arrestato Assange: agli USA non piaccioni i giornalisti liberi

Pandora TV - Nuove immagini esclusive di Julian Assange

Sarà stabilito a febbraio, nel giro di 5 udienze, il verdetto di primo grado della giustizia britannica sulla contestata richiesta di estradizione negli Usa di Julian Assange. Lo ha confermato oggi Venessa Baraitser, giudice distrettuale della Westminster Magistrates’ Court di Londra, dove il fondatore di Wikileaks, tuttora detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, in attesa di giudizio malgrado abbia finito di scontare l’unica condanna subita nel Regno Unito, per violazione dei termini della cauzione nel 2012, è comparso dopo diversi mesi di persona, dimagrito e senza barba. Il giudice ha respinto la richiesta di un rinvio di tre mesi oltre febbraio per avere più tempo per studiare le carte processuali. Assange, indebolito nel fisico, è intervenuto con qualche difficoltà, protestando e lamentando la sua lotta ad armi impari, dalla prigione e senza accesso ai dati necessari, contro “una superpotenza dai mezzi illimitati” come gli Usa.
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Nuove immagini esclusive di Julian Assange - Pandora TV
 
"Sembra un film di James Bond, ma è tutto vero. Julian Assange, tutti i giornalisti di WikiLeaks e ogni singolo avvocato, reporter, politico, artista, medico che ha fatto visita al fondatore di WikiLeaks nell'ambasciata dell'Ecuador negli ultimi sette anni è stato oggetto di uno spionaggio sistematico. Le conversazioni sono state registrate, filmate e tutte le informazioni sono state trasmesse all'intelligence americana.
Le operazioni di spionaggio si sono spinte a livelli folli: addirittura le spie hanno pianificato di rubare il pannolino di un neonato che veniva portato in visita all'interno dell'ambasciata per poter prelevare le feci del bambino e stabilire con l'esame del Dna se fosse un figlio segreto di Julian Assange."

https://www.repubblica.it/…/spionaggio_julian_assange-2413…/


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repubblica.it
Julian Assange spiato per anni dentro l'ambasciata dell'Ecuador. I video dello scandalo
 
di Giorgio Bianchi

C'è chi per anni ha fatto informazione sul serio disvelando alcune delle trame occulte dell'imperialismo; oggi Assange si sta spengendo lentamente in un carcere di massima sicurezza in Inghilterra.


Poi ci sono quelli che per decenni hanno utilizzato il materiale prodotto da Wikilieaks e oggi non spendono una parola in difesa di quell'uomo che rischia la propria vita in un processo farsa da fantascienza distopica.
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La notizia riportata di seguito in un mondo normale sarebbe una bomba: un ente internazionale, premio Nobel per la pace, che lavora a stretto contatto delle Nazioni Unite, ha falsificato le conclusioni delle proprie indagini per gettare un'ombra sulla figura del presidente Assad.
Le domande che un'informazione degna di questo nome si dovrebbe porre sono le seguenti:
- Se non è stato il presidente Assad, chi ha ucciso quelle 100 persone e ferito le altre 1000.

Dal 2012 quel territorio era sotto il controllo di Al Nusra, dell'Esercito dell’islam e di Ahrar Al Sham.
- Se ha mentito una volta e in maniera così grave e marchiana? esiste la possibilità che si sia mentito anche durante gli altri otto anni di guerra?
- Che ruolo hanno avuto i Caschi Bianchi osannati nell'occidente in questa sporca guerra?

Nel caso in questione abbiamo visto foto di persone intossicate e di uomini appartenenti ai Caschi Bianchi che gettavano acqua sui feriti, tra cui molti bambini.
Se questa associazione (il cui fondatore, un' "ex" spia britannica, è volato pochi giorni fa dal balcone della sua residenza ad Istambul) si è prestata una volta per questa messa in scena, non è possibile che lo abbia fatto altre volte?
- Come è stato possibile in otto anni di querra, riportare solo informazioni provenienti da fonte jihadista?
- Che credibilità può avere un'informazione che non verifica le fonti e fa propaganda di guerra?

