Banca Popolare Milano (PMI) Banca Popolare Milano

segnalo


Fitch declassa otto banche italiane tra cui BPM


Fitch ha declassato otto banche italiane di medie dimensioni. Si tratta di Banca Popolare dell'Emilia Romagna (IT0000066123), Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Banca Popolare di Milano (IT0000064482), Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Vicenza, Credito Emiliano, Credito Valtellinese e Veneto Banca. L'agenzia spiega in una nota che l'Italia è probabilmente già in recessione. Fitch osserva che le banche italiane devono affrontare delle sfide strutturali in un difficile contesto operativo, in cui la redditività si sta riducendo a causa dei più bassi interessi e dei più elevati costi di finanziamento. Fitch si attende inoltre che le svalutazioni su crediti resteranno alte.

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nchiesta Bpm, indagati Corallo e l'on.Laboccetta


Sottrazione di prova durante la perquisizione Gdf

BPM Inchiesta bomba, nel mirino Ponzellini


L'accusa al deputato Pdl è di favoreggiamento: tre versione distinte e contrastanti furono date quel giorno ai finanzieri per giustificare l'uscita di un computer dalla sede di Bplus Atlantis irregolarmente finanziata da Bpm con 148 milioni di euro


Inchiesta Bpm, indagati Laboccetta e Corallo - Quotidiano Net

Roma, 21 novembre 2011 - E' indagato per favoreggiamento il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta (noto lobbista del settore giochi d'azzardo) che aveva portato via un computer durante la perquisizione in piazza di Spagna a Roma negli uffici di Francesco Corallo nell'ambito dell'inchiesta milanese sull'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, accusato di associazione a delinquere e ostacolo all'autorità di vigilanza. Francesco Corallo titolare di Bplus Atlantis (irregolarmente finanziata - secondo i magistrati milanesi - per un totale di 148 milioni di euro) risulta invece indagato per false attestazioni di generalità e di qualifica perché aveva sostenuto di essere ambasciatore presso la Fao della Repubblica di Dominica. Il troncone di inchiesta relativo a Laboccetta e Corallo sarà dunque trasferito per ragioni di competenza a Roma.

TROPPE VERSIONI - Sul computer portato via dall'onorevole del Pdl Amedeo Labocetta durante la perquisizione negli uffici di Francesco Corallo a Roma nell'ambito dell'inchiesta su Bpm i diretti interessati hanno fornito tre diverse versioni che risultano dalla relazione di polizia giudiziaria arrivata ai pm di Milano. Stando a una prima versione fornita da Corallo il computer era di proprietà di una sua impiegata. Successivamente la donna di origini sudamericane con la disponibilità del pc diventava assistente di Laboccetta. In una terza ricostruzione il computer era del deputato Pdl che lo portava via dicendo: "E' mio, lo avevo lasciato dopo essere stato a cena qui a cena poche sere fa". Versioni non convincenti. Anzi, stupefacenti. Con l'aggravante che Laboccetta, parlamentare della Repubblica e noto lobbista del settore giochi d'azzardo, è stato fino al 2008 procuratore in Italia di Atlantis (poi diventata Bplus), importante società domiciliata off-shore nel paradiso fiscale dei Caraibi.
Banca Popolare di Milano, Hot News
Ristrutturazione bond Convertendo Bpm 2009/2013: class action consumatori

Obbligazionisti convocati per domani, rischiano fino al 90% del loro investimento


Ristrutturazione bond Convertendo Bpm 2009/2013: class action consumatori - Notizie Investireoggi.it
 
B.P.Milano: Masi (Uilca), per rinnovamento rinunciato a prezioso contributo Chiesa Dowjones
(END) Dow Jones Newswires
sicuri che si chiami MNasi e non SADO.masi
 
Bpm, gli ad di Sisal
e Capgemini indagati per corruzione


Bpm, gli ad di Sisal<br>e Capgemini indagati per corruzione - Milano Finanza Interactive Edition



La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di corruzione privata gli ad di Sisal e Capgemini, rispettivamente Emilio Petrone e Maurizio Mondani, nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti sospetti che sarebbero stati disposti dalla B.P. Milano nel corso della presidenza di Massimo Ponzellini, già agli arresti domiciliari assieme al suo collaboratore Antonio Cannalire per l'ipotesi di reato di associazione a delinquere e corruzione privata.
Lo si apprende da una fonte a conoscenza della vicenda.



