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Sabato 07 Febbraio 2009 PROVINCIA Pagina 31
LA CHIUSURA. Giornata di sciopero all’Enersys dove la multinazionale americana ha comunicato di voler interrompere la produzione. Fiamm prende le distanze
Adesso c’è l’incubo di trovare lavoro
Intere famiglie in crisi senza stipendio e col futuro incerto
Il giorno dopo la notizia dello smantellamento dell’Enersys di viale Europa, serpeggia profonda preoccupazione tra i lavoratori.
In ballo ci sono i destini di 200 lavoratori e altrettante famiglie. L’ansia è palpabile tra i dipendenti in sciopero, che picchettano i cancelli della multinazionale. Uomini e donne, operai ed impiegati, italiani e stranieri, stanno vivendo le stesse preoccupazione. Le loro storie sono le vicende di tutti, quelle che parlano di figli da mantenere e mandare a scuola o all’università, di mutui e affitti, di bollette da pagare. E la domanda che si pongono è sempre la stessa: «Troveremo un altro lavoro?».
DA BARI. «Sono all’Enersys da 4 anni - racconta Gino Fontana, operaio sposato e con due figli -. Mi sono trasferito da Bari dopo che l’azienda per cui lavoravo ha chiuso. Avevo tante speranze per il futuro. Dovrò fare affidamento sulle mie braccia per mantenere la famiglia, ma non torno indietro».
«Anche se mia moglie lavora - aggiunge Cristian Del Prete, anche lui operaio specializzato ed assunto da 5 anni - senza la mia paga la situazione economica sarà comunque precaria. Non si può pensare di pagare affitto e bollette con un solo stipendio». Il problema principale riguarda soprattutto l’età: «Secondo le aziende, chi ha 40 anni è già vecchio - spiegano in molti - nessuno ti vuole assumere dopo una certa età. E quando lo fanno magari ti propongono un contratto a termine che successivamente non viene rinnovato».
PROGETTI. «È una vergogna - incalza Rocco Zurace - fai dei progetti ti accolli un mutuo di 650 euro al mese e poi dall’oggi al domani chiudono un’azienda che è sana e produce. Come farò adesso a pagare le spese e mantenere i miei figli? Trovare un altro impiego non sarà certamente facile».
Ma anche coloro chi ha 30 anni di attività nel settore, quindi vicini al pensionamento, non stanno tranquilli. «Ci sono i miei colleghi da sostenere - afferma Renato Basso manutentore - con figli e moglie a carico. Combatteremo tutti insieme perché non si può interrompere una produzione importante come la nostra».
C’è anche chi ha sempre lavorato in un solo settore ed è certo che trovare un nuovo posto sarà un’impresa difficile: «Per 23 anni sono stato impiegato nel laboratorio - spiega Gerardo Muraro - fuori dall’Enersys io ho poche possibilità».
Anche gli extracomunitarii, che all’Enersys sono circa 40, persone venute da altri continenti e desiderose di offrire un futuro migliore ai propri figli, non nascondono la loro preoccupazione: «In famiglia lavoro solo io - interviene Zaman Shaikh Mahfuz, bangladese assunto da 6 anni - i primi ad essere licenziati saremo noi stranieri, lo abbiamo già capito».
Ma c’è anche chi vuole puntualizzare in questo momento di crisi. La Fiamm in una nota spiega che «dal 2005 non c'è alcun legame con Enersys. Da quel momento Fiamm ha ceduto il ramo d'azienda relativo agli accumulatori per trazione. Da allora l’azienda Enersys ha operato autonomamente, utilizzando gli spazi di viale Europa attraverso il contratto di locazione».