Autori da (ri)scoprire

L'ho nominato, Giovanni Lanfranco. Mostriamo qualcosa ...

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220px-Giovanni_Lanfranco_-_The_Annunciation_-_WGA12446.jpg
220px-Giovanni_Lanfranco,_Resurrezione,_1622.jpg


Giovanni_Lanfranco_(Italian_-_Moses_and_the_Messengers_from_Canaan_-_Google_Art_Project.jpg


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Trovo il virtuosismo di Corradini davvero pazzesco, il velo pare bagnato da quanto aderisce al viso.. però farei un'obiezione, il tema è il '600 oppure i caravvaggeschi? Perchè francamente trovo le opere degli ultimi post molto più "classiche" e vicine alla luminosa "scuola veneta", che ai chiaroscuri del ns.

D'accordo su Mattia Preti, forse già famoso... ne cito un paio di altri anch'essi magari già conosciuti, oltre ai notissimi Gentileschi, in cui i riferimenti e le citazioni a Caravaggio sono davvero molto evidenti, visti dal vero a Brera, "Battistello", Giovanni Batista Caracciolo e Jusepe de Ribera o "Spagnoletto".
 
Trovo il virtuosismo di Corradini davvero pazzesco, il velo pare bagnato da quanto aderisce al viso.. però farei un'obiezione, il tema è il '600 oppure i caravvaggeschi? Perchè francamente trovo le opere degli ultimi post molto più "classiche" e vicine alla luminosa "scuola veneta", che ai chiaroscuri del ns.

D'accordo su Mattia Preti, forse già famoso... ne cito un paio di altri anch'essi magari già conosciuti, oltre ai notissimi Gentileschi, in cui i riferimenti e le citazioni a Caravaggio sono davvero molto evidenti, visti dal vero a Brera, "Battistello", Giovanni Batista Caracciolo e Jusepe de Ribera o "Spagnoletto".
Ribera è arcinoto. Oltre a un posto nella storia dell'arte, ha anche quotazioni di centinaia di migliaia di euro alle aste, dove è abbastanza presente.
Caracciolo magari un po' meno, ma è comunque abbastanza noto. Abbastanza noto è anche Giuseppe Vermiglio, del quale trovo stupenda questa Incredulità di San Tommaso (Roma, Chiesa di San Tommaso ai Cenci, mai sentita nominare).

87vermiglio.jpg



Un pittore caravaggesco della prima ora fu Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino (Angelo custode, Rieti, Chiesa di San Ruffo):

81spadarino.jpg
 
E poi ci sono i caravaggeschi nordici. Tralasciando Valentin de Boulogne e Gerrit van Honhorst (Gherardo delle Notti, al quale era attribuito fino a qualche anno fa La cattura di Cristo di Dublino che oggi gli esperti ritengono opera di Caravaggio) ecco Nicolas Tournier (Giocatori di dadi) e Dirk van Baburen (Incoronazione di spine). Quest'ultimo però direi che è piuttosto quotato.

127tournier.jpg


149baburen.jpg
 
Trovo il virtuosismo di Corradini davvero pazzesco, il velo pare bagnato da quanto aderisce al viso.. però farei un'obiezione, il tema è il '600 oppure i caravvaggeschi? Perchè francamente trovo le opere degli ultimi post molto più "classiche" e vicine alla luminosa "scuola veneta", che ai chiaroscuri del ns.

D'accordo su Mattia Preti, forse già famoso... ne cito un paio di altri anch'essi magari già conosciuti, oltre ai notissimi Gentileschi, in cui i riferimenti e le citazioni a Caravaggio sono davvero molto evidenti, visti dal vero a Brera, "Battistello", Giovanni Batista Caracciolo e Jusepe de Ribera o "Spagnoletto".
Il tema era Caravaggio ... ma Sgarbi ci ha buttato dentro autori non strettamente caravaggeschi.
Comunque, quello che qui può importare è soprattutto trovare in certi autori qualità superiore a quanto si poteva pensare.
 
Faccio presente che la statua di Corradini si trova nella cappella di Sansevero a Napoli dove si trova anche un'altra celebre opera (che molti italiani abituati a pensare a Pinelli non conoscono ;) ) ed è il Cristo velato. Autore (Giuseppe Sammartino) diverso ma anche questa con velo.
Questo il sito: Cristo velato - La statua
cristo_velato3.jpg
 
Il tema era Caravaggio ... ma Sgarbi ci ha buttato dentro autori non strettamente caravaggeschi.
Comunque, quello che qui può importare è soprattutto trovare in certi autori qualità superiore a quanto si poteva pensare.

Era solo per capire infatti quelli postati da frank sono tutti effettivamente molto leggibili come "caravaggeschi", mentre sui precedenti ci ritrovavo poco sarà pure un mio limite, poi se si parla di qualità a me va sempre ultra-bene!
 
e comunque invece io lo Sgarbi un po "meno super polemico" lo adoro, e lo seguivo a poco più di vent'anni su Costanzo Show, ed è diventato un furbone politico della tv, ma sentirlo parlare di arte è bello! lo spettacolo a teatro a Genova l'ho perso ... ma pittori come quelli che avete citato Strozzi in primis ... non son per niente dimenticati da chi ha un minimo di interesse per il seicento genovese!! in effetti lo Sgarbi a ge .. viene spesso!
 