Secondo gli inquirenti i due manager avrebbero promesso o versato a vario titolo 1,3 mln di euro proprio a Ponzellini. La Gdf di Milano sta effettuando diverse perquisizioni a Roma e nel capoluogo lombardo. In particolare l'attività dei militari ha coinvolto gli uffici della Sisal e di Capgemini e le abitazioni dei rispettivi amministratori delegati.
La Gdf aveva diffuso un comunicato in cui si parlava di attività dei militari in due società senza precisare i nomi. La nota poi proseguiva spiegando che i soggetti "avrebbero corrisposto e/o promesso, complessivamente, circa 1,3 milioni di euro per favorire le proprie società nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito da parte di B.P.Milano e nell'affidamento di incarichi di consulenza".
Sono inoltre in corso ulteriori perquisizioni nei confronti di un soggetto sospettato di aver avuto un ruolo di intermediazione illecita tra l'istituto di credito e soggetti economici interessati ad ottenere credito dalla banca, nonche' presso la sede di un Consorzio che avrebbe ricevuto un anomalo finanziamento per la costruzione di un complesso edilizio residenziale del valore di 170 milioni di euro nella periferia di Roma.
L'attività investigativa, svolta su delega dei sostituti procuratori della Repubblica di Milano, Roberto Pellicano e Mauro Clerici, ha già condotto all'esecuzione nei mesi scorsi della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Ponzellini e del suo stretto collaboratore Antonio Cannalire.
Le perquisizioni di oggi rientrano nelle indagini della Procura rivolte proprio ad accertare presunti fatti illeciti commessi nella gestione del credito da parte degli ex vertici di B.P.Milano. Secondo l'ipotesi accusatoria, in particolare, sarebbero stati erogati ingentissimi finanziamenti, indebitamente concessi anche grazie alla falsificazione dei procedimenti valutativi degli organi della banca, in favore di diverse società, i cui amministratori avrebbero corrisposto o promesso somme di denaro, quantificabili in circa 5,7 milioni di euro, al fine di ricevere favori nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito bancario.
Ponzellini avrebbe pure ricevuto promesse o versamenti da Sisal, per 860.000 euro, Capgemini, Energreed e Prc (Almaviva).
 
BPM è la nuova banca della LEGA... OKKIO!

BPM è la nuova banca della LEGA... OKKIO!


LEGGETE QUESTI STRALCI TRATTI DA UN ARTICOLO DEL CORRIERE


Nel biennio horribilis 2009-2010 mentre la maggior parte delle aziende in attesa di credito tira la cinghia, alla Banca Popolare di Milano presieduta da Massimo Ponzellini si respira un'aria di festosa abbondanza.

Nel luglio scorso, a ridosso del bilancio semestrale che mostra un crollo del 43,4% dell'utile netto a 70,2 milioni, ai top manager della banca cooperativa vengono riconosciuti bonus per 2,550 milioni di euro.


Direttore e condirettore generale, Fiorenzo Dalu e Enzo Chiesa, incassano rispettivamente 350 e 300 mila euro (costo per la banca 850 mila, come riportato nella delibera del consiglio che dà conto anche del voto contrario dei consiglieri Franco Debenedetti e Roberto Fusilli).

AUTO AZIENDALE: affidando a Dalu «il mandato per la determinazione dei criteri dettagliati di assegnazione».
E arriva la PORSCHE CAYENNE!