Non è bastato il caso iracheno per indurre la stampa, l'opinione pubblica e i capi di stato ad una maggiore cautela ?
- Che ruolo hanno veramente personaggi come Saviano, che si sono fatti promotori di una campagna propagandistica ridicola e pericolosa ai danni del legittimo governo siriano?
- Perchè nessun giornalista si è recato da Saviano per chiedergli conto dell'errore grossolano compiuto?
- Questi personaggi si rendono conto delle ripercussioni delle loro azioni sulle popolazioni civili?

La mia domanda è la seguente: di quante prove abbiamo ancora bisogno per mettere in stato d'accusa il mondo dell'informazione maistream e più in generale l'industria culturale del nostro paese?
In compenso abbiamo le "sardine" che impazzano su tutti i media di regime a tutte le ore del giorno e della sera.
L'ennesimo wrestler mascherato arruolato per far finta di combattere sul ring della politica spettacolo italiana.
Buon divertimento.

Wikileaks, la verità sull'attacco chimico a Douma in Siria.
Un anno e mezzo fa, il presunto attacco chimico a Douma, in Siria, il 7 aprile del 2018, scatenò una profonda reazione internazionale e si dette la colpa al presidente Bashar al-Assad. Ora, però, la verità potrebbe essere riscritta. Una mail interna all'Opac, ottenuta da WikiLeaks, lascia affiorare le perplessità di un ispettore dell'Organizzazione che nel 2018 partecipò all'indagine.
E' un episodio che poteva far sprofondare il mondo in una nuova guerra in stile Iraq, innescata dalle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam.
Un anno e mezzo fa, il presunto attacco chimico a Douma, in Siria, il 7 aprile del 2018, scatenò una profonda reazione internazionale, con le foto dei bambini rilanciate da tutti i media del mondo, tanto che appena una settimana dopo Stati Uniti, Francia e Inghilterra lanciarono una serie di bombardamenti contro la Siria di Bashar al-Assad.
Da subito, infatti, si dette la colpa al regime di Assad, senza neanche aspettare l'indagine scientifica dell'Opac, l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, l'organismo tecnico internazionale che vigila sul rispetto della Convenzione sulle armi chimiche.

Già un mese fa, Repubblica aveva raccontato dell'esistenza di un whistleblower – la cui identità non è nota al nostro giornale - che accusa l'Opac di aver manipolato il rapporto tecnico su Douma.
Repubblica aveva prontamente contattato l'Organizzazione, chiedendo chiarimenti sulle gravi accuse lanciate dal whistleblower.
Dopo quasi un mese di silenzio, l'Opac ci ha risposto due giorni fa, confermando di attenersi alle sue conclusioni: “ci sono motivi fondati di credere che l'uso di un'arma chimica è avvenuto a Douma il 7 aprile del 2018” e “l'elemento tossico era probabilmente cloro molecolare”. La nuova email appena rivelata da WikiLeaks, però, potrebbe riaprire il caso, innescando un dibattito alla luce del sole, in una vicenda tanto complessa e oscura.

Il documento è datato 22 giugno 2018, in quei giorni tutto il mondo aspettava le conclusioni degli ispettori dell'Opac inviati a Douma, ma il rapporto finale fu pubblicato con un enorme ritardo, quasi un anno dopo: solo nel marzo 2019. Oggi, questa email lascia affiorare le perplessità che in quei mesi circolavano tra le fila dei tecnici. A scrivere è il whistleblower che si rivolge al diplomatico inglese Robert Fairweather, capo di gabinetto dell'allora direttore generale dell'Opac, il diplomatico turco Ahmet Uzumcu. “Gentile Rob”, recita il testo, “come membro del team della missione di Fact-finding che ha condotto l'inchiesta sul presunto attacco a Douma, il 7 aprile, desidero esprimere la mia più grave preoccupazione per la versione redatta del rapporto della missione di Fact-finding”.

