Monte Paschi SI (BMPS) banca MPS: ecco perchè continua a scendere

Hanche jp morgan ha gli stessi nostri dubbi. Tanto che stanno studiando un piano B con l'ingresso di un socio che sottoscriva una buona quota del capitale prevedibilmente inoptato e che rassicuri i piccoli sulla tenuta della nave.
In sostanza il piano Passera.
Il problema secondo me e' che il socio per entrare vuole gli npl al 20% (vedi Apollo e offerta segreta jp Morgan).
Mi sa che i giochi non sono ancora fatti.
Ci saranno un sacco di sorprese durante il cammino: speriamo in bene!
 
Il fatto che non abbia bisogno di nuovi arc non significa che il prezzo della azione dovra' matematicamente salire.
Salira' se la banca fara' utili. Ma se sara' di nuovo tutto un rincorrere a mettere nuovi accantonamenti dubito che cio' accadra'.
Finalmente ho compreso e i tuoi dubbi sono più che leciti.
Adesso la banca quota 670 milioni di euro; tenuto conto che ci sarà un adc di 5 miliardi, il mercato prezza la banca adesso 5,670 miliardi di euro.
Post adc la banca varrà 6,8 mld di euro (calcoli di Salcatal), cioè 2,32 euro per azione.

Però, con un adc di 5 miliardi, il costo delle azioni sarà = prezzo attuale + 1,71 euro.

Ergo, ci sono solo due possibilità:

1) dopo l'adc il titolo si deprezzerà e quindi converrà comprare il titolo solo in un momento successivo all'adc;
2) l'adc non sarà di 5 miliardi, ma di 3 miliardi (così dice Salcatal), affinché chi aderisce possa ragionevolmente fare un affare.

In effetti, chi aderisse a un adc di 5 miliardi potrebbe sperare in un gain del 26%, un po' poco; chi aderisse a un adc di 3 miliardi, potrebbe attendersi un gain del 100%.

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AUMENTO DI CAPITALE MPS IN SALITA, E COMUNQUE SI FARA’ DOPO IL REFERENDUM - GIA’ SI PARLA DI “PIANO B” DA PARTE DI JP MORGAN E MEDIOBANCA - UNA COSA E’ SICURA: LE DUE BANCHE GUADAGNERANNO 600 MILIONI IN OGNI CASO, SIA CHE VADA BENE SIA CHE VADA MALE
aumento di capitale mps in salita. si fara’ dopo il referendum - a jp morgan 600 milioni

MPS, ALLE BANCHE TORTA DA 600 MILIONI
Giovanni Pons per 'la Repubblica'

mps

«Follow the money», si diceva nel film dedicato allo scandalo Watergate, poiché seguendo il volume e i percorsi del denaro si capiscono molte cose.


E con un certo stupore si può dire che questa regola può essere applicata per capire meglio cosa sta ruotando intorno alla ristrutturazione del Monte dei Paschi, un' operazione che il sistema Italia non si può permettere di sbagliare, pena un effetto trascinamento sull' intero sistema bancario.

I fatti sono i seguenti: il cda del Monte di fine luglio ha sposato il piano proposto dalla banca d' affari americana JP Morgan, il cui capo mondiale Jamie Dimon è stato portato al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi da Claudio Costamagna, il presidente della Cdp che ha esperienza bancaria e importanti contatti internazionali grazie agli anni trascorsi al vertice della Goldman Sachs.

Ai piani alti europei di JP Morgan siede anche Vittorio Grilli, brillante ex direttore generale del Tesoro e poi ministro del governo Monti. JP Morgan si è detta disposta a creare un consorzio per garantire un aumento di capitale tutto in contanti da 5 miliardi per il Monte e a mettere a disposizione un prestito ponte (bridge financing) da 6 miliardi per finanziare il veicolo societario in cui verranno fatti confluire fino a 10 miliardi di sofferenze nette della banca senese.

