ASPETTARE, IN SPAGNOLO, SI DICE "ESPERAR". PERCHE' ASPETTARE, IN FONDO, E' SPERARE.

Pubblicando su Instagram una foto di una aereo della compagnia di bandiera, scrive:

"Assurdo che non ci sia un volo diretto Milano Miami con Alitalia, mah! Vorremmo sapere chi ha deciso una cosa del genere?”.

A rispondere alle rimostranze dell’ex calciatore però è stata anche Alitalia:

"Ciao Bobo, grazie per seguirci con tanta attenzione. Purotroppo sono molte le ragioni che regolano il network delle rotte tra cui anche la profittabilità e la redditività. Continua a seguirci”.
 
Lo sapete quanto quotavano i loro titoli nel 2007/2008 ?

L’aumento di capitale di Veneto Banca, stando alle prime indiscrezioni, rischia di essere la fotocopia di quello della Popolare di Vicenza:

scarso interesse da parte degli investitori istituzionali in fase di pre-marketing,
impossibilità di fissare una vera e propria forchetta di prezzo,
collocamento delle azioni a pochi centesimi di euro,
necessità di un massiccio intervento da parte del fondo Atlante per garantire il buon fine dell’operazione.

A fare la differenza, però, potrebbero essere i soci storici dell’istituto di Montebelluna che – dopo essere intervenuti in assemblea determinando un ribaltone ai vertici e nel consiglio d’amministrazione della banca – sembrerebbero intenzionati a sottoscrivere pro quota l’aumento.

Se così fosse, un 10-12% del capitale farebbe capo ai piccoli azionisti: una quota che può fare una grossa differenza, perché sommata al 5% circa che Mediobanca ha annunciato di voler sottoscrivere e a qualche eventuale acquisto da parte di altri investitori, porterebbe il flottante complessivo oltre il 15%.

Un livello senz’altro inferiore al limite regolamentare del 25%, ma forse sufficiente per ottenere da Borsa Italiana una deroga e permettere a Veneto Banca di quotarsi a Piazza Affari.
 
Per i piccoli azionisti che non sottoscriveranno l’aumento di capitale, che la banca sia quotata o meno farà poca differenza perché si ritroveranno sostanzialmente azzerati.

Per i soci storici che hanno invece deciso di partecipare e che esprimono il presidente e la grande maggioranza del nuovo consiglio d’amministrazione,il successo dell’operazione è fondamentale per consolidare la propria posizione e poter avere voce in capitolo in una spa i cui equilibri stanno per cambiare drasticamente, con il fondo Atlante che a fine aumento potrebbe trovarsi con almeno l’80% del capitale.
 
Secondo le prime indiscrezioni, il prezzo minimo verrà fissato a 0,10 euro, che corrisponde
a una valorizzazione della banca di 12,2 milioni di euro contro i 4,9 miliardi del 2012,

quando il prezzo era stato artificiosamente fissato a 40,25 euro dalla sciagurata gestione di Vincenzo Consoli.

Gli 88mila soci di Veneto Banca hanno dunque perso il 99,75% dell’investimento.

Sempre secondo indiscrezioni provenienti dal consorzio di collocamento, l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro
partirà il 6 giugno per concludersi il 20. L’eventuale ammissione a quotazione sarebbe prevista per il 28 giugno.
 
A Crocetta del Montello c’è Maurizio Guarnier, titolare dell’osteria che porta il suo nome: per lui 21.721 azioni dell’ex Popolare di Asolo e Montebelluna, controvalore al massimo storico pari a circa 885 mila euro. A Castelfranco Veneto c’è Ermanno Garatti, imprenditore nel settore della ristorazione: per lui un pacchetto azionario da 22.167 titoli, valore 892 mila euro ai massimi. Nel settore dei legnami c’è Aldo Moz, Nervesa, 22.370 azioni per un controvalore di oltre 911 mila euro.