Il whistleblower non fa nomi, ma attribuisce responsabilità ai livelli più alti dell'Organizzazione: l'ufficio del Direttore generale. E continua: “Dopo aver letto questo rapporto modificato, che tra l'altro nessun altro membro del team inviato a Douma ha avuto l'opportunità di fare, io sono rimasto colpito da quanto rappresenta i fatti in modo errato”. L'email non contiene alcuna valutazione politica: riporta esclusivamente considerazioni tecniche. Per esempio, contesta il fatto che a Douma gli ispettori abbiano appurato la presenza di alti livelli di “derivati organici contenenti cloro […] rilevati nei campioni ambientali” e scrive che essi erano “nella maggior parte dei casi, presenti solo in parti per miliardo, un livello così basso di 1-2 parti per miliardo, che essenzialmente significa tracce”.

Il tecnico contesta anche che, mentre il report originale degli ispettori discuteva in dettaglio le contraddizioni tra i sintomi accusati dalle presunte vittime e quelli riportati dai testimoni e visti nei video che circolavano, queste considerazioni sono state omesse nel rapporto redatto e sottolinea che “queste incongruenze erano state notate non solo dal team della Fact-finding mission, ma erano state fortemente confermate da tre tossicologi con una competenza specifica in materia di esposizione alle armi chimiche”. Infine, l'ex ispettore contesta l'affermazione che il gas tossico fosse fuoriuscito da due cilindri metallici gialli, le cui foto fecero il giro del mondo. Lunedì l'Opac terrà la conferenza di tutti i suoi Paesi membri a L'Aia: l'Organizzazione premio Nobel per la Pace 2013 farà chiarezza sulle gravi accuse del whistleblower, dopo questa email?
Grazie a Jorge Orezzi per la segnalazione.

https://www.repubblica.it/…/wikileaks_la_verita_sull_atta…/…
 
Appello per Assange, giornalista e prigioniero politico
Questo è un appello per Assange pubblicato il 27 gennaio sul quotidiano belga Libération, rivolto al governo belga, qua https://www.lalibre.be/debats/opinions/liberte-pour-assange-journaliste-prisonnier-politique-5e2ddfadf20d5a719a6b4edd?fbclid=IwAR0MwN0vzOxSrSgHomTlEgbnIhRYYggu0tqmRlAllXFuqWocSnNxuFFFM-c#.XjC6Lkhss2Q.facebook tradotto da Nicoletta Forcheri

Libertà per Assange, giornalista, prigionierio politico

Pubblicato il 27 gennaio 2020
Facciamo appello al governo belga: Julian Assange è un prigioniero politico la cui salute si sta degradando di giorno in giorno.
E’ giunto il momento che il Belgio si mobiliti, ne va dei nostri diritti fondamentali. Questa è l’opinione sottoscritta da una decina di associazioni e circa 120 personalità.

