articolo che fa' a pezzi l ' analisi tecnica

In un articolo apparso il 21 gennaio 2009 nella sezione "Investire informati" nel sito dell' ADUC, a cura di A. Pedone, l'AT è considerata "pornografia finanziaria".
Se questa è la consulenza a cui si devono affidare i lettori di una Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori stiamo a posto!
Saluti.
 
Poco documentato e farcito di luoghi comuni. Guadagnare in borsa non è facile, questo con qualunque analisi a disposizione, si può guadagnare con l'analisi tecnica e l'analisi fondamentale, con l'intermarket la micro e la macro o con un riassunto di queste ma molto più probabilmente si perde ma questo non è colpa dell'analisi che si utilizza ma probabilmente del fatto che non si è capaci e non si ha il coraggio di ammetterlo.

L'analisi tecnica ha la sua valenza, anche Elliott ha la sua valenza sebbene io non lo segua ma è evidente che i mercati seguano movimenti ciclici di un certo tipo ma è l'abilità dell'individuo che li individua nella maniera corretta. Elliott è una esemplificazione che va interpretata così come l'analisi tecnica più classica e quant'altro.
 
Ecco l'articolo di A. Pedone sull'AT.

[FONT=Verdana, serif]Recentemente ho avuto un breve scambio di email con un analista tecnico che lavora presso un ufficio studi a capo del quale c'e' un collega che stimo. Questo analista ha prodotto un'analisi tecnica (o per meglio dire: "grafica", come ha sottolineato lui) sull'indice Dow Jones dal 1900 ad oggi. Mi sono chiesto (e gli ho chiesto) che senso possa mai avere analizzare, dal punto di vista meramente grafico, una serie di prezzi cosi' "antica" e quali possano mai essere le basi teoriche che giustificano uno "studio" di quel tipo.
La risposta dell'analista tecnico e' stata che non ha fondato lo studio su alcuna base teorica ma solo empirica, derivante da 10 anni di lavoro come "graficista". "
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[FONT=Verdana, serif]Quanto alla lunghezza delle serie storiche" – [/FONT][FONT=Verdana, serif]ha aggiunto[/FONT][FONT=Verdana, serif] - "mi immagino l’analista tecnico come un medico che adopera gli stessi strumenti, sia che debba operare un paziente europeo, asiatico o americano. L’input che da' origine ai movimenti dei prezzi e' sempre lo stesso, ossia le aspettative degli operatori finanziari.[/FONT][FONT=Verdana, serif]"
Approccio empirico per approccio empirico, 10 anni di lavoro nel mondo della finanza mi hanno portato alla convinzione che
[/FONT]
[FONT=Verdana, serif]la maggioranza dell'analisi tecnica si possa definire "pornografia finanziaria" e da questo sito non ho mai smesso di mettere in guardia i risparmiatori dal fare scelte finanziaria sulla base di queste indicazioni.
[/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Cio' non significa che dallo studio del comportamento passato dei mercati finanziari non si possano trarre spunti di riflessione che aiutino a fare scelte d'investimento piu' ragionate.
I mercati finanziari sono prima di tutto un fenomeno sociale. I prezzi sono il frutto dell'interazione di una pluralita' di soggetti, ciascuno con i propri obiettivi, le proprie aspettative, i propri stati d'animo, le proprie paure, ecc. Tutte queste caratteristiche sono in parte individuali ma possono essere influenzate (talvolta: determinate) dalla fase storica.
Per questa ragione, spesso, l'approccio storico (non certo attraverso l'analisi tecnica dei grafici.) e' quello che fornisce chiavi di interpretazione dell'attuale fase dei mercati finanziari piu' interessanti.
Ovviamente non possiamo aspettarci che le fasi dei mercati si ripetano pedissequamente, ma e' ragionevole attenderci che alcuni schemi, quelli dettati dalle caratteristiche intrinseche degli esseri umani (che sono quelli che muovo i mercati finanziari) possano ripetersi, a meno che non vi siano variabili completamente diverse che inducano a comportamenti differenti.
Le grandi crisi dei mercati finanziari, come quella che stiamo vivendo, sono state studiate molto approfonditamente anche attraverso questa chiave di lettura che amo definire "storica".
Naturalmente questo approccio non ha alcuna pretesa di fornire previsioni attendibili, suggerisce solo alcuni ragionamenti che devono essere integrati con la propria filosofia d'investimento.