VITTORIO GRILLI jpeg

Al fianco di JP Morgan si sono poi schierate diverse altre banche, di cui l' unica italiana è Mediobanca, come Credit Suisse, Deutsche Bank, Bofa Merrill Lynch e Santander, tutte quante accorse al capezzale del Monte nonostante l' esito negativo degli ultimi stress test.


Ebbene è ovvio che le banche, soprattutto quelle d' affari, guadagnano con le commissioni, ma finora non era emersa la consistenza di queste commissioni che graveranno sulle casse del Monte. E si tratta di una cifra record per il mercato italiano. Si parla infatti di quasi 600 milioni di euro calcolando una "fee" del 4,75% per i 5 miliardi di aumento di capitale e del 6% all' anno per il prestito ponte (bridge financing) da 6 miliardi.


Ciò significa che se il prestito andrà avanti per due o tre anni vi saranno atri 350 o anche 700 milioni in più da dover pagare. Sono cifre in grado di azzoppare la fragile redditività del Monte che oggi arriva a circa 500 milioni l' anno e che non sarà facile far progredire visto l' attuale livello dei tassi di interesse. Inoltre, tra i banchieri circola la voce che vi sia anche una commissione fissa (retainer) che spetterà alle banche anche se non riusciranno a concludere l' operazione.

In pratica, se il referendum costituzionale non fosse favorevole a Renzi, o se non ci fossero sufficienti adesioni nella fase di marketing, allora il consorzio potrebbe non diventare esecutivo, l' aumento saltare ma il Monte dovrà pagare lo stesso diverse decine di milioni di commissioni.


Domanda: c' erano alternative alla proposta JP Morgan sul tavolo del cda del Monte? In realtà una ci stava arrivando, ed era stata sollecitata dallo stesso presidente Massimo Tononi, ed era quella preparata da Corrado Passera con il supporto di Ubs. Ma all' ultimo momento il cda non l' ha voluta esaminare.
Come mai?
Non è dato saperlo, il sospetto è che la JP Morgan non volesse al tavolo concorrenti che avrebbero messo in discussione le laute commissioni che, almeno per quanto riguarda il bridge financing, appaiono fuori mercato di almeno un 2%. E il cda ha preferito proseguire solo con la banca americana accollandosi un costo enorme ed esponendosi al rischio di un aumento monstre tutto sul mercato.

MASSIMO TONONI








ADVISOR AL LAVORO SULLE SOFFERENZE MPS, VOLA ANCORA UNICREDIT

R. Ef. per ''Il Messaggero''

Mps resta sorvegliata speciale, in attesa del piano strategico che a fine settembre alzerà il velo sulle prossime mosse dell' istituto.



Anche in questi giorni di vacanza gli advisor Jp Morgan e Mediobanca lavorano a testa bassa per mettere a punto le varie mosse del risanamento, a partire dalla stima - con una due diligence approfondita - del portafoglio dei crediti in sofferenza. In parallelo sono stati già avviati dei primi contatti con i possibili investitori sull' aumento di capitale da 5 miliardi.

Non si tratterebbe però già di una fase di pre-marketing, per la quale ci vorranno ancora settimane. L' aumento del resto non è stato ufficialmente ancora fissato. L' attesa comunque è che prenda il via nella seconda metà di novembre per chiudersi nei primi giorni di dicembre.

Il pre-marketing invece partirà solo nelle settimane successive alla presentazione del business plan. E comunque all' aumento si dovrà arrivare a valle della cartolarizzazione. La nascita del veicolo per la cessione dei 9,2 miliardi di Npl è invece attesa già a inizio settembre, come anticipato da Mf e confermato da fonti finanziarie.

nagel e moglie



A seguire verrà messo a punto il finanziamento ponte da 6 miliardi, che dovrebbe venir erogato per buona parte da Jp Morgan, per l' acquisizione delle senior notes.