A piazza Meda (sede BPM) arrivano i primi SUV Porsche Cayenne, tipica auto aziendale, si scopre che il piano auto sta esponendo la banca a spese esorbitanti, pare 650 mila euro all'anno per dieci anni.
A quel punto il piano viene sospeso in fretta e furia.

Tutto a posto?

No, protestano i dirigenti che hanno già venduto l'auto personale per prendere quella aziendale e protestano i fornitori che minacciano una penale da 1 milione.

PONZELLINI SI DICE ESSERE banchiere nell'orbita della Lega Nord e anzi era stato lo stesso leader del Carroccio Umberto Bossi a dichiarare : «Ponzellini? L'abbiamo messo noi in Bpm».


PASSIAMO ORA AL SEGRETO DELLE PROMOZIONI
A gennaio, per la prima volta nella storia della Bpm, vengono secretate le promozioni dei dipendenti, spostamenti e avanzamenti di grado che la banca vara ogni anno e in trasparenza rende noti all'interno.
Ponzellini motiva la scelta con un «profilo di meritocrazia di esclusiva pertinenza dei singoli interessati». Un'espressione che resta incomprensibile ai più fino a che, molti mesi dopo, si scopre che tra i destinatari delle promozioni ci sono i quattro (ex) capi delle quattro (grandi) sigle sindacali che hanno appoggiato l'elezione di Ponzellini.

Circola in banca un documento con le 60 maggiori retribuzioni, in buona posizione si piazzano Gianfranco Modica (Fisac-Cgil), Franco Zaffra (Uilca-Uil), Roberto Gazzola (Fiba-Cisl), Mauro Scarin (Fabi).


Ognuno di loro avrebbe avuto un aumento di 40 mila euro circa e relativo scatto di grado per i meriti assunti sul campo come bancari, compreso Scarin che è segretario aggiunto della Fabi nazionale, impegno che lo chiama a Roma e lo allontana inevitabilmente dallo sportello. Zaffra viene messo fuori dalla Uilca, nessuno dei quattro lascia la banca.

E PASSIAMO ALLE ASSUNZIONI
C'è poi la vicenda della gestione delle selezioni per le assunzioni dei figli dei dipendenti in uscita. Un gruppo di genitori si è rivolto alla magistratura dopo aver riscontrato «gravi irregolarità» nelle testature in seguito alle quali sarebbero stati assunti figli di dirigenti e sindacalisti (addirittura anche una moglie) mentre sarebbero stati scartati giovani laureati in economia figli di semplici impiegati. La prima udienza è fissata per il 18 novembre.
In questo clima Ponzellini si appresta a chiedere al consiglio il patteggiamento per 220 milioni circa con il fisco sulle presunte evasioni fiscali nelle triangolazioni con l'estero.







che dire.....
è arrivata la corruzione in banca


come sempre quando la Lega si appropria di una banca
DOPO QUALCHE TEMPO FALLISCE
E SI CAPISCE PURE IL MOTIVO!
In questo caso hanno arrestato Ponzellini
http://www.investireoggi.it/forum/impregilo-arrestato-ponzellini-vt71178.html
Economia


Finanza tricolore/ Quando Ponzellini benedisse Bonomi. Bpm nella rete del potere


Martedì, 20 novembre 2012 - 09:42:00
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Di Sergio Luciano