Spesso delle grandi crisi finanziarie sono state innescate da "bolle" collegate a qualche forma di innovazione oppure al mercato immobiliare (o da una perversa combinazione, come nel caso attuale, delle due cose). I mercati finanziari attraversano sempre una fase nella quale vi e' la comune credenza che "questa volta e' diverso" e' che l'attivita' finanziaria oggetto della bolla (ma lo si capisce solo dopo che si tratta di una fase di bolla) continuera' a salire all'infinito.
Dopo un po' di tempo (ovviamente non si puo' determinare quanto tempo, si possono solo fare statistiche... che valgono quello che valgono, cioe' molto poco) la bolla si sgonfia ed i mercati finanziari iniziano a scendere drammaticamente impattando anche sull'economia reale.
C'e' sempre una recessione concomitante ai grandi crolli dei mercati finanziari.
Particolarmente interessante, a mio avviso, e' lo studio dell'ultima fase dei mercati finanziari discendenti (in gergo, "Orso"). Sono stati condotti studi anche molto approfonditi di questa fase e sono stati riscontrati interessanti schemi che si ripetono, a prescindere dalla cause che hanno scatenato la crisi ed – in parte – anche dall'approccio alla risoluzione della stessa presi dalle autorita'.
L'ultima fase dei mercati Orso e' caratterizzata da tre sotto-fasi dette: 1) del riconoscimento, 2) della paura e 3) della repulsione. Nella fase del riconoscimento si assiste ad una presa d'atto generale che le cose vanno molto peggio di quello che ci si aspettava. La crisi (finanziaria prima, ma poi anche economica) e' ormai una constatazione generale e si dibatte sulla durata e la profondita', ma non piu' sulla sua esistenza. I mercati scendono pesantemente, ma la situazione appare sempre gestibile.
Poco dopo si assiste alla fase della paura, caratterizzata da vendite dettate dal panico. Il mercato e' invaso da ondate di vendite "a qualsiasi prezzo" e la sensazione che pervade il mercato e' che le cose andranno sempre peggio. Si potrebbe pensare che questa sia l'ultima fase, ma non lo e'.
Solitamente i grandi mercati Orso terminano con alcuni tentativi di ripresa frustrati.
Dopo la fase della paura, ci sono sempre dei recuperi. La sensazione generale e' sempre molto negativa, ma alcuni investitori iniziano a pensare che i livelli dei prezzi scontino ipotesi eccessivamente disastrose e quindi acquistano. Questi tentativi di recupero, pero', vengono solitamente frustati piu' di una volta sebbene i minimi che si registrano in questa fase difficilmente oltrepassano quelli registrati nella fase della paura. Il sentimento che si impadronisce del mercato e' quello di repulsione nei confronti dell'investimento azionario. Ancora una volta il pensiero generale, in questa fase, e' che "questa volta e' diverso" da tutte le altre crisi.
Quando questo sentimento di repulsione attanaglia la maggioranza degli investitori inizia il recupero del mercato azionario. La crisi economica, in questa fase, e' sempre presente. Gli utili delle societa' sono in forte diminuzione. Uno dei segnali che il vento e' girato riguarda la reazione alle cattive notizie. Nella fase di "paura" ogni cattiva notizia provocava discese spaventose. Nella fase post-repulsione, sembra che il mercato ignori le cattive notizie.
Questo schema, che ho grossolanamente sintetizzato, sembra ripetersi con una costanza impressionante. Cio' non garantisce, ovviamente, che si ripetera' anche questa volta, ma personalmente sono portato a credere che cio' avvera'.
Nessuno puo' dire ovviamente, se ci troviamo ancora nella fase della "paura" o all'inizio della fase della "repulsione". Certamente possiamo dire che la fase del riconoscimento e' ampiamente passata.
La mia impressione (che vale meno delle statistiche di cui sopra) e' che la fase delle repulsione sia iniziata, ma non sia ancora matura.
Dai minimi di Novembre c'e' stato un solo recupero di una certa consistenza che dalla seconda settimana di gennaio e' stato vanificato. Avverto ancora poche voci che ripetono il solito "mantra": "
[/FONT]
[FONT=Verdana, serif]questa crisi e' diversa da tutte le altre[/FONT][FONT=Verdana, serif]". Il sentimento prevalente che avverto negli investitori e' ancora di shock, non di vera repulsione. Quando il sentimento di repulsione e la convinzione che "questa volta e' diverso" saranno comuni, allora potremmo dire che la fase della repulsione sara' matura ed i mercati azionari torneranno a salire.
Morale della favola? Quando sentite dire "questa volta e' diverso" da tutte le altre volte, drizzate le orecchie, probabilmente è il momento di fare l'inverso di quello che suggeriscono un po' tutti...
[/FONT]
 