La banca americana è anche advisor con Mediobanca della cartolarizzazione, con Piazzetta Cuccia in campo poi come global coordinator dell' aumento.



Secondo ricostruzioni di stampa, che non hanno trovato riscontri, gli advisor di Mps sarebbero alla ricerca di pochi selezionati cavalieri bianchi - grandi investitori -, pronti a garantire fette importanti di un aumento che si vorrebbe in salita, rispolverando in pratica il piano Passera.

Da diverse fonti finanziarie emerge però che banca e advisor non sarebbero al lavoro su un piano B. La Borsa resta però alla finestra e anche in giorni come questi, con il comparto bancario che rifiata, il titolo Mps guadagna l' 1,05% portandosi a 0,24 euro, lontano dai valori già depressi con i quali è arrivata agli stress test.
Chi invece sembra beneficiare di una fiducia tutta nuova del mercato è Unicredit, cresciuta dell' 8,04% a 2,26 euro, dopo il balzo già ieri, tornando per la prima volta sopra i livelli degli esami europei del 29 luglio, con la Borsa che è galvanizzata dalla possibile accelerazione nelle cessioni.

Il nuovo ceo Jean Pierre Mustier ha rinviato al quarto trimestre per la presentazione del nuovo piano, ma il pressing polacco su una possibile acquisizione della controllata Bank Pekao da parte della compagnia assicurativa a controllo pubblico Pzu ha messo le ali al titolo.

jean pierre mustier

Indiscrezioni di stampa hanno ravvivato poi l' attesa su Pioneer per la quale oltre all' Ipo si ipotizza anche una cessione, puntando tra gli altri sui francesi di Amundi. «Non abbiamo alcun commento da fare» rispondono interpellati dall' Ansa. Il Ceo di Pzu Michal Krupinski ha chiaramente indicato una volontà della compagnia di investire con decisione nel comparto bancario, pur senza fare commenti su Pekao.
 
Finalmente ho compreso e i tuoi dubbi sono più che leciti.
Adesso la banca quota 670 milioni di euro; tenuto conto che ci sarà un adc di 5 miliardi, il mercato prezza la banca adesso 5,670 miliardi di euro.
Post adc la banca varrà 6,8 mld di euro (calcoli di Salcatal), cioè 2,32 euro per azione.

Però, con un adc di 5 miliardi, il costo delle azioni sarà = prezzo attuale + 1,71 euro.

Ergo, ci sono solo due possibilità:

1) dopo l'adc il titolo si deprezzerà e quindi converrà comprare il titolo solo in un momento successivo all'adc;
2) l'adc non sarà di 5 miliardi, ma di 3 miliardi (così dice Salcatal), affinché chi aderisce possa ragionevolmente fare un affare.

In effetti, chi aderisse a un adc di 5 miliardi potrebbe sperare in un gain del 26%, un po' poco; chi aderisse a un adc di 3 miliardi, potrebbe attendersi un gain del 100%.

Vedi l'allegato 391217

La Costantini dice che lo faranno di 5 poi se raccoglieranno almeno 3 mld andranno avanti comunque.
Io ho sempre piu' dubbi.
La mossa del mef che vuole pesare in cda deve avere un significato.
Qualcosa mi dice che non e' un atto di fiducia nei confronti di Viola.
Forse deve diventare un capro espiatorio per.accreditare la tesi della banca nuova?
 
AUMENTO DI CAPITALE MPS IN SALITA, E COMUNQUE SI FARA’ DOPO IL REFERENDUM - GIA’ SI PARLA DI “PIANO B” DA PARTE DI JP MORGAN E MEDIOBANCA - UNA COSA E’ SICURA: LE DUE BANCHE GUADAGNERANNO 600 MILIONI IN OGNI CASO, SIA CHE VADA BENE SIA CHE VADA MALE
aumento di capitale mps in salita. si fara’ dopo il referendum - a jp morgan 600 milioni

MPS, ALLE BANCHE TORTA DA 600 MILIONI
Giovanni Pons per 'la Repubblica'

mps

«Follow the money», si diceva nel film dedicato allo scandalo Watergate, poiché seguendo il volume e i percorsi del denaro si capiscono molte cose.


