masgui ha scritto:
. .lungo però di oro e argento da giovedi . .
I metalli ( specialmente Gold ) . . ma per il medio-termine o per il breve ... ??
Dimenticavo . . digito dal mare da notebook e uso adsl-wireless di
vicino di casa . . non protetta ...
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Da Traderlink.it
Bernanke non riesce a risollevare i listini. L’inflazione è ora meno sensibile alle fluttuazioni dei
Alberto Susic
La piazza azionaria americana ha vissuto la seduta odierna, sin dalle prime battute, in attesa del discorso del presidente della Fed, Ben Bernanke, dal quale si sperava di ricevere ulteriori indicazioni, non solo sull’inflazione, tema chiave dell’intervento, ma anche sulla politica monetaria dei prossimi mesi. Una speranza che però è stata attesa invano, in quanto il numero uno della Banca Centrale americana, non ha parlato né dell’outlook economico degli Stati Uniti, né tantomeno delle future mosse della Fed sui tassi, limitandosi ad un discorso per così dire di carattere accademico.
Ben Bernanke è intervenuto questa sera alla conferenza del National Bureau of Economics Research a Cambrige, per affrontare il tema caldo dell’inflazione, segnalando in primis che le aspettative pubbliche sullo stato della dinamica inflazionistica, sono più radicate oggi di quanto non lo fossero negli anni ’70 e ’80. Le stesse però non sono perfettamente ancorate e necessitano di modifiche da attuare sulla base dei nuovi avvenimenti che caratterizzano la congiuntura economica.
A tal proposito il presidente della Fed ha spiegato che, diversamente da quanto avvenuto in passato, in particolare negli anni ’70, il boom dei prezzi del petrolio negli ultimi mesi, non ha causato una crisi recessiva dell’economia a stelle e strisce, né una persistente fiammata inflazionisitica. Questo si spiega con il fatto che oggi le aspettative di fondo sui prezzi sono ferme e di conseguenza l’inflazione è meno sensibile alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio e più in generale alle variazioni di breve periodo.
Non a caso Bernanke ha aggiunto che fino a quando le attese sull’inflazione saranno mantenute salde, le oscillazioni dei prezzi dell’energia e degli alimentari, dovrebbero avere un impatto minimo sulla componente “core”, ossia quella depurata dalle componenti più volatili. Di conseguenza, un incremento isolato dei prezzi, al pari di quanto avvenuto negli ultimi mesi, non andrà ad innescare una spirale recessiva e non si avrà una crescita persistente dell’inflazione, ma solo movimenti relativi di breve periodo sul fronte inflattivo.
Pur in presenza di questo scenario, il presidente della Fed non ha mancato di sottolineare che la Banca Centrale Americana, nel prevedere l’inflazione “core”, deve comunque essere pronta a riconoscere qualsiasi impatto derivante dalle variazioni dei costi di alimentari ed energia sugli altri prezzi.
Come già scritto in apertura, il discorso del Chairman non si è addentrato nel merito della politica monetaria, così come non c’è stato alcun riferimento preciso né alcun commento sull’attuale dinamica inflazionistica. Bernanke si è infatti limitato solamente a dire che attualmente le aspettative inflazionistiche non sono perfettamente ancorate e questo in parte è da ricondurre alla mancata conoscenza da parte del pubblico degli obiettivi della Fed in riferimento all’andamento dei prezzi.
A tal proposito ricordiamo che la Banca Centrale americana si aspetta che l’inflazione rimanga nel range tra l’1% e il 2%, escludendo le spese alimentari e quelle per l’energia. Sulla base di queste indicazioni, è stato ribadito ancora una volta che la visione della Fed si basa su uno stretto controllo della dinamica inflazionistica, quale chiave adeguata per assicurare una buona politica monetaria.
E proprio sulla base di queste indicazioni, implicitamente viene confermata la previsione di una strategia “wait and see” anche per i prossimi mesi, nel corso dei quali difficilmente ci saranno interventi sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 5,25%.
Nel complesso il discorso di questa sera di Bernanke non ha comunque offerto alcun aiuto ai listini azionari che non solo non sono riusciti a recuperare posizioni, ma hanno addirittura accelerato al ribasso, tanto da segnare una perdita nell’ordine di circa un punto percentuale.
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