Buoni fruttiferi postali Buoni Fruttiferi Postali indicizzati all'inflazione italiana

Tradotto per i non addetti significa che i BFPi sono ancora tra i più appetibili??

Ciao P10,
no, la mia è una interpretazione diversa. Rimango stupito ogni volta che, in fondo, i BFPi sono per lo più sconosciuti a molti.

Secondo me, è inutile fare il toto-tassi mese per mese, sappiamo che c'è una relazione del loro rendimento a scadenza con i TDS a 10 anni, poi tutto dipende dai flussi di cassa che necessita la CDP, che è un emittente ultrasolido con una liquidità immensa, ricordiamocelo.

My 2 cents.

:ciao:
 
Salve,
mi sto interessando ai BFPi e sto leggendo con interesse questo thread.
Quello che non mi è ancora chiaro è se i BFPi sono più convenienti di un conto deposito oppure no. Si arriva a un 3-3.50% di rendimento lordo annuo con le serie attuali?
 
Salve,
mi sto interessando ai BFPi e sto leggendo con interesse questo thread.
Quello che non mi è ancora chiaro è se i BFPi sono più convenienti di un conto deposito oppure no. Si arriva a un 3-3.50% di rendimento lordo annuo con le serie attuali?

Il rendimento di una serie di bfpi dipende dall'inflazione futura che nessuno conosce. L'attuale serie di bfpi (J38) tutela il potere d'acquisto fino ad un inflazione annua del 29,7% (inflazione di salvaguardia).
Il rendimento lordo del 3% lo otterrai con un inflazione media annua dell' 1,73%.
Il rendimento lordo del 3,5% lo otterrai con un inflazione media annua del 2,22%.
La tassazione è al 12,5%, investimento fino a 10 anni.

Se si paragona un bfpi ad un tasso fisso si può calcolare l'inflazione di pareggio cioè quell'inflazione che rende i due investimenti identici. Se l'inflazione sarà minore dell'inflazione di pareggio, il tasso fisso avrà performato meglio del bfpi e viceversa.

Forse ti può essere utile il file di Scienza.
 

Allegati

Il rendimento di una serie di bfpi dipende dall'inflazione futura che nessuno conosce. L'attuale serie di bfpi (J38) tutela il potere d'acquisto fino ad un inflazione annua del 29,7% (inflazione di salvaguardia).

Ti ringrazio molto per le spiegazioni veramente esaustive.
In realtà stavo cercando di fare un ragionamento pragmatico del tipo: mi conviene in questo momento, con l'inflazione che osserviamo mediamente in questi anni, investire nei BFPi? O i conti deposito danno un risultato migliore?

grazie ancora.
 
Ti ringrazio molto per le spiegazioni veramente esaustive.
In realtà stavo cercando di fare un ragionamento pragmatico del tipo: mi conviene in questo momento, con l'inflazione che osserviamo mediamente in questi anni, investire nei BFPi? O i conti deposito danno un risultato migliore?

grazie ancora.

Ciao, risposta velocissima:
1. i CD offrono tassi allettanti che però durano di solito qualche mese, o qualche anno con vincoli non sempre semplici da estinguere. Quando scade il periodo, devi cercare un altro CD sufficientemente conveniente in cui depositare le somme, se lo trovi.
2. il BFPi è una "sorta" di CD decennale con copertura dell'inflazione. Metti i soldi lì e per 10 anni ti cucchi gli interessi conosciuti ex-ante.

Per me che sono pigro, meglio il BFPi del CD. :D

:ciao:
 
Ciao a tutti. Pongo qui una domanda che in realtà ho già posto in un altro forum, ma che sto scrivendo in vari "luoghi virtuali", in modo da sentire più opinioni possibili.

Da completo ignorante in materia economica, credevo che i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione fossero convenienti anche qualora ci si facesse rimborsare i soldi alla loro scadenza naturale, ovvero dopo 10 anni dalla sottoscrizione.

Senconchè l’altro giorno ho avuto modo di parlare con una impiegata delle poste, per altro mia conoscente, la quale si occupa di consulenze, e la quale mi ha detto che la scelta di tenere i bfpi per 10 anni è completamente sbagliata. Invece, a suo dire, bisogna costantemente seguire l’inflazione, e qualora succeda che ci sia un aumento notevole di quest’ultima rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione del buono, conviene farsi rimborsare i soldi e reinvestirli. Tutto ciò in ragione del fatto che, lasciando stare il tasso di interesse di base, per quanto riguarda la rivalutazione del capitale, questa dipende dalla differenza tra il valore del FOI al momento della sottoscrizione e il valore del FOI al momento del rimborso. Per cui se l’inflazione subisce un’impennata rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione, la differenza tra il FOI iniziale e quello al momento dell’impennata diventa significativo, ed allora conviene il rimborso. Se il rimborso non lo effettuo in quel momento di picco dell’inflazione, non potendosi prevedere l’inflazione futura, corro il rischio che ci sia una nuova discesa, e che non si ripresenti più quell’occasione, fino al caso estremo in cui mi posso ritrovare, dopo 10 anni, con un’inflazione analoga a quella di partenza, o addirittura inferiore, prendendo così solo gli interessi fissi di base, senza rivalutazione.