Un po' "tranchant" come spesso è, Milena Gabanelli, con il suo "Report" di domenica scorsa ha sferrato una stangata da tramortire un bisonte sul groppone di Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca popolare di Milano, attualmente agli arresti domiciliari per una serie di accuse che vanno dalla violazione della legge bancaria in poi. Avrebbe, in sostanza, approfittato del potere che aveva in banca per farsi compensare privatamente, in denaro, atti gestionali che avrebbero dovuto essere compiuti invece in assoluta indipendenza, ed avrebbe finanziato anche - in questo modo e a tutta birra - amici e parenti, oltre a e se stesso. Stabilirà la magistratura, a valle di un'inchiesta che ancora non si è chiusa e del successivo processo, se e quale sia la consistenza della responsabilità di Ponzellini, che peraltro è ormai fuori dai giochi del potere con la "p" maiuscola e destinato a restarvi chissà ancora per quanto.
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+Ma la coda della trasmissione è stata piuttosto velenosa anche per Andrea Bonomi , l'attuale presidente del consiglio di gestione della Bpm, entrato nel capitale con un investimento importante e il gradimento della Banca d'Italia. Già, perchè Report ha rivelato due particolari non esteticamente perfetti per il brillante finanziere "patron" di Investindustrial. Innanzitutto, che la sua nomina è stata officiata - lo si sapeva, ma adesso è materia di pubblico dominio e anche di paradossale contraddizione "politico-relazionale" - dallo stesso Ponzellini, in rapporto non solo e non tanto con la Banca d'Italia quanto con l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (che in teoria con le nomine in un'altra banca non dovrebbe entrare nulla) che era fieramente avverso alla proposta alternativa di investimento nella Bpm avanzata dal suo ex-capo, oggi odiato quanto ai tempi adulato, Matteo Arpe: insomma, giochi di potere e sottopotere che non hanno nulla a che vedere con la governance corretta di una grande banca e non illustrano chi li fa.

Ma c'è di più: la Gabanelli ha detto che, tre mesi dopo essersi insediato ai vertici della Bpm, il Bonomi-banchiere ha finanziato una società del Bonomi-finanziere con 40 milioni di euro, limitandosi ad astenersi dalle delibere al riguardo per dichiarato conflitto d'interessi: formalità, quest'ultima, spesso esibita da personaggi vari in situazione analoghe, che nulla toglie all'inquinamento decisionale derivante, in un sistema complesso come una banca, dalla situazione in sé. Pare che Report sia stato un po' sommario nel descrivere la simpatica circostanza, perchè non di un finanziamento ex-novo si sarebbe trattato ma di un rinnovo di un contratto di affidamento risalente al 2010, quando Bonomi non era ancora nulla in Bpm.

Ciò non toglie che ragioni di evidente opportunità avrebbero potuto e dovuto suggerire al finanziere - tanto più visto l'abito di risanatore e moralizzatore che ha voluto assumere in quell'istituto - di chiudere la posizione e farsi rifinanziare da qualcun'altra delle circa 700 banche italiane. Oppure non ne ha trovata nessuna disposta? Improbabile oltre che, se fosse, disdicevole... Anche perchè, si sa, "cane non mangia cane" ed è difficile che il presidente di una banca si veda negare un fido dal presidente di un'altra banca... Per di più, Investindustrial, la società-chiave del sistema-Bonomi, ha buoni numeri e non dovrebbe incontrare difficoltà a finanziarsi sul mercato. Diciamo che la prossima volta Bonomi starà certamente più attento... E che forse è il caso di distinguere sempre tra i nuovi protagonisti della finanza italiana - benemeriti non foss'altro che per averne ridotto la veneranda età media - e le pastorelle di Fatima. Non si arriva dov'è arrivato Bonomi se non si è uomini di mondo.






[ma è parente di Giuseppe Bonomi di SEA?? Sea: per Bonomi maxi indennizzo in caso di uscita. Al manager voluto da Bossi andranno 1,7 milioni - Il Sole 24 ORE]
 
anche laSantanchè ha magnato sul piatto argentato di Ponzellini

Bpm, chiuse indagini su finanziamenti illeciti. Pm: “A Santanché 2,8 milioni”

L'ex presidente della banca Ponzellini avrebbe creato all’interno dell'istituto milanese "una struttura parallela e deviata verso interessi personali". La parlamentare Pdl non risulta indagata, ma la sua società secondo l'accusa ha ottenuto fondi senza garanzie. Nelle carte dell'inchiesta finirono anche Romani, Brancher e La Russa



di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 marzo 2014Commenti (130)