Dal 2012, l’azione congiunta della Svezia, del Regno Unito, degli Stati Uniti, e più recentemente del’Ecuador, ha messo arbitrariamente Assange nell’impossibilità di usufruire della sua libertà, di difendersi dalle accuse che gli sono rivolte e di esercitare la sua libertà di espressione.
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I suoi giorni sono in pericolo. Nils Melzer, il relatore speciale delle Nazioni unite contro la tortura e altri trattamenti disumani e degradanti ha scritto che “i suoi diritti sono stati sistematicamente calpestati ad ogni stadio del procedimento” e che “in 20 anni di lavoro con le vittime della guerra, della violenza e della persecuzione politica” non ha mai visto “un gruppo di Stati democratici unirsi per isolare, demonizzare e maltrattare deliberatamente un solo individuo per così tanto tempo e con così poco rispetto della sua dignità umana e dello stato di diritto”.
Spiato 24 ore su 24
Julian Assange ha soggiornato quasi 7 anni all’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove aveva trovato rifugio per sfuggire all’estradizione verso la Svezia dove doveva essere interrogato su presunzioni di stupro. L’indagine si è trascinata di proposito, lui non è mai stato accusato formalmente di questi fatti, e la giustizia a finalmente rinunciato a lanciare un prcedimento senza fondamenti. Secondo Assange e i suoi legali, si trattava di un pretesto e il preludio di iuna estradizione verso gli stati Uniti. Gli esperti delle nazoioni unite hanno confermato questo punto di vista.
Nello spazio esiguo dell’ambasciata dell’Ecuador, un dispositivo di spionaggio sofisticato, connesso alla CIA, ha osservato i minimi gesti e azioni di Julian Assange. Ad aprile 2019, l’Ecuador lo ha privato della cittadinanza ecuadoregna, ha sospeso il suo diritto di asilo e ha invitato la polizia britannica ad arrestarlo nell’ambasciata. I suoi effetti personali, cellulare, pc ecc, sono stati confiscati e spediti negli USA. Oramai è detenuto in una prigione di alta sicurezza di Belmarsh, vicino a Londra, in attesa di una decisione sulla sua estradizione negli USA, prevista per febbraio 2020.
Salute precaria
Nell’isolamento, privato del suo dossier e senza i mezzi seri per preparare la sua difesa, la sua salute si è gravemente deteriorata. Temendo per la sua vita, numerosi medici e il relatore speciale dell’ONU, quest’ultimo molto recentemente, hanno interpellato a due riprese le autorità inglesi per chiederne il trasferimento in un ospedale. Inutilmente.
Julian Assange è il fondatore di Wikileaks. Questa piattaforma è un mezzo di informazione. I suoi membri sono giornalisti e o editori. I dossier che pubblica (ad esempio le pratiche della tortura alla prigione di Guantanamo, la sorveglianza da parte della NSA di capi di Stato europei, gli scandali ambientalisti come la vicenda Trafigura, alcuni capitoli del TTIP, i crimini di guerra in Irak e Afghanistan…) sono rigorosamente veriticati e regolarmente utilizzati dai grandi media nazionali come Le Monde, il New York Times e The Guardian.
Inventato da Wikileaks, il sistema di raccolta e di diffusione anonima di informazioni di interesse generale, su Internet, che consente di tutelare gli informatori, si trova al centro dell’accusa penale americana. La pubblicazione nel 2010 dei “diari di guerra” dell’esercito americano in Afghanistan e in Iraq, e di numerosi “cabli” delle ambasciate americane nel mondo è vale ad Assange e a Wikileaks la vendetta degli Stati Uniti ed è la giustificazione per la richiesta di estradizione americana che isi appella persino all’Atto di Spionaggio del 1917, ai sensi del quale, Julian Assange rischia 175 anni di prigione se viene estradato negli Stati Uniti.
La procedura che sta subendo il giornalista è vittima è storica. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, il governo invoca le accuse di spionaggio contro un editore per la pubblicazione di informazioni vere. La sua fonte Chelsea Manning, è stato reincarcerato dopo essere stato graziato dal presidente Obama. E’ stata vittima di un ricatto: non sarà liberata fino a quando non testimonierà contro Assagne.
In realtà, con questi procedimenti, non è solo tutto il lavoro e l’esistenza di Wikileaks – di cui tutti i membri sono vessati .- ad essere presi di mira, ma è il mestiere stesso di giornalista, la libertà di stampa e il diritto di ognuno di noi all’informazione e a non essere minacciati, come ricorda la lettera firmata da centinaia di giornalisti nel mondo.
Liberazione immediata
I diversi apprezzamenti che si possono dare di Wikileaks e di Julian Assange devono ridimensionarsi davanti alla constatazione di queste violazioni dei diritti fondamentali. “Sono senza difesa e conto su di voi per salvarmi la vita” ha dichiarato Julian Assange.
Cittadini, giornalisti, artisti, organizzazioni di difesa dei diritti fondamentali, vogliamo difendere la libertà di espressione, di stampa e il nostro diritto di sapere.
Chiediamo la liberazione immediata di Julian Assange, la tutela della sua salute e della sua incolumità, il rispetto dei suoi diritti di base. Chiediamo che il Belgio riconosca a Julian Assange lo status di prigioniero politico, invii degli osservatori al suo processo, gli accordi la rua protezione e attui tutti i mezzi necessari per ottenere la negazione della richiesta americana di estradizione e la sua liberazione, per accoglierlo, e accordargli un permesso di soggiorno, ed erogargli tutte le cure sanitarie di cui ha bisogno dil suo stato di salute.
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Assange libero, anche l'Italia si mobilita alla vigilia dell'udienza sull'estradizione
13:18 10.02.2020(aggiornato 13:26 10.02.2020) URL abbreviato
Tema:Arresto di Julian Assange (56)