Sgarbi ha citato pure Guido Cagnacci 1601-1663 e in particolare la sua Morte di Cleopatra, sottolineando il fatto che invece di ritrarsi da sola in tale momento, Cleopatra muore in mezzo a varie ancelle creando una situazione teatrale nel miglior senso del termine.


1024px-Guido_Cagnacci_003.jpg


cagnacci02-big.jpg
Guido-Cagnacci-David-con-la-testa-di-Golia.jpg


Cagnacci, direi, non è affatto dimenticato: ma la visione in tempi ravvicinati di molte sue opere non può che convincere della sua grandezza al di là della fama presente.

:ot:

PS: fantastico questo forum, si lavora con le immagini in modo semplice e veloce. A differenza, devo dire, di quell'altro.
 
Antonio d'Enrico, detto Tanzio da Varallo, o semplicemente il Tanzio (Alagna Valsesia, 1582 circa – Varallo (?), 1633), è stato un pittore italiano, tra i migliori interpreti di quel fervore di rinnovamento artistico che, in Piemonte e in Lombardia, si espresse, in modi diversi, sulla scia del lascito di spiritualità di San Carlo Borromeo e dell'Arte della Controriforma.

Già più volte segnalata da Roberto Longhi, la sua produzione artistica uscì dal modesto interesse riservatole sino ad allora dagli storici dell'arte, per merito di Giovanni Testori che, con l'esposizione torinese del 1959-60, contribuì in modo decisivo ad affermare la statura artistica del pittore di Alagna.

Così Wiki, ma anche Sgarbi ha citato una specie di innamoramento dell'omosessuale Testori per una immagine che adesso vado a cercare.

1435491205-varallli.jpg
(completo)
tanzio-da-varallo-06-davide-con-la-testa-di-golia.jpg


Eccola. Si tratta del giovinetto Davide, tutto forza ma anche bellezza e pure un pizzico di sensualità. Qui Sgarbi non si smentisce: l'immagine è tratta da un articolo del Giornale scritto da lui medesimo

Tanzio da Varallo inventò il realismo trascendente
I due "Davide e Golia" sono capolavori assoluti. Nelle tele fondeva lessico naturalistico, sintassi manierista e messaggio di fede

Vittorio Sgarbi - Dom, 28/06/2015 - 13:32

Basta dire che il suo è il più bel Davide della intera storia della pittura (e anche della scultura)?

Parlo del David e Golia di Tanzio da Varallo conservato nella Pinacoteca della città di cui il pittore porta in giro il nome. È un ragazzo biondo con i capelli ricci, la pelliccia sulle spalle, il carniere da cacciatore e una sciabola affilata a Brescia, che, con il braccio teso e muscoloso, mostra la testa mozza, e già puzzolente, di Golia.
I lombardi conosceranno meglio di me il Sacro Monte di Varallo (ne ho visto uno solo, vicino ad Orta, di questi "sacro monte")

tanzio-da-varallo-04-gesu-al-tribunale-di-pilato.jpg


anzio era quasi coetaneo di Caravaggio, che a venticinque anni andò a cercare a Roma, con escursioni in Abruzzo e a Napoli. Scomparso Caravaggio e attenuandosi il suo fuoco che era però ancora vivissimo (il più giovane nordico Giovanni Serodine), Tanzio ritorna a casa e inizia a lavorare intensamente, a fianco del fratello Giovanni, agli affreschi delle nuove cappelle del Sacro Monte.

Sacro_Monte_di_Varallo.jpg
Tanzio_Carlo_Borromeo_Domodossola.jpg


Quest'ultimo dipinto (Borromeo comunica gli appestati, 1616 (più sotto datato 1619), Domodossola) mi ricorda in modo straordinario El Greco

La gloria raggiunta è attraversata nel 1630 dal flagello terribile della peste (la stessa narrata dal Manzoni). E Tanzio ne dà conto nel Sennacherib di Novara, corpi lividi come in un lazzaretto sotto un cielo nuvoloso, fosco, ammorbato. Il dipinto esprime una potenza michelangiolesca e Testori lo definisce capolavoro supremo, certo uno tra i più alti raggiungimenti del secolo intero
e sul Borromeo appunto

La sintesi delle esperienze romane è nitida nella pala di Domodossola con San Carlo che comunica gli appestati del 1619: lessico naturalista, sintassi manierista. Tanzio ha fatto la resistenza a Caravaggio in difesa di un'incontaminata bellezza ideale. Non vuole essere un pittore della realtà. Semmai della verità rivelata. Giovanni Testori suggerisce: «La carne-carne del Caravaggio, il suo sangue-sangue, da una parte; i sudori sacri e nefasti, le ambiguità tra grazia e peccato, i lividi deliri dall'altra». Se Caravaggio è agnostico fino al rischio dell'ateismo, Tanzio è profondamente religioso, organico all'impresa pastorale di San Carlo, fiducioso nella devozione pedagogica del Sacro Monte, carico di fede in Dio, senza mai cedere a dichiarazioni e atteggiamenti devozionali, con artifici retorici. Il pittore della verità si confronta con la passione di Cristo, « verbum caro factum est ».

Beh, certamente una grossa personalità.
 

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