intonazione resta debole ma le s1T-Bond e 10y resistono da due ore e mezza
l'oi ieri cresciuto poco ma i segnali che ne vengono non danno alcun segno di smobilitazione short funds
BCE: CRESCITA SOTTOTONO, MA TASSI IN FUTURO SALIRANNO/ ANSA
(ANSA) - BRUXELLES, 5 APR - (di Carlo Maria Fenu) - La
crescita sottotono di Eurolandia, le cui stime per il 2005 sono
state riviste sensibilmente al ribasso (da +2,0% a +1,6%)
proprio ieri dalla Commissione Ue, dovrebbe indurre la Bce a
lasciare i tassi invariati in occasione della riunione del
Consiglio direttivo, in programma dopodomani a Francoforte.
Gli analisti ritengono, tuttavia, che il costo del denaro -
attualmente al minimo storico del 2% da giugno del 2003 - sia
destinato comunque a salire, se non prima dell'estate (come
ipotizzavano fino a pochi mesi fa alcuni osservatori), al più
tardi verso fine anno o all'inizio del 2006.
Il presidente dell'Eurotower, Jean-Claude Trichet, al termine
della riunione del board a inizio marzo era stato, del resto,
inequivocabile, rimarcando come "a un certo punto in futuro" i
tassi dovranno salire. Sulla tempistica dell'irrigidimento della
leva monetaria, invece, il banchiere centrale aveva preferito
non sbilanciarsi, sottolineando che la Bce "aspetta dati e
numeri", ma che se fosse necessario un aumento, non avrà
esitazioni ad agire.
Quanto ai dati, ha spiegato Claudia Henke, analista di
Dresdner Bank a Francoforte, "nelle ultime settimane quelli
sulla crescita e sulla fiducia non sono stati certo
entusiasmanti", ma questo potrebbe portare l'Eurotower a
ritardare al massimo di qualche mese un aumento del costo del
denaro, non certo a tagliare i tassi; un'ipotesi, quest'ultima,
peraltro esplicitamente esclusa dallo stesso Trichet.
L'innalzamento del costo del denaro, secondo Henke, potrebbe
avvenire nell'ultimo trimestre di quest'anno, mentre per Lorenzo
Codogno, capo della ricerca europea di Bank of America a Londra,
la manovra potrebbe slittare anche all'inizio del 2006.
A spingere i banchieri dell'Eurotower verso un atteggiamento
meno conciliante è in primo luogo una considerazione di fondo,
prosegue Codogno, ossia che il costo del denaro deve comunque
tornare a riposizionarsi su un livello 'neutrale',
caratterizzandosi la situazione attuale (con un tasso ufficiale
del 2%) per tassi reali negativi in alcuni Paesi. Vi è poi una
liquidità molto abbondante, superiore a quella necessaria a
sostenere una crescita non inflazionistica, che ha spinto
notevolmente al rialzo i prezzi degli immobili in alcuni Paesi e
portato la Bce a parlare di rischio di bolla immobiliare. Nelle
ultime settimane, inoltre, l'Eurotower non ha mancato di
stigmatizzare i pericoli derivanti dal surriscaldamento del
mercato obbligazionario, che potrebbero rientrare grazie a un
aumento del costo del denaro.
Gravi pericoli per l'inflazione - non si può dimenticarlo -
potrebbero derivare dal prezzo del petrolio, che non finisce di
segnare nuovi record (l'ultimo è di ieri a oltre 58 dollari al
barile), e da politiche di bilancio poco virtuose da parte di
molti Paesi di Eurolandia. L'Eurotower ha sempre stigmatizzato -
anche ai fini della stabilità dei prezzi - l'importanza di
conti pubblici in ordine, ma a seguito della riforma del Patto
di stabilità, approvata a fine marzo dai premier europei, i
banchieri di Francoforte hanno decisamente aggrottato le
sopracciglia.
Interpretando le nuove norme come un sostanziale
indebolimento del Patto, alla Bce hanno detto senza mezzi
termini di essere "molto preoccupati", arrivando a ventilare
addirittura l'ipotesi di un rialzo del costo del denaro, che non
dovrebbe tuttavia interpretarsi come una punizione nei confronti
dei governi che non conducono politiche virtuose. Un
allentamento della disciplina di bilancio, in realtà, potrebbe
influenzare negativamente le prospettive per la stabilità dei
prezzi, ha argomentato il vicepresidente dell'Eurotower, Lucas
Papademos, e richiedere quindi una modifica dell'orientamento
della politica monetaria.
A questo punto, non resta che attendere le dichiarazioni rese
da Trichet nella conferenza stampa che segue abitualmente le
riunioni del Consiglio direttiv