidez (Leliq) a 7 días de plazo por un monto de $42.309 millones, a una tasa promedio de corte que se ubicó en 83,242%. En tanto, la tasa mínima adjudicada fue de 82,998% y la máxima de 83,85%.

La segunda subasta fue de $152.918 millones a una tasa promedio de corte que se ubicó en 83,521%, siendo la tasa mínima de 82,002% y la máxima de 83,85%. En el día no renovó $40.106 millones.

En el mercado de dinero entre bancos, el call money operó al 72%.

En el ROFEX se operaron u$s275 millones; una baja del 7 % respecto del lunes. Los plazos más cortos concentraron casi el 60% de los negocios. Mientras que los meses de septiembre y octubre terminaron operándose a $58,60 y $64,78; con una tasa del 104,36% y 121,57%, señalaron desde ABC Mercado de Cambios. Y agregaron que todos los plazos mostraron subas promedio de más del 2%.

Por otra parte, las reservas del Banco Central bajaron este martes otros u$s88 millones a u$s49.880 millones.


El dólar subió a $59,02, su valor más alto en el mes pese a ventas de bancos oficiales
 
El S&P Merval cortó racha de cinco subas al hilo, pero los bonos rebotaron hasta 5,1%

17 Septiembre 2019

El panel líder de BYMA cedió un 1,3%, a 30.150,65 puntos, en una jornada volátil, con muchos altibajos, y bajo un entorno de reducidos negocios. En tanto, los bonos en dólares volvieron a la senda positiva luego de fuertes caídas y ganaron hasta más de 5%, con notoria volatilidad intradiaria.






índice S&P Merval de Bolsas y Mercados Argentinos cortó una racha de cinco subas en fila, al ceder un 1,3%, a 30.150,65 puntos, en una jornada volátil, con muchos altibajos, y bajo un entorno de reducidos negocios.

El mercado local se mostró desacoplado del resto del mundo, donde la atención se centró en la evolución de los hechos en Medio Oriente (este martes bajó casi 6% el petróleo) y sobre todo en lo que será la decisión de tasa de la Fed sobre tasas este miércoles.

Las caídas más importantes de la jornada las anotaron las acciones de Ternium (-3,2%); Transportadora de Gas del Sur (-3,1%); y Banco Macro (-2,9%).

El monto operado en papeles privados llegó a tan solo $493 millones, el segundo volumen más bajo en lo que va de septiembre.

El panel líder venía de anotar una suba del 12,54% en las anteriores cinco sesiones. Estas recientes mejoras fueron encabezadas por acciones de empresas con cotización en el exterior para concretar el "contado con liqui", ya que se compra internamente en pesos y se liquida afuera en dólares.

Este miércoles todas las miradas girarán en torno a la Fed, que decidirá si realiza una rebaja en los tipos de interés. "Si la Fed no baja las tasas en 25 puntos básicos (0,25%), el mercado estará en estado de stock. La institución ha enviado señales muy claras", dijo Mario Ogro de la consultora Tower Bridge Advisors.

Un requerimiento técnico de liquidez del Banco de la Reserva Federal de Nueva York el martes también pudo influir en las apuestas de algunos inversores. La Fed de Nueva York inyectó fondos para mantener sus tasas a corto plazo alineadas con las federales. La entidad anunció que este miércoles hará una operación similar por unos 75.000 millones de dólares.

En el mercado de bonos, la tasa de deuda estadounidense a 10 años se situó en 1.807%, por debajo del cierre del día anterior (1.847%).



Bonos y riesgo país


En el segmento de la renta fija, los principales bonos en dólares (cotizantes en pesos) volvieron a la senda positiva luego de varias fuertes caídas y ganaron hasta más de 5%, con notoria volatilidad intradiaria, luego de que se disiparan las dudas respecto a la posibilidad de efectuar pagos de cupones a los tenedores del exterior.

Entre los títulos más operados, el Bonar 2024 ganó un 5,1%; el Bonar 2020, un 2,4%; y el Discount bajo ley argentina ascendió un 3,3%.

Por eso, el riesgo país elaborado por el banco JP.Morgan cayó 81 unidades, un 3,6%, a 2.152 puntos básicos.

Los bonos en pesos por su parte, tuvieron una jornada complicada registrando mayormente bajas en torno al 1,5% promedio, tanto para los que ajustan por CER, como los Indexados.

La tasa de la Leliq cedió otros 55 puntos básicos a 83,46%. Con relación a las letras del tesoro, lo más destacado fueron las licitaciones realizadas por el BCRA para carteras de FCIs, con tasas adjudicadas promedio de 160% para el tramo pesos tasa fija, 130% para el tramo pesos indexado y 90% promedio para el tramo dólares.


El S&P Merval cortó racha de cinco subas al hilo, pero los bonos rebotaron hasta 5,1%
 

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