Bar del forum

In questi giorni capita, durante fugaci spuntini notturni :rolleyes: di dare un'occhiata alla TV (se non altro perché posta di fronte al frigo) e alle Olimpiadi.
Ci si tolgono anche delle soddisfazioni: per esempio ho visto due donne che se le davano di santa ragione (boxe) e nessuno interveniva a fermarle, nessuna femminista protestava, insomma, almeno in qualche luogo finalmente è possibile venga picchiata a lungo legalmente una donna, anzi due :-D
Ho visto anche una scena di lotta, credo greco-romana, non so, tra due signore tese l'una a spiattellare sul pavimento l'altra con la massima ferocia possibile. Non sarebbe una cattiva idea come soluzione per i contrasti di condominio. Tutto legale, poi, e magari ti danno pure una medaglia.
Ho visto pure delle cinesine precipitare nell'acqua da molti metri contorcendosi come colpite da una fucilata, per poi risalire sorridenti come se nulla fosse successo. Altro che Hitchock !
Poi licenziano un direttore di giornale perché ha detto che delle "atlete" cicciottelle erano cicciottelle. E che doveva dire? Diversamente anoressiche? :piazzista:
Almeno lui non le ha prese a pugni.

Quanto alla lotta maschile, non ho capito perché a un certo punto uno dei due contendenti venga obbligato a esporre il fondo schiena all'avversario, il quale, ovviamente (?) ne profitta subito slanciandosi sopra lo sventurato, cui poche chances restano di evitare l'indecente violenza.
Ma si può?

Infine ho visto brevi brani di ginnastica femminile, in cui bimbette appena svezzate dal biberon, 30 kg di peso e un metro di altezza, rischiavano l'osso del collo nel tripudio generale. Mi auguro che i loro perversi genitori spendano un mare di soldi in assicurazioni contro gli infortuni, anche perché sennò significa che se si rompono è anche responsabilità mia e va a finire tutto nel mio 730. Ma io non voglio che rischino l'osso del collo, cosa posso fare?

Spettacolare!

Questo pezzo e' degno di un Buongiorno di Gramellini, anzi di più!

Gino qui ti sei superato
:clap:

Dopo giorni di "no web" autoimposto,
datemi il tempo che recupero e se son tutte perle come questa sarà un vero piacere
 
Per me invece l'acqua è davvero l'elemento naturale... forse in un altra vita sarò stata una trota o un salmone che risale la corrente... al di là degli impatti sull'acqua i contraccolpi su polsi e schiena e le tendiniti sono all'ordine del giorno anche se il mio incidente è stato la rottura del naso contro il mio ginocchio... fortunatamente senza troppe conseguenze anche di tipo estetico..

Quello che è buffo, e mi ricollego anche al post di Gino citato da Cris (quando dice che non vuole che le ginnaste bambine si rompano l'osso del collo) è che nei tuffi dal trampolino c'era un francese che qualche mese fa si era rotto l'osso sacro... inciampando sui gradini di accesso alla metropolitana!
 
cola dell'amatrice
Sgarbi riesce a dare insegnamenti anche in momenti cosi delicati
chapeau

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Oggi o domani forse vorreste trovare questa notizia sul giornale.
Non credo la troverete. Era sul Gazzettino on-line, ma qualcuno l'ha fatta prontamente sparire. Forse la stessa manona che l'ha fatta sparire da tutti i quotidiani italiani nella versione on-line.
Faccio notare che il prete responsabile è ancora tranquillamente in giro, non si sa chi sia e certo il sig. Bergoglio pare non volerlo incriminare.
In tal modo la vergogna viene moltiplicata per 100.
Per cercare di dare una piccola smossa alla pesante censura in atto, pubblico qui l'articolo di Leggo, unico giornale noto, che non sia Il Corriere di Zappapiccola o la Gazzetta del Bondone,, il quale all'ora in cui scrivo mantenga visibile l'articolo.

Da Il Papa si commuove per la storia di suor Giulia, vittima per anni degli abusi di un prete orco
Lunedì 12 Settembre 2016, 17:01