azz che interventi qualificati è di livello :V:V

i miei complimenti per gli ottimi interventi :up::up::up::up:


detto questo dico la mia

HO APERTO VOLUTAMENTE QUESTO 3D DAI CONTENUTI FORTI E PROVOCATORI PERCHE' IN PARTE COINCIDONO CON IL MIO CARATTERE, MA CHIARAMENTE QUESTO SERVE SOLO AD ATTIRARE L ' ATTENZIONE E AD APRIRE UN DIBATTITO SU DI UNA QUESTIONE MOLTO SERIA :



nell' ambiente dei trader azionari vi è sempre stato da tempo immemore una frattura molto violenta tra i tecnicisti ed i fondamentalisti

in genere dopo oltre 10 anni che seguo

gli intellettual-aristocratici tendono a seguire i fondamentali

mentre i pratici-nointellettual preferiscono l ' at


il problema reale e che si fa' un errore enorme, il trading non è una materia di insegnamento

ma semplicemente un cercar di far soldi , dove possono riuscirci sia i fondamentalisti che i gracifisti


sinceramente non ho mai capito il perche' di tanto livore nei confronti dei gracifisti

comunque allego un estratto importante che fa' capire che l' at non è pornografia, perche' tanto la borsa è solo random cioe' solo casuale :






Publication: The Economist, August 19, 2000
Article: “Head & Shoulders, Broadening Bottoms”
Authors: Craig MacKinlay, Wharton School and
Andrew Lo, Massachusetts Institute of Technology




“Using American share prices during 1962-96,
MacKinley and Lo focused on technical
indicators that were especially controversial
among economists such as “head and shoulders”
and “triangle tops and bottoms”.


“(However), there was a significant difference
between the results for different markets.
For shares listed on the New York Stock
Exchange and American Stock Exchange,
seven of the ten technical patterns had enough
predictive power to be statistically significant.
For Nasdaq shares, all ten of the patterns
tested did.”

TRADUZIONE


Utilizzando i prezzi delle azioni statunitensi durante la 1962-96,
Lo MacKinley e concentrata su tecniche
indicatori che sono stati particolarmente controverso
tra gli economisti, come "testa e spalle"
e triangolo top or bottom


I risultati hanno mostrato che i vari
schemi tecnici per lo più si è verificato molto di più
spesso di quanto avrebbero fatto se
erano veramente casuale di eventi. In generale,
i pattern contenevano informazioni utili
A proposito di prezzi futuri delle azioni
 
parte 2 dell' articolo :rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes: :


intanto il titolo dell'articolo, come precisato dalla redazione di WSI, è una scelta fatta proprio per suscitare la discussione. E la discussione si è accesa proprio fra i cultori dell'analisi tecnica. Alcuni, specie nelle mail, sono alquanto astiosi e supponenti nel loro argomentare, ma capisco: difendono la categoria. Qualcuno infine è anche d'accordo con me.

Intanto occorre una prima distinzione. Non ho nulla da obiettare verso chi fa l'analisi grafica del momento, e si limita a questo. Conosco bene la valenza sintetica dei grafici, dei volumi, delle medie mobili, dei supporti e delle resistenze, degli oscillatori e degli indici di volatilità, e la loro buona qualità di sintesi nel rappresentare il "momento" del mercato. Se i traders fanno solo questo e ritengono di avere un ottimo strumento per operare in tempo reale, buon per loro. Dico solo che anche loro, però, non riescono ad evitare le loro belle perdite e quindi?