E con un certo stupore si può dire che questa regola può essere applicata per capire meglio cosa sta ruotando intorno alla ristrutturazione del Monte dei Paschi, un' operazione che il sistema Italia non si può permettere di sbagliare, pena un effetto trascinamento sull' intero sistema bancario.

I fatti sono i seguenti: il cda del Monte di fine luglio ha sposato il piano proposto dalla banca d' affari americana JP Morgan, il cui capo mondiale Jamie Dimon è stato portato al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi da Claudio Costamagna, il presidente della Cdp che ha esperienza bancaria e importanti contatti internazionali grazie agli anni trascorsi al vertice della Goldman Sachs.

Ai piani alti europei di JP Morgan siede anche Vittorio Grilli, brillante ex direttore generale del Tesoro e poi ministro del governo Monti. JP Morgan si è detta disposta a creare un consorzio per garantire un aumento di capitale tutto in contanti da 5 miliardi per il Monte e a mettere a disposizione un prestito ponte (bridge financing) da 6 miliardi per finanziare il veicolo societario in cui verranno fatti confluire fino a 10 miliardi di sofferenze nette della banca senese.

VITTORIO GRILLI jpeg

Al fianco di JP Morgan si sono poi schierate diverse altre banche, di cui l' unica italiana è Mediobanca, come Credit Suisse, Deutsche Bank, Bofa Merrill Lynch e Santander, tutte quante accorse al capezzale del Monte nonostante l' esito negativo degli ultimi stress test.


Ebbene è ovvio che le banche, soprattutto quelle d' affari, guadagnano con le commissioni, ma finora non era emersa la consistenza di queste commissioni che graveranno sulle casse del Monte. E si tratta di una cifra record per il mercato italiano. Si parla infatti di quasi 600 milioni di euro calcolando una "fee" del 4,75% per i 5 miliardi di aumento di capitale e del 6% all' anno per il prestito ponte (bridge financing) da 6 miliardi.


Ciò significa che se il prestito andrà avanti per due o tre anni vi saranno atri 350 o anche 700 milioni in più da dover pagare. Sono cifre in grado di azzoppare la fragile redditività del Monte che oggi arriva a circa 500 milioni l' anno e che non sarà facile far progredire visto l' attuale livello dei tassi di interesse. Inoltre, tra i banchieri circola la voce che vi sia anche una commissione fissa (retainer) che spetterà alle banche anche se non riusciranno a concludere l' operazione.

In pratica, se il referendum costituzionale non fosse favorevole a Renzi, o se non ci fossero sufficienti adesioni nella fase di marketing, allora il consorzio potrebbe non diventare esecutivo, l' aumento saltare ma il Monte dovrà pagare lo stesso diverse decine di milioni di commissioni.


Domanda: c' erano alternative alla proposta JP Morgan sul tavolo del cda del Monte? In realtà una ci stava arrivando, ed era stata sollecitata dallo stesso presidente Massimo Tononi, ed era quella preparata da Corrado Passera con il supporto di Ubs. Ma all' ultimo momento il cda non l' ha voluta esaminare.
Come mai?
Non è dato saperlo, il sospetto è che la JP Morgan non volesse al tavolo concorrenti che avrebbero messo in discussione le laute commissioni che, almeno per quanto riguarda il bridge financing, appaiono fuori mercato di almeno un 2%. E il cda ha preferito proseguire solo con la banca americana accollandosi un costo enorme ed esponendosi al rischio di un aumento monstre tutto sul mercato.

MASSIMO TONONI








ADVISOR AL LAVORO SULLE SOFFERENZE MPS, VOLA ANCORA UNICREDIT

R. Ef. per ''Il Messaggero''

Mps resta sorvegliata speciale, in attesa del piano strategico che a fine settembre alzerà il velo sulle prossime mosse dell' istituto.