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Bpm, chiuse indagini su finanziamenti illeciti. Pm: “A Santanché 2,8 milioni”

L'ex presidente della banca Ponzellini avrebbe creato all’interno dell'istituto milanese "una struttura parallela e deviata verso interessi personali". La parlamentare Pdl non risulta indagata, ma la sua società secondo l'accusa ha ottenuto fondi senza garanzie. Nelle carte dell'inchiesta finirono anche Romani, Brancher e La Russa



di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 marzo 2014Commenti (130)

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Due milioni e 800mila euro “nell’interesse esclusivo” di Daniela Santanchè, amministratore delle società Visibilia2 e Visibilia srl.
E’ uno dei presunti finanziamenti illeciti concessi dall’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini elencati dai pm milanesi nell’avviso di chiusura delle indagini a carico di Ponzellini e di altre 16 persone, notificato dal nucleo di polizia tributaria della Gdf.
Nell’elenco di finanziamenti che sarebbero stati disposti dall’ex presidente e dal suo ex braccio destro Antonio Cannalire a favore di una serie di società con “un danno patrimoniale” per l’istituto di credito milanese c’è infatti anche quello per le concessionarie di pubblicità Visibilia2 e Visibilia srl amministrate dalla parlamentare, che non è indagata.


La vicenda non è nuova mentre inedita è la cifra complessiva stanziata.
Nel capo di imputazione si legge che Ponzellini e Cannalire “in conflitto di interessi con la posizione di dirigenti di Bpm hanno concorso a compiere nell’interesse esclusivo di Daniela Santanchè atti di disposizione del patrimonio di Bpm facendo ottenere a dette società finanziamenti per circa 2,8 milioni di euro, deliberati nel dicembre del 2009 e agosto 2010 con successive proroghe di scadenza, con la consapevolezza di recare pregiudizio della banca, posto che le società finanziate erano prive di affidabilità bancaria essendo in condizioni di fragilità economico-patrimoniale e in difetto di valide garanzie, tanto che la esposizione non si è ridotta nel periodo successivo e che nel dicembre del 2012 è stato negoziato un piano di rientro”.
Il pm di Milano Roberto Pellicano sostiene che Ponzellini, assieme ad altre persone, tra cui Cannalire, avrebbe creato all’interno della banca “una struttura parallela e deviata verso interessi personali” per erogare finanziamenti illeciti. Una “struttura adatta a recepire, coltivare e soddisfare le richieste di finanziamento di una cerchia di soggetti segnalati da ambienti politici o imprenditoriali in grado di retribuire i membri dell’associazione” per delinquere. Secondo il pm, infatti, c’era “un’area di pratiche” dentro Bpm “definibili come pratiche del presidente (Ponzellini), trattate dalla suddetta struttura con modalità illegittime” in contrasto con gli interessi e le regole dell’istituto di credito.


Dal provvedimento d’arresto per Ponzellini, finito agli arresti domiciliari il 29 maggio 2012 con le accuse di associazione per delinquere e corruzione privata, erano saltati fuori una serie di nomi di politici (non indagati): dagli ex ministri Paolo Romani, Aldo Brancher e Ignazio La Russa ai parlamentari Daniela Santanchè e Alfredo Messina.
Tra le 17 persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini figurano anche Onofrio Amoruso Battista, avvocato ed ex consigliere regionale della Lombardia, Emilio Santomauro, ex consigliere comunale milanese, Giorgio Bianchini Scudellari, che era nel Cda dell’istituto di credito, gli imprenditori Camillo Colella, il commercialista di Ponzellini, Guido Rubbi, Maurizio Mondani in qualità di ad di Capgemini. E poi ancora Luigi Simeoni della società Lk RealEstate, Emilio Sacchi della ‘Binda 4 srl’, Alberto Tripi del gruppo Almaviva, Paolo Golzio, Maria Grazioli, Francesco Franzoni e Alessandro Lamonica, che era nel gruppo di Francesco Corallo. In passato risultavano indagati anche l’ex deputato del Pdl, Marco Milanese, e l’ex dg di Bpm, Enzo Chiesa, i quali però non figurano nell’avviso di chiusura delle indagini che per i 17 indagati prelude alla richiesta di processo.
 