Diverso invece è l'uso dell'analisi tecnica per fare previsioni o paragoni. E mi ripeto: ci sono analisti che fanno paragoni col '29, con la crisi dei tulipani, che propongono grafici secolari e in questo caso sì, lo sostengo, siamo di fronte a vere e proprie astrusità. Devo poi notare che nessuno è entrato nel merito della provocazione. Io sono partito da un articolo Peracchi VS Pretcher, che forse solo qualcuno ha letto. Tutti coloro che hanno manifestato opinioni diverse, devono provare a spiegarmi il paradosso di due eminenti analisti tecnici che con lo stesso metodo, la stessa tecnica di analisi e nello stesso periodo di tempo approdano a conclusioni assolutamente opposte.

Questo avviene quotidianamente anche fra i diversi analisti tecnici. Quindi i dati possono essere letti in maniera assolutamente diversa, e anche opposta. Mettetevi d'accordo prima fra di voi.

Ho visto che nel dibattito sono intervenuti soprattutto soggetti direttamente interessati, o perché la usano l'analisi tecnica, o perché la propongono autorevolmente sui mezzi di comunicazione finanziaria.

Liberissimi di sostenere le loro tesi, e il loro lavoro; e liberissimi i
risparmiatori di seguirne le indicazioni. Io non lo faccio. ...
tirato per la lingua, devo precisare non sono rimasto dentro la bolla
internet e neppure dentro questo macello assoluto che molti commentatori
seri hanno previsto sulla base dell'analisi economica e finanziaria, e la
gran parte degli analisti tecnici hanno invece bucato - E' opportuno questo
inciso?>....

Coloro che poi usano l'analisi tecnica per fare trading e ne traggono profitto, continuino pure a farlo, buon per loro. Io ho una visione diversa dei mercati finanziari. Penso che debbano essere al servizio dell'economia
e col concorso del risparmio privato debbano consentire di allocare al meglio le risorse disponibili, a vantaggio di tutti. E credo pure che se i mercati vengono ridotti a puro trading o scalping diventano uno scommettificio che serve solo a fare guadagnare enormi commissioni a chi propone questo modo di operare. So bene che oggi i mercati sono fondati sulla speculazione ma so anche che questa è la causa della loro continua instabilità e toglie ogni prospettiva agli investimenti di lungo periodo che invece hanno bisogno di tempo e di affidabilità.

Ripeto di nuovo, infine, che non a caso il sollevamento generale è avvento da parte dei soggetti che operano solo sulla base dell'analisi tecnica e, mi si consenta, fanno solo pura speculazione che quando va bene porta qualche(effimero?) vantaggio solo a loro, ma quando va male squassa i mercati oltre ogni limite, a danno di tutti. Quanto al fatto poi che la speculazione sia la linfa dei mercati, lo creda chi vuole, se può.

Ho poi sostenuto, e lo ripeto, che c'è una vera e propria inondazione di AT su tutti gli organi di informazione finanziaria. Che l'ampio risalto e il modo in cui viene proposta gli danno una veste di affidabilità e di qualità intrinseca che non ha, a scapito della buona informazione finanziaria che c'è, e c'è stata anche prima di questa grave crisi. Proprio su questo aspetto mi propongo di intervenire di nuovo.

Infine: sono proprio contento di avere sollevato questo dibattito. Me lo proponevo da tempo. E mi ha aiutato ulteriormente a capire, confermandomi nelle mie convinzioni, il funzionamento dei mercati finanziari odierni.
index.asp
 
"I vari analisti battezzano dei livelli, supporti e resistenze (neanche univoci) e poi predicono: se supera qui, l'indice andrà là, se rompe lì invece andrà qua. Bella forza. Dopo lo sapranno tutti! "

Questo è un'estratto dell'articolo che hai collegato.

