ASINTOMATICI:

Metto qua nel thread sul Veneto, ma penso che parli in generale su come funziona per tutta Italia, direttive del governo.

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Zaia: «Un paziente positivo in ospedale diventa paziente Covid, anche se lì per altre patologie»
Chiara Ridolfi 31 Agosto 2020 - 11:41

Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa del 27 agosto 2020, ha spiegato cosa avviene quando una persona, ospedalizzata per altre patologie, risulta positiva al tampone.


Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa del 27 agosto 2020, fa il punto della situazione sul Covid e spiega cosa avviene nei pazienti che entrano in ospedale per altre patologie, ma risultano poi positivi al tampone.
La procedura prevede infatti che il paziente venga considerato malato di Covid e per tale ragione venga conteggiato tra i positivi della giornata di riferimento.

Il Governatore della Regione Veneto ha infatti spiegato che il primo step, quando si ha un paziente è distinguere tra paziente positivo e negativo. Nel caso in cui il paziente risulti positivo, spiega Zaia, diventa un paziente Covid:

«In Italia si decide che un paziente in ospedale positivo diventa paziente Covid, poi magari è lì per altre patologie [...] Il timbro di fabbrica te lo dà la positività.»

Zaia spiega quindi come non si prenda in esame il motivo del ricovero, elemento che porta poi ad avere un problema per quel che riguarda il conteggio delle vittime. Nel corso della conferenza stampa Zaia ha infatti spiegato:


Luca Zaia spiega che, in base a come si procede in questo momento nel nostro Paese, non viene esaminata con attenzione la cartella clinica e in base a quella si effettuano i conteggi. Se il paziente è positivo e, a causa di complicazione insorte per la patologia per cui è ricoverato perde la vita, anche se diventato negativo nel frattempo, viene comunque considerato come decesso Covid. Ovviamente però ciò accade solo se il paziente rimane in ospedale.

Il Governatore chiarisce che non vi è nessuno che prende in mano la cartella clinica del paziente e decide se la patologia il paziente l’ha sviluppata a causa del Covid o meno. La discriminante, spiega Zaia, è solo il tampone e aggiunge: «quando tu hai il tampone positivo all’inizio la tua storia clinica ospedaliera diventa quella di un paziente Covid. Purtroppo è sbagliato, ma è così.»

I dati della mortalità in Veneto: scende per gli over 70
Nel corso della conferenza stampa Zaia parla anche dei dati della mortalità in Veneto. Dopo i mesi di crisi è scesa la percentuale di mortalità per gli over 70. I dati mostrano che pazienti della stessa età, confrontando i mesi di crisi e i dati attuali, muoiono di meno.

In questa fase, spiega Luca Zaia, il paziente ospedalizzato ha un tasso di mortalità inferiore. Prima era del 30% afferma, mentre adesso invece è più bassa. I minori decessi sono dovuti non solo alla minore pressione che vi è attualmente sugli ospedali, ma anche per le cure che adesso sono più chiare. Esiste infatti al momento un protocollo per curare i malati di Covid, spiega il Governatore, che mette in luce come ad oggi si abbia un dato acquisito, un dato che permette di affrontare in modo differente la situazione.

 
s
e uno è positivo al tampone ma muore per infarto.... le statistiche lo annoverano per morto covid.... è una vera bastardata che vuole gli italiani nella paura
 
se mi si desse la possibilità di catalogare questo governo in poche parole direi:"scemo + scemo"

Follia! Gli asintomatici non possono lavorare neanche da casa
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Il Coronavirus in Italia continua a far segnare un numero crescente di persone contagiate, ma migliaia di queste sono “asintomatiche”, vale a dire che riescono a convivere con il virus senza problemi per la salute. Ma nonostante la buona forma fisica, questi soggetti non possono lavorare in nessuna forma, neanche in smartworking. E’ scritto nero su bianco – si legge sul Corriere della Sera – nei decreti Cura Italia e Rilancio, poi convertiti in leggi, oltre al «messaggio» Inps 2584 del 24 giugno e al dpcm 7 agosto del 2020.

“Aziende con dipendenti asintomatici disponibili a lavorare da casa si sono rivolte a noi per avere chiarimenti ma la nostra risposta stante la normativa attuale non può che essere “no, non si può fare”», racconta Cesare Pozzoli, partner dello studio legale milanese Chiello- Pozzoli.

Secondo l’Istituto superiore di sanità, – prosegue il Corriere – negli ultimi 30 giorni i casi sono stati 21.724 di cui circa il 75% (16.300) hanno riguardato persone in età da lavoro. Di queste oltre il 65% erano asintomatiche, parliamo quindi di oltre 10 mila persone potenzialmente interessate dal problema. Che potrebbero diventare molte di più in caso si passasse da 100 a 300 mila tamponi al giorno come ha proposto il professor Andrea Crisanti. affaritaliani.it
 

Covid, Tarro: "Gli asintomatici non sono contagiosi"
Pubblicato il: 23/09/2020 16:30

"Le persone sane asintomatiche non possono essere considerate contagiose". Lo scrive in un post su Facebook il virologo Giulio Tarro in riferimento alla pandemia di Coronavirus. "Il problema -osserva- è sorto facendo i tamponi a tappeto con un'alta percentuale di falsi positivi. Assistiamo adesso alla diffusione non della patologia del coronavirus, ma alla resistenza anticorpale per la stessa malattia. Purtroppo il fine è quello di prolungare il lockdown per una infezione le cui vittime sono inferiori da 100 a 500 volte i decessi quotidiani per patologie cardiovascolari = 600 e per patologie tumorali = 500".

"Sin dal 25 febbraio 2020 -prosegue lo scienziato- il consiglio superiore della sanità aveva emesso un documento in cui solo ai sintomatici andava fatto il tampone per soggetti che avevano avuto contatti con pazienti positivi per Covid-19 oppure provenienti da aree di province, regioni, paesi in piena fase epidemica. L'asintomatico non contagia perché ha una bassa carica virale; inoltre dobbiamo tenere presente sempre l'inaffidabilità dei tamponi come mezzo diagnostico proprio rifacendosi al suo scopritore professore Mullis, Premio Nobel, perché misura un acido nucleico che potrebbe essere anche inattivo".

"A questo punto -sostiene Tarro- dobbiamo tenere in considerazione l'illegittimità degli obblighi (per tamponi, test, mascherine, et al) per ordinanza o circolare o norma di carattere amministrativo e per decreto ministeriale che violi una legge pertanto sono provvedimenti per definizione illegittimi. Ovviamente non esiste un trattamento sanitario obbligatorio. Infine dobbiamo sempre tenere in considerazione i danni psicologici creati da questo continuo terrorismo".
 

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