Ultima modifica di un moderatore:
ma voi aderireste all'aqumento di capitale di una banca così?
8 apr 2014 17:43 BANCOMAT BPM - DA LETTA ZIO AL SINDACALISTA BONANNI, PASSANDO PER IL PRESIDENTE DI MEDIASET CONFALONIERI: TUTTI COLORO CHE CHIEDEVANO FAVORI ALLA POPOLARE DI MILANO SOTTO IL REGNO DI PARA-PONZELLINI

Anche un potente dell’economia come Alberto Tripi, ad di Almaviva, colosso dei call center con un fatturato da 700 milioni, ha un rapporto con Bpm dai “connotati quantomeno inconsueti” per la Finanza. Gianni Letta, invece, chiede a Ponzellini “uno sforzo” per “un'impresa di Massa Carrara”...



GERONZI PONZELLINI E LIGRESTI

Marco Lillo per ‘Il Fatto Quotidiano'

Bei tempi quando si poteva contare su una banca del Pdl. Il segretario generale della Fondazione di Alleanza Nazionale, Antonio Giordano, quando Massimo Ponzellini lasciò la presidenza della Bpm scriveva sconsolato il 18 gennaio del 2012 un sms nostalgico: "C'avevamo una banca".

Lo sapeva bene quanto è importante avere una banca Giordano, amico di Ignazio La Russa e socio della moglie nella Quintogest, una società che ha avuto credito per 45 milioni e che, dopo essere stata ceduta ad altri, è stata passata dalla banca alla posizione di ‘incaglio' per 3,8 milioni. E lo sanno bene tanti altri imprenditori che si sono raccomandati alla politica per avere un buon trattamento.

Ecco un elenco dei casi che emergono dal deposito delle carte dell'indagine su Bpm.

ALMAVIVA. Anche un potente dell'economia come Alberto Tripi, l'amministratore delegato di Almaviva, colosso dei call center con un fatturato da 700 milioni di euro e 27 mila lavoratori, ha un rapporto con Bom dai "connotati quantomeno inconsueti" per la Finanza. Per presentare un piano di patrimonializzazione nel 2009 si rivolge al vicecapogruppo di Forza Italia, il senatore Donato Bruno, allora presidente della commissione Affari costituzionali.
Il 17 settembre 2009 Tripi anticipa a Ponzellini la chiamata dell'onorevole con il quale discutere la patrimonializzazione e poi una seconda pratica, anche con Gianni, cioè Gianni Letta. "In effetti", annota la Guardia di Finanza, "come preannunciato da Tripi, giungono puntuali a Ponzellini le telefonate dell'onorevole Donato Bruno (18 settembre) e del noto Sottosegretario alla PresidenzadelConsiglioGianniLetta (2 ottobre) i quali sponsorizzano un incontro tra lo stesso Bruno, Tripi e Ponzellini". Letta al telefono spiega a Ponzellini come deve accogliere il suo amico Tripi: "amichevolmente e ascoltando quello che ti propongono" perché l'idea è "molto interessante e praticabile". E Ponzellini esegue. Il 23 ottobre, venti giorni dopo la telefonata di Letta arriva la delibera "a tempo di record".