Mi pare un'approccio superficiale: supporti e resistenze cambiano a seconda se si analizza un grafico giornaliero, settimanale, mensile ecc.
Seconda osservazione: nessuno predice nulla, caso mai alla rottura di una resistenza o supporto si può immaginare che il mercato si muova in una determinata direzione entro certe percentuali di probabilità e dopo le dovute conferme.

Per quanto riguarda i due Elliottiani che, pur utilizzando lo stesso strumento d'analisi, arrivano a ipotesi diverse non mi stupisce molto.
Il mercato non si può ingabbiare in movimenti predestinati, poichè credo che il mercato si evolve nel tempo e poi bisogna tener conto dei fattori esogeni sempre più frequenti.
Meglio accontentarsi di ravvisare in tempo i cambiamenti d'umore e provare a cavalcarli.
Saluti.
 
[FONT=Verdana, serif]Recentemente ho avuto un breve scambio di email con un analista tecnico [/FONT]
....[FONT=Verdana, serif]L'ultima fase dei mercati Orso e' caratterizzata da tre sotto-fasi dette: 1) del riconoscimento, 2) della paura e 3) della repulsione. Nella fase del riconoscimento si assiste ad una presa d'atto generale che le cose vanno molto peggio di quello che ci si aspettava. La crisi (finanziaria prima, ma poi anche economica) e' ormai una constatazione generale e si dibatte sulla durata e la profondita', ma non piu' sulla sua esistenza. I mercati scendono pesantemente, ma la situazione appare sempre gestibile. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Poco dopo si assiste alla fase della paura, caratterizzata da vendite dettate dal panico. Il mercato e' invaso da ondate di vendite "a qualsiasi prezzo" e la sensazione che pervade il mercato e' che le cose andranno sempre peggio. Si potrebbe pensare che questa sia l'ultima fase, ma non lo e'. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Solitamente i grandi mercati Orso terminano con alcuni tentativi di ripresa frustrati. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Dopo la fase della paura, ci sono sempre dei recuperi. La sensazione generale e' sempre molto negativa, ma alcuni investitori iniziano a pensare che i livelli dei prezzi scontino ipotesi eccessivamente disastrose e quindi acquistano. Questi tentativi di recupero, pero', vengono solitamente frustati piu' di una volta sebbene i minimi che si registrano in questa fase difficilmente oltrepassano quelli registrati nella fase della paura. Il sentimento che si impadronisce del mercato e' quello di repulsione nei confronti dell'investimento azionario. Ancora una volta il pensiero generale, in questa fase, e' che "questa volta e' diverso" da tutte le altre crisi. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Quando questo sentimento di repulsione attanaglia la maggioranza degli investitori inizia il recupero del mercato azionario. La crisi economica, in questa fase, e' sempre presente. Gli utili delle societa' sono in forte diminuzione. Uno dei segnali che il vento e' girato riguarda la reazione alle cattive notizie. Nella fase di "paura" ogni cattiva notizia provocava discese spaventose. Nella fase post-repulsione, sembra che il mercato ignori le cattive notizie. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Questo schema, che ho grossolanamente sintetizzato, sembra ripetersi con una costanza impressionante. Cio' non garantisce, ovviamente, che si ripetera' anche questa volta, ma personalmente sono portato a credere che cio' avvera'. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Nessuno puo' dire ovviamente, se ci troviamo ancora nella fase della "paura" o all'inizio della fase della "repulsione". Certamente possiamo dire che la fase del riconoscimento e' ampiamente passata. [/FONT]
[FONT=Verdana, serif]La mia impressione (che vale meno delle statistiche di cui sopra) e' che la fase delle repulsione sia iniziata, ma non sia ancora matura. [/FONT]

