P10
Nuovo forumer
up!
PS: nelle semestrali della CDP viene sempre fuori che i BFPi sono circa il 10% della raccolta della CDP, pensavo più retail fossero consapevoli.
Tradotto per i non addetti significa che i BFPi sono ancora tra i più appetibili??
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PS: nelle semestrali della CDP viene sempre fuori che i BFPi sono circa il 10% della raccolta della CDP, pensavo più retail fossero consapevoli.
Tradotto per i non addetti significa che i BFPi sono ancora tra i più appetibili??

Salve,
mi sto interessando ai BFPi e sto leggendo con interesse questo thread.
Quello che non mi è ancora chiaro è se i BFPi sono più convenienti di un conto deposito oppure no. Si arriva a un 3-3.50% di rendimento lordo annuo con le serie attuali?
Il rendimento di una serie di bfpi dipende dall'inflazione futura che nessuno conosce. L'attuale serie di bfpi (J38) tutela il potere d'acquisto fino ad un inflazione annua del 29,7% (inflazione di salvaguardia).
Ti ringrazio molto per le spiegazioni veramente esaustive.
In realtà stavo cercando di fare un ragionamento pragmatico del tipo: mi conviene in questo momento, con l'inflazione che osserviamo mediamente in questi anni, investire nei BFPi? O i conti deposito danno un risultato migliore?
grazie ancora.

Ciao a tutti. Pongo qui una domanda che in realtà ho già posto in un altro forum, ma che sto scrivendo in vari "luoghi virtuali", in modo da sentire più opinioni possibili.
Da completo ignorante in materia economica, credevo che i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione fossero convenienti anche qualora ci si facesse rimborsare i soldi alla loro scadenza naturale, ovvero dopo 10 anni dalla sottoscrizione.
Senconchè l’altro giorno ho avuto modo di parlare con una impiegata delle poste, per altro mia conoscente, la quale si occupa di consulenze, e la quale mi ha detto che la scelta di tenere i bfpi per 10 anni è completamente sbagliata. Invece, a suo dire, bisogna costantemente seguire l’inflazione, e qualora succeda che ci sia un aumento notevole di quest’ultima rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione del buono, conviene farsi rimborsare i soldi e reinvestirli. Tutto ciò in ragione del fatto che, lasciando stare il tasso di interesse di base, per quanto riguarda la rivalutazione del capitale, questa dipende dalla differenza tra il valore del FOI al momento della sottoscrizione e il valore del FOI al momento del rimborso. Per cui se l’inflazione subisce un’impennata rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione, la differenza tra il FOI iniziale e quello al momento dell’impennata diventa significativo, ed allora conviene il rimborso. Se il rimborso non lo effettuo in quel momento di picco dell’inflazione, non potendosi prevedere l’inflazione futura, corro il rischio che ci sia una nuova discesa, e che non si ripresenti più quell’occasione, fino al caso estremo in cui mi posso ritrovare, dopo 10 anni, con un’inflazione analoga a quella di partenza, o addirittura inferiore, prendendo così solo gli interessi fissi di base, senza rivalutazione.
Insomma, in ultima analisi, secondo l’impiegata delle poste, quello che conta, per la rivalutazione, è la differenza tra il valore dell’indice FOI al momento dell’emissione ed il valore dell’indice FOI al momento del rimborso. Da qui l’importanza di seguire costantemente le variazioni del valore dell’indice FOI, valutando il momento più opportuno per il rimborso.
Io, come detto, non ho alcuna competenza in questo ambito, per cui chiedo a voi come stanno le cose. Ha ragione l’impiegata delle poste?
Che succede se tengo un bfpi per tutti i 10 anni, e il FOI finale è uguale o minore del FOI iniziale?