di Franca Giansoldati
Città del Vaticano Giulia era poco più di una bimba quando il «lupo», «l’orco», le ha messo le zampe addosso. Era una adolescente timidissima, aveva 14 anni ma ne dimostrava di meno, sognava ad occhi aperti. Per lungo tempo si è portata dentro la vergogna, come fosse colpa sua l'essere abusata da un prete. Oggi Giulia è una religiosa che ha avuto il coraggio di fare i conti con questo trauma terribile. La sua storia è stata fatta conoscere al Papa, sabato scorso, durante un incontro avvenuto a Santa Marta da padre Hans Zollner, della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e da Luisa Bove, della diocesi di Milano che ha raccolto la storia di Giulia e la ha consegnata alla memoria collettiva. Il libro «Giulia e il lupo, storia di un abuso sessuale nella Chiesa è stato consegnato al Papa, assieme ad una copia di "Camminare accanto alle vittime", scritto da Anna Deodato, anch'essa presente all'incontro. «Arrivare all’ultima pagina è un esercizio quasi fisicamente doloroso, e certamente una sfida psicologica e spirituale enorme», scrive padre Zollner nella prefazione. «È però necessario – e infine anche salutare – affrontare questa difficile prova: necessario perché siamo chiamati ad assumerci la nostra responsabilità, a fare giustizia per coloro che hanno sofferto tanta ingiustizia e che sono stati feriti terribilmente; salutare perché guardare in faccia i nostri peccati e le nostre mancanze – nel commettere abusi e nel non fare tutto il possibile per evitarli – è doloroso ma ci apre anche gli occhi sulla nostra vera condizione umana e spirituale».La storia ha colpito enormemente Papa Bergoglio. L’incubo è iniziato durante una vacanza estiva con tutti i ragazzini dell'oratorio. Il prete orco lavorava nella parrocchia, aveva 30 anni di più, e piano piano comincia a dedicarle attenzioni. Sempre di più, fino all'abuso. Si tratta del primo racconto diretto di un caso italiano, di un prete pedofilo che manipolava e teneva legata a sé la ragazzina, facendole venire sensi di colpa, rendendola incapace persino di capire che si trattava di una violenza. Giulia racconta: «Lui era sempre la mia guida spirituale, il mio confessore. Doveva sapere. Dovevo fidarmi. E poi forse mi piaceva quello che faceva. Provavo anche paura. Non so. Ero sconvolta. In ogni caso doveva essere un privilegio, perché senz’altro non lo faceva con le mie amiche». Dopo sette anni di abusi la «storia con il don» finisce. «Non ricordo con precisione come è arrivata questa fine, conservo ancora la data dell’ultimo incontro con lui, un appuntamento in tarda serata. L’ultima volta. Forse poi ho raccolto le poche forze che mi restavano e non ci sono più andata. Lui non mi ha più cercata, forse non gli servivo più. I giocattoli, dopo un po’, quando ci si stanca si buttano via».Giulia finisce l’università ed entra in noviziato: «Mi sembrava davvero di aver trovato “casa”: poi qualcosa comincia a non funzionare, Giulia pensa di mollare tutto: comunità e lavoro. «Ma sapevo che non aveva senso, che sarebbe stata solo una reazione istintiva di cui mi sarei presto pentita»: «Per evitare di farmi divorare dalla rabbia e per ritrovare un po’ di serenità ho deciso di farmi aiutare». «Ho scoperto che c’era una persona in grado di aiutare preti e religiose in difficoltà». È l’incontro con questa persona, Martina, a determinare la svolta. È grazie a lei infatti che Giulia comprende la gravità dell’accaduto e muove i primi passi del suo percorso di rinascita.
Giulia purtroppo non è la sola ad avere sulle spalle questo vissuto. «Altre donne, consacrate come lei, sono state sessualmente abusate da preti e consacrati», afferma Anna Deodato, curatrice del volume. «Abusi subiti da piccole o all’inizio della prima giovinezza oppure prima della scelta di consacrazione, ma per tante anche dopo, a volte addirittura all’interno delle loro stesse comunità, dai preti che le accompagnavano, da coloro che rivestivano funzioni di superiori”.
 
Gli schifi sono almeno due.
Uno relativo alle violenze psico-sessuali.
L'altro è relativo alla censura che "qualcuno" ha voluto calare sul fatto.
Ripeto, chi ha potuto leggerne da qualche parte? E non era una notizia? Il Papa ne ha parlato a lungo.
Ma del Papa si riporta solo ciò che fa comodo.

L'altro giorno un prete di Venezia ha confessato ai fedeli di essere in difficoltà con la sua missione: era innamorato.
Si è dunque preso un periodo di riflessione e, naturalmente, sospensione.
Un suo collega assai noto per la propria attività (lo conosco anch'io, era mio collega, e in vacanza andavo a studiare l'organo nella sua chiesa a Jesolo) ha però espresso il desiderio che il malcapitato ci ripensi e rinunci all'amore per la tonaca.
Nota che nessun altro aveva osato interferire. "Se la vedrà lui con la sua coscienza": questo l'atteggiamento generale, in particolare dei fedeli, ma anche del patriarca.
Ma il nostro pretino-Pierino ha voluto fargli giungere il proprio (legittimo, per carità) desiderio. E' stato l'unico che non abbia rispettato la sua solitudine di fronte alle scelte, e questo, al di là del legittimo desiderio, puzza di pressione.

Non cambiano mai. Non cambieranno.
"Ma che dici! Sono già cambiati tantissimo!"
No. E' cambiata la società. Loro si adeguano per mantenere una qualche presa sulle coscienze.
Non sono cattivi. E' che li disegnano così :-D

preti20pedofili.jpg
 
Mio fratello rischio' di non potersi laureare, dopo aver dimostrato che tutti i viaggi di papa Woitila erano ben poco apostolici.
Casualmente in quel paese c'era, o ci sarebbe poi stato, un qualche evento economico o sociale con forti ripercussioni a livello internazionale.
Dovette cestinare un anno di lavoro certosino e in 15gg impacchettare un'altra tesina.

La chiesa è una strana roba!
 

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