Insomma, in ultima analisi, secondo l’impiegata delle poste, quello che conta, per la rivalutazione, è la differenza tra il valore dell’indice FOI al momento dell’emissione ed il valore dell’indice FOI al momento del rimborso. Da qui l’importanza di seguire costantemente le variazioni del valore dell’indice FOI, valutando il momento più opportuno per il rimborso.

Io, come detto, non ho alcuna competenza in questo ambito, per cui chiedo a voi come stanno le cose. Ha ragione l’impiegata delle poste?

Che succede se tengo un bfpi per tutti i 10 anni, e il FOI finale è uguale o minore del FOI iniziale?
 
Ciao a tutti. Pongo qui una domanda che in realtà ho già posto in un altro forum, ma che sto scrivendo in vari "luoghi virtuali", in modo da sentire più opinioni possibili.

Da completo ignorante in materia economica, credevo che i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione fossero convenienti anche qualora ci si facesse rimborsare i soldi alla loro scadenza naturale, ovvero dopo 10 anni dalla sottoscrizione.

Senconchè l’altro giorno ho avuto modo di parlare con una impiegata delle poste, per altro mia conoscente, la quale si occupa di consulenze, e la quale mi ha detto che la scelta di tenere i bfpi per 10 anni è completamente sbagliata. Invece, a suo dire, bisogna costantemente seguire l’inflazione, e qualora succeda che ci sia un aumento notevole di quest’ultima rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione del buono, conviene farsi rimborsare i soldi e reinvestirli. Tutto ciò in ragione del fatto che, lasciando stare il tasso di interesse di base, per quanto riguarda la rivalutazione del capitale, questa dipende dalla differenza tra il valore del FOI al momento della sottoscrizione e il valore del FOI al momento del rimborso. Per cui se l’inflazione subisce un’impennata rispetto al valore che aveva al momento della sottoscrizione, la differenza tra il FOI iniziale e quello al momento dell’impennata diventa significativo, ed allora conviene il rimborso. Se il rimborso non lo effettuo in quel momento di picco dell’inflazione, non potendosi prevedere l’inflazione futura, corro il rischio che ci sia una nuova discesa, e che non si ripresenti più quell’occasione, fino al caso estremo in cui mi posso ritrovare, dopo 10 anni, con un’inflazione analoga a quella di partenza, o addirittura inferiore, prendendo così solo gli interessi fissi di base, senza rivalutazione.

Insomma, in ultima analisi, secondo l’impiegata delle poste, quello che conta, per la rivalutazione, è la differenza tra il valore dell’indice FOI al momento dell’emissione ed il valore dell’indice FOI al momento del rimborso. Da qui l’importanza di seguire costantemente le variazioni del valore dell’indice FOI, valutando il momento più opportuno per il rimborso.

Io, come detto, non ho alcuna competenza in questo ambito, per cui chiedo a voi come stanno le cose. Ha ragione l’impiegata delle poste?

Che succede se tengo un bfpi per tutti i 10 anni, e il FOI finale è uguale o minore del FOI iniziale?

Ho letto i tuoi interventi nel forum gemello.
Vediamo se c'intendiamo.

Il valore di rimborso di una serie di bfpi si calcola così.

valore di sottoscrizione*
numero che tiene conto della parte fissa (tabella B foglio informativo)*
(FOI finale/FOI iniziale)

Perciò il valore di rimborso dipende anche dal rapporto (NON la differenza) tra FOI finale e FOI iniziale.

Se (FOI finale/FOI iniziale) è minore o uguale ad 1, questo rapporto viene posto uguale ad uno. In sostanza si prende solo la parte fissa (che varia parecchio da serie a serie)
Nel corso della vita di un bfpi può succedere, come hai visto, che il valore di rimborso scenda in corrispondenza di una diminuzione del FOI. E' normale.
E' corretto seguire le variazioni del FOI (che servono anche ad aggiornare il foglio di calcolo di Pink Panther, che ti invito ad imparare ad usare) ma "valutare il momento più opportuno per il rimborso" non è possibile perchè l'inflazione futura non si può conoscere. Puoi solo fare supposizioni.

C'è poi da tenere presente che per ogni investimento bisogna considerare il rendimento reale (al netto dell'inflazione, formula di calcolo: Forum di Finanzaonline.com - Visualizza messaggio singolo - Strategie per l'investimento obbligazionario ). E' il rendimento reale che conta. Ora, il rendimento reale in una serie di bfpi si muove in maniera opposta al rendimento nominale: più l'inflazione è alta, più soldi riceverai in termini nominali, più basso sarà il rendimento reale.
Lo puoi vedere usando un foglio di calcolo. Per esempio quello di Scienza allegato nei post sopra (varia manualmente l'inflazione e vedi cosa succede a rendimento reale e nominale).

In sostanza, anche in fase d'inflazione calante, per chi vuole preservare il capitale dell'inflazione e in aggiunta guadagnarci un po', conviene tenere i bfpi. Come scritto nelle FAQ di Pink Panther, che immagino tutti leggano prima d'intervenire...
 
Ok, grazie! Come avrai notato dalla lettura dell'altro forum, ormai mi è tutto chiaro, per cui possiamo chiudere qui l'argomento! Thank you so much! ;)
 

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