LETTA. Gianni Letta chiede a Ponzellini anche "uno sforzo" per "un'impresa di Massa Carrara, la Fratelli Vernazza e Alma Ventura". Ed è è un vero rullo compressore che non perde un colpo nemmeno nei giorni tristi. Quando Ponzellini è dispiaciuto per la morte di Maria Angiolillo, la regina dei salotti romani, lui lo scuote: "ti chiamo proprio per questo sono in compagnia di Marco Bianchi Milella", cioé il figlio che poi sarà indagato per appropriazione indebita per l'eredità.
Per lui Letta chiede se "cortesemente Ponzellini può fare qualcosa di più dal punto di vista economico contributivo o trovargli una posizione migliore". Bisogna "trovare oltre a quella presidenza anche un incarico in un Cda in modo possa sommare due cose". Letta è chiaro: "lo considererò fatto per me".

LA CISL. I sindacati sono molto importanti nella Bpm. Il 2 settembre Giuseppe Gallo, segretario generale dei bancari della FIBA CISL, chiama Ponzellini e "cerca di combinare un appuntamento con Ponzellini e il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.

Raffaele Bonanni
Gallo", prosegue la di Finanza, "inoltre riferisce di aver mandato a Ponzellini tutto ciò che riguardava il Festival del lavoro al quale parteciperanno anche dei premi Nobel. Gallo invita Ponzellini a partecipare e a fornire una sponsorizzazione di 10-15 mila euro. Ponzellini dice che guarderà le carte, ma qualcosa gli darà di sicuro. Gallo si lamenta dei banchieri che partecipano agli eventi, ma nessuno contribuisce finanziariamente".

IL PREFETTO. Talvolta Bpm assolve anche in senso positivo al ruolo di banca di sistema. Il 15 settembre 2009 il prefetto Gian Valerio Lombardi parla a Ponzellini della Innse, una fabbrica occupata dagli operai. "Il Prefetto dice che sta facendo il commerciante, il mercante - scrive la Finanza - per mettere d'accordo tre o quattro parti private e sarebbe arrivato a una distanza tra le parti di 100 mila euro e chiede a Ponzellini se hanno una Fondazione per trovare questa somma per la pace sociale di Milano. Ponzellini dice di riferire che ha risolto, poi troverà lui il modo di trovare i soldi. Il Prefetto lo ringrazia dicendo che è sempre un grande amico".

CONFALONIERI. Poi c'è il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che chiede a Ponzellini di dare una mano a "un bravo musicista, Hans Fazzari, per amore di Milano e della musica". E Ponzellini: "beh, diamogliela".

CERUTTI. Infine c'è il caso dell'azienda dell'allora presidente della società del Sole 24ore. Giancarlo Cerutti ottiene un prestito milionario per le sue tipografie e Ponzellini e commenta così con l'ex senatore Mario D'Urso: "Ho fatto il finanziamento, proprio perchè sei tu, a Cerutti però l'azienda è un cesso, te lo dico io che ho visto i bilanci però gli ho fatto il finanziamento, lui me l'ha chiesto, il Mario, io ho sempre ... il nome Mario". Mario D'Urso contento che il suo nome è una garanzia chiede: "il finanziamento o quel contributo del basket?"

Ponzellini replica: "il contributo al basket l'ho fatto a prescindere, perchè per amici... e gli ho fatto il finanziamento, no . .. svariati, svariati milioni a lui alla Cerutti and company". Nel 2013 l'azienda presenterà la richiesta di concordato preventivo.
 
Prestiti Pop Milano, Ponzellini rinviato a giudizio con altri 13

giovedì 19 febbraio 2015 12:03

MILANO, 19 febbraio (Reuters) - 'ex-presidente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, è stato rinviato a giudizio con altre 13 persone nell'ambito dell'inchiesta sull'erogazione di presunti prestiti irregolari.
Lo riferiscono fonti giudiziarie, precisando che la prima udienza è stata fissata per il prossimo 16 giugno davanti alla seconda sezione penale.
Le ipotesi di reato, a vario titolo per gli imputati, sono associazione a delinquere, appropriazione indebita, infedeltà a seguito di dazione o promesso di utilità, infedeltà patrimoniale.
Al momento Reuters non è stata in grado di contattare il legale di Ponzellini per un commento.
Sul sito Reuters.com le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
 

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