Il 23 febbraio in Piazza del Popolo a Roma si terrà la prima manifestazione italiana a sostegno del fondatore di Wikileaks Julian Assange. Se i magistrati di Londra concederanno l'estradizione negli USA, Assange rischia 175 anni di detenzione.

Un flashmob in piazza del Popolo, a Roma, alla vigilia della prima udienza del processo per l'estradizione negli USA di Julian Assange. Domenica 23 febbraio il gruppo Italiani per Assange chiama a raccolta tutti i cittadini "informati e consapevoli" per ribadire l'importanza della libertà di stampa e di informazione e chiedere la liberazione del giornalista australiano, attualmente detenuto in isolamento nel carcere di Belmarsh, a Londra, e l’opposizione totale alla sua estradizione negli Stati Uniti.

L’evento prevede una sedia vuota ispirata all’opera dell’artista Davide Dormino “ Anything to say? ” sulla quale si alterneranno coloro tra i presenti che vorranno far sentire la loro voce a favore di Assange. Assange che, dopo essersi rifugiato per 7 anni all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, è rinchiuso da quasi un anno in isolamento e che, con l’estradizione rischia 175 anni di reclusione per aver diffuso attraverso la piattaforma WikiLeaks, di cui è fondatore, numerosi crimini dei governi di tutto il mondo.

Serena Ferrario, responsabile del gruppo "Italiani per Assange" spiega a Sputnik Italia i dettagli dell'iniziativa

Si tratta del primo evento che organizzate?
Sì, questo è il primo evento che viene organizzato dal gruppo “Italiani per Assange”; nel nostro paese esiste un'altra realtà a sostegno di Julian Assange, il Comitato per la liberazione di Assange, con cui abbiamo iniziato a collaborare per organizzare iniziative volte a sensibilizzare il pubblico sul caso del giornalista australiano e sull'importanza storica che il lavoro di Wikileaks e il processo giudiziario che vede coinvolto Assange, in veste di suo ex caporedattore, rivestono per la difesa della libertà di informazione.

Quale partecipazione attendete all’evento?
Ci aspettiamo di vedere almeno un centinaio di persone; auspichiamo ovviamente che la diffusione del comunicato stampa possa attirare più gente possibile ad un evento in cui crediamo molto per i messaggi che ci proponiamo di veicolare.

