Infatti non è vero, guarda qua le mappature. Sapessi come è facile che questi virus si trasformino e si ricombinino! E' il "loro mestiere".
Su "Science Express"
Il punto sulla pericolosità di H1N1
Secondo i primi modelli sviluppati dall'Imperial College di Londra la nuova influenza A ha seguito uno schema di diffusione molto simile alla pandemia del 1957, la cosiddetta "asiatica"
Sono state pubblicate su "Science Express" le prime valutazioni sulle potenzialità pandemiche del nuovo ceppo dell'influenza A (H1N1), sviluppate dal Centre for Outbreak Analysis and Modelling dell'Imperial College di Londra in collaborazione con l'OMS e il Ministero della salute messicano.
"Il nostro studio mostra che questo virus si diffonde come ci si aspetta nei primi stadi di una influenza pandemica. Finora ha seguito uno schema molto simile alla pandemia del 1957 in termini di proporzione di persone infettate e di percentuale di casi potenzialmente fatali", ha commentato Neil Ferguson, uno dei coordinatori dello studio.
"Quella che osserviamo non è un'influenza stagionale e questo è comunque causa di preoccupazione, ci si può aspettare che questa pandemia abbia un peso doppio sui sistemi sanitari. Tuttavia questa modellizzazione iniziale suggerisce che il virus H1N1 non sia altrettanto facilmente trasmissibile e altrettanto letale della pandemia del 1918", ha concluso Ferguson.
Ecco i principali punti messi in evidenza da queste analisi:
• I dati raccolti mostrano una struttura coerente con quella che si aspetta nelle prime fasi di una pandemia.
• In Messico la stima più probabile del tasso di mortalità è del 4 per mille, un valore che allinea questa influenza alla pandemia del 1957 (la cosiddetta "asiatica"). Tuttavia rispetto ad allora, osservano i ricercatori, i sistemi sanitari sono in una situazione molto migliore, e più preparati, in quasi tutti i Paesi del modo.
• L'epidemia di influenza A (H1N1) è con ogni probabilità iniziata in Messico il 15 febbraio 2009 e a fine aprile i contagiati erano circa 23.000, con 91 decessi in seguito all'infezione. Tuttavia i dati relativi al numero di persone contagiate, osservano i ricercatori, soffrono di una certa incertezza, dato che casi più lievi possono essere passati inosservati o essere stati successivamente ma inappropriatamente attribuiti a essa.
• Per questo il tasso di mortalità del 4 per mille non può essere stabilito con sicurezza, ma resta comunque il valore più probabile.
• Per ogni persona infettate si stima che ci possano essere da 1,2 a 1,6 casi secondari, un valore superiore a quello delle normali influenze stagionali, che porta a ipotizzare che possa venire infettato dal 10 al 15 per cento della popolazione. Questo è comunque un valore inferiore al 20-30 per cento che ci si aspetta da una pandemia. (gg)
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Il_punto_sulla_pericolosità_di_H1N1/1338382