Anche in questi giorni di vacanza gli advisor Jp Morgan e Mediobanca lavorano a testa bassa per mettere a punto le varie mosse del risanamento, a partire dalla stima - con una due diligence approfondita - del portafoglio dei crediti in sofferenza. In parallelo sono stati già avviati dei primi contatti con i possibili investitori sull' aumento di capitale da 5 miliardi.

Non si tratterebbe però già di una fase di pre-marketing, per la quale ci vorranno ancora settimane. L' aumento del resto non è stato ufficialmente ancora fissato. L' attesa comunque è che prenda il via nella seconda metà di novembre per chiudersi nei primi giorni di dicembre.

Il pre-marketing invece partirà solo nelle settimane successive alla presentazione del business plan. E comunque all' aumento si dovrà arrivare a valle della cartolarizzazione. La nascita del veicolo per la cessione dei 9,2 miliardi di Npl è invece attesa già a inizio settembre, come anticipato da Mf e confermato da fonti finanziarie.

nagel e moglie



A seguire verrà messo a punto il finanziamento ponte da 6 miliardi, che dovrebbe venir erogato per buona parte da Jp Morgan, per l' acquisizione delle senior notes.

La banca americana è anche advisor con Mediobanca della cartolarizzazione, con Piazzetta Cuccia in campo poi come global coordinator dell' aumento.



Secondo ricostruzioni di stampa, che non hanno trovato riscontri, gli advisor di Mps sarebbero alla ricerca di pochi selezionati cavalieri bianchi - grandi investitori -, pronti a garantire fette importanti di un aumento che si vorrebbe in salita, rispolverando in pratica il piano Passera.

Da diverse fonti finanziarie emerge però che banca e advisor non sarebbero al lavoro su un piano B. La Borsa resta però alla finestra e anche in giorni come questi, con il comparto bancario che rifiata, il titolo Mps guadagna l' 1,05% portandosi a 0,24 euro, lontano dai valori già depressi con i quali è arrivata agli stress test.
Chi invece sembra beneficiare di una fiducia tutta nuova del mercato è Unicredit, cresciuta dell' 8,04% a 2,26 euro, dopo il balzo già ieri, tornando per la prima volta sopra i livelli degli esami europei del 29 luglio, con la Borsa che è galvanizzata dalla possibile accelerazione nelle cessioni.

Il nuovo ceo Jean Pierre Mustier ha rinviato al quarto trimestre per la presentazione del nuovo piano, ma il pressing polacco su una possibile acquisizione della controllata Bank Pekao da parte della compagnia assicurativa a controllo pubblico Pzu ha messo le ali al titolo.

jean pierre mustier

Indiscrezioni di stampa hanno ravvivato poi l' attesa su Pioneer per la quale oltre all' Ipo si ipotizza anche una cessione, puntando tra gli altri sui francesi di Amundi. «Non abbiamo alcun commento da fare» rispondono interpellati dall' Ansa. Il Ceo di Pzu Michal Krupinski ha chiaramente indicato una volontà della compagnia di investire con decisione nel comparto bancario, pur senza fare commenti su Pekao.
PASCHI, FIASCHI E FALASCHI - PAOLO EMILIO FALASCHI, PICCOLO AZIONISTA DI MPS, INGUAIA I VERTICI PASSATI E ATTUALI CON UN ESPOSTO ALLA PROCURA (CHE FA ISCRIVERE VIOLA E PROFUMO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI) E DUE LETTERE ALLA BCE CHE SEGNALANO 24 MILIARDI DI SOFFERENZE NON COPERTE DALL’AUMENTO DI CAPITALE
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Ho manifestato anche alla Costantini i miei dubbi.
Ecco cosa mi ha risposto.

