ADESSO JULIAN ASSANGE VA LIBERATO
Il 2021 inizia con un'inaspettata e bellissima notizia: Julian Assange non sarà estradato negli Stati Uniti. Alla base della decisione del Tribunale penale di Londra vi sarebbero le precarie condizioni di salute fisica e mentale del giornalista australiano ritenuto a rischio di suicidio.
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Il 2021 inizia con un’inaspettata e bellissima notizia:
Julian Assange non sarà estradato negli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato, in caso di condanna, fino a 175 anni di carcere.
Alla base della decisione del
Tribunale penale di Londra vi sarebbero le precarie condizioni di salute fisica e mentale del giornalista australiano ritenuto a
rischio di suicidio, come ha confermato
Craig Murray, ex diplomatico inglese e attivista per i diritti umani che sin da subito si è speso pubblicamente in difesa di Julian Assange.
Noi di
Byoblu e
Davvero Tv siamo stati l’unica emittente televisiva italiana ad aver atteso in
diretta da Londra lo storico verdetto.
Assange è rinchiuso dall’aprile 2019 nel
carcere di massima sicurezza di Belmarsh, noto come la Guantanamo inglese.
Alla luce della decisione del tribunale londinese, Assange non può più restare nell’istituto penitenziario di Belmarsh e deve essere liberato. La difesa del fondatore di Wikileaks ha comunicato che chiederà la
libertà su cauzione.
Gli Stati Uniti avevano già annunciato che in caso di rifiuto dell’estradizione avrebbero fatto ricorso e la conferma è arrivata da parte dell’ambasciata statunitense a Londra. Quattordici giorni è il termine ultimo fissato per fare appello.
Il governo USA accusa Assange di aver violato l’
Espionage act per aver pubblicato nel 2010 documenti diplomatici e militari riservati.
La giornata, in attesa della comunicazione del verdetto, non era iniziata nel migliore dei modi.
Berenice Galli, la nostra corrispondente a Londra, aveva dato la notizia che
John Shipton, il padre di Julian Assange, non era presente dinanzi alla sede del tribunale penale di Londra. Shipton, contattato telefonicamente dalla nostra corrispondente, aveva rivelato di essere impegnato in un incontro riservato con
Joe Biden, il candidato democratico che potrebbe essere nominato il prossimo 6 gennaio presidente degli Stati Uniti dal Congresso americano, salvo sorprese delle ultime ore.
L’assenza del padre di Assange a Londra aveva fatto temere il peggio, cioè una sentenza di estradizione ormai già scritta. Poco dopo è arrivata la meravigliosa notizia che il giornalista australiano non dovrà andare negli Stati Uniti, dove sarebbe stato sottoposto al carcere duro e all’isolamento, rischiosissimi per la sua salute.
Un
centinaio di attivisti circa, presenti fuori la sede del tribunale londinese, hanno accolto con urla di gioia la decisione di rifiuto dell’estradizione e subito dopo hanno gridato “
Free Julian Assange“.
La domanda da porsi è: sarebbe convenuta agli Stati Uniti l’estradizione del fondatore di
Wikileaks?
Molto probabilmente no, l’estradizione avrebbe potuto rivelarsi un boomerang per l’establishment americano, perché dinanzi ad una corte federale statunitense la difesa di Assange avrebbe potuto portare le prove documentali dei
crimini internazionali commessi in Iraq, Afghanistan e Syria, oltre alle e-mail inviate o ricevute dalla candidata alla presidenza nel 2016
Hillary Clinton dal suo server di posta personale mentre era Segretario di Stato, motivo di forte imbarazzo per la Clinton e l’intero deep state americano.