L’evento a Roma si svolgerà in contemporanea con alter città nel resto del mondo?
L'evento avrà luogo il 23 febbraio, il giorno prima dell'inizio del processo per l'estradizione di Assange negli USA. In questi mesi diversi gruppi formatisi spontaneamente in tutto il mondo hanno organizzato e promosso iniziative per sensibilizzare il pubblico sulla vicenda di Assange e spiegare quali sono le conseguenze di quella che- secondo il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla Tortura, Nils Melzer-, è nientemeno che una persecuzione e una tortura perpetrata da nazioni che si professano democratiche a danno di un giornalista, la cui unica colpa è di aver rivelato crimini di guerra di governi occidentali. Eventi come il nostro si stanno diffondendo e intensificando in diverse città, soprattutto a Londra dove si celebra il processo, segno che la consapevolezza attorno all'incriminazione di Julian Assange e alle sue conseguenze (se l'estradizione dovesse effettivamente essere concessa) sta crescendo.

La vostra organizzazione è apolitica, o fa riferimento a qualche sigla partitica?
Italiani per Assange è un gruppo che si è formato spontaneamente sui social a giugno dello scorso anno e che riunisce cittadini con background e orientamenti politici e religiosi diversi.

Riteniamo che il caso Assange non abbia e non debba avere una coloritura politica specifica (né, tantomeno, affiliazioni partitiche), né che lo si possa strumentalizzare in tal senso. Politico è invece l'attacco ad Assange, ma non riguarda solo lui o i giornalisti; riguarda tutti noi, nella misura in cui chiama in causa temi fondamentali come la trasparenza dei governi, il diritto all'informazione e alla conoscenza come strumenti di esercizio del controllo democratico dei cittadini sui propri governi.
 
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I GANGSTERS STATUNITENSI MASSACRANO GIORNALISTI RUSSI
Nota di protesta dell'Ambasciata russa in Usa per carica polizia contro giornalisti russi
Giornalisti russi che seguivano le proteste a Portland sono stati attaccati, picchiati e le loro attrezzature sono state distrutte dalle forze dell'ordine statunitensi mentre gli agenti federali si erano mossi per disperdere una folla che assediava il palazzo di giustizia in centro a Portland.
L'Ambasciata russa negli Stati Uniti ha inviato una nota di protesta in relazione alle azioni delle forze dell'ordine nei confronti dei giornalisti russi del canale tv 'Primo Canale' a Portland, Oregon, ha comunicato il capo della missione diplomatica russa in America Anatoly Antonov in un post di Facebook.
"Abbiamo richiesto un'indagine approfondita e vogliamo essere informati dei suoi risultati. Abbiamo ricordato al Dipartimento di Stato che non abbiamo ancora ricevuto una risposta alla nota precedente al 31 maggio, riguardante un attacco della polizia contro il giornalista Mikhail Turgiev di RIA Novosti a Minneapolis", si legge nel post.
I giornalisti russi sono stati attaccati e picchiati dai poliziotti statunitensi a Portland questa sera mentre seguivano le proteste.
I giornalisti stavano filmando un tentativo da parte dei manifestanti di assediare un edificio giudiziario in cui si trovano agenti della polizia federale, dispiegati in città nonostante il parere contrario delle autorità locali.
Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha dichiarato in una conferenza stampa che devono essere indagati tutti gli episodi caratterizzati da attacchi contro i giornalisti, compresa la carica contro i giornalisti russi al lavoro per seguire le proteste nella città di Portland.
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'Assordante' silenzio da parte della stampa italiana, pseudo liberale e pseudo democratica: veri e propri lacchè degli americani!...
https://it.sputniknews.com/…/202007229336291-nota-di-prote…/


Giannino Sorgia LA STORIA VIOLENTATA
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I GANGSTERS STATUNITENSI MASSACRANO GIORNALISTI RUSSI
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Giornalisti russi che seguivano le proteste a Portland sono stati attaccati, picchiati e le loro attrezzature sono state distrutte dalle forze dell'ordine statunitensi...


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Nota di protesta dell'Ambasciata russa in Usa per carica polizia contro giornalisti russi
Giornalisti russi che seguivano le proteste a Portland sono stati attaccati, picchiati e le loro attrezzature sono state distrutte dalle forze dell'ordine statunitensi...
 

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