" grazie della stima ma è del tutto immeritata, anzi magari ci capissi. Cmq sulle tue considerazioni è vero che il texas è superiore a 10 ma considerando da dove arrivava... Sul rapporto tra capitalizzazione e patrimonio anche rispetto ad Intesa, è vero se si arriva a 5 miliardi di adc non se si arriva a 3 miliardi, cifra che consentirebbe lo smaltimento di tutte le sofferenze e cmq anche se si arrivasse a 5 miliardi, rispetto ad intesa il rapporto sarebbe si uguale, ma non avresti sofferenze e avresti una copertura di inadempienze ed incagli al 40%. Questo significa che il patrimonio di Intes lo consideri pulito se le sofferenze di intesa 39 miliardi fossero tutte coperte a valori reali di recupero e sappiamo che in realtà non è così )quante sofferze dei 39 miliardi sono junk?). Infine, sulla storia, potrebbe essere un fattore positivo, nel senso che avendo avuto quel passato, in questo momento mps dovrebbe essere quellacontrollata e quella che sbaglia meno, si spera....

Per la riuscitadel piano, come hai giustamente osservato, è essenziale che nuovi investitori siano interessati. Secondo me è fondamentale che vi sia qualuno che entri, pesantemente, prima dell\'assemblea.
 
Non so perche' ma vedo la Costantini come una voce che meglio spiega le intenzioni del board di mps. .
Il messaggio chiarisce, se ce ne era bisogno, che l'elevazione delle coperture serve a rendere appetibile la banca a nuovi investitori (a danno dei vecchi azionisti).
Il dubbio che mi rimane e che non so se sia meglio una banca con minori crediti deteriorati e coperture meno estese o una con maggiori npl e coperture piu' elevate.
Sarebbe interessante se qualcuno con pari competenza potesse intervenire per dire la sua in proposito.
Speriamo che ci azzecchi nella previsione della imminente comparsa di un nuovo azionista di riferimento.
 
Non so perche' ma vedo la Costantini come una voce che meglio spiega le intenzioni del board di mps. .
Il messaggio chiarisce, se ce ne era bisogno, che l'elevazione delle coperture serve a rendere appetibile la banca a nuovi investitori (a danno dei vecchi azionisti).
Il dubbio che mi rimane e che non so se sia meglio una banca con minori crediti deteriorati e coperture meno estese o una con maggiori npl e coperture piu' elevate.
Sarebbe interessante se qualcuno con pari competenza potesse intervenire per dire la sua in proposito.
Speriamo che ci azzecchi nella previsione della imminente comparsa di un nuovo azionista di riferimento.
Il Texas ratio adesso è del 260%, passerebbe al 125%.
E' ovvio che l'aumento delle coperture serve a rendere appetibile la banca: però a noi costa 2,2 mld. di euro di adc :mad:.
Senza l'aumento delle coperture l'adc sarebbe 'solo' di 2,8 mld.

I cattivi - cioè i noisefromamerikani :D - pensano invece che l'aumento delle coperture siano una sorta di recesso attivo, di pentimento operoso: si aumentano le coperture sugli incagli perché si sa che quegli incagli sono in realtà sofferenze nascoste.
Questa teoria presuppone però un bilancio, quello attuale, falso.
 
Mps, ipotesi conversione volontaria dei bond

Si comincia a ragionare: meno male!
Nel caso in ipotesi:

1) l'adc sarebbe solo di 2 miliardi;
2) si presume che dopo l'adc i corsi azionari risalgano (altrimenti a che pro convertire 'volontariamente' i bond?).

Credo che nulla di definitivo sia stato ancora scritto: il percorso sarà irto di pericoli e pieno di sorprese.
 
... pensare che si fanno pagare per scrivere le più grandi minkiate di tutti i tempi.
Mentre qui c'è uno scrittore di strada che LEVATI.


Un vero para-guru goliardico.:rotfl:


.

io adoro la borsa 1.png


io adoro la borsa 2.png


asino.png
 

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