[FONT=Verdana, serif]Dai minimi di Novembre c'e' stato un solo recupero di una certa consistenza che dalla seconda settimana di gennaio e' stato vanificato. Avverto ancora poche voci che ripetono il solito "mantra": "[/FONT][FONT=Verdana, serif]questa crisi e' diversa da tutte le altre[/FONT][FONT=Verdana, serif]". Il sentimento prevalente che avverto negli investitori e' ancora di shock, non di vera repulsione. Quando il sentimento di repulsione e la convinzione che "questa volta e' diverso" saranno comuni, allora potremmo dire che la fase della repulsione sara' matura ed i mercati azionari torneranno a salire.[/FONT]
[FONT=Verdana, serif]Morale della favola? Quando sentite dire "questa volta e' diverso" da tutte le altre volte, drizzate le orecchie, probabilmente è il momento di fare l'inverso di quello che suggeriscono un po' tutti...[/FONT]

non molto recentemente.
Questo messaggio ignora la fase della paura, delle vendite a qualsiasi prezzo e delle visioni catastrofistiche sullo scenario economico che si è avuta a febbraio-prima parte di marzo 2009.
Lei ha attraversato una fase di repulsione a inizio aprile 2009 quando scriveva che sull' azionario non ci metteva un euro.
Ma a fianco dei catastrofisti e di chi restava fuori dall' azionario, c' era chi diceva che questa volta era diverso, ma diverso dal 1929 e anni seguenti perchè diversa era stata la reazione delle autorità monetarie e dei governi (Morgan Stanley e altri).
E a marzo se c' era chi in mancanza di un trend rialzista restava fuori dal' azionario c' era chi basandosi sull' analisi fondamentale e con approccio value , comprava a prezzi convenienti. C' era chi , come Doug Kass , a inizio marzo 2009 , notava un pessimismo così prevalente che indicava un minimo vicino oltre a valorizzazioni delle azioni che, in rapporto al costo necessario per creare un' azienda, ne rendevano conveniente l' acquisto.

http://www.thestreet.com/b/_search/dps/te/20090316/theedge1.html#entryId10472846

http://www.gmo.com/websitecontent/JG_ReinvestingWhenTerrified.pdf
 

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non molto recentemente.
Questo messaggio ignora la fase della paura, delle vendite a qualsiasi prezzo e delle visioni catastrofistiche sullo scenario economico che si è avuta a febbraio-prima parte di marzo 2009.
Lei ha attraversato una fase di repulsione a inizio aprile 2009 quando scriveva che sull' azionario non ci metteva un euro.
Ma a fianco dei catastrofisti e di chi restava fuori dall' azionario, c' era chi diceva che questa volta era diverso, ma diverso dal 1929 e anni seguenti perchè diversa era stata la reazione delle autorità monetarie e dei governi (Morgan Stanley e altri).
E a marzo se c' era chi in mancanza di un trend rialzista restava fuori dal' azionario c' era chi basandosi sull' analisi fondamentale e con approccio value , comprava a prezzi convenienti. C' era chi , come Doug Kass , a inizio marzo 2009 , notava un pessimismo così prevalente che indicava un minimo vicino oltre a valorizzazioni delle azioni che, in rapporto al costo necessario per creare un' azienda, ne rendevano conveniente l' acquisto.

http://www.thestreet.com/b/_search/dps/te/20090316/theedge1.html#entryId10472846

http://www.gmo.com/websitecontent/JG_ReinvestingWhenTerrified.pdf
Buongiorno Alingtonsky.
Se per questo il Sig. Kass diceva anche di acquistare finanziari come da questo articolo del gennaio 2008:
Kass Says Buy Financials

http://ad.doubleclick.net/click;h=v...?http://www.etoro.com/B374_A11903_TClick.aspx


More News related to XLF



January 14, 2008 10:57 AM EST

"Doug Kass, over at RealMoney.com is saying 'Buy Financials' (AMEX: XLF). Kass said he covered his sector shorts late last week.

Kass, a notable bear, is making the call partly as a contrarian play, but also cites some other notable things: Permanent capital is being replenished, Government policy will not be standing still, the seized-up credit markets will not be a permanent condition, credit writedowns will likely peak in Q4 2007, many managements have been turned over with more likely in the near term, business franchises are intact, financial are statistically cheap against sustainable earnings, financial have dramatically underperformed related to the S&P 500.

Kass has made several prescient calls over the past 6 months and is a must read."

L'indice S&P500 da 1400 punti scese a 1250 per poi risalire a 1400 e poi giù, giu fino ai 666 punti.
A volte ci prende a volte no.

Cordiali saluti.
 

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