Veneto Banca, ecco la Top 100 degli azionisti rimasti bruciati

A volte il colpo è doppio. Destro-sinistro, come su un ring: prima Popolare di Vicenza, poi Veneto Banca. Alcuni trevigiani lo hanno sperimentato sul proprio volto. Nei giorni scorsi abbiamo detto di Furio Bragagnolo e la sua Pasta Zara, ma nella stessa situazione c’è Bruno Zago della Progest di Istrana: per lui 9.139 azioni a Montebelluna (valore 372 mila euro, ma la moglie Anna Maria Gasparini ha in portafoglio oltre 13,5 milioni) e ben 22.271 a Vicenza (quasi 1,4 milioni di euro al valore massimo di 62,50 per azione). Doppio colpo anche per Mosè Corazzin di Miane (9.955 titoli a Montebelluna, 72.417 a Vicenza), con “buco” potenziale complessivo che sfiora i cinque milioni di euro. Stessa situazione per Adriano Chisini e Carla Bellè della Blc Srl di Pieve di Soligo, settore legno: in due contano 45.500 azioni Veneto Banca (1,85 milioni di euro) e ben 129.215 della Popolare di Vicenza, otto milioni di euro ai massimi storici, ora ridotti a meno di tredicimila euro a dieci centesimi per azione.
Uscendo per un attimo dalla provincia di Treviso troviamo altri personaggi legati al mondo del calcio dopo Roberto Bettega (oltre un milione di mezzo in azioni Veneto Banca) e Francesco Guidolin (idem): tra gli azionisti, infatti, ci sono anche Luigi de Canio, attuale allenatore dell’Udinese, di Matera come l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli (qusi 913 mila euro a rischio crac) e con 1.400 titoli Vincenzo Matarrese, ex presidente del Calcio Bari nonché fratello di Antonio, ex presidente di Lega Calcio e Federcalcio. C’è anche (con oltre sedicimila azioni VB) l’uomo che ha “inventato” Adriano Galliani come dirigente sportivo: è Valentino Giambelli, classe 1928, ex calciatore e poi presidente del Monza dove l’attuale amministratore delegato del Milan ha mosso i primi passi con la carica di vicepresidente.

Effetti collaterali pesanti anche per l’investimento della famiglia milanese della Conceria Stefania: Angelo, Dino e Gianmario Ramponi hanno quasi 840 mila euro in azioni a testa. Situazione simile a San Martino di Lupari: nel settore della moda operano Primo, Maria, Diego e Giampaolo Bellet, con in portafoglio azioni per 815 mila euro (valore virtuale ai massimi) a testa.

Torniamo nella Marca per un ultimo giro. Marchi storici come Tecnica e Diadora: ci sono Ruggero (17 mila azioni) e Alberto Zanatta (3.500), poi Giacomo e Marco Danieli (figli di Roberto) con 631 mila euro a testa. In casa Geox, oltre a Mario Moretti Polegato (11 mila azioni) e la sua cassaforte Lir (valore del pacchetto 1,7 milioni) c’è la moglie Anna Licia Balzan con 12.600 azioni. Esposizione pesante a Vittorio Veneto per Tegola Canadese (18 mila azioni) dell’imprenditore Luciano Mazzer (altri 18 mila titoli a nome proprio) e la controllante Iwis (pacchetto da 3,7 milioni). Settore frutta: oltre 900 mila euro a rischio per Romolo Cornuda e Renzo Sbeghen, mentre a Treviso tra i professionisti ci sono l’avvocato Aldo Laghi (12.522 azioni) e il commercialista Aldo Van Den Borre (12.185).
 
“fra i musulmani è così: la legge è occhio per occhio dente per dente, che tradotto vuol dire bomba per bomba, sangue per sangue”.
 
“La comunità internazionale dovrebbe combattere lo Stato Islamico attraverso la cooperazione fra potenze internazionali e potenze regionali”, afferma padre Montes, “bloccando il contrabbando di petrolio dell’Isis, bloccando le forniture di armi ai cosiddetti ribelli moderati, e lavorando assieme ai governi locali, siriano e iracheno: se si venissero compiuti solo questi tre passi lo Stato Islamico potrebbe essere totalmente sconfitto in poche settimane”.

Gli interessi delle singole potenze però, secondo il sacerdote missionario, impediscono questa cooperazione e quindi una soluzione all’instabilità legata alla presenza jihadista. “Gli interessi internazionali vanno contro quelli locali”, conclude il presule, “gli Stati Uniti non vogliono lavorare con la Russia, l’Arabia Saudita non vuole lavorare con l’Iran, e sotto ci siamo noi: la scacchiera sulla quale stanno giocando, senza riguardo per il dolore e la sofferenza di milioni di persone”.
 
in kulo alla balena.......

Nelle stesse ore in cui la Corte suprema accettava suo malgrado di restituirci l'ultimo dei due fucilieri,
il Ministero della Difesa rompeva un megacontratto con Finmeccanica per la consegna di siluri.
 
...e la maggior parte sono comuniste ....ma tutti zitti.

Antonio Amorosi in Coop connection racconta le ombre di un universo da 151 miliardi di fatturato che raccoglie anche finanziamenti dai soci,
controlla il 34% della distribuzione al dettaglio, ha ramificazioni nell'immobiliare, nelle utilities e nei servizi sociali e controlla un gruppo assicurativo quotato.

Crac miliardari, soci che lavorano per 3 euro all'ora in condizioni di quasi schiavitù, legami con la criminalità
 

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